Precisazioni & Provocazioni
Il problema, secondo me, è che la stragrande maggioranza delle persone che parlano della vicenda storica di Galileo basa le sue opinioni sul film della Cavani o su qualche documentario alla Piero Angela: il risultato è una visione completamente stravolta della storia. A questo va aggiunto che il processo a Galileo è una delle armi preferite degli scientisti (perché di scienziati non si può parlare) e più in generale di gran parte delle persone che avversano la Chiesa di Roma.
Cerchiamo di fare chiarezza, iniziando da un primo aspetto, che non mi stancherò mai di sottolineare: la vera novità di Galileo non è la teoria eliocentrica. Essa era già stata formulata da Keplero, come tutti sanno, che peraltro la aveva anche dimostrata – al contrario, come vedremo in seguito, di Galileo. La grande conquista di Galilei, quella che lo rende senza alcun dubbio il padre della scienza moderna, è il
metodo scientifico.
L'eliocentrismo è una teoria che potrebbe tranquillamente dimostrarsi falsa, sebbene fino ad ora tutte le osservazioni scientifiche sembrerebbero provarla: proprio come si è dimostrata inesatta, per esempio, la fisica newtoniana, che fino al secolo scorso non era incappata nella benché minima incongruenza. La stessa cosa vale per qualsiasi altra verità scientifica, per quanto assodata ci possa sembrare. Come ci ha insegnato Galileo, ogni verità scientifica è vera... fino a prova contraria. Sostenere il contrario significa fare atto di fede: “Io credo in Newton...”. Certo, Newton funziona benissimo nel 99% dei casi. Ma, in fin dei conti, Newton ha detto qualcosa di inesatto. In questo, Galileo è “mille miglia meglio”, perché non ha insegnato qualcosa, ma un metodo: anzi, IL metodo. Newton, Einstein, Maxwell, Ampère, Carnot... tutti loro hanno fatto grandi scoperte, utilizzando il metodo scientifico inventato da Galileo Galilei e riconosciuto ancora, dopo quattro secoli di storia, come il requisito indispensabile perché qualsiasi cosa possa chiamarsi scienza.
Insomma, amici miei: altro che teoria eliocentrica!
Galileo ha inventato la scienza!
Ma siccome il metodo scientifico non ha fatto scandalo, la Cavani o Super Quark preferiscono sorvolare.
Quanto alla teoria eliocentrica in sé, come scrivevo, essa era già stata formulata da Copernico. Galileo, dal canto suo, sostenne che le orbite dei pianeti fossero esattamente circolari e soprattutto addusse come prova del moto della terra attorno al sole le maree (che invece, come sappiamo, sono provocate dalla luna). In altre parole, la tesi galileiana era inesatta e le prove errate (qualche anno dopo, Keplero avrebbe pubblicato le sue famose Leggi, ancora oggi ritenute valide, che non rispondono affatto al modello galileiano).
Questo non autorizza la Chiesa a sottoporre uno scienziato a processo (ed è qui che, eventualmente, è lecito criticare la Chiesa!), ma bisogna ricordare che Galilei stesso finì per irrigidirsi su posizioni difficilmente difendibili, specialmente se si considera il contesto storico in cui si è svolta la vicenda, che invece tutti tendono ad ignorare.
Quanto alla presunta “arretratezza scientifica” della Chiesa, anche in questo caso la storia è assai più complessa di quanto ho letto fino ad ora. Sebbene nel 1616 la teoria eliocentrica così come formulata da Copernico fu effettivamente messa al bando (vi si poteva fare riferimento solo come “ipotesi matematica”), nel 1582 era stato pubblicato il Calendario Gregoriano (quello ancora in uso, con poche correzioni) che si basava proprio sulle nozioni contenute nei “De Revolutionibus orbium coelestium libri sex” di Copernico. Nel 1646, inoltre, Papa Alessandro VII provvide a ritirare il decreto del 1616: Galileo era morto da due anni, e ne erano trascorsi 13 dal processo. Quanto al decreto stesso, non ho trovato inoltre alcun accenno al testo di Keplero (“Astronomia Nova”, 1609) che, da quel che mi risulta, non fu dunque mai messo all'indice: eppure il libro contiene la Prima e la Seconda Legge di Keplero che tutti studiamo a scuola e che costituiscono l'essenza stessa della teoria eliocentrica.
Quanto all'evoluzionismo, si va dalla padella alla brace. Le teorie formulate da Darwin si sono dimostrare essere sostanzialmente false (secondo il “modello Darwin”, ci sarebbe voluto qualche miliardo di anni in più,
nel migliore dei casi, per arrivare dove siamo ora).
Alcune intuizioni di Darwin sono senza dubbio corrette, ma essenzialmente la nostra conoscenza del DNA è talmente misera che la prudenza della Chiesa in questo campo è più che giustificata. Tanto per fare un esempio, fino a qualche anno fa si riteneva che il 90% del DNA fosse inutile (il termine scientifico è “DNA spazzatura”). Negli ultimi anni si sta invece lentamente scoprendo che il DNA spazzatura è tutt'altro che inutile, a tal punto che cellule il cui DNA spazzatura è stato modificato di anche una sola coppia di basi non riesce a riprodursi!
Insomma: i meccanismi dell'ereditarietà sono ancora tutti da studiare. Ho letto diversi testi scientifici in materia e la mia opinione, al momento, è che se l'evoluzionismo nelle sue idee generali mi sembra la teoria che meglio spiega la storia del pianeta, essa è tuttavia a uno stadio talmente iniziale che parlare di evoluzionismo come di un dogma innegabile (come si fa nel 99,99% dei libri di scuola) mi sembra decisamente arrogante... dal punto di vista scientifico.
Più in generale, non esiste prova al mondo che autorizzi a supporre l'esistenza della sola materia. Siccome non abbiamo alcun dato, possiamo stimare preliminarmente che c'è una probabilità del 50% che l'anima esista, e del 50% che invece non esista: cioè c'è una probabilità del 50%, almeno in principio, che tutti i nostri studi scientifici sull'uomo trascurino un dettaglio che non mi sembra trascurabile. Questo approccio statistico mi porta a concludere che, quando si parla dell'uomo, la scienza dovrebbe procedere con cautela, cosa che invece purtroppo
non fa.
Scienza e fede dovrebbero, in conclusione, procedere di pari passo. Non esiste alcun motivo ragionevole per buttare via una delle due e supporre che l'altra sia sufficiente a spiegare tutti i fenomeni. E se poi incontriamo qualcosa che non possiamo spiegare, usando solo una o l'altra delle due?
La Chiesa è stata capace di mettere da parte in 50 anni o poco più opinioni che conservava da sedici secoli. Nel peggiore dei casi, il processo a Galileo rappresenta oggettivamente una grave eccezione.
La scienza, dal canto suo, ha sempre fatto fatica a riconoscere e rispettare il campo d'azione della fede: ciò è comprensibile, visto che la prima si occupa esclusivamente di materia e la seconda di ciò che per natura stessa sfugge a qualsiasi indagine materiale. Ma da un secolo a questa parte tali difficoltà si sono acuite a tal punto che molti scienziati di oggi ritengono che la scienza sia
l'unica via di accesso alla verità.
Se la Chiesa avesse ragionato in questo modo, il decreto del 1616 sarebbe ancora in vigore.
Il che sarebbe un tragico errore, giusto?