Qualche minuto dopo, alla Gilda dei Paladini...
Black Drake sedeva nello studio ormai da dieci minuti. Una lama di luce, che filtrava dalle imposte chiuse della finestra, tagliava le tenebre di fronte a lui, andando a posarsi sulla scrivania che del Gran Maestro, insinuandosi nelle venature del legno. Il resto della stanza era completamente nell'ombra.
"Se NightLord venisse qui - pensò Black - mi potrebbe eliminare prima ancora ch'io notassi qualcosa". Per un attimo, il dubbio che fosse stato convocato per la sua esecuzione attraversò la sua mente.
Rabbrividendo, gettò uno sguardo alle sue spalle, verso la porta, quindi a destra...
Dove vide due bagliori rossastri scrutarlo.
Black Drake sussultò, ma riuscì a controllare il terrore che provava.
"N... Night... come siete entrato?" chiese. La porta era l'unico accesso alla stanza, esclusa la finestra, e l'Assassino non era sicuramente passato di lì.
L'Assassino lasciò l'Aspirante con quel dubbio. D'altronde, non era un mistero che per il Dhampiro del Regno alcun luogo fosse irraggiungibile, alcuna fortezza impenetrabile...
In quel momento, si udirono dei passi oltre il corridoio. I passi si avvicinarono, ed infine BrightBlade fece il suo ingresso nello studio.
Senza fermarsi, il Gran Maestro andò verso la sua scrivania, fece per aprire la finestra alle sue spalle, ci ripensò e si sedette.
"Benissimo. Black Drake, avrete sicuramente letto quanto il Sommo ha deciso sul vostro conto.
Vi ho convocato perché possiate assolvere i vostri ordini e scusarvi con NightLord".
Le parole del Paladino non lasciavano trasparire alcuna emozione: né ira, né irritazione, né amichevolezza.
NightLord fece un passo avanti, lasciando che la propria sagoma scura si distinguesse dalle tenebre.