Un'altra spallata alla famiglia è stata data nei giorni
scorsi dal Parlamento europeo con l'approvazione della
"Risoluzione sulla protezione delle minoranze e le politiche
contro la discriminazione" (Rapporto Moraes). Il documento -
approvato con 360 voti a favore, 272 contrari e 20
astenuti - nell'includere gli omosessuali tra le categorie
particolarmente oggetto di discriminazione, si spinge fino a
chiedere la ridefinizione del concetto di famiglia nei
singoli Paesi membri e a limitare la libertà religiosa.
Gli articoli discussi sono quelli dal 22 al 24, dove viene
anzitutto descritta una improbabile situazione drammatica
che vede in Europa un clima fortemente violento nei
confronti degli omosessuali, incluso "il rilascio di
dichiarazioni piene di odio da parte di esponenti religiosi
e politici" oltre che sistematiche "intimidazioni a scuola e
sul luogo di lavoro". La risoluzione dell'Europarlamento
chiede quindi che la libertà religiosa non diventi un modo
per giustificare "le discriminazioni, ad esempio, nel campo
dell'istruzione" (art. 22) e di assicurare "la libera
circolazione nell'Unione Europea delle coppie omosessuali
sposate o legalmente riconosciute" (art. 24). Con
quest'ultimo articolo non solo vengono riconosciuti per la
prima volta a livello comunitario matrimoni e unioni tra
persone dello stesso sesso, ma si chiede anche che tali
matrimoni siano riconosciuti nei loro effetti giuridici e
sociali in tutta la Ue, inclusi i Paesi ospitanti che non
riconoscono queste unioni nel loro ordinamento.
Per capire la conseguenza di questa novità, basta notare che
l'eurodeputato italiano Vittorio Agnoletto (Sinistra
unitaria) ha immediatamente chiesto che l'Italia si adegui,
citando il caso dei due cittadini italiani residenti a
Latina che si sono vista respinta la richiesta di
trascrivere in Italia il matrimonio contratto in Olanda. In
questo modo si intende anche forzare il diritto comunitario
che considera la famiglia - quindi anche la sua definizione
giuridica - come argomento proprio di ogni singolo Paese
membro.
Importante anche l'approvazione dell'emendamento
all'articolo 22, riguardante i limiti alla libertà religiosa
nel campo dell'educazione. In questo modo la risoluzione
intende colpire anzitutto la libertà - in primis della
Chiesa cattolica - di affermare il proprio magistero
riguardo all'omosessualità, ma c'è anche il tentativo di
sopprimere il diritto dei genitori a scegliere il tipo di
educazione che vogliono per i loro figli nonché il diritto
di scegliere di lavorare con persone che condividono la
stessa fede. Il Rapporto Moraes è stato approvato - oltre
che dalle sinistre in generale, come previsto - anche dai
deputati italiani della Margherita presenti (Lapo Pistelli,
Luigi Cocilovo, Enrico Letta, Vittorio Prodi, Paolo Costa),
che hanno detto "sì" anche all'emendamento specifico
sull'articolo 22. Voto favorevole al Rapporto anche
dall'europopolare Paolo Cirino Pomicino. Un fatto da tener
presente è che l'introduzione di questi temi nella
Risoluzione sulla protezione delle minoranze fa parte di una
strategia di lungo termine, in cui rientra anche la discussa
iniziativa all'Onu del rappresentante olandese Dick Jan Van
Den Berg. Questi, nell'ultima Assemblea generale, ha
ritirato l'adesione della Ue alla Dichiarazione di Doha che,
nell'anno internazionale della Famiglia, ribadiva i princìpi
già espressi della Dichiarazione Universale dei diritti
umani del 1948. Motivo: la mancata inclusione del
riconoscimento delle unioni omosessuali. Tale questione sarà
di nuovo discussa nell'Europarlamento nelle prossime
settimane.
In ogni caso il vero protagonista di questa strategia
nell'Europarlamento è l'Intergruppo per i diritti di Gay e
Lesbiche, formato da parlamentari di diversi schieramenti e
strettamente legato all'Ilga (International Lesbian and Gay
Association). Questa ha definito la sua strategia in un
rapporto del 2003 titolato "Famiglie, partner, bambini e
l'Unione Europea" (versione in inglese all'indirizzo
internet:
www.ilga-europe.org/docs/policypapers/2003-1.pdf).
Riccardo Cascioli
Avvenire 19 giugno 2005
www.db.avvenire.it/pls/avvenire/ne_cn_avvenire.c_leggi_...
?id=553914&id_pubblicazione=12