Dalla Civilta' Cattolica critiche alla 'Rosa nel Pugno'

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Adriano II
00giovedì 12 gennaio 2006 09:09
I Gesuiti bacchettano la "Rosa nel Pugno"
Nuovi guai in vista per il Professore.
La rivista Civiltà Cattolica insiste nel sollevare le
contraddizioni all'interno dell'Unione

Finiscono nel mirino dei gesuiti alcuni punti programmatici
del centrosinistra, in particolare quelli caldeggiati dalla
"Rosa nel Pugno": legge sull'aborto e coppie di fatto in
primis.
Un articolo della rivista Civiltà Cattolica intitolato "Dove
va il centro-sinistra?", dopo aver analizzato lo svolgimento
e il risultato delle "primarie", si sofferma in particolare
sulla nuova formazione politica nata dalla convergenza tra
lo Sdi e i Radicali, sottolineando in particolare le
iniziative di Capezzone e Boselli per l'abolizione del
Concordato tra Stato e Chiesa.
Ma uno degli aspetti che suscita maggiori perplessità tra i
gesuiti, tale da mettere in forte dubbio l'opportunità di
un'alleanza politica, riguarda le tesi iper-liberiste care
soprattutto ai radicali.


Ovviamente non poteva mancare un affondo sull'aborto.
Civiltà Cattolica sottolinea come negli ultimi dieci anni
non sia «mai stata attuata una politica a favore della
famiglia degna di questo nome, né una politica a favore
della natalità, come, ad esempio, hanno fatto fra gli altri
alcuni Paesi del Nord Europa».
«Molto poco - secondo i gesuiti - è stato fatto dalle
istituzioni pubbliche per la prevenzione dell'aborto», con l'unica
eccezione dell'opera svolta dai volontari cattolici: quindi,
secondo Civiltà Cattolica, la Commissione parlamentare d'inchiesta
sull'attuazione della legge 194 «non avrà molto da
scoprire».
Viene giudicata infondata la polemica del centrosinistra
contro il presidente della camera Casini, che sull'istituzione
della commissione «non poteva decidere in modo diverso».

Altro tema scottante quello delle coppie di fatto.
I gesuiti dopo aver preso atto dell'accantonamento del
termine pacs in favore di quello più soft "unioni civili" -
sottolinea la necessità di salvaguardare «il primato della
famiglia fondata sul matrimonio, riconosciuto dalla
Costituzione in vigore».
Ciò richiede che «non venga creato alcun matrimonio di serie
B, e quindi vengano attribuiti singoli diritti (non alle
coppie, quindi), alcuni già riconosciuti dalla
giurisprudenza».


Sul piano del dibattito politico e del confronto in merito
alle posizioni della Chiesa, Civiltà cattolica critica
fortemente l'opera svolta dai mass media: «La grande stampa
italiana non si occupa della verità della Chiesa e molto
meno ne percepisce e ne intende la natura. I nostri
giornali - prosegue l'affondo - discutono in lungo e in
largo di dialogo ma, quando si tratta della Chiesa, non
dimostrano alcuna volontà di conoscere per ciò che veramente
è questo loro interlocutore. Suppongono di conoscerla, ma in
realtà ripetono senza verificarli antichi luoghi comuni che
poi sono assai spesso vecchi pregiudizi».
Secondo la rivista dei gesuiti, «al novero di questi
appartiene la pretesa di poterla usare all'occorrenza come
instrumentum regni".
«La Chiesa - prosegue l'articolo - è considerata come un'
organizzazione umana e storica, sociologicamente indagabile,
e non si dà alcun credito ai suoi autoriferimenti
classificati come miti o leggende. Al seguito della
mentalità illuministica di certi intellettuali, non
esclusivamente laici, si guarda ad essa con l'occhio dell'umanesimo
o del buonismo o del solidarismo politicamente corretto».
Tuttavia, secondo Civiltà Cattolica, «nel modo con cui i
giornali presentano solitamente la Chiesa c'è un fatto
positivo: è l'ampia legittimazione - viene spiegato -
accordata alla Chiesa sul piano identitario e morale, il
riconoscimento che è essa l'origine e il deposito dei valori
fondanti della società italiana e occidentale».


Intanto l'Arcigay sottolinea con soddisfazione l'apertura
fatta dal cardinale Dionigi Tettamanzi nei confronti degli
omosessuali, giudicandola «un buon segnale di disponibilità,
che fra l'altro è sottolineato con l'esortazione dell'alto
prelato rivolta alla Chiesa di saper ascoltare, incontrare e
condividere quando incontra la sofferenza di una donna che
vuole abortire o rispetto al tema dei diritti sollevati
dalle coppie gay».
Aurelio Mancuso, segretario nazionale dell'Arcigay precisa
subito che «naturalmente Tettamanzi non sposa le
rivendicazioni dei movimenti delle donne e degli
omosessuali, ma propone un atteggiamento assolutamente
diverso da quello utilizzato negli ultimi anni dalle
gerarchie vaticane, affermando che "la Chiesa non impone la
verità ma la propone, con amore e per amore".
"Per noi - sostiene Mancuso - il dialogo è uno strumento che
può aiutare a conoscersi meglio, a superare esclusioni e
pregiudizi che fanno soffrire milioni di gay e lesbiche
credenti. Di ciò parleremo nel convegno organizzato il 13
gennaio a Roma dal titolo "Il diritto alla sessualità nella
società dei credenti", con la partecipazione di esponenti
dell'islam, dell'ebraismo, del protestantesimo, di
organizzazioni di gay credenti e del cristianesimo di base,
ma non purtroppo del cattolicesimo ufficiale, che non ha
risposto al nostro invito. La Chiesa cattolica deve
percorrere ancora molta strada rispetto al riconoscimento
della dignità delle persone omosessuali, che significano
diritti di cittadinanza, tutela giuridica dei progetti di
vita e nell'affettività, norme contro ogni forma di
discriminazione sociale e lavorativa».
Al cardinale Tettamanzi la comunità gay riconosce - e non da
oggi - una sensibilità e una forte volontà di dialogo.


Ovviamente la Chiesa cattolica non è un monolite e, oltre
alle posizioni dell'arcivescovo di Milano vi sono anche
quelle, un po' diverse su certe tematiche, espresse dal
Papa.
Resta da capire quanto queste posizioni saranno in grado di
influenzare, e in che misura, i programmi politici dei due
schieramenti in vista delle imminenti elezioni politiche.

di Orlando Sacchelli

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Come richiesto da GIANLU il 02/01/2006 h 12.32
allego qui il mio commento:

mi pare che questi gesuiti diano un giudizio obiettivo e completo sulla situazione italiana attuale, invitando a guardarla nella sua totalità e depurandosi di pregiudizi e luoghi comuni. A me è piaciuto, perchè uno può avere tutte le opinioni che vuole, ma sul confronto leale tutti possiamo ritrovarci con soddisfazione.

Adriano II - balestriere
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