L’Islam dei moderati va alla prima crociata
(articolo del corriere della sera)
È esplosa la reazione degli intellettuali musulmani laici alla
strage di Londra, per invocare le autorità britanniche a porre fine
alla politica dell'accoglienza nei confronti degli estremisti
islamici, denunciando un atteggiamento che ha di fatto trasformato
la Gran Bretagna in un covo del terrorismo. «Cacciateli»!
L'esortazione, anzi la supplica, è di Abdel Rahman al-Rashed,
direttore della televisione Al Arabiya. Rivolta alle autorità
britanniche che «inspiegabilmente hanno concesso il diritto d'asilo
a gente sospetta, coinvolta nei crimini dell'estremismo, condannata
nei Paesi arabi d'origine, alcuni con la sentenza capitale ». Al-
Rashed, intellettuale saudita, in un editoriale pubblicato dal
quotidiano Asharq al-Awsat, lancia un pesantissimo atto
d'accusa: «La tolleranza delle autorità britanniche nei confronti
del fascismo fondamentalista ha incoraggiato molti, tra cui degli
intellettuali e dei giornalisti arabi e musulmani, a partecipare
alla campagna demagogica a favore degli estremisti, difendendo dei
criminali come Bin Laden e al-Zarkawi, al punto che molti arabi e
musulmani in Gran Bretagna non osavano più per paura manifestare la
loro condanna degli estremisti».
«L'estremismo è una malattia che si trasmette come un'infezione, è
sufficiente iniettarne una dose affinché il morbo contagi la
società, culminando nella distruzione così come è successo a
Londra», prosegue al-Rashed, «tutti noi ci attendevamo questo
crimine, la tolleranza, cari signori, non è possibile con chi è
affetto dalla malattia dell'odio». Il j'accuse diventa ancor più
specifico: «Si è diffusa l'illusione che gli estremisti di Londra
non avrebbero colpito la Gran Bretagna, dal momento che la sfruttano
come base operativa, che i loro nemici erano i governi arabi e
musulmani. Il risultato è che la Gran Bretagna si è riempita dei più
noti ricercati dell'estremismo che hanno realizzato il risultato più
importante accrescendo le fila dei propri adepti ». Infine la
conclusione: «È ora che le autorità britanniche affrontino
realisticamente l'estremismo con fermezza, diversamente
sprofonderemo in un vero inferno. In passato vi abbiamo detto
fermateli! Oggi vi diciamo: cacciateli!».
Al-Rashed si era già distinto per il suo coraggio firmando un
editoriale in cui si leggeva: «Anche se non tutti i musulmani sono
terroristi, la gran parte dei terroristi sono musulmani ». Non meno
ardita l'invettiva di Shaker al-Nabulsi, accademico giordano, che
sul sito
www.elaph.com ha duramente redarguito le autorità
britanniche: «Non c'è capitale al mondo che ospiti un così gran
numero di capi terroristici come Londra. La legge britannica non ha
fatto distinzione tra il terrorista criminale e sanguinario e
l'esule politico. Il risultato è che Londra si è riempita di gruppi
terroristici, di conti correnti bancari dei terroristi, di moschee
terroriste che addestrano e indottrinano i terroristi da inviare in
Iraq e in Arabia Saudita, di giornali terroristici che pubblicano e
preannunciano i discorsi dei terroristi ». Al-Nabulsi è spietato
nella sua denuncia: «I terroristi farneticanti vorrebbero dar vita a
un califfato islamico in Gran Bretagna. Come ha detto Omar Bakri,
vogliono far sventolare la bandiera islamica su Buckingham Palace.
Ma al suo posto hanno innalzato la bandiera rossa del sangue degli
innocenti sui vagoni della metropolitana. Gli stessi innocenti che
ogni giorno muoiono in Iraq, Arabia Saudita, Kuwait, Egitto,
Marocco.
Così i terroristi vorrebbero riesumare il califfato. Ma da 14 secoli
da questo califfato gli arabi hanno ottenuto solo corruzione,
repressione, malcostume, sottrazione delle libertà, ingiustizie,
uccisioni arbitrarie». Infine un vibrante appello collegiale: «Il
terrorismo non è diretto contro una singola etnia o religione. Ecco
perché il mondo intero deve reagire come un unico proiettile,
un'unica spada, un'unica campagna contro il terrorismo, gli ideologi
del terrore, l'informazione del terrore, gli intellettuali del
terrore che riecheggiano gli slogan sanguinari, che continuano a
considerare illegale il governo iracheno eletto dal voto di otto
milioni di iracheni, che affermano che il terrorismo in Iraq sarebbe
resistenza». A tutti coloro che continuano, con comprensibile
preoccupazione, a domandarsi dove siano i musulmani moderati che
condannano apertamente e incondizionatamente il terrorismo, sappiano
che ci sono. Al-Rashed è contattabile all'indirizzo
alrashed@asharqalawsat.com e Al-Nabulsi all'indirizzo
Shakerfa@worldnet.att.net . E con loro ci sono tanti altri. Da
scoprire, valorizzare, affermare sul piano mediatico, sociale e
politico. Si può e si deve fare. Prima è meglio è.
Magdi Allam
CorSera, 11 luglio 2005