Aria di cambiamenti

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Cyber Dark
00martedì 30 marzo 2004 02:03
Una buona notizia
BrightBlade entrò di gran lena nell'ufficio di Cyber, locato al primo piano della Gilda e facilmente accessibile da chi, come lui, giungeva dal portone principale dell'edificio.

Cyber stava mollemente sdraiato sul suo seggio di pietra, intento a leggere un lungo documento che cadeva dalle sue mani sopra alla scrivania, carica come sempre di libri e tomi.

"Cyber, Cyber!"

Bright notò la postura del gran maestro su quel seggio e non poté fare a meno di ricordare l'immensa figura di Thalax'Yazne'Bok, il drago che tempo addietro i due prodi guerrieri avevano sconfitto in un duello mortale. Con un sorriso accantonò quel buffo pensiero e si fermò a qualche passo dalla scrivania.

"Mio buon compagno!" sorrise Cyber, non appena vide che si fu fermato, e si alzò dalla sua sedia giusto in tempo per ricambiare il fugace ma rispettoso inchino del suo compagno più giovane.

"..a cosa devo tutta questa euforia?"
"Splendide notizie! ThunderBlade è tornato dall'ambasceria nei territori del Katai con buone notizie riguardo al Diadema."

Cyber sorride appena, e si voltò verso la finestra, scrutando al di fuori la vita dei popolani. Bright andò avanti per una buona decina di minuti a raccontare di come gli ultimi scavi avessero portato alla luce interessanti artefatti e indizi sul Diadema.

Il Diadema. Un oggetto che il cuore di Cyber Dark aveva desiderato così tanto, e così tanto a lungo. Ed ora era quasi a portata di mano. Un gioiello così potente che...

"Mi state ascoltando..?"

Il gran maestro si girò quasi di scatto e annuì al giovane, che fu quasi sul punto di ritirarsi e tornare in un'occasione migliore.

"Dicono" riprese intanto Bright, "che il Diadema venga chiamato dalla popolazione locale la Crown of the Damned. E' certamente l'oggetto che stiamo cercando."

"Già. Abbiamo cercato nel posto corretto, come suggerito dai testi."

Si voltò piano, concedendosi un attimo per analizzare l'espressione dell'Atlantideo.

"E sono ancora intenzionato a scoprire dove si trova. Potrebbe rivelarsi un ottimo strumento per la Gilda e per il Regno tutto."

"...e io ti aiuterò a trovarlo." sorrise Bright, sincero.

Cyber non dubitava delle parole dell'amico. L'aveva seguito nelle profondità del deserto morto, nel continente sud, e in mille altre battaglie. Sì, Cyber era sicuro che lo avrebbe fatto anche questa volta. Per questo non fu necessario chiedergli di accompagnarlo sul posto, perchè Bright era già corso nei suoi alloggi a munirsi di quanto necessario per lasciare il Regno, incontro ad una nuova avventura.

[Modificato da Cyber Dark 27/05/2004 0.34]

Cyber Dark
00martedì 30 marzo 2004 21:09
"Katai."
Lo spettacolo di luci e colori che questa città dalla pittoresca cultura orientale offriva ogni volta ai suoi visitatori era qualcosa che riusciva a stupire persino Cyber Dark e BrightBlade, che spesso si erano già recati tra le sue mura.

L'aria che si respirava qui era decisamente diversa da quella del Regno, era più frizzante, più vivace e colorita, cambiamenti che non passarono inosservati ai due viandanti e che ebbero il potere di ridargli un poco di energie che avevano perso durante il lungo viaggio.

Già la gente bisbigliava dell'arrivo dei due paladini, e qualcuno si inchinava profondamente provocando il sorriso e altrettanti inchini di rimando da parte dei due guerrieri.

Sistemate le borse da viaggio in una comoda stanza della locanda, si liberarono dei pesanti mantelli e poterono finalmente circolare liberamente per le strade del piccolo regno.

Cyber si fece promemoria di fare una breve visita a palazzo reale nel pomeriggio, dopo aver sbrigato le sue faccende inerenti alla cerca.

ThunderBlade gli avrebbe fornito le informazioni necessarie e allora si sarebbe recato di persona sul luogo degli scavi, partecipando attivamente al lavoro assiduo che si protraeva già da qualche giorno.
Cyber Dark
00mercoledì 31 marzo 2004 19:17
Pensieri
ThunderBlade fece un profondo inchino nella maniera usuale dei samurai, arrivando quasi a toccare terra con la punta del naso, prima di alzarsi e sorridere rispettosamente al proprio Gran Maestro.

"Benvenuto, nobile cavaliere..." disse in modo molto formale il samurai.
"Bentrovato a te, fiero combattente." sorrise pacato Cyber Dark, "Come procedono i lavori?"
"Abbiamo iniziato a scavare da un paio di giorni. Stamane un paio dei miei uomini hanno affermato di aver trovato una rampa di scale, o qualcosa del genere. Credo siano entrati là dentro, ma ignoro cos'abbiano trovato, dal momento che sono qui con voi."

Cyber sorrise appena e voltò lo sguardo verso la piana distesa delle contrade del Katai. In lontananza notò un piccolo villaggio senza nome, così misero e spopolato che le carte geografiche a malapena lo segnavano, ma che era sconosciuto ai più. Sbuffò per la strada che c'era ancora da compiere, perchè non sarebbero riusciti ad arrivare prima del tramonto e, in quelle lande così desolate, non era il caso di viaggiare di notte. Con tutta probabilità avrebbero dovuto aspettare domani.
Facendo una lieve smorfia, si voltò e passò in mezzo ai due compagni, cozzando lievemente con lo spallaccio il petto di Bright, che provvide a spostarsi subito.

Ad un tratto si ritrovò a pensare al Diadema. Che senso aveva per lui, quell'oggetto? Perchè quell'innaturale calma nel suo cuore, quando a portata di mano vi era l'artefatto che lo avrebbe reso ancora più potente?
Distolse lo sguardo, arricciando le sopracciglia, dalla casetta che stava fissando, e puntò la strada del mercato, dalla quale ora erano piuttosto lontani.
Davvero il Diadema lo avrebbe reso potente? Qual era il fio da pagare per un oggetto così forte?
...davvero il suo cuore lo desiderava ancora?

Si stiracchiò con calma, sorridendo dei suoi pensieri. Una nuova prospettiva si stava aprendo ai suoi occhi. Alzò brevemente lo sguardo su BrightBlade, scoprendolo che si guardava intorno un po' spaesato, in quanto né lui né Cyber Dark avevano piena conoscenza di quelle strade.

"Domani andremo a controllare di persona. Gli scavatori continueranno a lavorare per tutto il pomeriggio, e prima della sera coloro che si sono addentrati nelle tenebre di quella rampa torneranno per la loro razione. Non ci resta che aspettare...forse non ci sarà nemmeno bisogno del nostro intervento per recuperarlo."

Il Gran Maestro liquidò tutti i dubbi che ThunderBlade stava per proporre con una semplice scrollata di spalle.
Cyber, dal canto suo, sapeva bene quali esseri vagassero per quelle lande e quanto misera fosse la probabilità che il prezioso artefatto venisse riesumato senza nessun problema.

Probabilmente qualche spada di sarebbe sporcata di sangue impuro.

[Modificato da Cyber Dark 01/04/2004 18.13]

Cyber Dark
00giovedì 1 aprile 2004 18:33
Mistero
La mattina successiva era giunta. Cyber Dark si alzò con calma dal suo letto, indossando prima una veste leggera e blanda e poi i vari pezzi della sua armatura. Stava ancora allacciandosi gli schinieri e cingendosi la spada al fianco quando qualcuno bussò alla porta.

"Avanti."

Una giovane donna dai capelli corvini e lisci entrò nella stanza recando un vassoio colmo di frutti esotici e un messaggio. Sorridendogli, lo avvertì con grande cortesia che BrightBlade era già pronto e lo stava attendendo ai cavalli.

Cyber ringraziò la donna con un lieve sorriso e questa, arrossendo lievemente, provvide ad abbandonare la camera per lasciarlo solo. Dal canto suo, il paladino tornò a sedersi sul letto e avvicinò il vassoio, appoggiato su un seggio, al punto in cui si era seduto.

Prendendo distrattamente uno strano frutto di cui aveva una vaga memoria, Cyber lesse distrattamente il messaggio. Come immaginava, ThunderBlade lo esortava per raggiungere presto il campo di scavi per qualche problema non precisato.

Il Gran Maestro si concesse un paio di minuti per riflettere sull'avvenimento, e per ipotizzare la natura del problema, mentre gustava il sapore fruttato della sua colazione. D'un tratto annuì lieve, come se avesse inteso cosa fosse successo, ma si limitò ad arrotolare il messaggio e a fermarlo con un anello di legno per tenerlo nella sua borsa.

Qualche attimo più tardi Cyber Dark camminò di buona lena per il lungo corridoio della locanda, tentando nella fretta di allacciarsi il mantello bianco con la spilla di verde diasporo e sbuffando della calma con cui amava prepararsi, alla mattina.

Il tediato BrightBlade lo salutò con un cenno, mentre tentava di coprirsi la bocca dal prorompente sbadiglio di noia che l'aveva assalito, e riassunse un portamento dignitoso all'arrivo dell'amico.

"Buongiorno, Gran Maestro! I cavalli sono sellati e pronti a partire..aspettavamo solo voi!"
"Sono pronto...andiamo subito!"

Saltò abilmente sulla sua cavalcatura, perfettamente imitato da Bright, e in un attimo si lanciò al galoppo verso sud, verso il sito degli scavi.

"Hanno lamentato problemi, durante la prima mattinata!" tentò di urlare Cyber al compagno, per sovrastare l'ululare del vento.
"Si, ho ricevuto lo stesso messaggio! Cosa ne pensi?"
"Non è difficile da immaginare...il Diadema non è un artefatto sacro, e il suo potere è bramato da molte creature. Hai portato la tua fedele spada?"
"Mi auguro di non doverla usare, però!"
"Non possiamo saperlo con certezza, finché non vediamo!"

Qualche ora di galoppo e i due si ritrovarono finalmente davanti un piccolo appezzamento steppico, un desolato e grigio panorama reso tale dall'incessante vento proveniente dal Mare dell'Est, con una serie di piccole buche abbandonate, grandi quanto un uomo disteso, disseminate lungo il panorama.
Bright notò come qualcuno stesse ancora lavorando intorno ad una buca, e direzionò il suo cavallo, lanciando un fischio al compagno, verso i lavoratori.

C'era qualcosa di strano nell'aria, al campo, una sorta di tensione sottile, appena percepibile. Molti animi erano in subbuglio. Ma ciò che risaltava di più erano i brividi provocati dalla vista di quelle rovine, segno tangente di...

"Queste cripte sono maledette" affermò con certezza BrightBlade, dopo che un vecchio si era prodigato a prendere le briglie della sua cavalcatura e l'aveva aiutato a scendere.
"Maledette? Non riesco a capirlo...non sono i muri a traspirare malvagità...c'è qualcosa di più oscuro..di più profondo e di più complicato qui..."

A distoglierli dalla nascente conversazione arrivò ThunderBlade, con espressione cupa e accigliata, che salutò entrambi con un rigido inchino col capo.

"Cyber Dark, sir BrightBlade" cominciò, "C'è qualcosa che dovreste vedere. Subito."
Cyber Dark
00giovedì 1 aprile 2004 22:19
Pazzia
TunderBlade condusse i due ignari combattenti in una tenda adiacente, lasciando che i due distogliessero sguardo e pensiero dal fulcro del campo di scavi, una piccola conca da cui spuntava qualche rovina consumata dal tempo.

Non appena entrati nella tenda, Cyber ebbe un attimo di esitazione nel valutare ciò che gli si parò innanzi: due cadaveri a terra, semi mutilati, accantonati in un angolo.
E un altro cadavere legato ad un palo di legno...che ad in tratto iniziò a muoversi e a divincolarsi selvaggiamente.

"Non capisco se sia morto o se sia vivo, Cyber" disse ThunderBlade, posizionandosi sul lato della tenda opposto a quello su cui erano ammassati i due corpi.
"E' vivo...anche se l'apparenza non lo direbbe..." e si affrettò ad aggiungere, vista l'espressione lievemente perplessa del samurai "Intendo dire che non sono stati riportati in vita con l'arte negromantica. Sono ancora esseri umani."

Cyber tornò a concentrarsi sull'uomo che, nonostante la discussione, aveva continuato a divincolarsi come per tentare di fuggire. Tentò di muovergli la mano sul viso semi sfigurato, per utilizzare i suoi poteri e risanare in parte le orrende ferite fisiche presenti su quasi tutto il corpo.
Ma fece appena in tempo a ritrarre la mano per evitare un selvaggio morso dell'uomo.

Il Gran Maestro si rialzò lievemente perplesso, poi guardò BrightBlade, come per indagare cosa ne pensasse.

"A giudicare dai vestiti si direbbe un lavoratore del posto..."
"E' così" interruppe ThunderBlade, "E' uno di quelli che è stato inviato nella cripta ieri. Gli altri due sono stesi morti, là in fondo."
"Cosa li ha uccisi?" domandò Bright, interessato.
"Le spade. Le spade degli altri lavoratori..."

Seguì un breve momento di silenzio, quanto bastava affinché i due paladini realizzassero cosa avevano appena sentito.

"Nono sono usciti da quel posto fino a stamattina...quando hanno messo piede fuori, erano completamente pazzi. Hanno cominciato ad attaccare a destra e a manca, provocando un paio di feriti. Alla fine abbiamo dovuto intervenire con la forza, e se n'è salvato solo uno, sfortunatamente."

Cyber fissò per un attimo i cadaveri, mentre Bright si avvicinò maggiormente al pazzo per analizzarlo più approfonditamente.

"Dimmi una cosa, Bright..." cominciò Cyber.
"Si?"
"Se non sono non-morti...cosa può aver provocato la loro pazzia?"
"Forse hanno visto qualcosa di micidiale, a cui non erano preparati, e lo shok è stato terribile..."
"O magari l'aria malsana della cripta era intrisa di veleno, che li ha resi così. Oppure..."

Il Gran Maestro lasciò la frase in sospeso. Ma BrightBlade, che era tipo molto arguto, e che conosceva i reali poteri del Diadema tanto quanto il suo mentore, stava cominciando a capire. E palesò i dubbi di entrambi.

"...oppure...qualcuno là sotto...con il Diadema..."

Non ci fu bisogno di concludere la frase. Entrambi avevano realizzato. E la realtà era più terribile di quanto potessero immaginare.
Gianlu79
00venerdì 2 aprile 2004 15:20
Gran Maestro Cyber Dark, la smettete di interrompervi sempre sul più bello????? Eh eh eh eh eh, la storia si fà sempre più emozionante [SM=x92705]
Cyber Dark
00sabato 3 aprile 2004 15:34
La decisione
"Qualcuno lo controlla", disse con aria solenne Cyber Dark.

Bright si limitò ad annuire, cupo, mentre Thunder non si mosse dalla posizione sull'attenti che era solito assumere.

"Questi poveri uomini," continuò il Gran Maestro, "non hanno la forza di volontà per resistere al Diadema. E temo che anche noi potremmo avere dei problemi."
"Mi sorge un dubbio...il Diadema è un artefatto senziente?" ThunderBlade era dei tre quello che conosceva meno le sue caratteristiche, ed era anche il più confuso.
"No, non lo è" sospirò Cyber, voltandosi verso il compagno paladino. "Qualcuno lo controlla."

Il cavaliere si concesse un attimo di riflessione. Qualcosa, là sotto, si muoveva. Lo aveva percepito arrivando, ma non aveva saputo dire con sicurezza se la causa fosse stata il Diadema stesso o una presenza esterna. Ora ne aveva la certezza.

E non poteva lasciare che altri rischiassero la vita per quell'oggetto.

"Entreremo noi tre, e daremo un'occhiata intorno. Non so cosa ci possa aspettare, là sotto, ma ormai credo che gli scavatori abbiano fatto quanto sia stato in loro potere. E' tempo di agire."

Thunder annuì, con lieve sorriso, mentre Bright, assumendo un'espressione cupa e poco tipica per il suo volto sorridente, provvide a stringersi meglio la cintura ai fianchi.

"La notte sta quasi per scendere, e temo che con essa arriveranno i guai. Dobbiamo entrarvi subito, sperando così di non esporre i nostri lavoratori ad ulteriori pericoli. Ma le guardie faranno il loro lavoro."

Il Gran Maestro annuì alle proprie parole e concesse ad entrambi qualche minuto per prepararsi.
Quando fu rimasto solo, si inchinò davanti al tavolo e pregò con calma, ma assiduamente, di aver la forza di mantenere la calma e di non cedere alla tentazione del Diadema.
Cyber Dark era uno dei pochi, fatta eccezione per il Sommo e per qualche altro dotto sparso per tutto il mondo, a conoscere a fondo tutte le caratteristiche di quell'artefatto. E sapeva bene che avrebbe dovuto agire con ponderazione, o sarebbe caduto vittima dei sortilegi oscuri dell'oggetto.

Il ritorno dei due lo distolse dai propri pensieri e si costrinse ad alzarsi.
Uscendo dalla tenda, senza dire una parola, osservò il tramonto in lontananza. Lasciò che ThunderBlade si organizzasse con le guardie per i turni notturni, e diede un paio di direttive ai lavoratori, in particolare li ammonì di tenersi in guardia e pronti ad ogni evenienza.
Poi, quanto tutto fu pronto, camminò lentamente verso la lunga e profonda gradinata di pietra. Dopo pochi gradini si rese necessaria una torcia, e tutti optarono per accendere la propria, fatta eccezione per BrightBlade che preferì utilizzare uno dei propri incantesimi per lasciare libere le mani.

L'aria diveniva sempre più buia, sempre più profonda...

Si ritrovarono di fronte ad un lungo e ampio corridoio. L'atmosfera all'interno appariva quasi surreale, forse a causa della luce prodotta dalle torce, che diedero la possibilità di vedere un lungo colonnato e una ancor più lunga fila di statue, erose dal tempo.
Il gruppo avanzò prudentemente, producendo suoni rieccheggianti a causa dei loro schinieri contro la nuda pietra.

Poi Cyber si fermò e ordiò di fare altrettanto ai suoi compagni.

"...li avverti?" chiese voltandosi verso BrightBlade, il quale si limitò ad annuire, con una vivida luce negli occhi.
"...anche io." concluse per lui il Gran Maestro. "Non siamo soli."
Fire Dragon King Of Flare
00domenica 4 aprile 2004 17:54
Maestro
*inchinandosi* Vorrei unirmi anche io alla missione sono pronto a dare la mia stessa vita per far finalmente avverare il vostro sogno!*alzando il capo verso il maestro* Non ho paura della morte! I miei draghi ed io vi potremmo aiutare siamo immuni alle magie di controllo Siamo indomabili!*abbassando nuovamente la testa* Vi prego!

NdBright: Cyber Dark mi ha chiesto di non intervenire in questa storia perché la vuole completare da solo, purtroppo credo la cosa valga per tutti noi, quindi non ci rimane che applaudire ad ogni nuovo capitolo di questa storia fantastica!

[Modificato da BrightBlade 05/04/2004 16.37]

Cyber Dark
00lunedì 5 aprile 2004 02:29
Incontri
Rhydderch sorrise dell'offerta di Fire Dragon e si concesse un lungo attimo di meditazione. Da quando Cyber Dark aveva abbandonato il Regno per la sua cerca, era compito suo assicurarsi che tutto procedesse regolarmente.

"La vostra offerta è generosa, Signore dei Draghi" rispose poi con vigore, voltandosi altrettanto vigorosamente. "Tuttavia confido ella bravura e tenacia del nostro Gran Maestro. Avendo ricevuto l'ordine di stare qui, sarà esattamente quello che farò, ed è il caso che anche voi non vi muoviate, dovesse esserci bisogno di aiuto per qualche ricognizione aerea."

Queste parole ebbero la capacità di placare, almeno momentaneamente, l'animo nobile ed impetuoso del drago, il quale, dal canto suo, si ripromise di rimanere all'erta nel caso i suoi servigi venissero richiesti.

***


"Gettate le torce a terra! Preparatevi al combattimento!" urlò senza riguardo Cyber Dark, provvedendo a sguainare la spada nel minor tempo possibile, imitato da ThunderBlade e da BrightBlade, il quale aveva già impugnato la sua lama avendo le mani libere.
Un ampia giravolta su se stesso permise a Cyber di eseguire un fendente completo, una mossa che raggiunse un antro buio della cripta e...lì si bloccò.
Poco dopo il busto di uno zombie rotolò in terra, a pochi passi da lui.

"Da dove sono sbucati?!" chiese BrightBlade allarmato.
"Non lo so! Sembra siano dappertutto!" rispose Cyber di rimando.

I due si diedero ampio da fare per trucidare quegli esseri immondi, ma la loro superiorità numerica li costrinse a retrocedere, seguiti da ThunderBlade che navigava nelle stesse acque, fino quasi all'ingresso. Fortunatamente sia il Gran Maestro che il giovane allievo presero in tempo i loro simboli sacri e, invocando agli dei atlantidei e a BlueDragon stesso, in breve riuscirono a polverizzare l'orda di corpi putrefatti che si stava muovendo per allontanarli da quel luogo profano.
Grazie all'intervento finale di ThunderBlade, in pochi minuti non rimase in piedi nemmeno un corpo.

"Un'ottimo benvenuto per tre predoni" sbuffò ThunderBlade, rinfoderando la preziosa katana con un destro movimento.
"Era come immaginavo..." rispose di rimando Cyber, con il tono ermetico che ultimamente lo caratterizzava.

Non ci fu bisogno di completare la frase. Era chiaro che qualcuno stesse controllando il Diadema. E l'animo del paladino fu subito pronto a metterlo in guardia: sarebbe stato un avversario al di fuori della sua portata.
Fire Dragon King Of Flare
00lunedì 5 aprile 2004 20:43
Non fatevi sopraffare dal potere del diadema!
*disse il drago* "E ricordatevi-continuò- che spettera a voi decidere come usarlo!" E detto questo svanì in un lampo accecante!
Cyber Dark
00martedì 6 aprile 2004 01:25
In trappola
"Ne arrivano ancora!"

L'urlo di Cyber riportò sul chi vive entrambi i suoi compagni, che provvedettero a disporsi in triangolo rispetto a Cyber.

"ThunderBlade, riprendi la tua torcia! Si stanno avvicinando dai corridoi laterali...dobbiamo muoverci, o verremo circondati!"
"Ma se ci addentreremo maggiormente..." cominciò a protestare BrightBlade.
"Se ci addentriamo possiamo trovare un posto più strategico di questo! La stanza è enorme, ed essere circondati qui significherebbe perire."

Bright lanciò una fugace occhiata alla scalinata dalla quale erano scesi, e si chiese se non fosse il caso di allontanarsi da lì per poi tornare con un numero maggiore di soldati al proprio servizio.

Ma non sia mai che BrightBlade si ritiri da una battaglia.

Con un mezzo sorriso sulle labbra, fu il primo a scattare innanzi, aumentando l'intensità del dweomer responsabile della sua luce magica, e imboccando uno stretto corridoio qualche metro più avanti, seguito a ruota da Cyber Dark e ThunderBlade.

Con un pesante tintinnio dovuto alle parti metalliche dei due paladini, il gruppo avanzò correndo per un centinaio di metri, incappando in bruschi cambiamenti di direzione dovuti a svolte a gomito del freddo e oscuro passaggio.

"E' troppo calmo per i miei gusti, qui...il mio sesto senso mi dice che presto ne incontreremo ancora!" urlò Thunder facendo rieccheggiare la propria voce lungo il corridoio di pietra.
Anche l'animo di Cyber avvertiva qualcosa. Infatti, dopo alcuni metri, BrightBlade, che apriva la fila, si ritrovò a respingere col proprio simbolo sacro un nugolo di ombre che fuoriuscirono dai muri e si riversarono sul gruppo, mentre ThunderBlade, dal canto suo, doveva far lavorare la propria lama per fronteggiare un pericolo ancora maggiore: cadaveri putrefatti e mummificati stavano infatti prendendo vita da piccole nicchie nella parete del corridoio, e spesso inseguivano ad una velocità straordinaria i tre in fuga, nella speranza di afferrarli e trascinarli con sé in un abisso di dolore.
Poi, ad un tratto, il corridoio si biforcò in parecchie gallerie, e il giovane paladino ne imboccò una a caso.
Poi un'altra, e un'altra ancora.
E in breve non seppero più dove si trovavano.

"Alla tua destra, Cyber!"

Il Gran Maestro allontanò con un violento pugno lo zombie che si protendeva per afferrarlo, scacciandolo con un grugnito. Quando si voltò nuovamente, andò a sbattere contro BrightBlade, che aveva inspiegabilmente diminuito l'andatura fino a fermarsi, esattamente imitato da ThunderBlade.

Cyber aprì la bocca come per protestare, ma un attimo dopo intese il perchè di quel gesto. Le ombre vorticavano sopra la sua testa, e tanto BrightBlade quanto ThunderBlade si trovavano innanzi una lunga schiera di zombie che non accennava a diminuire, difendendosi a fatica. Le torce iniziavano a diminuire l'intensità della loro fiamma, mentre nuovi immondi giungevano da un corridoio laterale.

Erano in trappola.

[Modificato da Cyber Dark 06/04/2004 18.52]

Cyber Dark
00martedì 6 aprile 2004 19:15
Una agghiacciante verità
"Combattete! Non perdetevi d'animo!"

Non poteva essere finita! Cyber Dark non si sarebbe fatto sconfiggere da dei miseri non morti, per quanto numericamente superiori fossero. Poi, ad un tratto, gli venne in mente come avrebbe potuto togliersi da quella situazione critica in cui anche i suoi poteri rischiavano di tornare inutili.

"Bright, svelto! Usa i tuoi poteri innati e dai loro fuoco!"
"Ma Cyber...se uno di loro ci si avvicina troppo e ci sfiora anche solo i vestiti..."
"Sono conscio dei rischi che può comportare! Ma devi fidarti...fa' come ti dico! E voi non disturbatemi!" rivolto ad una mezza dozzina di immondi che sopraggiungeva dal corridoio alla sua destra, i quali vennero rapidamente disintegrati da un raggio di luce sacra che si sprigionò dal simbolo sacro del Gran Maestro.

Bright eseguì l'ordine e in un attimo i primi due zombie si ritrovarono avvolti dalle fiamme. Essendo creature molto stupide, in pochi secondi si voltarono toccando i propri compagni, e le fiamme si propagarono a vista d'occhio. In un attimo, l'aria si impregnò dell'acre odore di carne arrostita.

"Ottimo!" aggiunse ThunderBlade, staccando di netto la testa ad un mostro che si era avvicinato troppo. "Il fuoco impedisce che si rialzino e distrugge i loro cadaveri infetti!"
"Esattamente! Ora seguitemi, prenderemo una via alternativa!" quasi lo interruppe Cyber, che nel frattempo aveva imbracciato l'ampio scudo che, sino ad ora, aveva portato alla schiena.
"Il diamante incastonato nel mio scudo farà in modo di tener lontane quelle bestiacce. Dobbiamo essere veloci, ora!"

La corsa, e di conseguenza l'inseguimento, ripresero. Non volendo perdere ulteriore tempo, il Gran Maestro provvide a coprirsi interamente con il suo scudo e a lanciarsi a testa bassa contro i mostri che gli si paravano innanzi, scostandoli bruscamente (e in alcuni casi incenerendoli) con l'ausilio del potente cristallo.

Gli attimi si sovrapposero in minuti, i minuti divennero ben presto interminabili e lunghi. Le urla erano tutte intorno a loro, ma progressivamente gli incontri con quelle creature diminuirono. Finalmente, dopo quasi mezz'ora di corsa lungo quei dedali infiniti, il gruppo si fermò a prendere aria.

"Thunder...passami la borraccia, grazie..." annaspò Cyber, cercando di recuperar fiato in mezzo alla sua armatura.
"Ci hai fatto caso, Bright?" continuò mentre si dissetava dell'acqua. "L'aria sta diventando più pesante...e rarefatta...sai che significa?" concluse la domanda porgendo la borraccia per farlo bere.
"Si...che stiamo scendendo in profondità..."

Solo allora anche ThunderBlade, che amava ancor meno degli altri due quel posto, si accorse che, in effetti, la strada era in lieve discesa. Sbuffando si chiese se ci sarebbe stata una fine a quel labirinto di corridoi. I suoi pensieri, però, furono bruscamente interrotti dalla voce di Cyber che nuovamente li esortava a proseguire.

Il suo cuore avvertiva che si stavano avvicinando al dunque.

Dopo un centinaio di metri, infatti, finalmente il corridoio terminò in una sala enorme, di gran lunga più grande del piccolo atrio che li aveva accolti. La stanza era talmente grande che tutti, nonostante la luce magica di BrightBlade, faticavano a vedere intorno a loro.

Senza torce, avanzarono prudentemente, in fila, verso la parete di fronte a loro, rischiando spesso di inciampare nei detriti che si erano depositati a terra. Cyber Dark si chiese da quanto tempo quelle stanze non erano percorse da un'anima...viva, ovviamente.

"...mwahah...MWAHAHAHAHAH...."

Una oscura e cavernosa risata li costrinse ad alzare nuovamente le armi, verso il buio nemico che li stava deridendo.

Nella terribile minaccia di quella rauca risata, qualcosa brillò di un azzurro intenso, in alto, qualche metro davanti a loro. Cyber lo percepiva.

"Benvenuti, sciocchi mortali...vi stavo aspettando."
Cyber Dark
00mercoledì 7 aprile 2004 02:09
L'incontro
Cyber Dark ordinò ai compagni di stare fermi, dopodiché avanzò di qualche passo verso la misteriosa voce.

"Non hai motivo di nasconderti, immondo...avverto la tua presenza, so chi sei."
"Cyber Dark...finalmente il paladino più famoso del mondo si trova al mio cospetto... Immagino che desidererai mostrare anche ai tuoi pargoletti il mio volto."

Una risata rauca scandì i primi versi di un incantesimo, mentre i tre non perdevano assolutamente la calma e la concentrazione. Ad incantesimo concluso, la verità si palesò, finalmente, sotto gli occhi di tutti.
Davanti a loro un enorme altare in pietra, al quale si accedeva tramite una lunga e ripida scalinata, ricavata dalla nuda roccia e consunta dal tempo. In alto, sopra alla lunga scalinata, esattamente ai piedi dell'altare, che dava l'impressione di essere insanguinato, si ergeva un essere, avvolto in una splendida e vaporosa veste purpurea...

Un lich. Un perfido immondo padrone delle magie più arcane, un demone destinato alla non morte per l'eternità, una creatura coscente e malvagia quanto l'inferno stesso.
E alla fronte portava un piccolo oggetto, una fascia ricamata e lavorata dell'argento più vivo, con una piccola pietruzza azzurra incastonata nel mezzo.

Il Diadema. Ed era sotto il suo pieno controllo.

"Allontanatevi." mormorò Cyber Dark ai due perplessi compagni. "Questo nemico è al di fuori della vostra portata."
"Ma Cyber...non sappiamo nemmeno se..."
"Silenzio." li interruppe bruscamente il Gran Maestro. "So cosa mi aspetta. Altri immondi stanno arrivando dai corridoi che danno in questa sala...datevi da fare, o in breve ci circonderanno. ANDATE!"
"Che scena patetica, mio caro cavaliere..." riprese con voce profonda il demone. "Dai ordini come se fossi un grande comandante, mentre sei solo uno sciocco mortale alla mia mercé... Inginocchiati e supplicami di salvare la tua vita, e forse non userò la tua anima per la mia legione oscura."
"Sai bene che non lo farò mai." disse con calma Cyber, mentre BrightBlade e ThunderBlade correvano ai lati opposti della stanza, in attesa dei primi nemici da affrontare.
"E sai anche bene che non abbanderò questa stanza senza prima reclamare come trofeo la tua testa...e ciò che mi aspetta di diritto."

Non c'era bisogno specificare che si trattasse del Diadema.

"Mhahah...sciocco illuso...questo simpatico oggetto appartiene a me, ora, e ne farò ciò che più mi aggrada, cominciando dalla tua mente!"

I primi zombie giunsero da un corridoio laterale, e BrightBlade provvide a polverizzarli con una delle sue magie arcane.

Il lich scese i primi scalini della lunga rampa, avvicinandosi al paladino, che lo attendeva ad armi alzate.

La pietra del Diadema si illuminò. La battaglia cominciava.
BrightBlade
00mercoledì 7 aprile 2004 15:07
SSSIIIII LO SCONTRO FINALEEEEEEE!!!
VAI CYBER FAGLI VEDERE CHI SEIIII!!!
Cyber Dark
00domenica 18 aprile 2004 02:03
Lo scontro (Parte I)
"Correte sui lati! Non lasciate che ci circondino o sarà la fine per tutti! Usate i poteri della Luce per contrastarli in massa!"

Cyber Dark affrontò la situazione con l'impeto con cui era solito lanciarsi in battaglia, urlando veri e propri ordini, quasi come un generale in guerra, ai propri compagni che, alla luce dei fatti, preferirono agire all'istante che contraddire l'autorità del Gran Maestro.

Cyber si concesse un istante di pausa per invocare la benevolenza degli dei del bene e la potenza del Sommo, e ne ottenne la sacra benedizione, che impregnò il suo animo di un irrefrenato bisogno di lanciarsi alla carica brandendo la sua lama in nome della giustizia e della rettitudine.

Approfittando dell'esitazione del paladino, il Lich si fermò a metà della rampa, invocando gli antichi poteri arcani della magia nera. La sua voce tenebrosa rieccheggiò per tutta la stanza, e parve amplificata nella formula magica che stava pronunciando, una sottile minaccia di orribili torture avvenire.

Quando Cyber si mosse, alla carica, qualcosa era cambiato. L'aria si era fatta d'un tratto immobile, e il clangore delle armature aveva cessato di permearla. BrightBlade e ThunderBlade si erano fermati così, con le armi a mezz'aria, imitati alla perfezione dall'orda di immondi che stava giungendo.
Anche Cyber sentì una grave pesantezza ai propri arti, e per un attimo si rese conto di essere completamente immobile anche lui.

Era come se il tempo, d'un tratto, si fosse fermato.
Antonidas Dragonstorm
00lunedì 26 aprile 2004 17:10
Sicuro di non volere una mano? sai l'incantesimo "Congeal Time" si può contrastare col "Tempus Fugit"...[SM=x92713]
Cyber Dark
00martedì 27 aprile 2004 00:14
Lo scontro (Parte II)
"E ora mirate la mia potenza, o voi, sciocchi mortali che..."

Il lich non fee in tempo a terminare la frase che Cyber Dark gli fu addosso con tutta la forza della sua carica, scaraventando il suo corpo ossuto a qualche gradino di distanza, utilizzando lo scudo per sfondare la sua misera difesa.

"Com'è possibile?!" tuonò la perfida creatura, "NESSUNO può resistere al potere di distorcere il tempo!"

Cyber si concesse un attimo di pausa per guardarsi intorno. Effettivamente, BrightBlade si era bloccato in una posizione piuttosto particolare, con la sua spada verso l'alto, intento ad urlare chissà quale invocazione, mentre uno zombie ai suoi piedi si accucciava su se stesso, conscio della fine che lo stava aspettando.
Dal canto suo, ThunderBlade si era irrigidito in una posizione impensabile, mentre schivava il fetido arto di uno degli immondi. Cyber si chiese come poteva mantenere l'equilibrio in quella posizione.
In effetti, comprese che il tempo intorno a lui s'era davvero fermato. Solo lui e il lich ne erano immuni.

Il Gran Maestro ringraziò segretamente l'amuleto di BrightBlade.

"Pensavi di poter sconfiggere un Vassallo Antico con una semplice magia?" ghignò Cyber. "Hai ancora molto da imparare, a quanto pare. Le tue magie non funzionano con me."

Ammiccando cinicamente nei confronti dell'immondo, si apprestò a fare qualche passo nella sua direzione, portando lo scudo davanti a sé in modo da parare eventuali attacchi di sorpresa.

Ma un lich non si sconfigge così facilmente, e, dopotutto, Cyber avrebbe dovuto aspettarselo.

"Non cantar vittoria troppo presto...Paladino!" controbatté con fare sprezzante l'orrenda creatura, facendo seguire una rauca risata alle sue ingiurie. Il Diadema sembrò quasi ridere, alla sua fronte, in atteggiamento di superiorità. Cyber non mancò di notare quanto sforzo di volontà gli servì per distogliere gli occhi da quella pietra azzurra così raffinata ed attraente.

"CHARGE!"

Gettandosi a capofitto in una nuova carica, il paladino giunse fino ai piedi del non morto, allungando la spada per tentare di trafiggerlo...ma qualcosa non andò secondo i suoi piani.

Al tocco con la putrida carne, la spada venne deviata con uno stridìo sul fianco della creatura, mentre una serie di contingenze si azionava per difendere ulteriormente il mago delle tenebre.

"Ma cos...!!!"

Una barriera impalpabile scaraventò d'un tratto il Gran Maestro ai piedi della scalinata, mentre il lich, ghignando (o, se non altro, producendo un suono che ricordava alla lontana una risata), si apprestava a lanciare un nuovo incantesimo.

Disteso a terra, Cyber notò solo all'ultimo momento di come quei mucchi d'ossa ai suoi lati stessero improvvisamente prendendo vita.
Cyber Dark
00martedì 27 aprile 2004 23:47
Lo scontro (Parte III)
Con un violento colpo di reni, Cyber Dark rotolò su se stesso per evitare il pesante fendente che il primo scheletro gli aveva fatto cadere contro. Rialzandosi di scatto, fece appena in tempo ad interporre lo scudo tra lui e il secondo avversario che, minaccioso, lo incalzava dall'altro lato. L'inferiorità numerica sarebbe potuta rivelarsi fatale, in quel caso.

Rialzatosi di scatto, il Gran Maestro parò con la spada l'ennesimo fendente del primo scheletro e fece in modo di tenere a bada il secondo utilizzando lo scudo.
Concentrandosi sul primo avversario, dovette flettere più volte il braccio per scansare i pericolosi fendenti che non poteva contrastare con lo scudo, ma trovò anche il tempo di attaccare l'immondo, compito reso ancor più difficile dal fatto che quest'ultimo indossava una corazza di piastre...o, almeno, ciò che il tempo aveva risparmiato.

"NEL NOME DELLA LUCE!"

L'invocazione ebbe il potere di far retrocedere lo scheletro, che pagò con un ossuto braccio il prezzo dell'esitazione.
Un particolare, però, era sfuggito all'agguerrito combattente.
Il lich stava formulando un nuovo incantesimo e si apprestava a lanciarlo. Non potendo contrastarlo nascondendosi dietro allo scudo, Cyber fu costretto a prenderlo di pieno petto, ma...qualcosa non andò per il verso giusto.

La magia, anziché essere assorbita dall'amuleto...colpì in modo preciso e dannoso il paladino, il quale, frastornato e confuso, crollò a terra qualche metro più indietro, colpito da una miriade di dardi incantati.

"Ma come...come è possibile!"

Solo allora si accorse che l'amuleto giaceva a qualche metro di distanza da lui, probabilmente caduto dopo il primo urto con il pavimento causato dalla contingenza dell'immondo.

Per fortuna, qualcos'altro era cambiato, e il clangore delle lame aveva ripreso a rieccheggiare per gli oscuri corridoi.

***


Notando la situazione critica del proprio maestro, BrightBlade rifletté velocemente ad un modo in cui poteva liberarsi dei suo scomodi quanto lenti avversari. Faendo ricorso ai suoi poteri arcani innati, lanciò un cono di ghiaccio lungo tutto il corridoio, nella speranza di paralizzare i nemici e bloccare il passaggio ai rinforzi. Nonostante questo, però, gli zombie avanzavano con lenta inesorabilità, gelati nelle membra ma non nell'empio cuore.

"Maledizione! Dev'esserci un modo per fermarli!"

Bright si voltò dall'altra parte della stanza, in cerca di consiglio da parte di ThunderBlade. Con suo enorme stupore, però, notò che non vi era più nessuno all'imboccatura del corridoio, fatta eccezione per una pila di cadaveri putrefatti e tagliuzzati. In cuor suo, sperò che non fosse successo nulla al giovane quanto abile samurai.

"...idea! Getti di acqua ghiacciata!"

Voltandosi di scatto, Bright trovò la soluzione al suo problema. Generò dal palmo della sua mano getti di acqua cristallina e pura, che direzionò verso la parte alta della porta. Il ghiaccio scivolò piano verso il basso, condensandosi a poco a poco sull'imboccatura, ispessendosi in modo che ci sarebbero voluti parecchi colpi di spada per distruggere quella parete naturale.

In pochi istanti, l'intera porta fu congelata, e le immonde creature relegate dietro di essa, tranne una che, strisciando, si era avvinghiata alla gamba del paladino, il quale provvide a schiacciarle il cranio con uno schiniere.
Poi si voltò soddisfatto, appena in tempo per vedere Cyber Dark schivare faticosamente un affondo diretto al cuore.

"NON TEMETE!" urlò allora BrightBlade, destando temporaneamente anche le attenzioni del lich, che nel frattempo non aveva smesso di tartassare d'incantesimi il Gran Maestro. "ORA CI SONO IO CON VOI!"

E detto questo si lanciò alla carica.
Cyber Dark
00giovedì 29 aprile 2004 22:52
Lo scontro (Parte IV)
Facendo scaturire degli innocui lampi di luce dalle proprie mani, BrightBlade sopraggiunse nel luogo del duello un attimo prima di vedere la lama di uno dei due scheletri sorpassare la precaria difesa del Gran Maestro e lasciargli un taglio a perenne ricordo dell'errore.

Approfittando dello slancio, Bright si gettò addosso ad uno dei due scheletri, gettandolo lontano un paio di metri. Cogliendo al volo l'occasione, Cyber Dark si girò di scatto per fronteggiare l'altro nemico. Ricevendo un colpo con l'impugnatura delle spada proprio sul naso.

***


Sperando di volgere a proprio vantaggio la situazione, Bright proseguì nella sua veloce carica sperando di devastare il cranio dello scheletro con la propria spada. Ma il lich intervenne prontamente, immobilizzandolo con uno dei suoi incantesimi, facendolo incespicare e crollare a terra.

Difendersi a terra può sembrare una cosa impossibile, specie se incespicati da un'armatura pesante come quella dell'Atlantideo, ma BrightBlade non si diede per vinto e, all'incalzare dello scheletro, seppe difendersi egregiamente e disarmarlo per avere giusto il tempo di tirarsi in piedi e fronteggiarlo al pieno delle sue capacità.
Cominciò ad attaccare con un paio di affondi ben mirati all'armatura, con l'intento di far indietreggiare il nemico e di allontanarlo dall'altro duello che, nel frattempo, si stava svolgendo. Incurante della pioggia di dardi incantati che stava giungendo dal lich (molti dei quali, grazie ai suoi poteri, riuscivano a fargli un danno minimo), passò poi, invocando gli dei di Atlantide, ad una sequenza di attacco molto più complessa che riuscì a sbilanciare lo scheletro. Non appena l'immondo scostò la spada a lato, per tentare di bilanciarsi, la punizione divina di BrightBlade si abbatté con violenza su di lui, con un violento fendente che lo aprì letteralmente in due, dalla testa all'inguine. Sbuffando per lo sforzo del colpo sacro, si voltò verso Cyber, pronto a sostenere un nuovo duello.

***


Scrollando violentemente il capo per tentare di riacquistare la concentrazione, il paladino si capacitò solo all'ultimo del grave rischio che stava correndo e mosse all'ultimo momento lo scudo per parare il colpo di spada. La lama gli sfiorò il cranio. Si concesse di combattere sulla difensiva per un lungo istante, parando con lo scudo altri due colpi diretti alla testa. Tentò di infilarsi fisicamente all'interno della sua difesa, incalzandolo con il suo corpo, sfruttando il vantaggio derivante dallo scudo. All'ennesimo fendente diretto al collo, si abbassò di colpo, scattando in avanti e fermandosi a pochi centimetri dalle sue ossa. Ora non sarebbe servito altro che alzare la spada e...

"Ahh...maledizione!"

Cyber lasciò la presa sull'elsa della sua spada, divenuta ad un tratto rovente, rimanendo praticamente disarmato. Appena in tempo per vedere la spada del suo avversario troneggiare sopra di lui, pronta a calare e a recar morte.

Sospirando, il Gran Maestro capì che era tempo di utilizzare il più grande dei suoi poteri.

Allungò una mano. Sfiorò il costato dell'immondo. E un istante dopo, lo scheletro si ritrovò completamente disintegrato, a terra. Proprio nel momento in cui BrightBlade sopraggiungeva in soccorso del compagno.

Non rimaneva che il lich, ora.
Cyber Dark
00domenica 2 maggio 2004 01:38
Lo scontro (Parte V)
ThunderBlade falciò l'ennesimo cadavere che gli si parò innanzi e approfittò dell'attimo di pausa concessogli per analizzare la situazione.

Si guardò davanti e poi subito dietro. Il corridoio procedeva lungo, nell'oscurità, rischiarato saltuariamente dalla luce di qualche torcia. Si era addentrato nuovamente nel dedalo di gallerie, senza la minima cognizione della strada seguita, così intensamente assorbito dal combattimento da non essere stato in grado di pensare ad altro. In meno di dieci minuti, un centinaio di corpi era crollato a terra, falciato dalla sua infallibile katana.

Arrivò un altro zombie, a braccia protese. Un letale e preciso fendente lo decapitò in un solo istante. Avanzò di qualche passo lungo il corridoio, col proposito di scoprire la fonte di tutti quei non morti. Arrivò quasi a correre, seguendo la direzione da cui giungeva la maggior parte degli immondi e falciandoli senza nemmeno rallentare l'andatura. Camminò per svariati corridoi, svolte, stanze, fino a giungere ad uno spiazzo regolare in cui, finalmente, trovò ciò che stava cercando.

Non c'era dubbio, gli zombie venivano da quel luogo.
Cyber Dark
00lunedì 10 maggio 2004 00:37
Lo scontro (Parte VI)
Davanti a ThunderBlade si stagliava, nella sua orripilante possenza, un grosso e puntellato altare, nero come la pece, ma sporcato da vari schizzi di sangue. Il pensiero di come potessero esser stati procurati fece rabbrividire il samurai.

Al lato della stanza, una pila di cadaveri inanimati: donne, uomini, mezz'orchi, strane creature mutilate, mostri mai visti prima e arti putrefatti spiccavano su quel raccapricciante spettacolo.

Una figura in lunga toga, sempre nera, reggeva tra le mani un piccolo oggetto metallico, e stava immobile dietro all'altare, mentre il corpo senza vita di un uomo menomato stava di fronte a lui, semi conficcato nei piccoli spuntoni.

ThunderBlade assistette alla recitazione di una formula magica che oscurò l'aria intorno al piccolo aggeggio, probabilmente una verga, che reggeva tra le mani. Un lampo di energia negativa partì dal centro di quel piccolo quanto potente strumento, colpendo in pieno petto il cadavere posto sull'altare.

Che cominciò ad urlare e a divincolarsi.

"Che questo delirio si interrompa!" urlò ThunderBlade, non appena vide il corpo scivolare con le proprie forze dall'altare.

La figura incappucciata alzò lievemente lo sguardo, e lo fissò a lungo. Posò la reliquia sull'altare sgombro, mentre con l'altra mano abbassò il cappuccio che teneva sul volto.

"Ahh...un mortale...è giunto fin qui con i propri passi..."

Il cappucio cadde all'indietro, sulla schiena.

"Entrerà a far parte dell'armata nera...quando la vita abbandonerà il suo corpo..."

E ghignando mostrò di possedere due lunghi e affilati canini.
Cyber Dark
00lunedì 10 maggio 2004 00:39
Lo scontro (Parte VII)
Cyber maledisse sé stesso per aver liberato tutta l'energia divina che c'era in lui in quel sacro tocco, poiché ora non ne rimaneva per affrontare un nemico ancora più forte. Per di più, la magia applicata da BrightBlade, lentamente, cominciava a logorarsi. L'aria pesante della tomba non le avrebbe permesso di reggere a lungo.

Si guardò intorno velocemente, memorizzando visivamente le posizioni del compagno e dell'avversario, cercando la miglior traiettoria d'attacco. Cercò intorno a sé la potente collana dell'annullamento magico, senza acorgersi che il prezioso artefatto era stato in parte coperto dalla sabbia, ed era perciò invisibile ai suoi occhi. Tentando di lasciare il minor tempo possibile al lich per formulare i suoi incantesimi oscuri, optò per un corpo a corpo rapido ed efficace. La sua spada avrebbe oltrepassato le difese magiche e della pelle di pietra.

"CHAAAAARGE!"

Urlando possenti invocazioni a BlueDragon, il Gran Maestro si gettò nuovamente in una carica a testa bassa. Alzò la spada al cielo, portando lo scudo davanti a sé, in modo da apportare una difesa fisica ai possibili dardi incantati che sarebbero potuti fuoriuscire dal flusso magico dell'immondo. Ampie falciate lo avvicinavano inesorabilmente al suo nemico, che si concentrava ad un nuovo incantesimo.

***


Come è risaputo, i paladini atlantidei sono padroni anche di un certo numero di magie arcane e, come tali, possono avvertire la presenza di un artefatto magico di notevole intensità a pochi metri di distanza.
Così capitò a BrightBlade, il cui cuore guidò lo sguardo sul piccolo oggetto luccicante che si intravedeva in mezzo alla sabbia.

Raccoltolo, tentò di chiamare Cyber, ma il gridò gli morì in gola quando lo vide attaccare a testa bassa il proprio avversario.

Nessun grido sarebbe valso a fermarlo.

Tenendosi pronto, attese che Cyber Dark affrontasse solo il lich. E una volta osservato l'evolversi dei fatti, anche lui sarebbe intervenuto.

***


Pochi metri ormai dividevano il Gran Maestro dalla lunga scalinata da cui il lich non si era ancora mosso.
Cyber pensò che con un unico, possente affondo, forse avrebbe potuto annullare tutti i dweomer delle magie nemiche, rendendo il mostro vulnerabile agli attacchi di Melkador, la sua spada sacra. Poi successe qualcosa.

Il suo sguardo si posò sulla pietruzza azzurra del Diadema. Che brillò d'un tratto.

Lentamente, ma inesorabilmente, Cyber smise di correre, e si fermò. Forse, dopotutto, non valeva la pena di combattere, pensò. Magari il Diadema si sarebbe rovinato.
Dopotutto, non era nemmeno certo di volerlo togliere al lich, che, tutto ad un tratto, gli appariva così infinitamente potente e carismatico.

Magari avrebbe potuto aiutarlo.

E con una luce negli occhi che non gli apparteneva, si voltò su se stesso, alzando le armi e mandando silenziose minacce in sguardi duri a quello che fino a pochi attimi prima era stato il suo compagno di spada.

[Modificato da Cyber Dark 15/05/2004 0.18]

Cyber Dark
00martedì 18 maggio 2004 00:09
Lo scontro (Parte VIII)
ThunderBlade fissò a lungo negli il proprio nemico, prima di intraprendere qualsiasi manovra d'attacco. Facendo roteare la sua affilata katana di fronte a sé, lasciò intendere all'avversario di quale destrezza fosse dotato, e di conseguenza di non sottovalutarlo.

Si chiese se fosse possibile, senza possedere i sacri poteri di un paladino, sconfiggere in combattimento un vampiro facendo in modo che il suo corpo non si rigenerasse. Non aveva tuttavia con sé né acqua benedetta, né fuoco purificatore, così si costrinse ad accantonare momentaneamente il dubbio e a concentrarsi solo sulla lotta.

Attaccò repentino, pur non cogliendo di sopresa l'immondo che lo stava attendendo, con la sua lama sguainata. Fee seguire una serie di affondi mirati alle parti "vitali", se così si poteva chiamarle, e tentò di sbilanciarlo usando due fendenti diretti alla testa e all'addome. Il vampiro evitò tutti gli attacchi, tranne un flebile affondo che lo raggiunse alla spalla, ma che provvide a rigenerarsi nel giro di pochi attimi. Poi passò all'offensiva, contrastando la lama perfetta con la sua, forgiata nell'Oscura Forgia Infernale, e mandò un unico, diretto fendente al collo di ThunderBlade, con il chiaro intento di decapitarlo.
Una mossa che l'esperto samurai non ebbe problemi a parare. L'avversario incalzò ancora, mirando alle gambe, palesemente più difficili da difendere, ma con un paio di balzi il guerriero respinse tutti gli attacchi e riuscì ad eseguire fugaci manovre d'attacco. All'ennesimo affondo, ThunderBlade spiccò un potente salto all'indietro, e dopo una capriola perfetta a mezz'aria atterrò qualche metro più indietro, perfettamente in equilibrio, in attesa di attaccare ancora.

Il vampiro non si fece attendere, e caricò a spada tratta in una manovra fin troppo prevedibile. Thunder attese, completamente immobile, e non appena la spada nemica si trovò a breve distanza dal suo torace, eseguì una giravolta su se stesso e, sfruttando l'impeto della mossa, assestò un fendente lungo tutta la spina dorsale del nemico, che ringhiò di dolore al colpo ricevuto.

Quando si voltò, i suoi occhi lasciavano trasparire solo un odio antico e primitivo.

Thunder attese l'ennesimo attacco, il più violento di tutti, che non si fece attendere. Incalzando in una serie di affondi e fendenti, il vampiro si portò a pochi passi dall'avversario, riuscendo anche ad assestare un violento morso, che lo raggiunse all'armatura di cuoio. Scansandosi con un sospiro, il samurai deviò l'ennesimo attacco, più di fortuna che per bravura, allontanando l'immondo con un feroce calcio.

Capì d'un tratto che così non poteva funzionare. Dopo l'ennesimo attacco dell'abile nemico, comprese che serviva far ricorso alla più nobile e potente arte che avesse appreso durante la sua lunga vita ricca di esperienze.

E allora il Bushido gli tornò alla mente.

Chiuse gli occhi e portò la katana di fronte a sé.
Benchè il senso principale fosse occluso, il suo sesto senso gli permetteva di sapere in ogni istante, con esattezza, dove si trovasse il suo nemico.

E gli permise di capire quando esso si gettò alla carica, pronto per una nuova offensiva. Sempre ad occhi chiusi, ThunderBlade deviò con estrema maestria l'affondo, utilizzando la forza del suo avversario per assestargli in seguito una violenta gomitata sul viso. Mentre il vampiro si portava le mani al naso, dolorante, la sua mano si spostò veloce, raggiunse la cintura, e un istante dopo scagliò tre piccole shuriken in direzione del nemico. L'immondo, dolorante, ne "deviò" una permettendo che gli si conficcasse nella mano libera, mentre le altre andarono a colpo sicuro nel suo ampio torace.
Con un urlo più simile ad un ruggito disumano da parte del vampiro, le stelle ninja si conficcarono in profondità, lacerandogli le carni.

Era il momento buono di agire. Incanalando le energie della sua spada, la sua infallibile compagna, ThunderBlade si portò innanzi al vampiro, ergendosi sulla propria persona. Quando la sua concentrazione fu estrema, sentì che la spada era pronta. E le sue braccia si mossero per placare la sete di giustizia di quest'ultima.

Con un unico, letale affondo, la spada si mosse dall'estremità superiore del cranio sino all'inguine, senza incontrare apparenti ostacoli e distruggendo le putride carni dell'essere che aveva osato sfidarla.

Un istante più tardi, il corpo del vampiro giaceva morto sul lastricato.
Sospirando, ThunderBlade riaprì gli occhi, gioendo della perfetta armonia tra il guerriero e la sua lama, appena in tempo per vedere il suo nemico dissolversi in una buffa nuvola di vapore e abbandonare la stanza, incorporeo.

"Vampiri...se non sbaglio, per poterlo definitivamente sconfiggere, ora dovrei raggiungere la sua bara e piantare un paletto di frassino nel suo cuore. Ma per questo non c'è tempo, e ho affari più urgenti a cui dedicarmi."

Rinfoderò la sua spada e voltò lo sguardo verso l'altare e il manufatto che giaceva ancora su di esso, mentre il vampiro sconfitto correva a rigenerare le proprie ferite in un luogo lontano e sicuro.
Cyber Dark
00domenica 23 maggio 2004 21:58
Lo scontro (Parte IX)
BrightBlade assistette perplesso alla spenta carica del suo Gran Maestro, incerto sul da farsi. Si riallacciò il suo amuleto al collo, convinto che ormai Cyber Dark non ne avrebbe più fatto uso, in diretto corpo a corpo.

Invece stette a guardare come l'amico si voltò su se stesso e, dopo un istante, cominciò a camminargli incontro.

"Cyber, sei sicuro che..."

Le sue proteste gli morirono sulle labbra non appena il paladino più anziano alzò spada e scudo davanti a sé e vibrò un ampio fendente, dall'alto, che gli avrebbe aperto il cranio.
Non furono la bravura o i riflessi a salvare l'atlantideo, solamente una gran fortuna. Con un movimento di reni, si scostò su un lato, senza nemmeno aver tempo di alzare la spada per deviare il colpo, e guardò allarmato, senza capire, il compagno d'arme.
Dal canto suo, Cyber rincarò la dose eseguendo una serie di affondi alle zone vitali che costrinsero Bright ad indietreggiare fino alla parete della stanza, dalla quale si allontanò schivando un ultimo, potente fendente che generò una pioggia di scintille a contatto con la roccia.

Cyber lo fissò in preda all'ira e all'odio.

"Ma che diavolo ti succede?! Non mi riconosci più?!" urlò ansimando il giovane BrightBlade.
Cyber si limitò ad osservarlo, emettendo un suono simile ad un ringhio, e si mosse per attaccare ancora.

L'atlantideo non poté far altro che alzare la spada contro il suo Gran Maestro per difendersi. Rimanendo sulla difensiva, riuscì a resistere per parecchi minuti, avendo modo di osservare il proprio avversario per capire la natura del problema.
E pur non conoscendo i poteri del Diadema, non faticò a comprendere.

"Cyber!" urlò, mentre parte del suo mantello veniva lacerata da un nuovo fendente. "Mi hai insegnato che un Paladino deve conseguire il fine della propria missione superando OGNI ostacolo che la sorte e la magia gli pongono innanzi. La luce deve trionfare!". Indietreggiò lievemente per evitare un altro fendente. "Farò in modo che così sia, anche se qualcosa sta costringendoti ad ostacolarmi!"

Si piantò bene sui suoi piedi, impugnando la spada saldamente.

"Perdonami."

Un nuovo scontro stava per cominciare. E sarebbe stato di gran lunga più difficile di qualsiasi drago, lich, demone o immondo che avrebbero potuto affrontare insieme.

Bright Avanzò eseguendo un ampio sgualembro, sperando che la sua offensiva avrebbe in qualche modo frenato l'impeto assassino del proprio compagno. Cosa che peraltro non successe.
Cyber parò con maestria il colpo incerto, sfruttando la forza dell'avversario per avvicinarsi a lui, a portata della sua arma e in uno spazio troppo limitato perchè Bright potesse brandire al meglio la sua. Bright indietreggiò con un balzo, riportando la situazione in netta parità. Puntò alle gambe con un affondo, costringendo Cyber ad indietreggiare a sua volta e ad interropere momentaneamente il duello.

Bright, percependo l'energia negativa proveniente da Cyber, tentò di contrastare essa con le emanazioni positive sprigionate dalla sua mente. Ma la volontà del Diadema è forte, e il paladino non poteva sperare di spezzarla. Esso aveva fatto suo il Gran Maestro, e nessuna magia sarebbe valsa a spezzare quel legame, se non l'uccisione di colui che lo portava.

Che non era possibile finché Cyber Dark ostacolava il cammino.

Con un sospiro, BrightBlade puntò la spada verso le regioni del corpo non vitali, sperando di riuscire a mettere temporaneamente fuori combattimento il proprio compagno ed affrontare in un equo duello l'immondo lich.

Dal canto suo, Cyber scoprì i denti in un sorriso perfido, una silenziosa minaccia di orribili eventi avvenire, e si avvicinò con passo sicuro.
La lama di BrightBlade lo sfiorò al ginocchio, un attacco che costrinse il Gran Maestro ad eseguire una rotazione su se stesso, quanto bastò perchè l'avversario inalzasse nuovamente con una serie di attacchi multipli.

Cyber però conosceva bene quello stile di combattimento, e non ebbe problemi a parare con maestria tutti gli attacchi a lui diretti. Dopo l'ennesima parata, stette a lui attaccare e, facendo uso dello scudo per evitare che gli affondi lo raggiungessero, si avvicinò nuovamente a BrightBlade, costringendolo ad indietreggiare, parando con altrettanta destrezza i fendenti diretti al collo e al torace.

Continuando di questo passo, tuttavia, BrightBlade non aveva possibilità di vincere.
Avrebbe dovuto trovare presto una soluzione.
Cyber Dark
00giovedì 27 maggio 2004 00:15
Lo scontro (Parte Finale)
Il ritmo incalzante di Cyber Dark non acennava a diminuire, quasi come se il Gran Maestro non avvertisse la fatica di brandire con tanta velocità e forza la propria spada, mentre BrightBlade, in vistosa difficoltà, arrancava indietreggiando e parando quanto più agilmente poteva i veloci colpi di spada del compagno impazzito.

Lesse nei suoi occhi l'odio, una visione che lo spinse a schivare con maggior velocità e a trovare il tempo di contrattaccare.

Si accoccolò su se stesso, lasciando che l'affondo del paladino più anziano andasse a vuoto, e sfruttando il temporaneo bilanciamento per allontanare, sfruttando l'elsa della sua spada, lo scudo dell'avversario.
Cyber reagì d'istinto, calando la spada non sulla schiena e sulla nuca dell'avversario, ma facendola scivolare davanti ad esso, scansando la punta della lama che minacciava di colpirlo all'addome. L'istante dopo, un doloroso calcio aveva raggiunto BrightBlade in pieno volto, provocandogli una grossa tumefazione e perdita di sangue dal naso.

L'atlantideo, con un gemito, si accasciò su se stesso, chinando il capo dolorante.

***


ThunderBlade si portò dietro all'altare, guardando la reliquia. Sarebbe stato un lavoro semplice distruggerla. E una volta distrutto quel bizzarro strumento, avrebbe potuto ripercorrere i suoi passi e dare man forte ai compagni nel combattimento principale.

Alzò la katana sopra la sua testa, pronto a compiere un unico, schiacciante attacco.

***


Cyber Dark si erse trionfante sulla propria persona, ghignando sadicamente della veloce quanto dolorosa morte che avrebbe presto inflitto al proprio compagno. Conscio di essere ormai vincitore, vedendo BrightBlade ai suoi piedi che tentava di arginarsi l'emorragia da naso, gettò lo scudo in disparte, impugnando la propria spada con entrambe le mani, puntandola verso il basso.

La portò sopra di sé, appena in tempo perché anche Bright potesse alzare lo sguardo ed osservare la sua nemesi.

Un ghigno malvagio sul volto di Cyber segnò la fine del suo ancora giovane viaggio.

***


ThunderBlade calò con forza la lama sopra alla piccola verga di controllo, che sotto al violento colpo si distrusse con un sordido rimbombo in tante scaglie dorate, alcune delle quali rimbalzarono contro il corpetto di cuoio del samurai.

Immediatamente, un tremito percorse tutta la terra, come se un'esplosione fosse avvenuta a pochi metri da lui, e della polvere cominciò a cadere dal soffitto.

Era un terremoto!

***


Cyber barcollò vistosamente alla scossa sismica provocata dalla distruzione del prezioso artefatto, in una posa così spavalda ed altezzosa che gli aveva fatto dimenticare anche le norme fondamentali del Buon Combattimento.

Anche il lich barcollò. E BrightBlade capì che era momento di agire.

"Perdonami anche di questo, amico mio!"

Si alzò di scatto, mantenendo i piedi ben saldi e divaricati per mantenere l'equilibrio, e sferrò un violento pugno in volto al Gran Maestro, che fu sospinto all'indietro, cadendo a terra.
Con grandi falciate, attraversò l'intera stanza in direzione del lich. Abbandonò la spada, il cui clangore risuonò più alto della stessa scossa di terremoto, e si sfilò i guanti, mentre con un urlo raccapricciante assorbiva interamente l'effetto delle frecce infuocate con cui il lich, tentanto una strenua difesa, stava tentanto di ferirlo.

Ma ciò non servì a frenare l'impeto del giovane, così colpito all'orgoglio, sconfitto e percosso da quello che, per strani motivi, gli aveva appena voltato le spalle, deriso da un orrido immondo, stanco della fatica fisica e spirituale. I suoi passi lo condussero fino ai piedi della scalinata. E poi su, su, verso l'orrido non morto.
Nel silenzio di se stesso, BrightBlade lanciò un'invocazione agli Déi di Atlantide, invocando il loro intervento e la loro intercessione. E il loro sacro potere.

In meno di un attimo, Bright gli fu addosso. E nessuna protezione dagli incantesimi, nessuna pelle di pietra riuscì a frenare il suo tocco sacro.
Forse non l'avrebbe ucciso, ma sicuramente indebolito.

E dalle sue mani partì una scarica di energia positiva che lo sopraffece, che inghiottì sia lui che il suo nemico, mentre questi lanciava un urlo raccapricciante, mentre la potenza degli Déi tutti polverizzava quel suo corpo scheletrico.

In un istante, il pericoloso lich si trasformò in sale, che si disperse al vento, come se non fosse mai esistito.

E il Diadema cadde a terra, perfettamente intatto, con un acuto rumore metallico.
Cyber Dark
00venerdì 28 maggio 2004 17:41
Un doloroso risveglio
Bright si accasciò a terra, stanco, ansimante ma felice, alzando lo sguardo al cielo ed elevando inni ai propri dèi, ringraziando dell'aiuto concessogli.

Invero, non avrebbe mai pensato di distruggerlo con un sol tocco.
Poteva sentire le energie positive scorrere dentro di lui. Sentiva di essere diventato più forte, più potente.

Il suo sguardo, poi, cadde sul Diadema. Il piccolo gioiello giaceva a terra, conservato in maniera esemplare dalla magia che lo permeava.

BrightBlade allungò una mano per afferrarlo.

"Aspetta."

Voltandosi, il paladino notò la figura di Cyber Dark, in ginocchio, in evidente tentativo di alzarsi. Lasciato perdere l'artefatto, si alzò e gli corse incontro, aiutandolo a ergersi in posizione eretta e porgendogli la spada, per fare in modo che potesse rinfoderarla.

Il volto di Cyber sembrava molto più disteso e calmo, ora...il solito.

BrightBlade avrebbe voluto assillarlo di domande, chiedere il perché di quel suo comportamento, chiedere nuovamente perdono per il colpo inferto al volto e al ginocchio, di cui non si era nemmeno accorto, ma preferì zittirsi ed attendere che fosse il Gran Maestro a parlare.

"Non è...ancora il momento." completò Cyber, non appena fu in piedi.

Mosse qualche passo incerto verso l'artefatto, accompagnato da BrightBlade, che camminava al suo fianco.

"Abbiamo...hai sconfitto il nostro nemico. Ma è ancora presto per prendere controllo del Diadema. Esso è un artefatto che non va sottovalutato."

Mentre parlava, il paladino estrasse dalla sua tracolla un panno blu, con parecchi ricami dorati, e lo porse a BrightBlade.

"Tieni," sorrise lievemente. "Usa questo, e avvolgici il Diadema. Una volta arrivati nella città di Katai, decideremo il da farsi.

Mentre Bright eseguiva gli ordini, da un corridoio laterale sbucò ThunderBlade, notando con sollievo che i due compagni erano vivi e...pressoché illesi.

"Sei arrivato tardi." sorrise amaramente il Gran Maestro, volgendosi a guardarlo.
"Sono...stato trattenuto.." rispose in simil tono il samurai, inchinandosi.

Con un mezzo sorriso, Cyber lasciò cadere la conversazione, certo che l'aiuto di ThunderBlade, benché non l'avesse effettivamente scorto, fosse stato essenziale.
Bright tornò con un fagottino, tra le mani, contenente la preziosa reliquia. Il suo primo impulso fu quello di consegnarlo tra le mani del saggio paladino, ma questi lo rifiutò cortesemente, alzando una mano.

"Deve rimanere con te...almeno per adesso."

Prima che avesse tempo di replicare, un nuovo scossone percorse l'intera sala.

"Se non ci muoviamo, rischiamo che qui ci crolli tutto addosso!" ammonì ThunderBlade, in tono palesemente frettoloso.

Annuendo, i suoi compagni recuperarono il proprio equipaggiamento, in fretta e furia, ed abbandonarono il locale nella stessa direzione da cui erano giunti.

Dopo qualche minuto, lungo come ore, finalmente il gruppo sbucò nella prima, grande sala, dove erano stati inizialmente attaccati.
Nessun immondo si parò sulla loro strada, e in breve riguadagnarono la luce. Prima ThunderBlade, poi Cyber zoppicante ed infine BrightBlade, si lasciarono alle spalle l'orrenda cripta, che tra l'altro sembrò non essere più intenzionata a crollare.

Il campo era deserto, ma una piacevole luce investì i loro volti: l'alba di un nuovo giorno stava sorgendo, con la sua carica di speranze e di aspettative, con la voglia di rinascere dai dolori di una notte d'inferno, di combattere e di uscire vittorioso dall'attanagliante disperazione che prende il cuore, nelle ore più buie del vespro.

Ed il trio si concesse un sorriso, mentre Bright lanciò una fugace occhiata al fazzoletto ripiegato tra le mani, chiedendosi cosa ne sarebbe stato di quell'oggetto chiamato Diadema.
Cyber Dark
00martedì 1 giugno 2004 16:27
Ritorno verso casa
La carovana giunse a meriggio a Katai, esattamente due giorni dopo da quando l'aveva lasciata.
Ora che l'artefatto era stato recuperato, e gli scavi ultimati, i lavoratori avrebbero abbandonato il sito archeologico, tornando in città con qualche giorno di ritardo, giusto il tempo per recuperare attrezzatura, utensili e tende.

"Cyber..."

BrightBlade si avvicinò al gran maestro, che era appoggiato ad un palo, sul lato della strada, ed osservava il sentiero che avevano appena percorso nel ritornare.
L'universo di profumi e colori di Katai li aveva nuovamente accolti, rinvigorendo i loro animi stanchi con la vicinanza di quella popolazione così eterogenea.
Il paladino aveva cercato di aiutare i due compagni a scaricare alcuni sacchi dal carro, ma aveva realizzato dolorosamente che il ginocchio, dopo la frettolosa fuga da quell'antro oscuro, era ulteriormente peggiorato, e senza le adeguate cure sarebbe stato una notevole spina nel fianco. Ci sarebbe voluta un'intera notte di preghiere per ottenere i poteri necessari a risanarlo completamente, e Cyber Dark, ora come ora, non ne aveva ancora avuto tempo.
Ma a questo avrebbe pensato in seguito.

"Ecco..." proseguì intanto Bright "Abbiamo sconfitto quell'essere, siamo scampati alla sua orribile tana, e cosa più importante, abbiamo questo."

Mostrò un piccolo fagottino, ricavato da un ampio fazzoletto blu.
Cyber sorrise stancamente, guardandolo, ma senza alcuna nota d'ira, o cattiveria, negli occhi.

"Si..come dicono i saggi, tutto è bene quel che finisce bene...nuovamente BlueDragon ha esteso la sua gloria fino ai confini del mondo." sorrise il gran maestro.
"Dunque questo spetta a voi di diritto."

BrightBlade porse il Diadema al compagno d'armi, mentre ThunderBlade trafficava ancora con il contenuto della carovana e parlamentava con il coducente, riguardo al prezzo del suo passaggio.

Cyber lo prese in una mano, sistemandosi con l'altra lo scudo, in spalla, facendo in modo che non cadesse. Lo scoprì del suo involucro, osservandolo per un breve istante.
I suoi occhi scivolarono lungo le linee perfette della sua lavorazione, nelle profondità della perla blu che era incastonata davanti ad esso..
..e sorrise di quell'amenicolo.

"Rimarrà con me per breve," sorrise sinceramente a sé stesso.

Bright lo guardò perplesso, non completamente convinto d'aver capito, ma il sorriso del suo compagno gli spense ogni dubbio.

E sul calar della sera, tutti e tre si ritrovarono a veleggiare verso il Regno, dove la loro avventura si sarebbe conclusa.
Cyber Dark
00venerdì 4 giugno 2004 20:37
Il Regno
Il gruppo raggiunse le porte del Regno al calar della sera, quasi una settimana più tardi. Il viaggio fu tranquillo e repente: i compagni non incontrarono nessun intralcio, sulla via, e tornarono trionfanti a castello. Appena in tempo per una buona bevuta!

La serata procedette tutt’altro che quieta, anzi! Gran festa fu fatta al ritorno degli eroi, grandi danze, grandi bevute! I tre vennero accolti da un caloroso applauso di bentornato da parte dei loro compagni, e a sera calata...tutti quanti li raggiunsero in taverna, dove Nappa si diede un gran daffare per servire tutti quanti di birra, proveniente dal magico pozzo inestinguibile, e ovviamente del buon sangue di drago. La festa si protrasse per parecchie ore, senza nemmeno dar sosta agli stanchi guerrieri, che avevano appena fatto in tempo a cambiarsi, prima di essere trascinati dalla folla nella taverna.

Più volte BrightBlade si dovette dar da fare per sedare la sete di avventura dei suo compagni, che lo costrinsero a raccontare la storia più e più volte, per esaltare le gesta valorose del forte samurai dell’est, dell’atlantideo e del loro Gran Maestro. ThunderBlade preferì invece dedicarsi al sano giuoco dei dadi con alcuni compaesani, sollazzandosi della loro compagnia.

Dal canto suo, Cyber Dark si allontanò dopo qualche ora dalla festa. Accompagnato da una graziosa dama, l’aveva condotta sulla camminata esterna del castello, lontano dalla locanda quanto bastava per non essere tediato dalle urla degli ubriachi, ma abbastanza vicino da percepirne il calore umano generato da essa.
Qualche attimo più tardi, la donna, divertita, decise di lasciarlo alle proprie riflessioni.

Cyber si appoggiò al cornicione della camminata e guardò lontano, verso una meta non ben definita.
Lasciò vagare il suo sguardo libero a lungo, verso i villaggi lontani, delle catene montuose non ben distinte in lontananza.

Una folata di vento scostò lievemente il mantello che gli copriva le spalle, mostrando un vestito grigio e verde, piuttosto marziale. Poi una figura gli comparve alle spalle.

"Cerchi compagnia?"
Cyber Dark
00martedì 8 giugno 2004 22:37
Aria di cambiamenti
Il Sommo Ostri si avvicinò alla figura del paladino, portandosi al suo fianco ed appoggiando le braccia al cornicione, come il suo suddito.

Cyber Dark si scostò una ciocca di capelli biondi dalla fronte, sospinti dal vento, e sorrise lievemente.

"Non festeggi..?" domandò Ostri.
"Ho festeggiato...alzato il calice in onore dei miei compagni e del Regno...ma stavolta, non è la mia festa." replicò il Gran Maestro, con un lieve sorriso sulle labbra.

Si voltò ancora a guardare il Gran Massiccio, su un lato del castello.

"Davvero Cyber Dark sta rifiutando l'offerta del Sommo di brindare con lui?" chiese retoricamente Ostri, facendo comparire, chissà come, due boccali colmi di idromele.

Cyber ridacchiò voltandosi, chiedendosi se fosse magia o semplicemente l'abilità del sovrano nel nascondere boccali e farli passare inosservati.

Alzando il calice, Ostri chiese: "A cosa brindiamo, mio giovane amico?"
Dopo un attimo di esitazione, Cyber lo emulò, replicando "Al Regno. E ad un giovane atlantideo audace e promettente."

Ridendo, Ostri e Cyber tracannarono d'un fiato il contenuto del bicchiere, come se avessero avuto una gran sete, e lo riabbassarono con un sonoro sospiro.

Dopo qualche attimo di pausa, la conversazione riprese.

"Ti ha raccontato, immagino, come sono andate le cose." sorrise lievemente il paladino.
"Si."

Seguì un altro attimo di riflessione.

"Cyber," riprese il Sommo, "C'è una cosa che non capisco. Hai fatto ricerche sul Diadema per tutta la vita, tu sapevi dei suoi effetti. Eppure hai lasciato che ti dominassero. Perchè?"

Il Gran Maestro si voltò a guardarlo, con un mezzo sorriso sul volto in penombra.

"Perchè la gente cambia. Io sono cambiato. E i motivi che mi spingevano ad avere quell'oggetto, in passato, non sono più i motivi che mi hanno spinto a recuperarlo ora."
"E tuttavia," continuò Ostri, seguendo il suo ragionamento, "avrei sempre immaginato di veder tornare Cyber Dark adorno del Diadema, quando questi l'avesse trovato."

Cyber sorrise all'idea, pur senza rispondere. Cambiò invece argomento.

"BrightBlade è stato particolarmente abile durante questo combattimento. I suoi poteri sono notevolmente cresciuti."
"Lo percepiamo," rispose Ostri, utilizzando il plurale come segno per mostrare che ogni manifestazione di BlueDragon poteva percepirlo.
"Mai avrei immaginato che un suo tocco sarebbe stato in grado di distruggere un lich indenne...significa che la benevolenza degli dei e di BlueDragon nei suoi confronti si è notevolmente accresciuta."

Cyber guardò il suo sovrano con un sorriso beffardo e soddisfatto.

"Ora che ne sarà del Diadema, mio buon compagno?" chiese Ostri, in tono piatto.
"Non spetterà a me portare questo artefatto." replicò Cyber, con tono altrettanto calmo.
"Cyber...tu conosci la natura del Diadema. Esso è un oggetto senziente, e non è buono. La sua natura dominante deve essere tenuta a bada da qualcuno con il cuore puro e la benevolenza degli dei sufficiente a porre un freno agli istinti catastrofici di esso."

Cyber lo guardò negli occhi, per la prima volta da quando aveva messo piede sulla camminata.

"...appunto." sorrise sinceramente.

E Ostri cominciò a capire.

"Hai sempre detto," proseguì il sovrano, distendendosi lievemente, "che quell'oggetto avrebbe aiutato la Gilda ed il Regno tutto nella sua lotta contro il Male. Non è più forse così?"
"Oh, lo è, e così sarà. Il Diadema aiuterà la Gilda ed il Regno...ma non me."

Cyber sorrise sinceramente al suo compagno, ammutolendosi.

Allora Ostri prese la parola, avendo finalmente compreso.
"Vuoi che sia BrightBlade a portarlo."

Cyber Dark si limitò ad annuire, guardando lontano, ben lungi dalla serie di mura che delimitavano il Regno.

"E vuoi che sia lui il nuovo Gran Maestro della Gilda dei Paladini."

Cyber si voltò a guardarlo, lasciando spazio ad un profondo, ampio e sincero sorriso. Si concesse l'ardore di battere sulla spalla del Sommo, un gesto che lui apprezzò con un sorriso, ed una ricambiata pacca sulla spalla.

"Diverrà il portatore del Diadema..." sorrise Cyber, "...e il nuovo, osannato Gran Maestro. I tempi sono maturi per entrambi...per me...e, soprattutto, per lui."

Gli occhi dell'ex Gran Maestro scintillarono, nel guardare quelli del suo sovrano. Poi, portando una mano alla tasca, Cyber estrasse un fagotto blu che ben conosceva, e lo porse ad Ostri.

"Fa' che ne faccia buon uso...amico mio." sorrise piano il paladino.

Ostri annuì, osservando quel piccolo fagotto, così apparentemente minuscolo nelle sue mani.

E quando alzò gli occhi, fece appena in tempo a notare il fugace inchino rivoltogli dal compagno, prima che scomparisse nell'oscurità dei corridoi del castello, lasciandolo solo.
Cyber Dark
00sabato 12 giugno 2004 00:16
Epilogo
Ed eccoci qui, alla fine di un'altra avventura. Oggi è giorno di festa! Stamane, all'alba, con il sorgere di un nuovo sole, BrightBlade è stato finalmente incoronato nuovo Gran Maestro della Gilda dei Paladini. Prenderà il mio posto a pieno regime, con tutti gli oneri e gli onori che ne conseguono.

Heh. Sono molto felice per lui.

Rimane solo una questione insoluta...che ne è stato del Diadema?

Oh, beh, ovviamente Esso è il simbolo che suggella l'ascesa alla nuova carica di Fratello Bright, e con esso il mio sempiterno compagno è stato onorato.

Ben presto capirà perchè il Diadema è un oggetto tanto temuto...ed anche perché ho preferito che fosse lui a portarlo.

E' un oggetto senziente, e tenterà di conquistarlo...come ha fatto con il suo precedente padrone.

...Cos'è il Diadema? E' difficile spiegare la natura di un oggetto che esiste, e nel contempo non esiste. Siamo esseri razionali; la nostra mente si può spingere ben oltre il ritmico motivo dell'argento e del lapislazuli che lo compongono. E allora l'intelletto giunge alla contemplazione del vero Diadema.

Diadema è la paura, il vizio, la superbia, la sete di fama e di gloria. Rappresenta ciò che più il cuore degli uomini teme, e nel contempo desidera. Può recare distruzione nella stessa misura in cui può recare il bene nel mondo.
E quando si prende coscienza di ciò, si scopre che la natura del Diadema è molto più antica ed arcana di quanto un semplice artefatto magico può apparire agli occhi di un mago.

...perchè non ho voluto il Diadema? Perchè sarebbe stato inutile.
Non sono stati la paura o il timore a farmi desistere dall'indossarlo, oh no. Il fatto è che, in tutti questi anni di servizio al Sommo, ho capito chi sono, e di cosa ho bisogno. E il Diadema non è tra questi.

Ciò che il Diadema reca, sono puri sentimenti di odio e distruzione, oppure di amore e benevolenza. Ma se l'uomo fa uso della ragione che gli déi gli hanno donato, allora giungerà alla contemplazione della Verità. E la Verità è che ogni uomo, nel suo piccolo, possiede altrettante paure, altrettanti sogni di gloria.

E' il Diadema un oggetto inutile? No, non lo è. Se BrightBlade sarà in grado di dominare la sua essenza -ed io, in fede, sono certo che ve la farà- potrà utilizzarlo per portare gloria e onore sulla nostra Casata e sul Regno tutto.

Ma allora qual è la differenza? Cos'è la Verità?

La verità è che ognuno possiede un Diadema, ed esso gli inghirlanda il cuore. Ora BrightBlade ne ha uno anche alla fronte, e lo utilizzerà per fare del bene a chi non ha ancora scoperto di possederne uno.

Io ho scoperto di possederlo. E, invero, finché il mio cuore recherà un Diadema, non avrò bisogno di nient'altro per fare del bene.

Cyber Dark
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