Ancestra 2: L'origine del male

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urborg
00martedì 1 giugno 2004 13:09
Tra poco avrò finito L'introduzione ed il primo capitolo del "romanzetto" Basato sul mio prossimo gioco di ruolo "Ancestra 2: L'origine del male".

vi andrebbe di leggerlo??

[visto che quì si postano molti racconti...]
BrightBlade
00martedì 1 giugno 2004 13:27
Certamente!
Questa sezione è fatta apposta per raccontare cosa stanno facendo i nostri PG!
(per esempio, finché Cyber non finisce la sua storia io non scrivo nulla, perché sono insieme a lui nella storia)
[SM=x92702]
Buona scrittura e/o lettura!!!
urborg
00mercoledì 2 giugno 2004 00:38
1) Non si tratta di una storia che riguarda il mio personaggio, ma solo in parte
2)Sarà un pò dura che riesca a metterla tutta sul forum...la prefazione e il primo capitolo occupano 66 Kb (tipo dieci pagine e non l'ho ancora finito...)

Cmq posso sempre iniziare a proporvelo:

Ancestra 2 : L'origine del male


Prefazione

9 settembre 2968: Il cavaliere bianco

Un cavaliere in una splendente armatura bianco neve si dirigeva al galoppo a velocità impressionante su una piccola strada che portava ad una sola cosa …Il castello di Lightsky. La strada correva tortuosa e stretta sotto le possenti zampe del cavallo che sembrava non risentire della fatica neanche ora che il percorso saliva districandosi in una serie di tornanti e si arrampicava a poco a poco sulla verde collina sede del castello. Arrivato quasi in cima si udirono le urla delle sentinelle: “Aprite presto! Re Occell è tornato!”. Il cancello si divise, mostrando la vita interna al castello, sconvolta in questi giorni per via della notizia della guerra imminente. Occell entrò a testa alta levandosi fiero sopra al proprio destriero come tornante da una grande battaglia vinta. Ed in effetti era così per lui dopo aver dovuto affrontare il supremo consiglio dei 3. Scese da cavallo ,si tolse l’elmo ed una folta chioma di capelli castani scese a toccargli le spalle. Un uomo robusto, fiero di sé e nel fior fiore dell’età. Una barba rada gli ornava la parte inferiore del viso. Aggiustandosi i capelli si diresse subito a palazzo.
“Hei tu, portalo nelle stalle e dagli da mangiare” ordinò allo stalliere indicando il suo cavallo. “Certamente” disse lo stalliere sorpreso di rivedere il proprio re “Eseguo subito mio re! Tutto bene?” ma il re era già entrato nel palazzo e non sentì la domanda rivoltagli. Aveva affari ben più importanti da risolvere e non aveva certo il tempo di salutare tutti. Doveva radunare un grande esercito, il più grande che fosse mai riuscito a radunare, e non era certo facile. Salì velocemente le poche rampe di scale che portavano al secondo piano, aprì la porta che lo separava dalla sala delle riunioni e si trovò a pochi passi da sua moglie che, appena lo vide, cambiò l’espressione di tristezza dipinta sul volto in pura felicità e gli corse in contro. Era una bella donna, pallida in volto e molto aggraziata ma in cui si potevano vedere i segni degli anni passati. Abbracciò il marito e strinse con tutta la forza che il suo piccolo corpo poteva possedere ma Occell la salutò e divincolandosi gentilmente dell’abbraccio la superò dirigendosi al grande tavolo posto al centro della sala sopra il quale si ergevano pile e pile di carte, trattati, attestati e libri. In quel disordine colossale tre figure cercavano di dare ordine per poter iniziare la riunione. “Mancano in molti a quanto vedo” disse il re ,”Sire non ci aspettavamo il suo arrivo prima di due giorni. I ministri stanno per arrivare, gli ho avvisati personalmente.”. Il re si sedette al proprio posto ma dovette rialzarsi e mettersi a camminare in circolo per togliersi un poco di tensione di dosso. Aveva un pensiero fisso che non riusciva a togliersi ma che non avrebbe mai rivelato a nessuno.
Tre ministri fecero il loro ingresso nella sala portando un mare di altre scartoffie e salutando il loro re con numerosi inchini e parole di felicità si sedettero. Dietro a questi era silenziosamente entrata una figura nera che piacque veramente poco a Occell: era Zoid, il buono e fidato consigliere del re, anche se Occell non lo considerava ne buono ne fidato. Sempre silenzioso, A volte persino inquietante e raccolto nello studio dei suoi libri era evitato da tutti. Il re lo aveva tenuto a corte solo perché figlio di uno dei suoi ex consiglieri più fidati ma sapeva benissimo che dietro l’apparente aria innocua di Zoid poteva celarsi un lato nascosto profondamente diverso.
I restanti ministri arrivarono nella sala e si sedettero. Occell cominciò il suo discorso che fece calare immediatamente il silenzio: “Ebbene sì, miei fidati. Le terre dell’est sono i guerra!...”
Il piccolo consiglio delle terre dell’est era cominciato.
urborg
00venerdì 4 giugno 2004 19:39
Intermezzo

Il più immenso esercito che avesse mai solcato la terra si schierò sulle dune desertiche vicino alla costa e la visione di una così stupefacente e grande potenza non si sarebbe più rivista se non nei tempi delle più dure battaglie in un lontano futuro .L’esercito si era schierato sulle alture a formare un lungo nastro argentato composto di armi da taglio ,scudi e armature che si allungava a sinistra ed a destra dello sguardo dei servitori dell’esercito delle tenebre. L’esercito della rinnovazione si allungava verso i lati all’infinito ,a perdita d’occhio oltre i piccoli monti che sarebbero diventati di lì a poco teatro di una battaglia talmente sanguinosa e violenta che il suo ricordo sarebbe rimasto impresso nella memoria dei protagonisti e dei successori di quelli che sarebbero riusciti ad uscirne indenni per molte e molte generazioni ,limpido come nel giorno in cui accadde .


Per interminabili minuti il brusio ormai divenuto chiasso ed urla ,risate a squarciagola e cori di guerra ,come il casino di un’osteria di dimensioni enormi smise di esistere in un attimo ed in modo così rapido lasciando posto al silenzio ,al suono del vento ed alla paura.
Una bandiera sbucò all’orizzonte seguita subito dal suo portatore ed in meno di quindici secondi le dune dinanzi brulicavano di nemici come quando da una crepa nel muro escono scarafaggi a migliaia .....e non esiste altro modo per fermare la loro avanzata se non quello di schiacciarli ....uno per uno....senza pietà ed alcun rancore ......E FU SUBITO BATTAGLIA.

Un grido si alzò dall’esercito della rinnovazione portato dal suono della voce stanca e rauca di R.I.P. colui cioè che era stato scelto dal ‘ consiglio ’ per essere il capo di quello sconfinato esercito.
R.I.P. era chiamato così poiché era stato uno dei più grandi capitani di ventura di quei decenni ( Si diceva che ovunque passasse lui sventura e morte lo seguissero) ed anche se abbastanza vecchio da poter essere il nonno di tutti quegli uomini era piuttosto in forma, fisicamente e mentalmente.
Un corno solitario partì dal primo suonatore giunto sul colle di fronte a quello su cui si era disposto l’esercito di R.I.P. e fu immediatamente coperto dagli altri ,come una voce di un coro che ,dopo aver eseguito la sua piccola parte da solista ,lascia il sopravvento al resto del gruppo .........E FU SUBITO BATTAGLIA.
Contemporaneamente all’urlo di incitazione di R.I.P. si levarono i suoni melodiosi delle trombe che però in quella situazione sembrarono estremamente stonati ma l’effetto fu lo stesso :l’esercito iniziò la sua folle avanzata alla carica e pronti a tutto ,anche alla morte pur di portare all’inferno con sé il maggior numero di nemici.....E FU SUBITO..................BATTAGLIA.

Le urla delle cariche dei due eserciti si fusero in un istante alle altrettanti urla dei primi morti ed al crepitio delle armi che si infrangevano contro gli scudi o contro le armature che continuò riempiendo l’aria di questa sgraziata melodia per ore ed ore …



“E gli spiriti immondi entrarono nei porci e il branco si gettò a precipizio nel mare...”
- Vangelo di san Matteo 5:13
urborg
00lunedì 21 giugno 2004 22:46
Capitolo 1 : ” STORIE DIMENTICATE ”
1


“Il suono della battaglia si protrasse per ore e ore…” lesse Victory ,mago ,più che altro definito solo apprendista stregone.
La grande guerra ripeté mentalmente il giovane ‘quasi adolescente ormai’ come continuava ostentatamente a definirsi lui quando qualcuno si rivolgeva a lui chiamandolo giovincello. Una voce impaziente dentro di lui lo incoraggiò per continuare a leggere. Riconobbe la voce che lo seguiva e gli indicava la retta via come sempre da tre anni a quella parte ,le diede quindi ragione e continuò a leggere ad alta voce al suo pubblico composto da Scott, Richard, Gillian e Cindy ,l’unica femmina del gruppo se si escludeva Gillian. Quest’ultima era infatti considerata un maschio da tutti quelli che avevano avuto il piacere di avere a che fare con il suo tutt’altro che docile carattere determinato ,perfino dagli stessi genitori la consideravano tale .
Victory continuò la sua lettura del testo con la stessa cadenza ritmica di un sacerdote che impartisce la predica domenicale ,impegnato a rinnovare la fede e la speranza nelle persone che lo ascoltano e tenere alta l’attenzione in coloro che non lo sono con il suo messaggio.
“La battaglia fu estenuante e sia l’esercito delle tenebre che l’esercito della rinnovazione riportarono gravissime perdite ma solo uno ne uscì vittorioso.”
Ci fu una pausa in cui Victory cercò di immaginarsi la scena degli eserciti che si scatenavano in quella furibonda battaglia all’ultimo sangue. Nella sua mente ,cominciarono a delinearsi forme conosciute: vide tutto distintamente come se fosse stato presente quel giorno di secoli e secoli fa in cui però notava qualcosa di familiare ,una sensazione di dejavù ,ma cercò di non pensarci concentrandosi su ciò che riusciva a vedere. Victory inizialmente assistì alla battaglia che si svolgeva in torno a lui e quando ormai quella terrificante vista stava per concludersi si accorse di un fatto che lo lasciò impietrito per parecchi minuti facendo temere ai suoi compagni il peggio.
Continuava a ripetersi che se lo stava immaginando e che ,da un momento all’altro si sarebbe destato dal sonno ,ma poi capì che così non poteva essere ed accettò la realtà come gli si presentava. Credeva di aver semplicemente viaggiato con la fantasia come tante altre volte e di essersi immaginato tutto quell’epico scontro solo perché aveva appena letto la descrizione dettagliata degli avvenimenti. Ma fu costretto a ricredersi.
Non era avvenuto nulla di tutto questo. Victory aveva veramente vissuto quella battaglia in prima persona ed aveva visto con i propri occhi e non con quelli della sua immaginazione quegli avvenimenti.
Le visioni di quello scontro erano troppo reali e simili in tutto e per tutto alla descrizione riportata dal libro.Lui aveva partecipato alla grande guerra. Ma era solo un bambino e come avrebbe potuto vivere un’esperienza simile accaduta anni ed anni prima che lui nascesse. Questi interrogativi lo stavano ancora tormentando quando fu riportato violentemente alla realtà da uno scossone.

Cindy lo stava guardando con un’espressione preoccupata in volto .Si trovavano in un sottotetto, lo si capiva dal soffitto inclinato e dalle migliaia di ragnatele che infestavano quel luogo non amato dalle persone, forse per le tante storie che giravano trasportate sulla bocca della gente. Da una finestra non molto ampia entrava una luce fioca che illuminava debolmente la parte dove era seduto lui. Fissò di sfuggita lo sguardo della ragazza che era stata compagna delle sue avventure fin da piccolo ma poi guardò oltre.
Oltre il suo sguardo notò visi stupiti e facce meravigliate che lo guardavano. Non capiva dove fosse ne perché si trovasse lì. Poi, tutt’a un tratto riaffiorarono ricordi nella sua memoria, limpidi come le immagini di poco prima e ricordò tutto quanto. Lui e gli altri quattro suoi amici e compagni di giochi si erano avventurati in soffitta per cercare qualcosa con cui ammazzare il tempo. E direi che lo avevano trovato. In un baule coperto da uno spesso strato di polvere che la diceva lunga sul tempo per cui era stato chiuso avevano trovato un libro intitolato ‘Ricordi perduti ’. Avevano cominciato a leggere l’appassionante storia del loro mondo di un passato che non si tramandava più da molti anni ormai. Si erano chiesti perché di questa scelta, se era stata una scelta, visto che degli avvenimenti così importanti, a loro avviso, non dovevano essere dimenticati . “Forse c’è qualcosa in quella storia che non abbiamo ancora letto di cui gli adulti si vergognano” pronosticò Richard ,il più veloce di mente del gruppo. Tutti furono d’accordo con lui e concordarono che l’unico modo per sapere se veramente era così era continuare a leggere.

[leggi e lo scoprirai ,dannazione]

Cercò di aprire la bocca per tranquillizzare Cindy ma dalla sua gola tutto ad un tratto arida come le colline dove era stato poco prima con l’immaginazione (oppure aveva veramente visto tutto quello con i propri occhi?) uscì solamente un verso simile al gracchio di una cornacchia .L’espressione del volto di Cindy mutò in orrore e quella visione lo fece rabbrividire dalla testa ai piedi provocandogli un fremito appena sotto la nuca che gli fece rizzare i capelli radi sotto la sua pettinatura lasciata avanzare nella sua crescita fino a sfiorargli le spalle .
Il giovane sforzò con tutto il suo corpo per sciogliere il nodo formatoglisi al posto della gola, deglutì la saliva amara che aveva in bocca e riuscì finalmente, dopo attimi sembratigli interminabili, a pronunciare una parola che tranquillizzasse i sui amici “Non pre...” tossì “Non preoccupatevi ,sto bene ,davvero.” sorrise.
Sapeva che non avrebbe riferito loro quello che aveva visto, forse per paura di essere preso per pazzo e sapeva anche che sarebbe riuscito ad inventarsi una scusa ma l’oggetto dei suoi pensieri attualmente era uno solo.
‘DOVE INIZIA L’IMMAGINAZIONE E FINISCE LA VERITA?’
urborg
00venerdì 25 giugno 2004 02:41
2

Quelle immagini lo straziavano ancora ,anche se in gran parte si era ripreso
“Non state in pensiero per me ,quella storia mi aveva semplicemente fatto riaffiorare alla mente il ricordo di quando giocavamo alla guerra tra maghi ,felici e spensierati nelle scappatelle furtive ai campi reali ,tutto qui” .

Correva l’anno 2761 e le ore trascorrevano felici e tranquille nei campi reali .In verità era assolutamente vietato introdursi in essi ma il gruppetto dei nostri amici era intrepido ed aveva aperto un varco nella recinzione ,giusto lo spazio per riuscire a passare ,attraverso il quale sgusciavano di soppiatto per trascorrere allegramente qualche ora del pomeriggio giocando nello splendore di quel luogo proibito. Il paesaggio di infinita bellezza che la natura offriva loro ogni volta che entravano dal buco nella recinzione e passavano attraverso la fitta boscaglia di piccoli arbusti ,composti in prevalenza da siepi che si ergevano ben oltre le loro teste ,li stupiva ancora oggi tutte le sante volte che facevano capolino dal sottobosco ;Il loro sguardo vagava lungo l’orizzonte nel vano tentativo di scrutare un altro po’ di quell’infinità .La natura sembrava poter crescere senza essere disturbata dall’incursione distruttiva dell’uomo ed in quel luogo dava sfoggio di sé sviluppando nuove varietà di piante con fiori che emanavano profumi paradisiaci mentre gli alberi crescevano in taluni punti sporadicamente ed in altri talmente concentrati che si venivano a creare intrichi che ,per i bambini della loro età, potevano ricordare lontane giungle di un mondo ormai estintosi grazie alla brama di potere umana .Ed erano forse quelle le ragioni per cui erano stati creati quei campi che raccoglievano inestimabili ricchezze della natura.
Ma per il nostro scatenato gruppo di bambini era solo un posto di divertimento dove potevano inventare ogni giorno nuovi giochi ,anche se il loro preferito ,probabilmente quello che desideravano fare di più poiché lo sarebbero diventati in età adulta ,erano la battaglie tra maghi .Ognuno si cercava un posto dove creare il giaciglio per i propri rudimentali artefatti ed i libri di formule studiati quasi a memoria .Poi si scatenavano urlando incantesimi al vento e correndo come pazzi cercando di evitare la furia degli avversari immaginari ,si tuffavano dietro le piante pensando tra sé e sé Per un pelo, ancora un istante e finivo carbonizzato ,per poi ripartire alla carica incitando i compagni a fare lo stesso.

“Erano veramente bei tempi quelli”
commentò Victory in tono amareggiato ,sforzandosi maledettamente per non lasciare trapelare ciò che veramente provava in quel momento.
“E ,sì” rispose Gillian “Proprio belli” commentò abbassando lo sguardo per evitare quello di Victory in cui aveva scorto uno strano bagliore.
“Visto che è tutto in ordine possiamo continuare a leggere il libro? O credi di non farcela? In questo caso potrei continuare io .Allora ,che ne dici? Continuiamo o no?... ”
disse Scott .Quando la sua lingua biforcuta accennava a muoversi si rischiava di sentir risuonare la sua voce per ore ed ore ,e senza il minimo accenno a diminuire. Secondo i suoi amici avrebbe potuto parlare per giorni e giorni se solo gli argomenti su cui discutere non si fossero esauriti prima del trascorrere del tempo .
“No, posso proseguire” lo interruppe sul nascere Victory. Riaprì svogliatamente il libro come se non volesse più avere a che fare con quelle parole stampate a caratteri antichi sulla carta ormai ingiallita dei fogli logorati dal tempo.
Intanto Cindy annunciò “E sarà meglio che ci sbrighiamo prima che qualcuno si accorga che ci siamo intrufolati qui di nascosto , come in ogni luogo in cui andiamo” pronunciò le parole con la tensione che gli saliva forte ed il cuore che aumentava il battito al solo pensiero di suo padre che irrompeva nella stanza squarciando il silenzio tombale rotto solo dalle parole che uscivano lievi dalla bocca di Victory .La sua voce possente che li rimproverava in tono solenne “Maledetti ragazzacci ..Non è posto per voi questo .La prossima volta che vi sorprendo qui vi assicuro che la ricorderete per il resto dei vostri giorni!!!!!” .Ad un tratto la udì veramente ,chiara e limpida coma la luna che dominava il cielo nelle notti calde e leggermente afose della settima luna levante .Trasalì così violentemente che il suono sgraziato rimbombò nella piccola soffitta con un piccolo eco creato dal ristretto spazio in cui si trovavano .Non vide gli altri girarsi di scatto per guardarla con visi contorti in espressioni nuovamente di paura .Non sentì l’urlo infuriato di Preston ,proprietario del piccolo locale che osava definire saloon ,che si avventava su di un nuovo cliente ubriaco nel tentativo di cacciarlo .Non udì neanche il suono di zoccoli lontani che si avvicinavano da nord nord-est ,sicuramente quelli del cavallo del Guardian (il mago scelto dalla comunità per far rispettare la legge in città) che accorreva prima che la discussione tra i due precipitasse trasformandosi in un duello all’ultimo sangue , e il boato che si sprigionò dal bastone di quest’ultimo mentre saettava parole al vento a loro sconosciute , ancora per poco.
Pensò che non poteva essere ,per l’ennesima volta colti con le mani nel sacco .La sua mente cercò disperatamente qualche appiglio a cui aggrapparsi saldamente ma non ne trovò e fu costretto a rassegnarsi precipitando nell’abisso della disperazione profonda .Si era resa conto che quella era la realtà dei fatti e che non se l’era soltanto immaginata quella voce ,l’aveva semplicemente prevista un attimo prima che fosse successo .Ormai rassegnata a subire una nuova punizione si girò verso l’uscio socchiuso dell’entrata a capo chino guardando il pavimento di legno che correva sotto di lei. Aspettò...
Ma aspettò invano ...
Dopo qualche istante, vedendo che non accadeva niente, alzò lentamente lo sguardo e, con il cuore che ormai aveva raggiunto la velocità del suono, si accorse che non c’era nessuno sulla soglia ad aspettare che lei parlasse. Il silenzio regnava sovrano interrotto solo da qualche sviluppo giù in strada ed il nulla si parava tra lei e la porta.
Gli occhi gli si inumidirono e da uno sgorgò un piccolo rigagnolo di lacrima. Il cuore, che le era parso per un momento fosse sbucato dal petto lasciando una piccola vallata ripiena di sangue, decelerò e si accorse solo ora che aveva trattenuto il fiato durante tutto quel tempo. Inspirò e respirò profondamente per cercare di scacciare quelle maledette lacrime che sentiva aumentare per ragioni a lei sconosciute.
Scott la chiamò quasi sussurrando, per paura forse di farla incavolare “Cindy?”.
Nessuna risposta.
Tentò nuovamente “Cindy’ Tutto bene lì?”. Nuovamente niente.
Cindy cacciò le lacrime e si asciugò il viso umido con un lembo di vestito .Quando fù pronta per tornare da loro si girò e dichiarò “Tutto bene. Allora, dove eravamo rimasti?”.
Quasi sorpreso dall’immediata risposta Scott barcollò vistosamente all’indietro e sarebbe sicuramente caduto se non fosse stato pronto di riflessi aggrappandosi ad un polveroso mobile in tali condizioni che tutti temettero che si rompesse al solo impatto con la sua mano. Ma il legno tenne e Scott evitò una brutta figura. Si ricompose e si sedette evitando gli occhi dei suoi amici che proseguirono nonostante tutto.
“O.K. Se lo dici tu...sediamoci e continuiamo” disse quasi sospirando Gillian .
I quattro amici si sedettero intorno a Victory a formare un cerchio .
L’avventura poteva finalmente riprendere.
urborg
00lunedì 28 giugno 2004 22:34
3
Victory riprese la lettura della storia là dove si era soffermato a pensare alla colossale battaglia “Lo schieramento dei cavalieri prese posizione ,pronti ad affrontare la carica di sfondamento contro quei disgustosi esserini (tanto innocui da soli ma lì erano presenti a migliaia ed oltretutto ostentavano anche a morire sostenuti da sentimenti d’ira scatenati dal loro lord). Fu data la carica ma non da R.I.P., bensì da Jonhas, suo fidato vice-generale nelle grandi battaglie. I cavalli stridettero l’aria e la terra sotto i loro possenti zoccoli cedette lasciando al posto della sabbia solchi profondi e sollevando un’ingente quantità di sabbia che oscurò la vista di una fittissima nebbia formata da sabbia che demorse ad andarsene. Le piccole creature non riuscirono a vedere l’inesorabile avanzata della cavalleria e furono travolti dall’impeto della loro furia. L’orda di cavalieri sbucò dalla nube appena prima di schiacciare sotto gli zoccoli dei loro cavalli i piccoli esseri la cui maggioranza si era data alla fuga lasciando, come previsto dai piani, una breccia in cui sarebbero potuti passare agevolmente. Ora più che mai senza quasi essere visti, approfittando del vento favorevole che, come aveva subito capito Jonhas, avrebbe spinto la foschia sollevata dai possenti zoccoli dei cavalli a sud sud-est ,e cioè direttamente nell’esercito avversario, forse, con un po’ di fortuna proprio nella parte in cui il territorio era appena stato sgombrato delle immonde creature che lo occupavano. Un team di maghi fu condotto all’interno della nube con la scorta della cavalleria per ordine del capitano che, dopo essere uscito vincitore in uno scontro contro ben nove esseri, si era ritratto dalla battaglia che infuriava più avanti per impartire l’ordine..
Come previsto abilmente da Jonhas il vento che soffiava dalle terre desertiche verso sud aiutò la loro missione e, ben presto la scorta dei maghi accompagnata dalla nube che sembrava proteggerla, tanto che gli esserini sembravano non volersi avvicinare e diffidavano di esse per la fine capitata ai loro amici poco prima ,arrivò a metà delle due miglia lungo cui si allungava l’esercito nemico .Qui però li colse di sorpresa un imprevisto che rischiò di far saltare la missione.

Il vento irregolare cambiò direzione e la nebulosa che proteggeva il gruppo seguì l’esempio del vento , come un figlio ubbidiente che segue la madre dovunque essa vada, ma così facendo lasciò di stucco la scorta che non aveva ricevuto ordini a riguardo. Erano stati scoperti ed ora erano circondati da milioni di quegli esseri schifosi. Erano in gabbia!
urborg
00lunedì 28 giugno 2004 22:34
4

Erano dentro la fitta nebbia composta di sabbia e tutti loro suoi sensi erano inutilizzabili. La vista era impossibile ed impossibile era anche pensare di poter aprire più di tanto le palpebre senza volerne potare addosso le conseguenze per il resto della vita. L’olfatto era ancora peggio, inimmaginabile poter respirare in quell’aria torbida di sabbia, per questo si erano riparati il naso, o almeno la bocca, con dei bavagli. Il resto di quei sensi rimasti non erano in grado di stabilire con certezza se fossero utilizzabili. La battaglia stava imperversando furiosa al di fuori e loro camminavano con tranquillità cercando di tenersi il più al centro possibile della barriera che li divideva da essa. Il tempo sembrava essersi fermato ed ad ogni passo s’intensificavano le grida dei mostriciattoli desiderosi di combattere insieme ad una strana sensazione di disagio. Alcuni di loro tendevano ad identificarla nella paura di essere scoperti o di quello che avrebbero dovuto affrontare dopo ma Lucas,capo del team, aveva riconosciuto in essa quasi da subito un presagio su ciò che sarebbe accaduto tra non molto anche se pensava che riguardasse il momento in cui, uscendo dalla barriera naturale che li stava conducendo all’inferno sarebbero stati avvistati da qualcuno e avrebbero dovuto fuggire per sottrarsi alla battaglia. Ma si sbagliava di grosso.
Aveva percorso circa un miglio e mezzo, forse due ed il rumore della battaglia non ossessionava più di tanto le loro orecchie. Speravano di potersi rilassare almeno un poco per poter affrontare gli eventi successivi che li avrebbero portati nel centro della terra desolate, ma furono scaraventati in modo così violento nella realtà della guerra che li colse la disperazione più totale.
urborg
00domenica 4 luglio 2004 03:21
opinioni
Come vi sembra fino ad ora..

dalle visite lo giudico poco interessante!!

E' cosi?
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