Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Un messaggio dal passato

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2005 14:40
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
27/11/2004 23:08
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il primo scontro
La nave volante continuò la sua folle corsa per altre due ore. Il vascello si trovava ora nel bel mezzo del mar bianco, in ogni direzione non si scorgeva null’altro se non acqua e ancora acqua. Rodolphus aveva detto che stavano per raggiungere l’Arcidemone, e si era abbassato all’altezza delle nuvole, ma ancora non si vedeva nulla. Bright si sentiva abbastanza nervoso. Sebbene avesse molta fiducia nei suoi compagni, non riusciva ad immaginare come potessero battere il demone con quello strano aeromobile, e l’attesa del nemico lo snervava.
Finalmente, tra una nube e l’altra, un puntino apparve all’orizzonte, e cominciò ad assumere le sembianze dell’Arcidemone via via che la nave volante guadagnava terreno. Nel momento stesso dell’avvistamento, sulla nave si scatenò una febbrile attività. Gli uomini cominciarono a trasportare, da un portello apertosi sul ponte del vascello volante, alcuni cannoni e ad assicurarli ad appositi ganci installati sul tavolato. Bright osservò gli alberi delle vele rientrare nei propri alloggi, e una forte vibrazione fece sobbalzare tutto lo scafo mentre altri cannoni venivano portati in posizione, la canna infilata attraverso i boccaporti spalancati, dagli uomini dell’equipaggio. Era dunque una battaglia navale in mezzo ai cieli quella che si prospettava?
Il demone si era accorto dell’intruso, poiché ogni tanto si voltava e li scrutava di lontano. Non sembrava comunque sia curarsi molto di loro.
La nave guadagnò ancora spazio. Ora la creatura era perfettamente visibile, e il Paladino calcolò che, se si fosse trovato sulla prua dello scafo, avrebbe potuto colpire il nemico con un colpo di balestra, se il vento fosse stato favorevole. Effettivamente, l’Arcidemone non si trovava a più di 500 metri dallo scafo di legno ed acciaio del vascello.
Quasi avessero letto nei suoi pensieri, alcuni balestrieri si portarono sulla prua della nave, presero la mira e scaricarono le armi. Dovevano essere armati di balestre molto potenti, poiché i quadrelli giunsero addirittura a superare il demone, seppure i pochi che lo colpirono si sbriciolarono semplicemente sotto il suo impatto.
“Bene, è a portata” mormorò Henkel. Evidentemente quella salva di colpi non aveva altra funzione se non calcolare la gittata.
Sir James slacciò le cinture, e si precipitò nella stiva sottostante. Henkel sbuffò.
“Batteria di destra, pronti a far fuoco! Tenetevi forte!” gridò il Capitano, e fece mulinare il timone principale.
La nave sbandò e si posizionò, inclinandosi quasi di novanta gradi, parallela alla direzione che stava percorrendo. Bright si trovò ad avere il cielo sulla destra e la terra, in basso, sulla sinistra. Di colpo, quasi sotto l’influsso di un contraccolpo, la Rondine Azzurra si raddrizzò. Nel momento stesso in cui la terra tornò sotto di loro ed il cielo sopra, il demone si ritrovò tutto il fianco destro della nave rivolto contro. Un’unica, violentissima detonazione fece scuotere ogni singolo bullone della Rondine, mentre tutte le armi aprivano il fuoco. Attorno all’Arcidemone si scatenò una catena di esplosioni colorate.
Il demone scomparve per un attimo dalla loro visuale. In quel momento, l’atlantideo ebbe a chiedersi come facesse il vascello a proseguire nella propria traiettoria originaria, pur essendo allineato sulla direzione perpendicolare. Era come se la nave scivolasse sul fianco, proseguendo la sua corsa verso l’Arcidemone.
Quest’ultimo, ferito e ustionato dalla prima salva, si arrestò a mezz’aria.
Rodolphus diede uno strattone al timone, riportando la nave ad inclinarsi sul fianco, mentre con l’altro braccio azionava il timone che controllava l’altezza della nave. Lo scafo della Rondine Azzurra scivolò appena sotto il demone, sfiorandone le spesse scaglie. Il Vassallo era semplicemente sconvolto dalla pericolosità di quella manovra. Se Henkel avesse tardato un secondo di più, la nave si sarebbe schiantata contro il nemico, con effetti catastrofici.
Nel frattempo, il vascello si era raddrizzato, dando la possibilità alle batterie di sinistra di aprire il fuoco sul bersaglio, che ora si trovava dall’altro lato.
Di nuovo, la figura della malvagia creatura fu oscurata dal bagliore delle esplosioni. La Rondine Azzurra, sotto l’impeto della sua stessa velocità, si allontanò rapidamente dal Demone. Rodolphus portò la prua verso il demone, facendo procedere la nave all’indietro, estrasse un piccolo cannocchiale retrattile dalla sua uniforme e scrutò l’Arcidemone.
“Non male come prima scarica” commentò poi. Lo stupore di BrightBlade era equamente suddiviso tra il fatto che la nave stesse volando “in retromarcia” e la pura e semplice constatazione che il loro nemico non sembrava aver subito neppure un graffio. Neppure le spesse membrane che costituivano gran parte delle sue numerose paia di ali sembravano essersi danneggiate particolarmente.
Henkel fece effettuare una larga virata alla Rondine Azzurra. L’Arcidemone si mosse per intercettarla, ma quando fu a pochi metri dallo scafo venne intercettato dal fuoco dei cannoni, che lo scagliò indietro. Di nuovo, la nave scappò lontana dal nemico, al riparo dai micidiali artigli della creatura. Bright poteva udire il movimento sul ponte inferiore, dove i marinai si affrettavano attorno ad i cannoni. Anche sul ponte della nave, l’equipaggio era intento a ricaricare le armi più piccole.
Rodolphus fece virare di nuovo la nave, dando la possibilità ad i suoi uomini di sparare una terza scarica a segno, quindi riportò la nave a distanza di sicurezza.
La Rondine Azzurra stava danzando attorno all’Arcidemone come una mosca, rovesciando sul nemico un tale volume di fuoco che ormai il demone cominciava ad apparire malconcio. Bright ricordava di aver visto, da bambino, uno strano insetto ronzare attorno ad un coleottero molto più grande di lui, colpendolo con un liquido velenoso fino a paralizzarlo. La nave di Henkel stava adottando la stessa strategia.
Il Capitano posizionò la nave per un quarto passaggio. Di nuovo, il demone e lo scafo si trovarono a brevissima distanza, e gli uomini aprirono il fuoco. Ma, all’ultimo momento, l’Arcidemone si lanciò in basso, schivando il colpo, quindi tornò a librarsi in aria proprio a poppa della Rondine Azzurra. Rodolphus fece ruotare il timone secondario fino al massimo, facendo balzare la nave verso l’alto, ma il demone non attaccò subito come Henkel si era aspettato. Prese invece con calma la mira, e quindi scagliò un immane globo infuocato verso il vascello.
La palla di fuoco esplose contro la poppa, frantumando le vetrate e scagliando a terra tutti gli occupanti della plancia, BrightBlade compreso.
Il fumo che avvolgeva il locale era intenso, qua e là principi d’incendio non presagivano nulla di buono. Sebbene la struttura in acciaio avesse retto l’impatto, le parti in legno dello scafo erano state carbonizzate, e l’incendio rischiava di propagarsi a tutta la nave.
Tossendo, il Paladino balzò in piedi, e con una rapida occhiata constatò che Rodolphus non si era schiodato dal timone, ed anzi stava manovrando. L’Arcidemone infatti si stava scagliando sulla nave, ma gli uomini della batteria di sinistra, evidentemente marinai espertissimi, avevano evitato di aprire il fuoco nell’impatto con la palla di fuoco, risparmiando i colpi per quel momento. Il nemico fu respinto indietro da una scarica precisissima; alcuni colpi perforarono una delle ali del demone, che ruggì di dolore.
BrightBlade udì un grido, e si accorse che Arynn stava penzolando nel vuoto, aggrappata ad una trave di legno. Il Paladino scattò verso di lei, incastrò un piede sul pavimento, sfondandolo con lo stivale senza troppi complimenti, e si allungò verso la maga, afferrandole le braccia. Con uno strattone, il Vassallo la lanciò all’interno di ciò che rimaneva della plancia, quindi si rialzò in piedi.
“Fallo un’altra volta, e ti getto fuoribordo con le mie stesse mani!” gridò paonazzo Rodolphus, guardando con occhi affranti il pavimento della sala comando sfondato.
BrightBlade ed Arynn scoppiarono a ridere.
Avvicinarsi alla Rondine Azzurra era decisamente pericoloso, constatò l’Arcidemone, il quale decise di continuare a bersagliarla con una raffica di palle di fuoco. Lo scafo della nave venne martoriato dagli incantesimi della creatura, ma gli uomini continuarono intrepidamente a rispondere al fuoco, costringendo il nemico a diminuire vistosamente il suo volume di fuoco per evitare i colpi dei cannoni. Dal canto suo, Henkel faceva il possibile per risparmiare danni allo scafo, ma sebbene la Rondine fosse incredibilmente maneggevole, non era comunque abbastanza rapida da poter evitare gli incantesimi del demone.
“Un’informazione, Capitano – disse Bright – Cosa avete detto che abbiamo in quel pallone sospeso sopra di noi?”
“Ossigeno misto a qualcos’altro” grugnì Henkel, mentre evitava per un soffio un globo infuocato particolarmente grande.
“E se non ho capito male, se ce lo perdiamo per strada non è un guaio troppo grave…” mormorò allora il Paladino. Sguainando la spada, BrightBlade aprì il portello che conduceva sul ponte della nave con un calcio e scomparve all’esterno.
Rodolphus lo osservò allarmato mentre scorrazzava sul ponte, ma così facendo perse di vista il demone.
Una palla di fuoco ancora più grande della precedente colpì la Rondine Azzurra nella parte inferiore dello scafo, verso la prua.
Di colpo, quest’ultima cominciò a puntare decisamente verso il basso.
“Che succede?” gridò Sir James, che fino a quel momento aveva guidato il fuoco degli artiglieri, facendo capolino dalla botola che portava di sotto.
“Credo che i cristalli di prua siano stati danneggiati. Dovrò ammarare” grugnì Rodolphus, restio ad accettare la sconfitta.
“E credi che lui ce lo lascerà fare?” disse Arynn, scura in volto.
La Rondine Azzurra puntò dritta verso le acque, scendendo in picchiata sempre più veloce. Ben presto, il demone cominciò a seguirne la scia, guadagnando terreno.
“Se ci raggiunge, ci fa a pezzetti” osservò Arynn.
“Io non mi preoccuperei, se fossi in voi” disse Sir James sorridendo. Guardate là fuori cosa sta preparando quel ragazzo” aggiunse poi.
Rodolphus ed Arynn scrutarono oltre la vetrata come un sol occhio, e videro il Paladino intento a tranciare a colpi di spada le spesse funi che ancoravano la sacca d’aria alla Rondine.
Henkel sorrise. “A quell’atlantideo piace troppo distruggere la mia nave. Dovrò fargli un discorsetto” aggiunse. Quindi chiamò a sé i balestrieri.
“Stiamo per sganciare il serbatoio di ossigeno. Il demone ci sbatterà contro come su un cuscino, e voi dovrete colpirlo. E’ tutto chiaro?” spiegò.
“Sissignore” risposero i soldati.
“Ehm… Rodolphus, credo tu abbia dimenticato un dettaglio…” aggiunse James, sorridendo.
“E quale sarebbe?” disse lui.
“I quadrelli è meglio incendiarli”.
Un bagliore omicida illuminò gli occhi del comandante della Rondine Azzurra.
Pochi secondi dopo, i balestrieri erano schierati.
Oramai la sacca d’aria era tenuta assieme alla nave da una manciata di cavi, che gemevano sotto il peso sostenuto. La caduta della Rondine era assai rallentata da quella massa sbatacchiante sopra di loro, e l’Arcidemone stava guadagnando terreno a vista d’occhio. Si trovava ormai a meno di una ventina di metri.
Bright lo notò con la coda dell’occhio, e abbatté la Lama di Atlantide su un’ennesima fune. La corda saltò via sibilando, rischiando di tagliarlo in due. Come se avesse avviato una reazione a catena, le altre funi schioccarono e si lacerarono. Il pallone d’aria schizzò indietro, e l’Arcidemone andò a sbatterci contro senza poter neppure tentare di schivarlo.
“Ora!!!” gridò Rodolphus. “MANDATELO ALL’INFERNO!!!” lo sovrastò Sir James, sguainando la spada e puntandola verso l’enorme cuscino bianco che si dibatteva in mezzo all’aria.
Quaranta dardi infuocati sfrecciarono via dalle balestre, e attraversarono il breve spazio tra la plancia squarciata ed il bersaglio in una frazione di secondo, andando a perforare l’enorme serbatoio d’aria che avvolgeva l’Arcidemone.
E il serbatoio esplose.
La detonazione fu così violenta che frantumò quei pochi vetri ancora integri fino a quel momento, e gettò a terra ogni singolo occupante della nave. Un immenso globo di fuoco si espanse nell’aria, oscurando per un attimo la stessa luce del sole. Rodolphus Henkel, Sir James, Arynn e BrightBlade non ebbero il tempo di esultare: pochi attimi dopo, la Rondine Azzurra si schiantò contro la superficie del mare, andando a fondo per una ventina di metri prima di riemergere.
I boccaporti spruzzarono fuori l’acqua entrata come una fontana, ovunque fu un proruppero di tossicchiate e di sputacchi.
Sir James si rialzò in piedi, e con lui Rodolphus ed Arynn. Il vicecomandante si era fracassato la testa nell’impatto, sbattendo contro le pareti della plancia, e la stessa sorte era toccata ad almeno sei dei coraggiosi balestrieri che avevano provocato la detonazione del pallone d’aria. Faryah si precipitò sul ponte, tra i gemiti dei feriti. Steso sul ponte, con una grossa fune annodata attorno ai fianchi, BrightBlade stava sputando tanta acqua quanta non avrebbe mai creduto di poter bere.
“Per un attimo ho pensato che l’impatto ti avesse spazzato via chissà dove” disse James, dando una violentissima pacca sulla spalla dell’atlantideo, che barcollò in avanti sull’impatto, nonostante l’armatura e tutto.
“Non ci penso nemmeno… e poi i pesci non sono molto socievoli… così silenziosi…” disse poi.
“Se era una battuta, faceva veramente schifo” disse Faryah, scoppiando a ridere.
In quel momento, l’Arcidemone riemerse dagli abissi, a qualche chilometro da loro. Sebbene avesse almeno tre ali completamente distrutte per l’esplosione, il demone spiccò il volo e superò velocemente il relitto della Rondine Azzurra, ruggendo la sua sfida e proseguendo il suo viaggio di distruzione, incurante di coloro che, ormai, non rappresentavano più una minaccia.
“E così, abbiamo fallito. Non siamo riusciti a fermarlo” disse James. “E, a meno che non ci sia un vero e proprio miracolo, credo anche che questa carcassa stia per colare a picco. E’ peggio che un colabrodo, ed è persino di ferro”, aggiunse.
“Non ti azzardare a chiamare la mia Rondinella carcassa, James Faryah, o l’ultima cosa che farò prima di inabissarmi sarà tirarti il collo!” gridò Rodolphus Henkel, mentre lui ed Arynn raggiungevano i due cavalieri sul ponte.
“Non ci stiamo per inabissare, Rodolphus” disse calmo BrightBlade.
“Ah no? Sai quanto pesa quest…” Il Capitano non completò la frase. Si ritrovò a fissare negli occhi il muso di un drago marino, mentre le sue spire scorrevano sotto lo scafo, sollevandolo dall’acqua.
“Rodolphus, Arynn, James, vi presento Shann Kahn, Signore dei Mari dell’Est” annunciò il Paladino di Atlantide, mentre dava alcune pacche amichevoli sul muso del drago che si era fatto amico nel suo viaggio iniziatico via da Atlantide.
“Oh beh…” disse Rodolphus, cercando di nascondere la paura per il Drago Marino...
“Se lo dici tu…”
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:47. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com




Vota bluedragon.it nella MTprox Top100