Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 
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Un messaggio dal passato

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2005 14:40
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12/11/2004 20:34
 
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Un’esplosione di energia terrificante spazzò via il Paladino, facendogli attraversare in volo i centoventi metri che lo separavano dalla parete opposta della caverna e mandandolo a schiantarsi contro le rocce. Lentamente, il corpo di Keeran cominciò a trasformarsi.
L’armatura nera costellata di gemme purpuree del Distruttore tornò a rivestire il suo corpo, le ali d’acciaio scuro tornarono a dispiegarsi nell’oscurità più assoluta che aveva avvolto la caverna. La Lama di Atlantide di Keeran si mutò nell’invincibile spada del Portatore di Tenebra.
L’essere, prigioniero del Diadema per tutto quel tempo, gridò la propria gioia maligna, facendo riecheggiare tutto l’antro del suo urlo micidiale.
BrightBlade si alzò in piedi. Era stato scaraventato contro pareti di roccia un po’ troppe volte in un viaggio solo, e cominciava ad averne abbastanza. La vista del Distruttore non lo terrorizzò. Era il primo essere in tutta la storia ad averlo già visto, seppure in una sorta di sogno, e ormai l’Araldo Nero non poteva più fargli paura.
Il Paladino di Atlantide individuò la sua spada, che giaceva a cinque-sei metri da lui, e si gettò su di essa. Del resto, l’essere che una volta era stato Keeran Lathern sembrava non curarsi minimamente di lui, in preda ad una folle euforia. Di colpo però il Portatore di Tenebra sembrò ricordarsi del Vassallo, perché si voltò di scatto verso quest’ultimo, brandendo la sua micidiale arma. Il demone avanzò, quindi sollevò la spada sopra la testa e la schiantò per terra, dove si trovava BrightBlade. L’atlantideo balzò di lato, schivando il colpo, e poi effettuò un affondo diretto al petto della creatura. La Lama di Atlantide, tuttavia, impattando con la nera armatura del nemico venne deviata di lato, e il Paladino fu costretto ad una vera acrobazia per evitare il fendente di rimando dell’avversario.
Combattere contro un avversario il doppio di te è sempre difficile, specialmente se il nemico è estremamente abile nel maneggiare la sua arma. Il punto debole di ogni guerriero enorme è, tuttavia, la rapidità: spesso la tremenda forza fisica è a scapito della velocità con cui si sferrano i colpi.
Di questa regola generale, l’Araldo Nero era l’esatta eccezione: benché i suoi colpi fossero talmente potenti da poter mandare in frantumi rocce intere, essi piovevano come grandine dal cielo, non lasciando un attimo di respiro a BrightBlade. Dal canto suo, il Paladino riuscì numerose volte ad oltrepassare le difese del nemico, ma ogni volta i suoi affondi erano deviati dalla corazza che proteggeva il suo avversario. Forse neppure un affondo diretto sarebbe stato in grado di distruggere quell’armatura, certo era che i contrattacchi rapidi ma non troppo potenti dell’atlantideo avevano ben poche speranze di vincere quell’armatura resistentissima.
I duellanti continuarono a combattere per qualche minuto, senza che nessuno di loro riuscisse ad infliggere alcun danno all’altro. Quasi come di comune accordo, i due smisero di combattersi e cominciarono a studiarsi, ruotando l’uno attorno all’altro. Il Distruttore era evidentemente stupito di un avversario così caparbio: nulla rimaneva in lui di Keeran Lathern, se non le membra deformate, e il demone aveva sottovalutato l’avversario. BrightBlade, dal canto suo, stava realizzando mentalmente il modo in cui il nemico lo attaccava, cercando un qualche punto di debolezza in quella macchina di morte apparentemente indistruttibile.
Tanto improvvisamente quanto era cominciata, la tregua si interruppe: l’Araldo Nero balzò contro il Paladino spada in pugno. Questi deviò a lato l’affondo e rispose con un fendente violentissimo, che riuscì ad aprire una seppur piccola ferita nel petto del mostruoso avversario. Il secondo attacco però andò a vuoto, e il Portatore di Tenebra restituì il colpo al Vassallo, colpendolo al volto con l’elsa della sua spada seghettata.
BrightBlade incassò il pugno con un gemito e perse l’iniziativa. Il nemico lo costrinse a difficili parate insidiandolo sul fianco destro, poi, ruotando su se stesso, lo attaccò sulla destra, mirando alle gambe. BrightBlade intercettò l’attacco, ma il demone utilizzò l’impatto tra le due spade per scagliarsi di peso contro il nemico.
Il Vassallo fu schiacciato a terra sotto la titanica mole dell’Araldo Nero, ma riuscì a levare la spada ed intercettare un fendente che lo avrebbe decapitato. Quindi, facendo ricorso a tutte le proprie forze, sferrò un tremendo pugno al volto del nemico, che ruzzolò di lato ruggendo il proprio dolore per quell’attacco imprevisto.
Balzato in piedi, Bright non aspettò che il Distruttore si riprendesse. Con un movimento rotatorio si portò in prossimità del Demone là dove quest’ultimo non avrebbe mai potuto parare e sferrò un fendente violentissimo diretto alla testa della creatura.
L’Araldo Nero chinò la testa all’indietro, lasciando che la Lama di Atlantide volasse a qualche millimetro dal proprio elmo, quindi contrattaccò con un fendente altrettanto violento, che colpì il Paladino, sbilanciato dalla forza del suo attacco, in pieno petto.
L’Armatura di Atlantide resse incredibilmente l’urto, ma il Vassallo fu gettato a terra, mentre la sua spada schizzava via per cadere, con un clangore metallico, a parecchi metri di distanza.
Il Distruttore avanzò minaccioso verso BrightBlade, privo di sensi. Il demone ruggì di gioia. A quanto pareva, stava per sbarazzarsi di quel fastidioso umano. Una voce di donna interruppe i suoi progetti omicidi: “In guardia!”
Syrienne, approfittando della distrazione del Portatore di Tenebra, aveva raggiunto la spada del Paladino di Atlantide, ed ora, brandendola, sfidava il terribile nemico.
L’Araldo Nero scoppiò in una fragorosa risata.
“Getta quella spada, donna, e fuggi finché sei in tempo” disse poi.
La Sacerdotessa lo ignorò. Il Distruttore si voltò, disinteressandosi di quella che considerava essere un avversario pericoloso quanto una mosca. Levò la spada verso l’alto, preparandosi ad abbatterla sul corpo esanime dell’atlantideo. Improvvisamente, nella caverna si udì un sonoro schianto, e il Portatore di Tenebra vide la punta di una spada, la Lama di Atlantide, emergere dal suo petto.
Istintivamente la creatura cercò di strapparsi via l’arma dalla schiena, dove Syrienne l’aveva conficcata con tutte le sue forze. La donna fu scagliata a terra dai movimenti forsennati del nemico, che infine rinunciò allo scopo. Tendendo ogni muscolo, il Distruttore ruggì. Il suo corpo fu avvolto da una crepitante aura nera, e la Lama di Atlantide venne fuori, lentamente, dallo squarcio che aveva aperto, cadendo a terra poco distante. La ferita si richiuse con uno schiocco, e le piastre dell’armatura si saldarono sopra di esse. In pochi secondi, non c’era più traccia del terribile colpo.
Il Portatore di Tenebra ruotò i suoi occhi di fiamma verso la Sacerdotessa che l’aveva ferirlo. Le balzò addosso come un giaguaro, bramoso di ridurre in poltiglia colei che aveva osato tanto.
Syrienne schivò per un pelo il primo fendente, ma il secondo la colpì alla spalla, lacerando muscoli ed ossa con una facilità impressionante, a tal punto da riuscire quasi a staccarle un braccio dal corpo. Stravolta dal dolore, la Sacerdotessa cadde in ginocchio. Il demone le sferrò un calcio in pieno volto, stendendola a terra, quindi sollevò la spada per trafiggerla. Lei vide quella lama micidiale profilarsi sopra al suo corpo, e capì di essere spacciata. Prima di ricevere il colpo fatale, pregò che il suo sacrifico servisse a qualcosa.
Con un sibilo, la spada dell’Araldo Nero si conficcò trapassò l’esile corpo della Sacerdotessa, piantandosi nella roccia mentre tutto attorno si spandeva una chiazza scura di sangue.

*****


BrightBlade riprese i sensi e vide.
Un nuovo sentimento invase il suo animo, qualcosa che non aveva mai provato. Non era furia né dolore, forse un misto delle due. Qualsiasi cosa fosse, Bright non poteva, né voleva controllarla. In un attimo, recuperò la Lama di Atlantide, ancora sporca dell’icore del demone. Prima che quest’ultimo potesse anche solo rendersi conto di cosa stava succedendo, il Paladino di Atlantide piombò su di lui come un ciclone. Il primo colpo fu diretto alle gambe. Schinieri, tendini, scaglie, tutto andò in pezzi. L’Araldo Nero crollò in ginocchio, ma riuscì a rotolare su se stesso evitando l’affondo selvaggio del Paladino, che lo avrebbe trafitto. Ma l’atlantideo era inarrestabile. Un nuovo fendente staccò di netto il braccio che reggeva la spada del Distruttore. Gridando la sua disperazione, BrightBlade di Atlantide completò l’opera che non era riuscita a Jaghatai Kahn, molti anni prima. La Lama di Atlantide si abbatté sull’elmo del nemico come il maglio di Zeus, riducendo in poltiglie prima la mano artigliata che il Distruttore aveva levato come ultima, vana difesa, poi il suo cranio deformato. Nel momento stesso in cui la vita, se così si poteva definire, abbandonò quella creatura terribile, un’esplosione di energia negativa travolse il Paladino, gettandolo in ginocchio. Lentamente, Keeran Lathern riprese le sue sembianze. Aveva la testa divisa a metà, ma sulla sua fronte brillava ancora, nonostante tutto, il Diadema.
BrightBlade ignorò completamente il fenomeno. Piantata la spada a terra, si gettò sul corpo esanime di Syrienne, disteso in un lago di sangue, e lo strinse tra le braccia.
“PERCHE’????” gridò, con tutto il fiato che aveva. Scoppiò in lacrime e rimase lì, disperato, stringendo tra le mani quel corpo così esile, privo di vita.
Quindi, il suo sguardo cadde sull’artefatto.
“Non provocherai più alcun male” disse BrightBlade, il volto rigato tra le lacrime. Deponendo il cadavere di Syrienne, afferrò l’oggetto magico e corse verso l’incudine nera. Il martello era tornato al suo posto. Il Paladino di Atlantide lo strinse e lo abbatté sul Diadema.

To be continued...
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