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La prima "Alba" e l'ultimo "Tramonto"

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2018 21:33
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Sesso: Maschile
Gran Maestro
14/06/2016 14:14
 
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E così i due dopo aver ricevuto entrambi le cure dovute dai chierici della guarnigione, si ritrovarono a parlare della loro storia con un signore robusto che aveva molti capelli, una barba curata di colore rossiccio come le foglie cadute di un albero, portava un pettorale argentato, spada argentata anch’essa al fianco e un mantello azzurro sulle spalle trattenuto da due fermagli simbolo della città di Baron, quattro torri collegate fra loro… vedere un borgomastro pronto alla battaglia in qualsiasi momento faceva un effetto strano, ma il periodo richiedeva uno sforzo da parte di tutti.
<<Ordunque, dite di essere stati attaccati a Raveltree? Mi dispiace di non poter esservi stato di aiuto ma come vedete, purtroppo, l’intero mondo verte in uno stato di perenne oblivio… posso però assicurarvi ospitalità, cibo e un lavoro, in cambio della vostra permanenza e supporto in caso di attacchi, vorrei provare a difendere questo villaggio in ogni modo, non permetterò che succeda la stessa cosa…>> disse Torvald lo scarlatto.
<<La ringraziamo per tutto, accettiamo di buon grado, se non vi spiace adesso prendiamo congedo abbiamo davvero bisogno di riposarci>> rispose il vecchio Ingmir per entrambi, il ragazzo si limitò ad annuire.
<<Certo, non prima di esser passati per i nostri celusici e chierici, sapranno medicarvi a dovere, e dopo vi consiglio di passare per la piazza principale e girare a destra della statua ove troverete la Locanda del Cavaliere>> disse Torvald, indicando le ferite di Ingmir e del ragazzo.
Dopo essersi congedati dal capomastro e le guardie cittadine prima di uscire dalla caserma, passarono per l’infermeria. Il ragazzo se la cavò con piccole fasciature ai polsi e le ginocchia a causa di eccessivi sforzi e svariate lesioni superficiali, il vecchio Aspirante ebbe una gran bella fasciatura nella zona lombare e dell’estratto di calendula da bere giornalmente onde accelerare la guarigione. Uscendo fuori si resero conto che Baron era almeno il doppio di Raveltree, la guarnigione, una specie di enorme casa di marmo squadrata, si trovava proprio vicino all’unico Cancello principale, difatti dietro il villaggio fortificato vi erano monti di grande altezza che vietavano l’accesso oltre. Guardando innanzi si potevano scorgere la strada principale fatta di terriccio e pietrisco con case a destra e sinistra e mentre camminavano, iniziarono a rendersi conto di una statua nella piazza principale che ritraeva un uomo immerso in un’imponente armatura con uno spadone conficcato nel terreno e le mani appoggiatevi sopra, doveva essere alta almeno tre metri.
Come gli era stato detto dal borgomastro, la Locanda “del Cavaliere” si trovava dopo aver raggiunto la piazza principale e una volta girato a destra della statua la si poteva scorgere facilmente. Prima di andare alla loro meta si fermarono un attimo vicino alla statua e il ragazzo notò una trascrizione ai suoi piedi che recitava “SPES”.
Allorchè Mareon si chiese mentalmente
Cosa mai potrà significare?
<<Ah vedo che vi siete fermato, immagino che vi stiate chiedendo cosa significhi, per fugare ogni dubbio è la “Speranza”, essa ci accompagna per tutta la vita, ed è quella che ci da la forza di andare avanti, di credere che possiamo farcela, che ci sia un futuro diverso, migliore.
<<Capisco ma è solo un’illusione…>> rispose Mareon ormai sconfortato anche dagli eventi passati.
<<Non credo mio caro ragazzo, se sia un'illusione o una finzione non v’è dato saperlo per certo, ma io dico che è lo stimolo a pensare in positivo.
Vedete ogni uomo ha ricevuto da Dio la facoltà di sperare e sperare intensamente, finchè la cosa sperata non si tramuti in un Miracolo, come quello che sta compiendo la Fenice Blu>> spiegò il vecchio Aspirante.
<<Ma dov’era quel MIRACOLO che voi decantate quando nel mio villaggio tutti morivano? Non rispondete vecchio? DOV’ERANO? DITEMELO!>> sbraitò il giovane, ancora in subbuglio per aver perso ogni cosa e senza aver colto cosa avesse voluto fargli capire Ingmir, dopo di chè si mise a correre verso la Locanda ormai non lontana.
Il vecchio Aspirante sentendo tutti gli occhi della gente su di sé si limitò ad alzare le spalle e sospirare, seguendo il tragitto fino alla Locanda anch’egli… non lo si poteva biasimare, d’altronde era giovane ed aveva perso tutto in una notte.
Ragazzo fosse l’ultima cosa che faccio ma ti aiuterò fino a quando avrò le forze di renderti un grande guerriero pensò mentre il vecchio si avviava per seguirlo, ma il ragazzo era stato un fulmine a ciel sereno, sin troppo, lo aveva già preceduto.
La locanda del Cavaliere era proprio in tema e due armature sorvegliavano i lati della porta con le lance appoggiate ai guanti di ferro congiunti. Il salone non era così ampio e vi erano all’incirca cinque tavoli e il bancone non molto distante. Un po’scarna ma accogliente. Non appena entrò Ingmir si avvicinò all’Oste in fretta non badando ai viaggiatori e i cittadini del loco chiedendo se avesse visto un ragazzo correre come un forsennato. L’Oste, un uomo irsuto con tanto di cappello di cuoio in testa rispose un po'bofonchiando:
<<Quel ragazzetto sembrava avesse visto un’Ogre nel villaggio, comunque sia è salito in camera, salite al piano di sopra, la seconda porta a destra non potete sbagliarvi…>> disse, poi aggiunse subito dopo <<… Ah avete pagato vitto e alloggio fin quando rimarrete qui, grazie per quello che fate>> concluse l’uomo irsuto con un sorriso, mettendo in mostra la sua dentatura perfetta, denti storti e per lo più gran parte ingialliti, tipico di chi ha un’igiene frequente.
<<Vi ringrazio, speriamo di riuscire a superare questo periodo di guerra..>> rispose Ingmir secco.
L’Aspirante fece un cenno d’assenso salutando e si diresse su per le scale a sinistra del bancone. Salite le scale, non fu difficile trovare la porta delle stanze, era aperta e Mareon era già nel letto a guardare un punto fisso. Il vecchio Aspirante non proferì parola ma si limitò a togliersi l’armatura cambiarsi e mettersi a letto. Quella notte passò rapida come una lepoardo che si avventa sulla preda.
L’indomani il ragazzo si era svegliato di buon mattino, era l’Alba e dopo aver visto affacciato alla finestra il lento sorgere del sole si accorse che Ingmir non era nel suo giaciglio, in preda al panico notò però un biglietto con scritto sopra:
“Vestitevi e venite alla guarnigione”
Il ragazzo iniziò a pentirsi di aver detto quelle parole al vecchio, ma in fondo pensava di aversele meritate, non aveva affatto fiducia nella Fenice Blu, non c’era nessuno quando sono morti, solo il vecchio, infatti mi scuserò del mio brusco comportamento, se ci fosse ancora Hans non approverebbe pensava continuamente.
Indossò in tutta fretta la giacca di cuoio, le brache di pelle e gli stivali di pelle, dopo di chè prese le sue due lame da sotto al giaciglio le mise nei foderi e partì alla volta della guarnigione.
Una volta arrivato venne indirizzato dal borgomastro e le guardie in una piccola stanza quattro per quattro metri di lunghezza e larghezza. L’Aspirante lo attendeva con indosso la sua armatura leggera e l’Alabarda ben salda fra le mani rugose.
<<Vecchio, mi avete spaventato! E.. e.. comunque volevo scusar..>> inveì moderatamente Mareon ma venne interrotto da un cenno con la mano dal guerriero.
<<Lo immaginavo, avete capito adesso, non crucciatevi… ora se vorrete sopravvivere in questo mondo sopraffatto dal Male, difendetevi!>> rispose Ingmir che passò all’attacco.
Dal canto suo il ragazzo preso alla sprovvista sguainò le lame e si preparò a parare il colpo d’alabarda scagliato dall’alto verso il basso, obiettivo, la sua testa. Mareon riuscì in modo fulmineo a parare e anche contrattaccare menando due fendenti laterali, mettendo persino in difficoltà un’Aspirante come Ingmir, ferreo e navigato dalle tante battaglie intraprese, che deviò l’attacco del giovane con la parte anteriore dell’alabarda. Era proprio come aveva già pensato da tempo il guerriero, sapeva che quel ragazzo nascondeva un prodigio dentro di sè e di questo ne aveva parlato a lungo con il borgomastro che conosceva bene, anche nessuno dei due lo aveva fatto minimamente capire.
Lord Torvald un tempo aveva un castello, un tempo era stato ed è ancora un grande condottiero inoltre aveva persino l’onore di poter ancora concedere titoli e in quella particolare occasione avevano intenzione di fare di Mareon un cavaliere per poi portarlo al cospetto del Sommo.
Intanto il combattimento durò per altri cinque minuti finchè Ingmir cadde sfinito a terra e Mareon vinse l’allenamento.
Un battito improvviso alle sue spalle destò l’attenzione di entrambi.
<<Ma bene, Ingmir avevi ragione, il ragazzo ha la stoffa per diventare un ottimo guerriero della luce>> intervenne una persona nella penombra dello stanzone. Facendo un passo avanti si mostrò essere il borgomastro Torvald.
<<Torvald… hanf… hanf ve lo avevo detto io>> disse poi Ingmir alzandosi.
In tutto ciò il ragazzo non riuscì a capirci granchè, ma ben presto tutto si sarebbe fatto più chiaro.

Continua... con il passato di Ingmir e Torvald, due grandi amici.
[Modificato da Drago.89 15/06/2016 14:14]
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