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La prima "Alba" e l'ultimo "Tramonto"

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2018 21:33
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Sesso: Maschile
Gran Maestro
11/06/2016 01:54
 
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Villaggio di Raveltree

Si prospettava una lunga e faticosa giornata sin dalle prime luci dell’alba, il giovine non sapeva più come fare per ripararsi dai raggi solari e continuare il suo umile lavoro nei campi, ma nonostante tutto doveva cercare di fare in fretta, i semi di zucca non si sarebbero mai piantati da soli e l’ora di pranzo si avvicinava.
E così il sedicenne Mareon si spronò onde finire in tempo, il padre aveva già finito di arare la sua zona destinata ai pomodori guardando con aria di soddisfazione i suoi strumenti di lavoro, un aratro e le sue due mani callose sporche di terriccio. Dopo un po’ il ragazzo iniziò a maledire quegli stupidi semi di zucca che sembravano non finire mai, nel frattempo il padre lo aveva preceduto rincasando per mangiare. Passarono pochi minuti e anche il giovane ultimò il suo lavoro, rincasando anch’egli. Consumarono un pasto frugale a base di polenta e zucchine, pane al forno casereccio, il tutto accompagnato da un bel bicchiere di vino o acqua fresca di pozzo. In famiglia erano in tutto quattro, Mareon, il padre Hans, la madre Greta e la sorellina Rina.
Discussero a lungo sullo stato della semina, del terreno e dei prossimi raccolti, difatti il piccolo borgo rustico di Raveltree era rinomato per le sue esportazioni di ortaggi e frutta fresca. Questo bel paesello era tutto concentrato nel bel mezzo della radura incontaminata, incastonato in una rigogliosa montagna quasi come un gioiello, a circa ottocento metri sul livello del mare. L’unica via di accesso si trovava a nord, lungo la strada principale fatta di terreno battuto e acciottolato, arduo da raggiungere e isolato ma con una vista mozzafiato sulla vallata sottostante e il mare poco lontano a est. Le case erano quasi tutte uguali rigorosamente in legno di pino, tranne quella del borgomastro Hans realizzata in pietra di tufo. L’unica difesa consisteva in una modesta recinzione in legno, ovvero dei pali incrociati e conficcati saldamente nel terreno lungo tutto il perimetro del villaggio, oltre a ciò fisicamente si contava su una masnada di contadini armati di roncole, pale e forconi... insomma non proprio rassicurante in caso di attacco.
Descrivere Mareon era semplice come bere un bicchier d’acqua, un ragazzetto umile che non aveva nel sangue la vita del contadino ma al contrario sognava di diventare un grande Cavaliere e combattere le ingiustizie e i mali del mondo, per poi unirsi alle schiere di Bluedragon, ma il padre non era della stessa opinione… secondo Hans esistevano solo la famiglia, la semina, l’aratro per i campi, il raccolto e il commercio con gli altri villaggi. Dopo aver finito di mangiare ogni componente della famiglia si dedicava alle proprie abitudini pomeridiane e mentre il tramonto si apprestava, sia Mareon che Hans uscirono sul porticato di casa e seduti su di una panca osservarono il paesaggio. Godevano di una bella vista e alla luce del sole che calava cominciarono un discorso.
<<Che bel panorama padre>> smaniò perso il ragazzo.
<<E’ sempre bello>> confermò il padre.
<<Anche se sarebbe bello uscire di tanto in tanto>> disse smanioso Mareon.
<<Sai, il nonno soleva sempre dire la stessa fras..>> stava per dire Hans quando fu interrotto bruscamente.
<<Padre ancora? Sarà la centesima volta che ve lo sento dire, un giorno io sarò l’uomo di famiglia e dovrò badare al raccolto ogni giorno, noi viviamo di questo… lo so! Ma a volte vorrei… ecco vorrei essere qualcosa di più di un semplice contadino!>> sbraitò il ragazzo.
Dopo attimi di lungo silenzio e un lungo sospiro, Hans, che capiva suo figlio meglio di chiunque altro ruppe il ghiaccio.
<<Vedete, anche io in giovane età sono stato un avventuriero, ma dopo essermi beccato una freccia in piena spalla ho deciso di abbandonare quella vita pericolosa, miracolosamente riuscì a ritornare qui a Raveltree ed una brava donna, ovvero vostra madre, mi curò e fu così che ci amammo a prima vista, ci sposammo subito dopo e sono felice di dire che mi ha donato due angeli, vostra sorella e voi… col tempo forse capirete ragazzo mio>>.
Il giovane non capiva momentaneamente a cosa si riferisse il padre, forse perché voleva qualcosa di più, ma si sforzò di annuire con lo sguardo perso nel panorama sottostante. D’un tratto cominciò a tirare un bel venticello, faceva freschino, così rientrarono e dopo aver baciato sulla fronte i suoi angeli Hans si accasciò sul letto ormai stanco, baciò la moglie e si addormentarono stretti l’uno all’altro come sempre. Le giornate passavano miti, a volte monotone a volte animate dai racconti di un vecchio Aspirante Vassallo che sporadicamente saliva lungo Raveltree, suo luogo natìo, per mettere qualcosa sotto i denti nell’unica locanda del posto e riposarsi dai viaggi che intraprendeva di tanto in tanto.
Indossava sempre un’armatura di ferro logora e scheggiata in più punti, un mantello giallo limone rattoppato in più punti e portava alle sue spalle un’alabarda con fiero orgoglio, nonostante la sua veneranda età. Quando oltrepassava il piccolo cancelletto alto quasi un metro e mezzo le due sentinelle del villaggio, due uomini con miseri pettorali di cuoio armati di semplici archi di legno, chiedevano sempre dov’era stato e cosa aveva fatto con gioia, così la sera in Locanda dopo la fine della ronda il guerriero brizzolato soleva raccontare tutto.
<<Oh oh oh miei cari amici, mi riempite sempre di orgoglio quando mi chiedete dove sono stato… ebbene quando attraversai il passo periglioso vi erano goblin ovunque, sembravano espandersi a macchia d’olio come l’erba…>> cominciò quindi l’anziano guerriero.
Era piacevole ascoltare le storie di tutte le avventure vissute dal vecchio Aspirante, a volte erano abbastanza strampalate ma al solo sentirle brillavano gli occhi del giovane Mareon, che affascinato da tutte le cose che aveva visto e affrontato nei suoi viaggi soleva sempre mettersi seduto vicino al suo tavolo. Ser Ingmir era il suo nome e in un’epoca oscura come quella che stava passando ora il Regno di BlueDragon in quel momento ce ne volevano di cavalieri come lui, ma la Fenice Blu faceva di tutto per mantenere l’ordine, il vecchio infatti si definiva solo un’umile guerriero devoto alla causa. L’imbrunire era ormai calato e nel piccolo borgo di Raveltree dormivano tutti tranne il vecchio Aspirante che soleva addormentarsi sempre più tardi del previsto a causa di sogni inquieti e un problema di schiena, forse più la schiena che i sogni. Intanto Mareon all’insaputa di tutti, come ogni notte, era solito andare ad allenarsi con la vecchia spada di Hans in una grotta poco lontana, infatti a sud del villaggio vi era un piccolo pezzo non recintato e dopo circa cinquecento metri un ingresso all’interno del monte celato dalla vegetazione.
Successe tutto in poco tempo e in quel piccolo borgo iniziarono a sentirsi dei rumori di passi e dei lamenti orribili. Ancora sveglio e temendo per ogni singola vita nel villaggio il vecchio Ser Ingmir si armò di tutto punto e corse fuori dalla locanda fin quanto gli consentiva la sua veneranda età, ma vide quello che non avrebbe mai voluto vedere… le sentinelle di guardia al piccolo portone erano morte, alcune case iniziavano a prendere fuoco e due orchi seguiti da miriadi di goblin uccidevano e bruciavano ogni cosa. In tutto quel trambusto l’Aspirante con l’aiuto della sua fida alabarda cercò di fare tutto per salvare quante più vite possibili. Vi era una confusione terribile, molte persone scappavano in preda alla paura, mentre Ingmir guidava un’offensiva insieme a coloro che potevano combattere. Fu un massacro, nessuno sopravvisse quella notte, mentre l’Aspirante giaceva sfinito a terra ricolmo di ferite… non era riuscito a salvare nessuno… troppo tardi aveva abbattuto gli orchi e solo dopo averli abbattuti l’attacco cessò facendo scappare in preda al panico i goblin e alcuni orchi… ma se non fosse stato per il borgomastro sarebbe morto, gli doveva la vita, ma ora la sua vita non valeva nulla. Il giovane Mareon dal canto suo si era avventurato nel profondo della grotta e alla fine del cammino aveva trovato all’interno due spade conficcate in pietre diverse… una era di colore arancio con venature dorate e conficcata in una pietra di colore bianco e l’altra violacea con sottili venature nere in una pietra di colore nero, non aveva mai visto quelle spade, come se non bastasse comparve una scritta in latino vicino al muro poco sopra le spade, non appena ebbe l’intenzione di estrarle.

“Solus qui est castus potuerit trahere ex gladium”


Dopo alcuni attimi di indecisione fece per estrarle e dopo un po’di forza riuscì a prenderle entrambi, così continuò ad allenarsi quasi per tutta la notte; si allenava sempre con la vecchia spada di Hans, ma quella sera usò le due spade e menava fendenti, provava gli affondi, dritti sgualembrati e roversi, il suo allenamento era sempre duro, non si concedeva un attimo di pausa… ma quelle lame erano strane, ogni tanto si illuminavano e sembrava che fosse più forte e veloce. Quando ebbe finito decise di portarle con sè e alle prime luci dell’alba uscì di corsa dalla grotta per rientrare nel villaggio e rientrare prima del risveglio di suo padre, ma quello che vide una volta giunto fu uno spettacolo raccapricciante, solo case bruciate, uomini donne e bambini morti... compresi i suoi genitori e la sorellina. Il giovane provò un dolore come non mai nella vita, voleva morire, sentiva un vuoto dentro e solo morte e desolazione intorno a sé.
Giaceva in ginocchio vicino al cadavere del padre piangendo, non poco lontano vi era anche il corpo di un grosso orco. La vita era ingiusta, non voleva essere per sempre un contadino è vero ma non avrebbe mai voluto accadesse una cosa simile. Ancora in preda al puro dolore dell’animo il povero Mareon pareva non sentire né vedere più nulla, quando l’orco poco lontano iniziò a riprendersi, non era ancora morto!
L’abominio ricolmo di ferite e con una freccia conficcata nella spalla si rialzò a fatica brandendo la sua ascia enorme e dirigendosi minacciosamente verso l’unico ancora in vita.
<<RAGAZZO! RAGAZZO TOGLIETEVI DI Lì!>> inveì qualcuno alle sue spalle.
Niente da fare, le urla del povero Ingmir non servirono, miracolosamente ancora in vita e senza perdere un secondo concentrò le sue ultime forze scaraventando la sua alabarda ad una velocità assurda e centrando in pieno petto l’orco, l’acciaio penetrò nelle abominevoli carni, atterrandolo definitivamente. In tutto ciò il vecchio per concentrare tutta quella forza cadde rovinosamente al suolo con un tonfo. Mareon cercò di riprendersi e capire cos’era avvenuto, era difficile superare tutto ciò ma doveva riprendersi, doveva aiutare Ser Ingmir. Il giovane corse nella direzione del vecchio e lo aiutò ad alzarsi.
<<Hanf… hanf… la mia schiena… non pensavo ci fosse… un sopravvissuto in mezzo… a questo macello… ragazzo, prendete la mia alabarda, dobbiamo seppellire i vostri genitori e andare via… non siamo al sicuro… hanf… qui>> disse a fatica l’Aspirante.
Il ragazzo ammutolito e ancora impietrito dal dolore prese l’alabarda del vecchio senza fiatare, dovette far forza per estrarla dal petto del mostro, dopo di che la portò al suo proprietario ed entrambi scavarono quante più fosse potevano… tre per Hans, Greta e la piccola Rina. Dopo una schiena mezza spezzata e le mani che erano inservibili per la fatica, intonarono una preghiera e andarono via dal villaggio. Il vecchio dovette trascinare Mareon che sembrava bloccato innanzi alle tombe della sua famiglia, ma si divincolò e dopo essersi legato le spade dietro la schiena con una corda si avviarono.
<<Era la cosa giusta da fare ragazzo… se fossi rimasto lì saresti morto, impara a convivere con il dolore, serbalo dentro di te e fallo emergere contro i malvagi, in quel momento avrai una forza spropositata>> disse camminando il vecchio guerriero.
<<Non… non… dimenticherò>> riuscì a dire sommessamente il ragazzo.
<<E’ un inizio, da qualche parte dovevamo pur cominciare, bravo ragazzo, ora seguimi di corsa!>> sproloquiò Ingmir, torvo in volto.
Passarono i giorni e non vi era posto in cui non trovassero goblin o orchi da cui nascondersi, erano feriti e malconci, non potevano permettersi uno scontro ora come ora e solo dopo molto peregrinare, all’incirca una settimana, riuscirono a trovare un posto caldo ove riposare le loro stanche membra e riprendersi sia fisicamente che mentalmente.

Villaggio di Baron


Baron, un villaggio fortificato in ferro e legno massiccio per tutto il suo perimetro, costituito da quattro torri squadrate che controllavano tutto dalle alture, un posto che solo trovarlo era definirsi “fortuna sfacciata”. Non per niente era chiamato “villaggio invisibile” e si trovava a metà strada dalla ormai caduta Raveltree e Griferia, incastonato fra le montagne in direzione sud-est rispetto a Griferia, ma trovare la strada era difficile a causa della nebbia che imperversava sempre quel tratto, sempre se non si conosceva bene il loco. Dopo averla trovata si poteva ammirare una stradina in salita, anch’essa incastonata nella montagna, quasi come se fosse stata scolpita da un grande scultore, si camminava lungo duecento gradoni di roccia ormai un po'deformata dal tempo con le enormi pareti della montagna ai fianchi che davano sicurezza lungo la scalata e solo dopo essere arrivati in cima si poteva scorgere poco distante il cancello di legno-ferro del villaggio(ferro e legno messi insieme).
Qui Ingmir e Mareon ancora non ripresosi completamente dal duro colpo psichico subito, decisero all’unanimità di stabilirsi lì e lavorare difendendo il villaggio, decisione sofferta ma più che giusta viste le condizioni in cui versava il povero guerriero. Dapprima molto diffidenti, non appena seppero di un’Aspirante alle porte, vennero subito fatti entrare e curati, rifocillati ed accolti nelle stanze della guardia cittadina e dal borgomastro in persona.

Continua...

OT-Data 878 a.c (da rivedere insieme ad Otrebmu onde collacarla meglio in cronologia, sicuramente una data in cui siano passati all’incirca 1500 anni dalla data odierna in Bluedragon, infatti è ambientato all'epoca della Battaglia dei Draghi ove vennero scoperte le lame di Drago e l'armatura). Spero vi sia piaciuta questa introduzione, non scrivo da tempo immemore. [SM=x92710]
[Modificato da Drago.89 11/06/2016 02:00]
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