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Lo Spartito Obliato -aggiornato per la lettura di tutti-

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 19:03
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Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
23/06/2016 23:58
 
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Il principe Julius era fermo in attesa di domande. I suoi occhi si mossero silenziosi da una parte all’altra del campo visivo. Dall’ala destra e sinistra della sala, seduti nelle loro tribune, i nobili direni apparivano agitati e sottovoce scambiavano pareri, insinuavano dubbi e cospiravano. Sui loro volti apparivano pungenti sorrisi falsi e leggeri. Sguardi pregni di malizia si posavano sui cinque, che in quell’aria nauseante di assurda ipocrisia, contribuivano ad acuire vecchie ferite. Tutto ciò riportava alla mente del principe Julius tristi ricordi, sentiva di odiarli con tutte le sue forze. Avrebbe fatto semplicemente una carneficina e posto fine al malessere, che lo attanagliava psicologicamente. Fin a quando, uno dei sette Gran Gerarchi iniziò a parlare.
<<Sarebbe stato meglio incontrarci senza aver alzato un simile polverone. Vostra maestà principe Julius, come avete potuto violare il suolo della capitale in questo modo? Lo sapete che in questo modo avete dichiarato guerra alla regina e trasgredito il volere del defunto Re Rhupert?>> iniziò a chiedere il gran gerarca seduto esattamente a centro del tavolo.
<<Le ultime volontà di Re Rhupert? Peccato che non erano queste le ultime volontà di mio fratello, visto che è stato assassinato prima di poter nominare il suo successore, così come mia madre, la Regina Raisa!>> esclamò il principe Julius.
<<Cosa volete insinuare? Sapete benissimo che in entrambi i casi sono stati trovati e giustiziati gli assassini>> disse innervosito il gran gerarca.
<<Gran Lord Bazaris, le mie non sono insinuazioni e giustiziare qualche morto di fame non è la vera giustizia. È vero, erano gli esecutori materiali, ma sono mai stati presi i mandanti?>> disse il principe spaziando ampiamente con la visuale su tutti i gerarchi.
<<Quelli, che voi chiamate morti di fame, erano dei nobili aristocratici noti per le loro idee anarchiche, non avevano bisogno di mandanti>> rispose il gran gerarca.
<<Già, gli anarchici, quale miglior capro espiatorio! Quando mai sono esistiti anarchici per davvero? Il vero anarchico vuole solo vivere come una bestia. Quelli erano solo cani devoti ad altri padroni, padroni che li hanno abbandonati alla loro sorte>> disse sprezzante il principe.
<<Questo principe Julius, non è ne il luogo e ne il momento di simili discorsi. Ma cosa pretendete? Che trasgrediamo le regole per un vostro capriccio?>> disse con voce di rimprovero il Gran Gerarca Bazaris.
<<Il mio non è un capriccio, a quest’ora l’altro principe, Rufus, sta tentando di conquistare il Galandrax, mentre mia sorella cospirava e l’altro non sa come muoversi. Solo io, sono l’unico vero sovrano di Direnia, che metterà fine al caos che sta degenerando nel mio regno!>> rispose il principe Julius.
Siete solo un vecchio pazzo, un burattino che parla tanto per dar aria ai polmoni. Pensò il principe Julius, che innervosito picchiettava con le mani sulle braccia incrociate.
<<Ci state mancando di rispetto, sapete benissimo, che nemmeno la regina, la più alta carica ora presente a Direnia, oserebbe tanto>> disse un secondo gran gerarca.
<<Si vede che è giovane, non tiene conto che questa assemblea è stata nominata ai tempi di Re Taul. Diamogli una possibilità, chiudiamo un occhio per questo inconveniente>> disse un terzo gran gerarca.
Guardali come deviano il discorso. Vi farò vedere io cos’è il rispetto Meller. Una pietra sopra? Sono morti degli uomini per dare un futuro a Direnia. Una simile indifferenza delle vite umane, va pagata col sangue. Siete degli scellerati, degli scellerati. Rimuginava nella propria mente il principe Julius.
Il Gran Maestro Cavaliere Probus provava anch’egli la stessa rabbia del suo sovrano, avrebbe voluto scattare come un leone e lavare nel sangue così tanta ipocrisia. Il generale Eponimus e Lord Hammer sembravano impassibili e imperturbabili nella loro posa marmorea, ma erano come corde di violino, pronte a suonare al solo gesto della mano del principe. Invece, la bella Genziana impacciata si stringeva le spalle sotto gli occhi maliziosi e invadenti dei gerarchi. I nobili radunati in assemblea si sentivano sicuri, protetti dalle numerose guardie del palazzo, che gremivano le entrate della grande sala.
<<Principe Julius, siamo disposti a voler dimenticare presto questa assurda vicenda, come volete negoziare il ritiro delle vostre truppe?>> interpellò il gran gerarca Bazaris.
<<Poi principe, queste sono battaglie che non apportano nessun beneficio. Non sono come le battaglie di conquista dei vostri avi>> intervenne il gran gerarca Grassus.
<<Cosa ne pensa il principe? Penso, che sua maestà si sia reso conto dei danni economici che state apportando al regno>> disse il gran gerarca Radamontis.
<<Quante parole intrise di ipocrisia, dove, con la scusa di fare il bene del regno, si salvaguardano i propri interessi. Io dovrei negoziare? Giammai, perché sono venuto qui a sedermi sul trono di Direnia!>> rispose il principe Julius con sguardo furioso.
<<Lord Hammer dato che anche voi siete membro del Gran Consiglio di Direnia, fate ragionare il vostro principe!>> esortò il gran gerarca più anziano.
Il possente dragone della Direnia Royal Force non accennò un solo movimento, nessuna reazione, come a voler intendere che niente e nessun, che non fosse il principe Julius, lo avrebbe smosso. Di fianco a Lord Hammer, Eponimus stringeva più forte l’asta della lancia da guerra e con sguardo scaltro aveva già intuito strani movimenti alle entrate della sala e nelle camere a fianco. Probus era invece già con una mano sul pomolo della spada, pronto a saettare a qualsiasi incitamento.
<<Sua altezza ci state forse minacciando? Batate bene a quel che dite e a quel che fate, siete di fronte al Gran Consiglio di Direnia; solo il Re o la Regina può avere l’ultima parola>> disse categorico il gran gerarca Meller.
<<Il Gran Consiglio di Direnia è un istituzione centenaria ricostituita da Re Taul in persona, vostra altezza, dovete fidarvi della nostra esperienza. Negoziate che è meglio per tutti>> incoraggiò il vecchio gran gerarca Bazaris scattato in piedi.
<<Vostro padre era un vero re, aveva capito che da solo non poteva gestire un regno così importante come Direnia>> provocò il gran gerarca Radamontis, mentre si palpava i polpastrelli.
Il principe Julius fece un respiro profondo, era arrivato sul punto di perdere totalmente il controllo a causa dell’arroganza dei gran gerarchi Meller e Radamontis, ma soppresse il violento istinto di morte.
<<Re Taul era un debole! Se non vi fate da parte, sarò costretto a prendermi la corona con la forza>> replicò ostile il principe.
Alle parole del principe il gran gerarca che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si alzo e con ampie gesta delle mani esortò l’intero Gran Consiglio ad ascoltarlo. Parlò di come sia impossibile scegliere un erede al trono, poi si voltò verso il principe e con mano sinistra lo puntò un elegante penna d’oca.
<<Visto che non volete ragionare, visti i danni apportati alla capitale, visto che stato violando le leggi direne e visto che state minacciando il prestigio della regina, principe siete accusato di alto tradimento e attentato alla corona di Direnia>> sentenziò il gran gerarca Koerus.
<<Siete il primo ad avermi accusato di tradimento e attentato, come vi sentite forti in vesti autorevoli!>> sfidò il principe.
<<E nemmeno l’ultimo! Guardie arrestate il principe e chi lo accompagna!>> ordinò il gran gerarca.
<<Mi invitate a nozze!>> esclamò il principe Julius.
Al centro della grande sala iniziarono a confluire le guardie; il principe e la sua scorta finirono con l’essere circondati. Molti nobili iniziarono a insultare e lanciare oggetti dalle loro tribune. Il gran gerarca Bazaris tentò inutilmente di portare i suoi pari all’ordine. Intanto il resto dei gran gerarchi si alzò ed iniziò ad uscire dalla sala.
<<Maestà gettate l’arma a terra e arrendetevi!>> disse il capo delle guardie.
<<Nemmeno per idea!>> rispose a tono il principe Julius.
Il principe diede una forte spinta al capo delle guardie, che lo proiettò addosso alle altre guardie, poi scattò in avanti fino al grande tavolo, lo saltò e si ritrovò al lato opposto, sotto gli occhi sbigottiti dell’anziano gran gerarca. Lord Hammer, ser Probus e il gen. Eponimus spinsero le altre guardie fuori dalla sala, alla stregua di potenti animali da soma. Lady Genziana si avvicinò alla finestra e fece segnale al resto della Direnia Royal Force di tenersi pronta con l’esercito in qualsiasi momento. Tre nobili sottovalutando l’alabardiera tentarono di agguantarla, ma vennero tramortiti facilmente con rapidi colpi di alabarda.
Il principe sbarrò la via d’uscita ai nobili e con la sua spada li intimò di arretrare in un angolo della sala.
Intanto nel cortile del castello era stato dato l’allarme, le guardie erano disorientate, gli uomini di Julius approfittando della pausa provvidenziale li avevano lentamente circondati, ma alcune si armarono di coraggio e attaccarono. Il minotauro della Direnia Royal Force caricò i reattivi, spintonandoli in una parete e mettendoli fuori combattimento. Lo stregone da parte formulò un sortilegio e delle fiamme oscure carbonizzarono due guardie che avevano provato a colpire il minotauro.
Quando il samurai fece un balzo in mezzo al cortile e allargò le braccia su un lato e un altro dei due schieramenti. Poi roteando la testa e facendo muovere scenicamente i suoi lunghi capelli neri disse:<<Uomini di guardia… calmatevi! La vita è breve, non buttatela via! Oramai le sorti sono state decise! Avete perso!>>
Mentre il samurai parlava alle guardie come se fosse su un teatrino tradizionale del Katai, il ninja tengu si impersonò nel ruolo di kuroko, colpendo ritmicamente con un asticella un piccolo tamburello.
<<Julius Sama è il vincitore, che vento impetuoso sta colpendo Direnia! Ciliegi in fiore per il mio signore! Ciliegi in fiore per l’uomo più forte!>> diceva enfatico il samurai.
Le guardie erano confuse e non riuscivano a credere alle proprie orecchie ciò che udivano dallo strano guerriero dell’est.
<<Ascoltate me, non date retta a questo folle. Abbassate le armi se ci tenete alla vita, o saremo costretti a imporvelo!>> intervenne il nano della Direnia Royal Force.
Nonostante gli ammonimenti del nano e del samurai, la tensione tra la guardia reale e i cavalieri di Julius era palpabile. Sarebbe scoppiato un violento scontro, quando dal castello scesero il principe Julius e i suoi quattro collaboratori più stretti, con i sette gran gerarchi prigionieri.
<<Non ci sarà nessuna battaglia, tutto il potere di Direnia è ora nelle mie mani!>> disse autorevole il principe Julius strattonando e mettendo in ginocchio il gran gerarca Koerus.
Uno dei gran gerarchi implorò in lacrime la Guardia Reale di arrendersi. Le guardie senza esitare gettarono le armi a terra e gli arcieri riposero arco e frecce nella faretra. Il castello di Direnia era diventato la nuova roccaforte del principe Julius. Il principe di Vigel era a un passo dal realizzare le sue ambizioni e ne avrebbe consolidato il potere, appena il restante esercito sarebbe approdato nel porto capitolino.
<<Adesso portatemi dalla regina!>> ordinò infine il principe.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
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