la storia di Arkan Quake

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Arkan Quake
00domenica 28 novembre 2004 18:15
Ai confini del nord, esattamente a Gawen una piccola cittadella fortificata, esiste una famiglia di guerrieri mercenari: i Quake.
Ogni primogenito di questa famiglia deve fare una prova per mostrare al clan che si è degni di restare. Un esempio di prova può essere la testa di una viverna o quella di un troll oppure il ritrovamento di un qualche oggetto mistico quale spade, scudi o altro.
Arkan decise per l’oggetto. Da tempo aveva sentito parlare delle “spade gemelle”, due spade che da sole non valgono niente ma assieme possono sbaragliare un esercito. Dopo aver salutato tutti il ragazzo si avviò per la strada insieme a un gruppo di guardie imposte da suo padre.
I loro nomi erano Kron, il fratello maggiore di Arkan, c’era poi Zafar il capo delle guardie di Gawen, e in ultima Morte e Flagello i due cani che da sempre accompagnano Arkan.
Kron era un giovane mago di 27 anni alto e robusto con capelli neri e lunghi, anche Zafar era un mago molto più potente di Kron alto con i capelli lunghi castani che nascondevano un piccolo anello al lobo dell’orecchio sinistro.
Morte e Flagello sono due mastini dal pelo liscio; entrambi portano un collare d’oro e i loro denti sono vere e proprie macine.
Dopo mesi di cammino verso Nord, seguendo una mappa trovata in una grotta, la compagnia trovò la tanto agoniata meta: Trysui, un castello ormai in rovina su di un picco.
Un ultimo ostacolo li divideva dalle “gemelle” il ponte in pietra che collegava il picco alla terra era franato a causa del passare lento ma inesorabile del tempo.
continua...

[Modificato da Arkan Quake 28/11/2004 18.15]

Black Dragon King of dark
00domenica 28 novembre 2004 19:00
Interessante
Gianlu79
00domenica 28 novembre 2004 19:42
Concordo
Kyle87
00domenica 28 novembre 2004 19:50
applauso
[SM=x92709]
Arkan Quake
00domenica 28 novembre 2004 20:01
[SM=x92705] [SM=x92705] [SM=x92705]
grazie fra un pò arriverà il resto
Black Dragon King of dark
00domenica 28 novembre 2004 20:04
OT
Gianlù,andatè a dare un'occhiata all'altro giochino,ci sono ancora gli adolescienti di una volta!
Arkan Quake
00domenica 28 novembre 2004 21:11
Non era un problema per i cavalli della compagnia e nemmeno per Morte e Flagello saltare quel crepaccio. Kron e Zafar decisero di far entrare solo Arkan e i cani in modo che la prova fosse affrontata dall’unico esaminato.
Così una volta presa la rincorsa, il cavallo saltò e poco dopo anche i due cani, Trysui si presentava con un immenso portone ancora intatto e delle possenti mura quasi stessero a proteggere non l’interno dall’esterno ma bensì il contrario.
A questo Arkan non fece caso era troppo occupato a legare il cavallo, ma l’istinto degli animali percepì che nell’aria c’era qualcosa che non andava ma da fedeli servitori si avventurarono nell’oscurità. Con la luce di una torcia Arkan avanzava verso il basso fino quasi agli inferi.
Le scale non finivano più, e più si scendeva più i due cani guaivano.
Finalmente ecco l’ultimo gradino, dinnanzi ad Arkan si trovava un corridoio non più largo di un metro e mezzo. Su entrambi i muri c’erano delle fiaccole accese che provocarono lo stupore di Arkan, anche se solo per un momento. In fondo al corridoio vi erano appese al muro due spade con una targhetta in un materiale sconosciuto al ragazzo.
La stele diceva ”tu che fin qui sei arrivato,
giocato ti ha il fato,
le due spade prenderai
ma un duetto diventerai…”
Dopo aver letto prese le due spade nelle mani e una luce abbagliante si sprigionò da esse, ad un certo punto Arkan sviene e si risveglia con Morte e Flagello che lo leccano in faccia e una voce nell’aria: “ben svegliato Arkan, finalmente mi hanno liberato dopo millenni rinchiuso qui
Arkan: “chi è stato a parlare venite fuori”
Voce:”non posso uscire perché… sono dentro di te! Prendendo in mano le spade mi hai liberato, sono un demone che un potente mago ha imprigionato millenni fa. Dimenticavo… hai un anno di tempo per trovare 3 oggetti e per poter poi liberarti di me. Un anno altrimenti resteremo insieme per l’eternità
continua...

[Modificato da Arkan Quake 28/11/2004 21.15]

[Modificato da Arkan Quake 29/11/2004 15.08]

Il narratore Kratos
00domenica 28 novembre 2004 23:08
complimenti! Continuala al più presto!
Otrebmu Ittoram
00lunedì 29 novembre 2004 02:45
Bella
Attendiamo il seguito
una sola domanda i due cani scainavano ????? che vuol dire ???
Arkan Quake
00lunedì 29 novembre 2004 14:24
ai presente quando fanno caiii caiii caiii caii questo vuol dire scainare

[Modificato da Arkan Quake 29/11/2004 14.25]

Kyle87
00lunedì 29 novembre 2004 14:31
forse...
guaire?
Arkan Quake
00lunedì 29 novembre 2004 15:05
bho allora non lo so
Arkan Quake
00lunedì 29 novembre 2004 20:24
Appresa notizia Arkan si precipitò fuori e salito a cavallo si diresse verso i suoi compagni che erano contenti di rivederlo.
Avvicinatosi però scagliò due fendenti ai maghi che caddero al suolo senza vita domandandosi il perché di quel gesto in quell’attimo fugace di vita.
Un urlo si alzò in quella landa desolata in mezzo alla neve che era ormai rossa.
Arkan: “perché? Maledetto”
Demone: “non ci servivano più, erano solo d’impiccio, la forza e l’odio che ti mancavano ora li hai ereditati finché non ti lascerò. Non lamentarti, ho lasciato vivi i cani, hanno dei bei nomi…” Arkan disse mentre i propri brillavano d’una nuova luce: “e come li trovo questi oggetti?”
Demone:”stai tranquillo, ti ho fatto uscire dal castello solo per sbarazzarmi dei tuoi amici.All’interno delle mura c’è un portale magico che ci porterà nelle varie dimensioni dove sono situati gli oggetti”
Una volta rientrati Arkan pronunciò le frasi che gli suggerì il demone e un portale si aprì. In un primo momento il corridoio dimensionale emanava un lieve calore ma durò ben poco perché si trovarono presto davanti ad una caverna. Immersa nei ghiacci eterni l’anfratto era bloccato dalla neve che non smetteva di cadere. I fiocchi continuavano a cadere sopra Arkan , ma non facevano tempo di toccarlo che in un qualche modo venivano sciolti. L’aura negativa si stava impadronendo pian piano del giovane.
Demone:”il primo oggetto da trovare è un pugnale, non più lungo di 30 cm, il manico è di un materiale che voi umani dovete ancora scoprire, sulla lama ci sono incise delle rune che servono a liberarmi vedi di non rovinarlo!”Arkan: “ si ho capito ma come faccio ad entrare nella caverna?”
Demone: “non sottovalutarmi Arkan, sono stato rinchiuso per molto tempo ma sono ancora capace di lanciare una palla di fuoco”E così dalle mani di Arkan parte una sfera rosso sangue che colpisce l’entrata della grotta liberando il passaggio.
Demone:” la parte più facile è stata fatta ora tocca alla più difficile…”
Arkan: “cosa?”
Demone:”non crederai che dopo avermi imprigionato il mago non abbia lasciato qualcuno a custodire i sacri oggetti? Sai Arkan ti facevo meno stupido… ma cosa pretendo da un umano?”
Arkan: “aspetta che ti liberi e vedrai la fine che ti farò fare”
Demone:”ahahah tu misero omuncolo cosa vorresti fare? Uccidere me? Ahahahah”
Il giovane diede l’ordine ai cani di restare all’ingresso per controllare che non arrivasse qualcuno o qualcosa.
Entrato nella grotta Arkan rantolava nel buio avanzando a tentoni, fino quando il Demone fece illuminare il ragazzo di luce propria.
Arkan: “sai Demone questo giochetto devi insegnarmelo…”
Man mano che avanzava Arkan osservava sulle pareti delle rune molto simili a quelle presenti nelle “gemelle” e ad ogni nuovo passo si sentiva sempre più stanco e stremato.
Le rune servivano ad indebolire il corpo del maledetto che aveva risvegliato il Demone.
Arkan capì che se voleva continuare doveva farsi aiutare da Morte e Flagello che dopo un fischio del padrone arrivarono. Una volta aggrappatosi al dorso delle bestie si fece trascinare fin dove si trovava il pugnale. Era situato su di un altare alto all’incirca un metro. Con le ultime forze rimaste Arkan prese in mano il pugnale e sentì come se una parte dello spirito del Demone uscisse dal proprio corpo.
continua...
Otrebmu Ittoram
00martedì 30 novembre 2004 03:50
Perche' ho l'impressione che sto demone ti freghera' come l'arcidemone incontrato da Brigt ?

Guaire o latrare o mugolare o lamentarsi
Arkan Quake
00martedì 30 novembre 2004 14:06
scusa ma non capisco. anche bright nella storia ha un demone o qualcosa di simile?
ecco non ne faccio mai una giusta.
tranne l'assedio e qualche altra non ho letto nessuna storia. acc..
Arkan Quake
00martedì 30 novembre 2004 14:41
acc... malediz... dannaz...
bhe la storia è simile a come avevo pensato la mia. ma giuro sul mio onore di aspirante vassallo che non ho copiato da Brigth, anche perchè non saprei scrivere così bene.[SM=x92712] [SM=x92712] [SM=x92712] [SM=x92712] [SM=x92712] [SM=x92712] [SM=x92712] [SM=x92712]
vabbè la continuerò lo stesso.
se non combino casini io proprio non sto bene[SM=x92712] [SM=x92712] [SM=x92712]
Arkan Quake
00martedì 30 novembre 2004 14:48
mi scuso ancora con Brigth x la similiarità delle storie ma "Show must go on" e allora:

Nello stesso istante in cui prese l’artefatto la caverna cominciò a crollare ma allo stesso tempo il ragazzo riprese tutte le forze.
Demone: “se ci tieni alla vita sbrigati ad uscire da qui…”
Arkan: “non c’ero arrivato sai?”
Così più forte Arkan ripeté il percorso insieme ai due fedeli quadrupedi. Arrivati fuori però c’era ad aspettarli quel qualcuno che il demone aveva accennato al ragazzo pochi minuti prima: il braccio destro del mago, Arety che disse: “chi si rivede c’è Anatas, avevo sentito le tue emanazioni di odio quando questo stolto umano in cerca di onore ti aveva liberato. Ma ora ripeterò l’incantesimo che il mio maestro fece migliaia d’anni fa sacrificando la propria vita”
Così cominciò a parlare in una lingua incomprensibile, gli occhi gli divennero di brace e i lunghi capelli neri si alzarono verso il cielo. Mancavano poche parole per finire l’incantesimo e per uccidere Anatas e Arkan ma i due cani si avventarono sul mago che con un gesto li scaraventò su di un albero.
Anatas: “se vuoi liberarti di me senza morire anche tu caro Arkan sbrigati ad attaccarlo dopo che Morte e Flagello lo hanno distratto dall’incantesimo! Muoviti!”Sentite le parole Arkan si lanciò in carica verso il mago che fece in tempo solo a girarsi per vedere le lame delle due spade gemelle conficcarsi nel proprio torace.
Arety: “ come…. Come hai fatto ma…ledetto? “
Anatas: “dall’ultima volta che ci siamo incontrati non sei affatto cambiato sai verme? Sei a terra ora come lo eri millenni fa. Povero mortale. Quando il ragazzo ha preso in mano il pugnale mi sono rafforzato molto e se non era per quei cani a quest’ora ero di nuovo imprigionato. Ho aumentato la velocità e la destrezza di questo corpo in modo da poterti uccidere e come vedi ha funzionato. Addio."
Detto questo Arkan cominciò ad arrecare al mago torture finché non esalò l’ultimo respiro.
Arkan: “sai Anatas quel mago non mi era piaciuto neanche a me, mi aveva chiamato stolto… ora però ho il suo anello”
Morte e Flagello stavano sotto all’albero in mezzo alla neve finché Arkan non andò a recuperarli per assicurarsi che stessero bene. Per fortuna il colpo ricevuto non era stato molto forte e le due bestie incassarono il colpo senza farsi troppo male.
Anatas: ” bene Arkan ora ti insegno come aprire un portale verso una dimensione in cui sei già stato. Incrocia le gemelle e poi recita questa frase: iutgyr alus derty vodesa.”
E in un batter d’occhio si ritrovarono fuori dal portale magico nel quale erano entrati per cominciare l’avventura.
continua...

[Modificato da Arkan Quake 30/11/2004 14.52]

Kyle87
00martedì 30 novembre 2004 15:09
non preoccupatevi
posso capitare di frequente casi di similarità tra le storie... no?

[Modificato da Kyle87 30/11/2004 15.09]

Arkan Quake
00martedì 30 novembre 2004 16:24
grazie Kyle del Vostro appoggio.

Anatas disse ad Arkan che mentre torturava Arety è riuscito ad estrapolare anche se con molta fatica dove si trova il secondo oggetto è per questo che ha fatto aprire il portale al ragazzo.
il secondo oggetto è una corona magica e si trova in un mondo governato da tre lune. Spiegò poi che la prossima impresa non sarebbe stata facile come quella appena affrontata.
Uscito per un attimo dal castello Arkan guardò i corpi dei suoi amici che però erano quasi sepolti dalla neve che scendeva in continuazione.
Tornò dentro per prepararsi al prossimo viaggio quando ad un certo punto il demone si fece vivo:
Anatas: “ti volevo dire che questo sarà un viaggio speciale perché durerà due mesi del vostro tempo a causa che la destinazione è molto lontana da questa dimensione.
Quindi fra andata e ritorno impiegheremo quattro mesi. Un’altra cosa, non aspettarti un caloroso benvenuto da nessuno.”
Arkan: “molto bene, già il tempo a disposizione è poco se poi lo perdiamo così, le possibilità di restare con te aumentano. Mi ucciderei prima…”
Detto questo Arkan disse le parole suggeritegli da Anatas e un altro portale si aprì. A differenza dell’altro questo era di un giallo pallido che mutava velocemente in un blu molto intenso. Ma il ragazzo non si preoccupò molto del colore del portale, si limitò ad entrarci.
Dopo un secondo, anche se erano effettivamente passati due mesi, si trovarono in un prato, dietro un possente albero. La pianta are alta più cinquanta metri e dai loro rami spuntavano qua e la degli strani frutti. Arkan decise di salire sull’albero per osservare il nuovo, per lui, mondo.
Una volta arrivato in cima, si accorse che a nord oltre un paio di colline si ergeva una città. Sebbene l’oscurità stesse calando, decise di incamminarsi lo stesso verso la zona abitata.
Le colline erano attraversate da un fiumiciattolo, di un color azzurrino molto limpido, che rifletteva i raggi del tramonto. Man mano che arrivava la notte Arkan vide apparire una dopo l’altra le tre lune descrittegli prima dal Demone.
All’alba del giorno seguente arrivarono nei pressi della città, il portone era alto quasi cinque metri e costituito per la maggior parte di legno. A una cinquantina di metri dalla città il Demone disse:
Anatas: “ ora Arkan, mi rifugerò nel più profondo dalla tua anima, perché molti abitanti di questo mondo riuscirebbero a capire che sono dentro di te. Da ora in poi, non potremmo più comunicare e io non potrò sentire niente di quello che ti verrà detto o che dirai. Ci sentiamo…”Arkan: “ era ora, non ne potevo più”
Il giovane si avviò verso la città, ma appena sotto il portone una voce forte e pacata domandò:
Guardia: “chi va là? Farsi riconoscere!”
Arkan: “sono un viandante in cerca di un posto dove riposare, per favore aprite è tutta la notte che cammino”
Guardia: “aprite il cancello, benvenuto nella nostra città”
Entrato Arkan notò subito come all’interno della città l’umore non fosse alto, ogni abitante era scorbutico e infastidito anche per una piccola sciocchezzuola. Si diresse verso il palazzo che si stagliava sopra ogni edificio, quasi a voler toccare le nuvole. Arrivato dinnanzi alle porte due guardie lo fermarono. Erano vestite con una lunga veste nera e sopra di questa un’armatura che ricopriva torace e spalle. Vi era una spada su ognuna delle due cinture delle guardie oltre all’alabarda che avevano tra le mani.
Guardia del palazzo: “chi siete, mostrate l’autorizzazione per entrare a palazzo!”
Arkan:” sono un viandante che chiede di vedere il vostro signore”
Guardia del palazzo: “non potete, non lo sapete che quando sta per esserci una guerra, nessuno può entrare a palaz…”
La guardia non fece in tempo a finire la frase che il portone si aprì e dalle scale scese un uomo, alto e muscoloso, la sua armatura simile a quella delle guardie, risplendeva di una strana luce. L’uomo portava un mantello blu scuro e al capo una corona.
Uomo: “caro vecchio mascalzone, dove te ne sei stato per tutto questo tempo?” Arkan si girò guardando dietro di se per vedere se l’uomo stesse parlando con lui.
L’uomo avvicinatosi ad Arkan gli mise una mano attorno al collo e lo accompagnò dentro il palazzo. Una volta chiuse le porte le torce all’interno si accesero illuminando la grande scalinata la quale sembrava non avere fine.
continua...

X Gianlù: avete visto che sono riuscito a trovare un modo per entrare nella compagnia? il posto descritto in questo post non è come quello dove siete appena arrivati nella ricerca di aleena? questo ovviamente è il Passato di Arkan ma grazie alle spade può tornare nei mondi conosciuti e potrei dire di essere in visita al mondo che mi ha aiutato a liberarmi. ora fatemi sapere se poso entrare in questo modo nella ricerca di aleena.[SM=x92709]

[Modificato da Arkan Quake 30/11/2004 16.25]

[Modificato da Arkan Quake 05/12/2004 13.14]

Gianlu79
00martedì 30 novembre 2004 20:02
Bellissima l'idea [SM=x92709] [SM=x92709]
Adesso, devi solo incontrarci nella "Ricerca" per unirti a noi [SM=x92702]
Otrebmu Ittoram
00mercoledì 1 dicembre 2004 04:25
OT
Bella
Alcune cose
1 Nella ricerca o dite come avete ipotizzato che siete li per fare visita ai vostri amici o che avendo saputo che erano in viaggio per altri dimensioni avete provato a cercarli in quelle che conoscevate.
2 Ma non era meglio farsi uccidere dal mago per rinchiudere di nuovo il demone ? [SM=x92713] [SM=x92702] [SM=x92708] [SM=x92710]
3 Anatas = Satana ma Gianlu' scommetto che lo aveva gia capito [SM=x92702]
Arkan Quake
00mercoledì 1 dicembre 2004 19:51
OT

1. i miei amici sono quelli del pianeta [SM=x92702]
2. se mi facevo uccidere, non c'era + la storia di Arkan[SM=x92702]
3. scarsa fantasia[SM=x92702]
Otrebmu Ittoram
00giovedì 2 dicembre 2004 02:27
Re:

Scritto da: Arkan Quake 01/12/2004 19.51
OT

1. i miei amici sono quelli del pianeta [SM=x92702]
2. se mi facevo uccidere, non c'era + la storia di Arkan[SM=x92702]
3. scarsa fantasia[SM=x92702]



OT
1 ok
2 vero ma meglio morto che con un demone in corpo che ti usa per uccidere, potevi far possedere tuo fratello farlo morire e poi cercare tu il modo di evitare la cosa come ? e mo vuoi sapere troppo [SM=x92702]
3 taasan sempre satana ma devi anagrammare propio non basta leggere al contrario [SM=x92702]
Arkan Quake
00venerdì 3 dicembre 2004 18:07
ecco l'ultima parte spero vi sia piaciuta

L’uomo si rivelò poi il regnante della città, il quale mutò il viso da amichevole a serio.
Re:”So chi sei Arkan, sento che al tuo interno è celato Anatas.” Con stupore il ragazzo guardò il re che continuò la spiegazione:
Re:”io sono figlio del mago che imprigionò il Demone, come sono figli tutti gli abitanti di questo mondo, perché questa dimensione è stata creata da mio padre. Noi siamo stati creati per proteggere i sacri oggetti e per nascondere il luogo dove evocare o imprigionare l’abominio. La corona che porto è uno di quegli oggetti e ora la porgo a te principe mercenario. Vedo con mia ammirazione che hai sconfitto Arety, ovviamente con l’aiuto del mostro”
Arkan: ” voi siete figlio del mago? Voi avete un oggetto e lo donate a me? Siete forse pazzo?”
Re:” prima di risponderti vorrei presentarmi, sono Xam figlio di Omexi, difensore degli oggetti sacri. No non sono pazzo, vi sto semplicemente fornendo le armi per sconfiggere Anatas.”
Arkan:” che armi?” chiese esterrefatto il mercenario.
Re: “vuoi dirmi che non hai ancora capito? Gli oggetti servono sì per liberare Anatas, ma anche per sconfiggerlo. Ora vorrai sapere come, scommetto. Prima dovrai liberare il mostro, poi quando sarà ancora debole lui cercherà di ucciderti per nutrirsi. In quel momento indosserai questa corona che ti proteggerà, impianterai il pugnale esattamente nel suo cuore e con l’ultimo oggetto dovrai imprigionarlo si tratta di una corda magica da legare al palo dell’evocazione nel luogo prestabilito.
Lui non crederà che io ti ho donato la corona perciò inserirò nei tuoi ricordi uno scontro mortale tra noi due nel quale io morirò e tu conquisterai la corona. Ora va Arkan, questa è una mappa di dove è situato il luogo sacro, lì troverai anche la corda. Che la luce ti accompagni”
Arkan: ”un ultima domanda Xam, a che guerra alludevano le guardie di poco fa? Quella al demone vero?”
Xam: “si Arkan.”
Udito la risposta, il mercenario, si voltò e senza salutare si avviò fuori dalla città dove ritornò a farsi sentire Anatas.
Anatas: “ ehi si sta al caldo laggiù nel tuo profondo, sai? Ho trovato che c’è molto bene nel tuo cuore e questo non mi piace. Osservo con molto piacere che hai recuperato da solo la corona, molto bene non avrei mai pensato che saresti stato così bravo. I miei complimenti per le torture inflitte a Xam che ti hanno permesso di trovare la mappa del luogo della mia scarcerazione. Sono molto contento”Arkan: “ in effetti il vecchietto mi ha dato un po’ di filo da torcere, ma le gemelle mi hanno aiutato ad avere la meglio, dimenticavo la corda si trova già li ad aspettarci.”
Il Demone non rispose. Si misero in viaggio, passarono vicino all’albero sul quale Arkan era salito, guadarono un fiume e oltrepassarono una montagna. Dalla cima della montagna si poteva osservare molto bene il luogo sacro. Era al centro di una catena montuosa che gli faceva come da confine. al centro della valle vi era un palo molto alto. Arkan scese le pendici per poi arrivare vicino al palo, il quale notò era in mezzo ad una specie di cerchio formato da sassi ed erba. Trovò la corda appesa al palo. La tolse e cominciò i preparativi. Mise la corda a terra, sopra quel strano cerchio naturale, impiantò le gemelle a terra l’una vicina all’altra. Dalla parte opposta delle spade, ma sempre all’interno del disegno, mise a terra la corona e con il pugnale si fece un taglio. Fece cadere il sangue all’interno della corona, la quale diventò rovente. Anatas ordinò poi di leggere le rune presenti sulla lama del pugnale. Arkan riuscì nell’impresa di leggere quel linguaggio anche se non sapeva come lo aveva imparato. Fatto questo impiantò a terra anche il pugnale.
Appena l’arma si conficcò nel terreno, il cielo diventò nero e dal palo partì un fulmine che salì verso l’alto squarciando il tetto del mondo. Ci fu poi un lampo che accecò il ragazzo e lo fece cadere a terra. Un tremendo urlo rintronò per un momento Arkan che alzando lo sguardo vide un orrendo mostro che alza va le mani al cielo e si guardava intorno sbalordito. Ancora un altro urlo e poi Anatas si rivolse al giovane:
Anatas: “ PICCOLO INSIGNIFICANTE UMANO TROPPO STUPIDO PER CAPIRE CHE TI HO USATO DALL’INIZIO, AHAHAH, ORA TU NUTRIRAI IL MIO STANCO CORPO, AHAHAH”Arkan: “ e lo stupido sarei io? Guarda stolto!”
Detto questo Arkan si lanciò con un balzo felino verso la corona che venne subito messa al capo. Anatas capì solo in quel momento che era vittima di una trappola, quando vide sulle cime dei monti tutta la popolazione di quel mondo che recitava frasi arcane. Si girò a guardare se effettivamente il cerchio di uomini si chiudeva e quando presto di nuovo attenzione ad Arkan era ormai troppo tardi. Il principe mercenario, infilzò il cuore del demone senza poi estrarre il pugnale dal corpo. L’oggetto magico fu come una calamita che venne attirato dal palo. Dopo un secondo il demone era saldamente ancorato tra il pugnale e il palo ma questo non poteva bastare per tenerlo a bada, infatti la corda si sollevò da terra e si strinse attorno ad Anatas il quale dopo un grande urlo venne trasformato in una statua.
Arrivò poi Xam in sella ad un drago bianco come la più candida delle nuvole. Arkan riprese con se le gemelle che dopo la sconfitta del padrone erano diventate nere e salì sul drago. L’animale prese tra le sue zampe Morte e Flagello che avevano accompagnato il padrone fin lì. Una volta arrivati sopra le montagne tutti gli uomini continuarono a pregare però sempre a voce più alta finché una barriera chiuse il luogo tra le montagne. Anche se il Demone si fosse liberato dalla pietrificazione le montagne e la barriera gli avrebbero impedito di fuggire.
Il giorno seguente nella città ci furono grandi festeggiamenti e venne Arkan venne elevato alla più grande carica: Signore degli oggetti. Non era come il re ma bensì più importante anche se non poteva prendere alcuna decisione riguardo il mondo. L’umore in città era salito e le guardie non portavano più le divise da guerra. Il re regalò ad Arkan un bellissimo purosangue di color nero.
Arkan tornò vicino all’albero per ritrovare il portale e pronunciò le parole:
Arkan: “iutgyr alus derty vodesa.”
Si aprì un portale nel quale il giovane entrò per poi ritrovarsi fuori dal castello di Trysui il quale era distrutto. Uscito non trovò il suo cavallo che era scappato a causa del freddo insieme ai cavalli dei suoi amici. Montò in sella a Zenit il suo nuovo destriero e si avviò verso casa caricando su una portantina improvvisata i corpi dei compagni morti.
Con il passare del tempo sulle gemelle uscirono delle scritte: Scylla su di una e Caryddi sull’altra. Questi erano i nomi delle due spade.

Qui finisce la storia del principe dei mercenari del nord il quale tornato a casa, si mise alla ricerca di un esercito il quale lo tenesse. Trovò il regno di Blue Dragon il quale era l’unico simbolo di speranza e salvezza in quei tempi bui.
Gianlu79
00venerdì 3 dicembre 2004 22:05
I miei complimenti messere, per il vostro racconto fantastico [SM=x92702]
Otrebmu Ittoram
00sabato 4 dicembre 2004 04:01
Bella
pero' non mi torna una cosa avevate scritto che il secondo oggetto era un mantello di seta purissima, invece poi sono corda e corona ?[SM=x92708]
Arkan Quake
00domenica 5 dicembre 2004 13:17
Messere avete ragione, è stato un mio errore in principio gli oggetti dovevano essere il pugnale, un mantello e un amuleto ma poi ho deciso di cambiarli e mi sono dimenticato di cambiare il post[SM=x92705] [SM=x92705] [SM=x92713] [SM=x92713] [SM=x92713]
Otrebmu Ittoram
00domenica 5 dicembre 2004 20:30
Re:

Scritto da: Arkan Quake 05/12/2004 13.17
Messere avete ragione, è stato un mio errore in principio gli oggetti dovevano essere il pugnale, un mantello e un amuleto ma poi ho deciso di cambiarli e mi sono dimenticato di cambiare il post[SM=x92705] [SM=x92705] [SM=x92713] [SM=x92713] [SM=x92713]



Nulla messere pensavo che voleste fare un colpo di scena e poi lo aveste dimenticato [SM=x92710]
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