Uno strano medaglione

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Cyber Dark
00domenica 7 dicembre 2003 01:02
Cyber stava in piedi, eretto nella sua fiera altezza, e torreggiava in quel paesaggio desertico e piatto, ben lontano dai verdi e piacevoli confini del regno.
Di fronte a lui, a parecchi metri di distanza, stava un mago, avvolto in una larga veste arancione e azzurra, che, con le mani incrociate al petto, sogghignava malvagiamente.

"La resa dei conti, vecchio stolto."
Cyber ghignò quanto lui, con fare tutt'altro che malvagio, e sguainò la sua lama.

"Paladino...HAH! In due lunghi anni sono riuscito a sfuggirti con i miei poteri magici. Osi tuttavia affrontarmi qui?! Hai una vaga idea del luogo che hai scelto come arena?!"

Ridendo come un forsennato, pazzo e spetato proseguì con il suo discorso:
"QUESTO E' IL MIO REGNO!!! Non hai più una serie di pupetti appesi al sedere, pronti a donare la vita per proteggerti! Ora siamo soltanto tu ed io...MUAHAHAHAH!!!"

Cyber continuò a sogghignare, sicuro delle sue capacità.
"Fatti sotto, allora, se sei così sicuro di te." disse con fare risoluto.

"COME VUOI! MA TI PENTIRAI BEN PRESTO DI ESSERTI MESSO SULLA STRADA DEL POTENTE SHERDYA, SIGNORE DELLA DISTRUZIONE!!!"

Il duello cominciò.
Cyber si gettò a testa bassa in un violento affronto, coprendo la distanza che lo separava dal malvagio avversario con fatale rapidità.

"Teboo, N'ezpah!"
Una palla di fuoco scaturì dalle mani dell'incantatore, diretta verso il paladino!
Cyber fece appena in tempo ad allontanarsi dal fulcro dell'incantesimo, gettandosi di lato e rimediando solo qualche bruciatura sul viso e sui capelli. Poi si rialzò, riprendendo a correre, e finalmente lo raggiunse. La spada affondò profondamente nella sua carne ma...era un'immagine speculare! L'illusione, dissoltasi, rivelò la vera posizione del mago: esattamente alle spalle di Cyber!
Il terribile avversario impugnò una bacchetta dalla cintura e la puntò con un gesto minaccioso verso il giovane guerriero. Un lampo elettrico di un vivissimo blu ne scaturì dalla punta.
"In nomine Lucis, che sia protetto da questo incantesimo!"
Appena in tempo, poco prima che il fulmine magico lo colpisse, una barriera invisibile lo deviò lontano, salvando nuovamente la vita al paladino. Tuttavia, Cyber sembrò parecchio provato dallo scontro magico, come se la magia nemica fosse riuscita in parte ad attraversare le sue difese.
"Non posso resistere così ad un'altra magia...deve finire subito. ORA!"
Recuperando un po' delle forze perse, si rimise caparbiamente in piedi e, impugnando Melkador in entrambe le mani, si mise in posizione difensiva.

"MA COME!! Non hai ancora capito che non hai scampo contro la mia magia?! Prima o poi cederai e cadrai sotto il suo influsso..non puoi correre in eterno! HAH!"
"Questo lo dici tu, mago! La tua magia non è altro che sporchi trucchi da fattucchiere. Sei mio!"
"Fattucchiere, eh?! BENE! Ora proverai la mia vera furia!"

Un altro incantesimo si formulò nella sua bocca, troppo presto perchè Cyber potesse reagire. Nella frazione di un istante, quattro dardi lucenti si dirigevano a velocità incontrollata contro di lui. E lo colpirono.

"Ma...ma cosa...!!!"

Cyber osservò in un misto tra orridità e stupore la scena che stava avvenendo davanti ai suoi occhi: l'amuleto che portava al collo stava assorbendo la forza magica dell'incantesimo!!!
La botta lo spinse a terra qualche metro più avanti, ma a parte quella era completamente illeso.

"Non...non è POSSIBILE!"
Senza dir nulla, il paladino si rialzò in piedi, camminando velocemente verso il malvagio dittatore che stava per compiere il suo destino.
Il mago indietreggiò spaventato, balbettando qualche contorta formula, il cui unico risultato fu quello di aumentare maggiormente la sua paura. Poi, finalmente, la santa lama arrivò.

In un attimo, in un sospiro, la spada lo trapassò completamente, nel petto.

"Il tuo regno di terrore è finito, mago. Come pure la tua magia."
"Com...e....ehh...p..h...oss...iii...b...."

E dopo aver arrancato per qualche attimo, si accasciò a terra.

Cyber non aveva idea di cosa fosse successo, ma diede un bacio all'amuleto, ancora tiepido per l'impatto, e benedisse quella buon'anima di BrightBlade che gliel'aveva donato, riproponendosi di documentarsi maggiormente e scoprire qualcosa di più a riguardo.

[Modificato da Cyber Dark 28/12/2003 0.20]

Neela
00lunedì 8 dicembre 2003 02:00
SI SI DOCUMENTATI DI PIU!
che siamo curiosi! bello, avvincente e ben costruito... continualo però! :) baci!
BrightBlade
00martedì 9 dicembre 2003 20:07
Circa 15 anni prima...
BrightBlade si inginocchiò. Il Gran Salone era gremito di gente, poiché era rarissimo che un Paladino di Atlantide così giovane raggiungesse la più alta carica, dopo quella di Gran Maestro, specialmente perché, appartenendo alla Via del Ramingo, BrightBlade non sarebbe mai divenuto Gran Maestro.
Il giovane atlantideo chinò il capo, mentre Jahk'let poggiava la sua spada sulle spalle del paladino e poi sulla nuca, pronunciando le antiche parole del rito:
"Nato per l'Ideale, per servirlo da Atlantideo.
Cresciuto per l'Ideale, per servirlo da sacro guerriero,
Muori per l'Ideale, perché è l'unica morte degna di un vero Paladino".
BrightBlade ripeté in silenzio le parole del rito, che incarnavano l'intera dottrina dei Paladini di Atlantide.
Poi, si rialzò, e con stupore fissò Jahk'let, che lo fissava intensamente. L'anziano Gran Maestro lo osservò per alcuni istanti, poi si sfilò un medaglione, e lo pose attorno al collo del paladino.
"Mio Signore, non è necess..."
"Un giorno, anche tu capirai"


15 anni dopo...

Cyber Dark cavalcava, sotto la pioggia, da più di tre ore. Ormai l'acqua gli era penetrata fino al midollo, eppure continuava a cavalcare, perché sapeva bene di non avere tempo per fermarsi in una taverna. Il pensiero di un fuoco caldo lo fece sorridere tristemente. Non c'erano taverne là, in quella landa desolata battuta dai temporali.
D'un tratto, illuminato dal bagliore di un fulmine, scorse un cavaliere, poco più avanti, sotto un albero.
Il Paladino spronò leggermente il cavallo, posando una mano sulla spada. Altri due fulmini illuminarono il misterioso cavaliere, mentre l'altro si avvicinava guardingo.
"Avevo promesso che ti avrei raggiunto, Maestro. Eccomi qua".
Cyber Dark scoppiò in una fragorosa risata.
"Bright, non ci posso credere! Proprio a te pensavo! Piuttosto, sei in ritardo! Ti aspettavo una settimana fa!"
"Ho avuto molto da fare, Cyber. Tuttavia, vedo che con quel mago te la sei cavata perfettamente!"
"Già, ma quel tuo amuleto è stato dannatamente utile! Ma come funziona?".
BrightBlade sorrise lievemente.
"E chi lo sa? Forse neppure il vecchio Jahk'let lo sapeva. Quel che so è soltanto che, quando sei in pericolo, allora il medaglione si attiva. Credo sia stato fabbricato da qualche genere di mago nella mia terra natia, ma di certo dovremmo andare qualche migliaio di metri sott'acqua per scoprire la verità"
"Beh, chiunque fosse il creatore, ci sapeva fare!" disse Cyber Dark, sorridendo cupamente.
BrightBlade non rispose. Il medaglione lo aveva protetto per quindici lunghi anni, da ogni sorta di pericolo. Lo aveva sostenuto, lo aveva rinfrancato. Era l'unica cosa che gli fosse rimasta di Atlantide. Quello e la sua spada.
"Allora Maestro - disse bruscamente Bright, interrompendo i suoi discorsi - dove si va ora?"
"Beh, giovane apprendista, direi che per te è giunta l'ora di fare un po' di esperienza con qualche drago. Sai, ne conosco giusto uno che abita nelle montagne laggiù. Dovremmo arrivarci entro una settimana, sempre che questa pioggia non ci faccia marcire qui!".
Bright, rise di cuore, affiancò il suo cavallo a quello del compagno e, insieme, proseguirono il cammino.
Cyber Dark
00martedì 9 dicembre 2003 20:51
Dubbi
Cavalcavano già da tre giorni in quella landa desolata e sterile.
Gli dei li avevano graziati risparmiandoli da ulteriori acquazzoni, così i due viaggiatori poterono continuare il loro viaggio.

Un polverone si alzò dal deserto, a sud ovest, e nuvole di sabbia inghiottivano spesso i due paladini che, imperterriti, proseguivano nel loro sentiero.

"Maestro, ditemi..."

Cyber si voltò appena verso il compagno, scrutandolo dalla minuscola fessura che lasciava la sciarpa con cui si era cinto il volto per ripararsi dal violento schiaffo della sabbia.

"Il mio animo è forte, e non temo questa nuova sfida..."
"...tuttavia" continuò per lui Cyber "sei preda dei dubbi. E vorresti ricevere un'illuminazione."

Bright rimase in silenzio. Non seppe che dire, poichè il Maestro aveva nuovamente centrato il punto.

"...ma avere dubbi è legittimo, mio giovane amico. Lascia che io ti mostri la via da percorrere, e scoprirai che le tue preoccupazioni possono essere scacciate con estrema facilità."

Indicò un picco alto e piatto, come il grosso ceppo di un albero, che si stagliava all'orizzonte attorniato da una serie di guglie rocciose e appuntite. Dietro di esse, un cielo grigio e mesto annunciava che la tregua sarebbe durata ben poco, e che le misteriose piogge sarebbero riprese in meno di una settimana.
Ma ai due occorreva molto meno tempo di una settimana.

"Osserva: è là che il nostro cammino ci conduce. E io so per certo che, ciononostante, la domanda che ti assilla è perchè stiamo facendo tutto questo?"

Bright annuì appena, osservando altrove.

"Il motivo è semplice, e potresti capirlo anche tu. Rifletti."

Il giovane guerriero della luce si soffermò a riflettere e dialogò con il suo animo per ottenere le risposte.

"Stiamo cercando un drago d'ombra."
"Sei già sulla buona strada. Hai saputo aprire il tuo cuore all'universo e hai trovato la prima risposta. Prosegui."

Seguì un altro attimo di silenzio. Poi Bright parlò.

"E' il confronto, quello che cerchiamo."
"Esattamente!" indicò il volto del compagno come per enfatizzare la sua esclamazione. "Confronto ed esperienza. E dovere. Scoprire e stanare il male è nostra prerogativa, ma non sarà l'unico motivo per cui andremo da Thalax'Yazne'Bok. E' giunto il momento di metterci alla prova, di valutare chi di noi sia il più forte: se la Luce e la collaborazione, la NOSTRA collaborazione, o la cupidigia oscura di un essere solo e malvagio."

Bright annuì con con sorriso freddo e determinato, che Cyber non poté vedere a causa dei vestiti ma che intuì senza nemmeno girarsi.

"Troveremo quell'essere...e dimostreremo a noi stessi che possiamo raggiungere la perfezione in combattimento. Metteremo alla prova i nostri insegnamenti e le nostre abilità, e insieme otterremo la vittoria!"
"Parli saggiamente, mio giovane apprendista." Un sorriso beffardo si spalancò sul suo viso. "Parli saggiamente."
VercettiMr
00domenica 14 dicembre 2003 22:56
bello ;)
Cyber Dark
00venerdì 19 dicembre 2003 16:55
L'apparizione del drago
Uno spiffero d’aria gelida accolse i due viandanti quando giunsero all’ingresso di una piccola grotta, ai piedi della sproporzionata montagna che da giorni tentavano di raggiungere.
La bufera di sabbia era alle loro spalle, e dava quasi l’impressione di temere quel luogo reclamato dalle potenze ultraterrene del mondo dell’ombra.

Legarono i cavalli ad uno sterile arbusto, spoglio e dello stesso colore del terreno desertico. L’aria, qualche metro più in alto di loro, s’insinuava nelle più piccole sporgenze e produceva un suono spettrale e lugubre.
Smontati dalle cavalcature recuperarono il loro equipaggiamento. BrightBlade si tolse tutti i vestiti protettivi che si era procurato per il lungo viaggio in quella landa inospitale e arida. Cyber Dark, che era stato particolarmente silenzioso, si allacciò gli schinieri e recuperò dai bagagli CrossBane, la sua seconda spada, la Vendicatrice dell’Ombra, con la quale non combatteva spesso ma che riservava per le occasioni particolari. Con calma la cinse alla cintura, sul lato destro, esattamente simmetrica a Melkador, la lama benedetta compagna di mille avventure.
Scostò la pesante cappa grigia sulla spalla sinistra, per svelare il suo abbigliamento. Bright rimase colpito, anche se si limitò ad una piccola esclamazione, quando notò che il suo Gran Maestro vestiva una pesante corazza candida come la neve più pura, rilucente anche alla pallida luce del sole, oscurato nel cuore del cielo da una minacciosa nuvola di sabbia.

“Questa, amico mio, è Thielwyd, la magica corazza dei Paladini. E’ un preziosissimo dono della Dama della Luna, ultima regina della tribù di mezzodraghi del continente meridionale. Questo metallo proviene dalle loro sacre miniere...prezioso quanto l’oro bianco, a cui molto assomiglia, ma resistente quanto il mithril più puro! Ma l’incantamento che gli è stato conferito è ciò che la caratterizza...uno scudo di Vera Fede la protegge anche dagli attacchi dell’anima più empia e corrotta che tu possa immaginare.”

Cyber studiò bene la reazione dell’amico. In realtà Bright non si scompose affatto, ma si limitò a complimentarsi con un lieve inchino. Questo piacque al gran maestro, e l’idea che anche il giovane allievo possedesse qualche arma nascosta lo allettò parecchio. Così, certo dell’aiuto che avrebbe ricevuto da quel giovane così volenteroso e dalla propria abilità in battaglia, lentamente si diresse verso la caverna. E insieme varcarono l’ingresso.

Il clima all’interno non era molto diverso da quello esterno. L’umida caverna era riscaldata continuamente dal soffio del drago, che probabilmente stava riposando in qualche anfratto oscuro. L’antro era talmente alto che i due amici facevano fatica a vedere il soffitto, benché le pareti della grotta, cilindriche, convergevano in un punto non ben definito, in lontananza. Il terreno non era per nulla omogeneo, e spesso grandi stalagmiti si alzavano spavalde verso la buia volta.
La coppia avanzò sicura per parecchi metri all’interno di quella insolita tana, così esposta all’esterno, a differenza di tane come quella di Red Dragon, molto più protette e nascoste da ogni genere di artificio magico e non.

Ci volle poco per trovare l’enorme figura del drago, appollaiata su un trono di ossidiana, una pietra che stonava parecchio col resto della grotta e che probabilmente era stata portata lì da lontano. L’essere era mollemente sdraiato in mezzo a quella imponente costruzione, respirando avidamente l’aria intorno a sé e fornendo di rimando sbuffi nerastri. Neri come le sue enormi scaglie, del corvino più scuro. Un’ondata di malvagità investì i due giovani guerrieri che, disgustati, contorsero il viso in un’espressione torva e bieca. Ciononostante, continuarono a camminare finché non si trovarono in uno spiazzo dal diametro di trecento metri, ricavato in mezzo alle inestimabili ricchezze ammucchiate intorno, esattamente di fronte all’orribile trono, scolpito con immagini peccaminose e diaboliche. Poi, nonostante la tensione crescente, fu BrightBlade a prendere la parola.
“Ci siamo, Maestro.”
“Si. Qui inizia la parte più difficile del nostro viaggio...”

Probabilmente disturbato dalle loro voci, che rimbombavano nell’ampiezza della caverna, il temibile Thalax'Yazne'Bok si smosse dal suo giaciglio e alzò il lungo collo verso l’alta volta.

“...ma non temere. Non dobbiamo lasciarci intimidire.”

Il drago spalancò gli occhi e notò finalmente quei due sciocchi mortali che erano venuti a disturbarlo, agghindati in quella maniera così bizzarra.

“E soprattutto, dobbiamo svolgere un ottimo lavoro di squadra!”

Bright annuì appena al compagno e si voltò verso il mastodontico essere, che nel frattempo si era rizzato in tutta la sua altezza e torreggiava di fronte a loro. Era davvero enorme.
Dovette abbassare di parecchi metri il capo, per poter notar meglio i due paladini. E quando aprì bocca, la sua violenta e profonda voce –se così si poteva definirla– li investì con la stessa foga del vento e rimbombò a lungo nell’ampia caverna.

“CHI E’ IL PAZZO MORTALE CHE E’ VENUTO A DISTURBARE IL RIPOSO DEL GRANDE THALAX’YAZNE’BOK?!”
“Silenzio, sciocco!”

Cyber urlò il comando con tono talmente imperioso che sia Bright che il drago stesso ne furono profondamente colpiti. Thalax dovette ammettere che mai nessuno si era rivelato talmente impudente di fronte alla sua persona. Ma dopo quei pochi attimi di smarrimento, il mostro tornò alla carica e spinse il suo volto più vicino ai due.

“COME OSI ALZARE LA VOCE DI FRONTE A ME?! SAI CHE POTREI POLVERIZZARTI CON UN SOL COLPO DELLE MIE FAUCI?!”

E di tutta risposta l’essere alzò verso l’alto l’orribile volto ed lanciò un agghiacciante ringhio di rabbia che avrebbe terrorizzato anche il guerriero più valoroso o il mago più erudito. Ma non due paladini.
Bright avanzò di qualche passo verso il mostro e, gesticolando con un pugno chiuso, lanciò la sua sfida.

“Sai bene perché siamo qui, demone! Le tue ingiustizie hanno reso questa terra un deserto e i popoli che la abitano un manipolo di schiavetti. Siamo qui per punirti!”

Thalax si voltò nuovamente a guardarli, stupito del fatto che quei due minuscoli esseri, grandi quanto il corno più piccolo che aveva in fronte, avessero resistito senza batter ciglio ad un latrato così possente. Rimase parecchi metri più in alto di loro, ed emesse un suono gutturale che ricordava una risata. Poi si voltò nuovamente verso di loro. Cyber intanto avanzò quanto bastava per raggiungere il compagno.

“HAHAHAHAHAHHH! E DAVVERO VOI PENSATE DI POTER SCONFIGGERE IL GRANDE THALAX’YAZNE’BOK?! TANTI SONO STATI COSI’ FOLLI DA INCROCIARE I LORO PASSI CON ME, E NESSUNO E’ VISSUTO ABBASTANZA A LUNGO PER POTERLO RACCONTARE!”

Emise un altro potente ruggito, dispiegando le ali nere come la notte più oscura in tutta la sua cupa maestà. Si alzò completamente sul suo grande trono d’ossidiana, e si mise in posizione eretta, movendo lentamente gli arcigni artigli che gli spuntavano dalle mani.
Bright impugnò la spada da dietro la schiena, mentre Cyber fece scivolare le mani sul petto fino ad arrivare alla cintura.
Il momento della battaglia era finalmente arrivato.
Cyber Dark
00martedì 23 dicembre 2003 02:27
Lo scontro (Parte I)
L’imponente drago inspirò tanto profondamente che i mantelli dei giovani vennero sospinti contro ai loro corpi. Bright sfoderò fiducioso lo spadone da un fodero sulla schiena. Cyber, invece, rimase a braccia incrociate al petto e attese. Dopo alcuni secondi, il drago ebbe finito di inspirare e, passato qualche attimo, la sua testa si chinò verso di loro e vomitò il temibile soffio di morte. Non uscirono fiamme dalla sua bocca, bensì una fatale nebbia oscura come la notte più nera e densa come la foschia più densa.

“ORA!”

Cyber urlò il veloce comando e si buttò sulla destra, mentre Bright, imitandolo, si lanciò a sinistra. Entrambi finirono dietro ad uno sperone di roccia, al riparo dal minaccioso fiato. Fu allora che Cyber slacciò dalle sue spalle la pesante cappa grigia e, nella maestà della sua armatura, candida come la neve più cristallina, sguainò entrambe le sue armi. Il magico medaglione dell’anti-magia pendeva più che mai in vista dal suo collo. Cyber fece nuovamente un cenno col capo al compagno più giovane, e questi capì immediatamente che era ora di agire.
Scattarono all’unisono verso il drago, descrivendo un ampio cerchio intorno alla sua mastodontica stazza e ritrovandosi in pochi secondi ai suoi lati, pronti a caricare.

“E COME CI HA INSEGNATO IL SOMMO RE...” urlò il Gran Maestro.
“...DIAMO AL MALE LA LAMA CHE SI MERITA!” concluse per lui il suo amico.
“ALL’ATTACCO! CHAAARGE!”

Il drago, ancora in posizione eretta, non seppe da che parte girarsi, e pagò gli attimi di esitazione con un violento colpo da entrambe le parti.
Le lame di Cyber cozzarono sulla dura scaglia forgiata nell’Abisso più profondo e rimbalzarono via, come se avessero colpito l’acciaio più duro e temprato. Anche Bright ebbe problemi a colpire, e il suo spadone riuscì a malapena a scostare una delle tante scaglie, scoprendo un lembo di carne viva. Con una luce combattiva negli occhi, il paladino puntò nuovamente la spada, pronto ad affondarla in quell’immonda carne, ma il drago fu più veloce e, voltandosi, lo colpì col dorso della sua mano, facendolo crollare qualche metro più lontano.
Il giro completo della bestia non migliorò la situazione di Cyber. Infierendo inutilmente su quella rigida e resistente pelle coriacea, il gran maestro dovette quasi sdraiarsi per terra quando l’enorme coda del rettile gli sfrecciò a pochi centimetri dalla testa. Intuendo però la situazione critica in cui Bright si era trovato, Cyber guizzò nuovamente nel largo spiazzo dove aveva tenuto la magra conversazione col drago e si gettò con quanta forza aveva in corpo, lame puntate di fronte a lui, contro l’addome del mostro. Invocando a sé i poteri ultraterreni delle divinità, Cyber fu in grado di far indietreggiare il drago di almeno un paio di metri.
Stupito da tanta forza in una razza così inferiore ed effimera rispetto alla sua, Thalax si voltò del tutto verso il paladino più anziano, e lo studiò per un attimo appena. Poi prese a camminare pesantemente nella sua direzione, alzando minacciosamente i temibili ed affilati artigli delle sue mani.
Cyber indietreggiò di una decina di metri, e quando il drago iniziò la sua spavalda corsa in sua direzione si gettò con un semplice salto fuori dalla sua traiettoria, lasciando che la bestia si scontrasse con la parete con le sue stesse mani. Ma ci voleva ben altro per fermare un drago, e questo lo sapeva bene.

***

Bright intanto si rimise in piedi e recuperò dal suo zaino un elmo da battaglia che gli calzava perfettamente. Impugnando saldamente la sua arma, raggiunse lo spiazzo appena in tempo per vedere l’imponente figura draconica rovinare contro la parete della caverna. Lasciando sfuggire un sussulto di gioia, iniziò a correre nella direzione del mostro, approfittando dell’attimo di stordimento che si era creato. Raggiunse la belva nel minor tempo possibile, alzò nuovamente la spada con un solo braccio e la fece piombare sulla coda del mostro. Il colpo fu tanto fiero che Thalax emise un gemito gutturale e scalciò con la coda in sua direzione. Stavolta però fu Bright ad essere più veloce, e si chinò quanto bastava per evitare il micidiale colpo.

***

Infierire assiduamente sulla stessa scaglia stava dando a Cyber dei risultati notevoli. Il rude materiale di cui era costituita la scaglia stava cedendo gradatamente, e la carne cominciava a mostrarsi. Ripreso il controllo sulle proprie capacità mentali, però, Thalax si voltò di scatto in sua direzione, e lo afferrò in una mano. La presa fu talmente violenta che Cyber espirò violentemente e rimase senza aria, stretto in una morsa micidiale. Diede inizio a una terribile danza di lame e si scagliò sulla mano spoglia del drago. Vampate di calore iniziavano a salire lungo il suo corpo, e l’aria non sarebbe durata ancora per molto. Ma doveva resistere. Infilzò Melkador nell’indice del mostro, e lo trapassò quasi completamente. Con un ruggito di dolore, il drago fu costretto a lasciare la presa, ma il testardo paladino, dopo aver recuperato tutte le sue forze con un respiro profondo, non volle saperne di lasciare la sua preziosa e potente arma piantata nell’empio dito di quella bestia. Rimanendo attaccato con tutte le sue forze all’impugnatura della spada e al dito stesso, subì una serie di scrollate poco piacevoli che finirono con un tonfo sordo sul terreno, quando il drago tentò di schiacciarlo a terra con la forza del suo braccio. Ma trovò BrightBlade a contrastarlo.
Il vigoroso giovane si era già mosso ben prima che Cyber si fosse liberato da quella stretta omicida, ponendosi sotto al ventre del drago e correndo un rischio ben più grande di quello che il compagno stava passando, qualche metro più in alto. Un violento fendente aprì una ferita nell’addome dell’animale, e un guizzo di sangue scuro bagnò la lama benedetta del giovane paladino.
Cyber gioì della conquista non appena la mano di Thalax allentò la presa e lo lasciò finalmente libero, a terra e armato con entrambe le lame. Un sorriso si fece strada sul viso provato: qualcosa nel duello stava cambiando. Il Guerriero della Luce era finalmente sceso in battaglia.
BrightBlade
00martedì 23 dicembre 2003 14:55
Lo scontro (Parte II)
Thalax’Yazne’Bok stava cominciando a stufarsi. Quello che gli era sembrato come un passatempo all’inizio, si era trasformato in un combattimento nel quale quei due piccoli esseri, armati di stuzzicadenti, stavano dandogli grossi problemi. La mente contorta del rettile studiò la situazione: il guerriero più esperto era abbastanza scosso dalla caduta, ma rappresentava pur sempre una minaccia. Gli occhi gialli del mostro ruotarono ad esaminare l’altro guerriero, il più giovane e, evidentemente, meno esperto. Sembrava pronto a sbranare anche mille draghi, ma il modo con cui reggeva la spada lasciava intendere che si era fratturato il braccio sinistro. “Neutralizzerò prima l’altro, e poi mi occuperò con calma di questo moccioso” pensò il drago.

***


Cyber si voltò verso il compagno, in quel momento di tregua. “Tutto ok?” “Più o meno sì. Credo di essermi rotto un braccio” disse Bright. Cyber aggrottò le ciglia. “Sei sicuro di farcela?”. “Non voglio mica perdermi lo spettacolo!” rispose il giovane Paladino. Il Gran Maestro sorrise. “E allora facciamogli vedere chi siamo! Tieniti sulla destra, il drago attaccherà sicuramente me. Quando lo farà, caricalo sul fianco. Ho indebolito le sue scaglie da quel lato!”
Il Paladino di Atlantide prese posizione, riprendendo fiato e preparandosi a scattare.
Ma il rettile li anticipò. Pronunciando qualche parola magica, fece calare l’oscurità più assoluta nella caverna. Cyber si ritrovò improvvisamente solo e smarrito. Non percepiva alcun rumore, salvo il respiro pesante di Bright. Di colpo, cominciò ad avvertire un lieve fruscio, come qualcosa che si muovesse verso destra… Il drago stava cercando di colpire il Paladino di Atlantide! Non esitando neppure un secondo, il Gran Maestro si gettò verso destra, roteando la spada. Con tutta la sua forza, effettuò un fendente violentissimo là dove doveva esserci la testa del mostro. La sua spada urtò contro qualcosa di solido, terribilmente solido… roccia!
Di colpo, Cyber avvertì il fiato bollente del drago dietro la sua schiena.
“MUORI, SCIOCCO MORTALE!” gridò il rettile, preparandosi a eruttare il suo alito mortale.
Il Gran Maestro capì di essere spacciato, ma non si fece prendere dal panico. “Per la Luce che servo, che sia Luce in questo antro!”.
Un’esplosione di luce scaturì dal suo corpo, inondando l’intera caverna. Il drago gridò di dolore, mentre i raggi trafiggevano le sue palpebre, distruggendole. Il drago, reso folle dal dolore, cominciò a divincolarsi nella caverna, ruggendo. Il Gran Maestro ne approfittò per aprire gli occhi. BrightBlade si trovava a mezzo centimetro dal punto in cui la spada del suo Maestro aveva colpito la roccia. Il Paladino di Atlantide afferrò la spada del Gran Maestro, la estrasse dalla roccia e la riconsegnò al compagno.
“Bel colpo, Maestro”
“Non sottovalutarlo – rispose Cyber – può ancora percepirci con la sua magia. Questo scherzetto lo ha reso semplicemente più arrabbiato di prima. Dobbiamo colpirlo ora, SUBITO!”.
I due scattarono in avanti, le spade in pugno, e investirono il corpo del drago con un torrente di colpi. Le scaglie nere della bestia cominciarono a spezzarsi, e zampilli di sangue sgorgarono dalle ferite. Il dolore di quelle punture riportò la mente straziata del rettile alla realtà. Con un improvviso colpo di coda, il drago respinse indietro i due Paladini. Cercò di colpirli con gli artigli, ma i due furono abbastanza veloci da portarsi a distanza di sicurezza. Il mostro allora si raddrizzò. Percepiva chiaramente le due aure benefiche di fronte a lui: la prossima volta non avrebbe fallito. Puntando il suo dito indice contro i due guerrieri, evocò le antiche formule della magia geomantica. Davanti all’artiglio proteso cominciò a formarsi un globo infuocato. Cyber gridò un avvertimento, e balzò di lato, tentando di schivare il proiettile incandescente. BrightBlade invece non si mosse. Piantando la spada per terra, protese le mani verso il rettile, sussurrando parole di una lingua antica. Cyber avvertì il brusco abbassamento della temperatura attorno al guerriero di Atlantide.
“Ma cosa stai fac….” Prima che potesse concludere la frase, il globo infuocato attraversò la caverna, rombando. Di colpo, dai palmi di Bright scaturì un cono di ghiaccio che intercettò a mezz’aria la palla di fuoco, impegnandola in uno scontro magico.
Il drago ruggì di furore. Come poteva uno stupido mollusco contrastare la Magia Geomantica? A meno che…. Il rettile concentrò tutta la sua forza nella palla di fuoco, e per un attimo quest’ultima parve vincere il controincantesimo del paladino, avanzando di parecchi metri. Ma BrightBlade rinnovò ad alta voce la formula che aveva appreso molti anni prima ad Atlantide. Il cono di ghiaccio crebbe nuovamente in potenza, bloccando la palla di fuoco.
Cyber Dark era rimasto ad osservare la scena in un misto di orrore e stupore. C’erano nell’aria forze arcane, diverse dalla magia divina praticata dal Paladino. Il Gran Maestro aveva studiato abbastanza da capire che i due stavano utilizzando entrambi la Magia Geomantica. La cosa che lo stupiva in realtà era non che il drago ne facesse uso – tutti i draghi la conoscono – ma che il giovane paladino la conoscesse.
Riprendendosi dallo stupore, il Gran Maestro capì cosa doveva fare, e agì.

[Modificato da BrightBlade 23/12/2003 15.02]

Cyber Dark
00martedì 23 dicembre 2003 15:53
Lo scontro (Parte III)
Raccolte tutte le sue forze, balzò nuovamente in piedi e corse in direzione del drago. Thalax, impegnato com’era nello scontro magico, si accorse a malapena dell’avvicinarsi del paladino più anziano, e ruggì di rabbia in sua direzione, ben conscio di cosa stava per accadere.
Cyber esordì in un affondo multiplo e riuscì a far breccia nelle scaglie già provate dell’orrenda belva. Una moltitudine di ferite si aprì nella resistente pelle del drago, e il sangue grondò sulle lame fino a sporcare le mani e le braccia del giovane combattente. Al massimo della sopportazione, temendo che le ferite provocate dal gelido acciaio delle due spade benedette potesse provocare ben più problemi di qualsiasi incantesimo geomantico, il drago fu costretto ad abbandonare la concentrazione e a chinare le enormi mani per proteggersi dai furenti attacchi dell’infuriato gran maestro. La palla di fuoco svanì. Con un ultimo sforzo il cono di freddo di BrightBlade avanzò nella sua gelida traiettoria di morte, arrestandosi in un’esplosione di freddo e lapilli ghiacciati sulla spalla della resistente bestia. Un gemito di dolore accompagnò lo sbalzo del mostro, che indietreggiò di qualche passo a contatto con la violenta forza magica.

***


Thalax era esasperato. Si convinse che, se voleva uscire vivo da quel terribile scontro, doveva concentrarsi su un unico obbiettivo e sperare di piegarlo alla sua bestiale forza. Si voltò verso Cyber con sguardo furente e, dando le spalle a Bright, avanzò minaccioso costringendo il paladino ad indietreggiare inesorabilmente. La parete si avvicinava.

***


Cyber impugnò saldamente le armi e attese con pazienza e determinazione che il drago facesse la sua mossa. Con un temibile ruggito Thalax si lanciò alla carica tentando di afferrarlo con i micidiali artigli, convinto di poterlo dilaniare con facilità non appena quello sciocco mortale avesse presentato una falla nella sua difesa. Tuttavia Cyber parava maestosamente ogni colpo del drago, contrapponendo la forza divina che veniva conferita a lui e alle sue spade alla forza brutale che si scagliava contro di lui, colpo dopo colpo.
Impegnato com’era nel parare le artigliate del drago non si scostò nemmeno quando si accorse che stava per giungere l’ennesimo, micidiale soffio. Venne investito interamente da quella nuvola nera, ma il potente amuleto che pendeva al collo lo preservò dal gelido abbraccio della morte. Ghignando allo sguardo stupito e terrorizzato della bestia, Cyber si lanciò a sua volta alla carica, incontrando una flebile ma resistente difesa. Anche Bright, intanto, si era mosso alle spalle del drago, e stava preparando un buon piano d’attacco per giungere in aiuto dell’amico. Il preoccupante combattimento che era iniziato poco tempo prima si stava ora trasformando in un perfido gioco di morte che i due Paladini si divertivano a intrattenere con la malvagia bestia.
Poi, finalmente, BrightBlade agì. Rinfoderò la spada, tenendola pronta per un’estrazione repentina, e corse celermente verso il drago. Con un balzò si aggrappò ad una sporgenza della schiena del mostro, e si issò più velocemente che poteva lungo la spina dorsale del drago, rimanendo a stento attaccato alle scaglie a causa dei violenti strattoni di Thalax che, nel frattempo, si difendeva dagli attacchi di Cyber e cercava di levare quel moscerino dalla sua schiena. Ma Bright era forte e resistente, e contrastando con innaturale forza le brusche tirate del drago, nonostante il braccio rotto gli dolesse terribilmente, giunse a cavalcioni del suo orrido cranio. E sguainò la spada.

***


Cyber osservò con enorme ammirazione quel giovane paladino che, nonostante avesse molta meno esperienza rispetto a molti altri guerrieri che aveva avuto modo di conoscere, stava compiendo l’impossibile. Stava cavalcando un drago, e la bestia era in suo potere. Senza perdere la concentrazione dallo scontro che lo stava tenendo ancora impegnato, lasciò sfuggire un’esclamazione di stupore di fronte a quello spettacolo maestoso. Un drago domato da un piccolo mortale. Continuando nel vorticare le sue lame non poté fare a meno di riflettere su quanto esperto e potente fosse diventato il suo giovane amico.

***


Per Thalax era difficile difendersi, ora. Allontanare le mani dalle lame di Cyber significava scoprire l’intero ventre, già danneggiato, e avvicinare gli artigli al viso era comunque un rischio perché, con Bright così attaccato alle sue scaglie, rischiava di ferirsi da solo. Emettendo urla e ruggiti spaventosi, dimenò violentemente il capo nella speranza di farlo cadere. Ma non ci riuscì.
Innalzando un’altissima invocazione agli dei atlantidei, Bright alzò la spada e la calò con violenza nel pieno del viso dell’animale. Ci vollero ben più di un paio di colpi per scalfire la rigida corazza dell’animale, ma il paladino capì quasi subito dove poteva andare a stuzzicarlo. Il suo cuore ebbe un tuffo, e le sue gambe scattarono velocemente: lo scontro stava per concludersi. Nuovamente la spada si alzò al cielo, e dopo che recitò una parola sacra prese a rilucere di un chiarore divino. Poi, con uno sforzo smisurato, la abbassò violentemente contro il rosso occhio del mostro.
Thalax lanciò un urlo talmente acuto che le intere pareti della grotta vibrarono, e Cyber stesso fu costretto ad allontanarsi dai colpi esageratamente violenti del mostro, che ora attaccava accecato dall’ira e...da una spada. Il drago alzò il collo in tutta la sua elevazione e ruggì verso la volta della caverna. Allora Cyber intervenne per porre fine a quel difficoltoso duello.

Lasciò cadere Melkador. Impugnò CrossBane nella mano destra e la portò dietro alla schiena.

“VA’, CROSSBANE! STERMINATORE DELL’OMBRA! SVOLGI IL TUO DOVERE, E VENDICATI SU QUEST’ESSERE EMPIO!”

E, urlando tutta la sua rabbia, Cyber contrasse tutti i muscoli del braccio e lanciò la sua arma.

Il tempo si fermò per un attimo. Il drago continuò il suo acutissimo gemito di dolore, mentre Cyber e BrightBlade rimasero a contemplare la spada in volo. CrossBane volteggiò più volte in cielo, alla velocità della luce, e infine trovò il suo bersaglio. La punta sfondò le scaglie del collo e si conficcò in profondità. Solo l’impugnatura non penetrò nel suo corpo, tanto era stato fiero il colpo.

Ad un tratto, silenzio. Thalax interruppe il suo disperato grido, e per alcuni attimi osservò il cielo che si intravedeva da un buco nella volta, ad occhi sbarrati. Tentò di inspirare, ma la ferita nella sua trachea e la spada infilzata glielo impedivano.
Arrancò per qualche passo all’indietro, portandosi le mani alla gola in un disperato, quanto vano, tentativo di migliorare la situazione. Annaspò per alcuni lunghi secondi, ondeggiando verso il centro della grotta e tentando, con l’ultimo frammento di malvagità che era rimasto in lui, di investire col suo micidiale respiro quel maledetto che l’aveva appena condannato.
Pensò che, una volta sistemato quello, sarebbe stato facile scrollarsi di dosso l’altro. E poi avrebbe potuto riprendere la sua vita agiata, mollemente sdraiato sul suo trono di fine ossidiana. Un trono che lui stesso aveva ordinato di intagliare.

Con questi ultimi pensieri in testa, il mastodontico Thalax’Yazne’Bok si accasciò al suolo con un tonfo sordo, esalando in un ultimo respiro i malvagi propositi che si era ripromesso per quei due impertinenti che avevano osato tanto contro di lui. E l’ultima cosa che vide, prima che i suoi occhi si spegnessero per sempre, fu l’immagine del suo carnefice, Cyber Dark, che accolse il suo volto contorto in spasmi di dolore con uno sbuffo fiacco.

Poi, dopo che l’ultimo tremito ebbe attraversato il suo corpo, spirò silenziosamente. E CrossBane, la spada benedetta che l’aveva ucciso, rimase prigioniera e protetta della sua incredibile stazza.
Cyber Dark
00sabato 27 dicembre 2003 21:18
La fine di un'avventura
Cyber si rizzò in piedi, riassumendo la sua tipica posa maestosa e fiera. Bright, rimasto miracolosamente a cavalcioni del mostro, rimise la sua spada nel fodero e scivolò giù piano dalla testa morta della bestia. Dandosi una scrollata al mantello e alla corazza si portò a fianco del maestro e, senza dir nulla, contemplò a lungo la scena. Non c’era bisogno di parlare: il giovane combattente sapeva bene che il suo Gran Maestro era fiero di lui. Bastava guardarlo in viso e vedere quel sorriso appena pronunciato, ma profondamente soddisfatto, per capire che era orgoglioso del lavoro compiuto. Poi, finalmente, fu Cyber a prendere la parola.

“Ben fatto, sir BrightBlade. Sono ammaliato da tanta abilità e maestria.”
“Non è stato merito mio, messere.”
“No, hai ragione.”

Si voltò lievemente per guardarlo meglio, e gli diede un’amichevole pacca sulla spalla.

“E’ stato merito della collaborazione. Tu ed io. Come vedi ce l’abbiamo fatta!”
“Già! Beh, non senza qualche acciacco...”

Bright si strinse un po’ il braccio, ma mollò subito la presa, strozzando un gemito di dolore in gola.

“...e qualche perdita. Come farete ora, maestro, senza la vostra spada?”
“Ah, CrossBane...beh, era una lama forgiata per combattere le presenze provenienti dal piano delle ombre. La sua essenza è stata immolata per sconfiggere questo incredibile mostro. Non sono triste o avvilito per essa: so che ha compiuto il suo destino. Ed è giusto così.”

Un sorriso confortante mise a tacere ogni dubbio nell’animo del giovane.

“E poi è una buona occasione per cambiare le cose. Vedi, ormai era molto tempo che non impugnavo le mie spade insieme. Durante questo scontro ho dovuto ricorrere a tutta la mia concentrazione, poiché per un paio di volte le due lame si sono scontrate inavvertitamente aprendo una breccia nella mia difesa. Credo che, per come stanno ora le cose, mi si addica maggiormente uno scudo. E’ una cosa che terrò in considerazione, non appena vedrò Mastro Argail il fabbro.”

Bright si voltò rincuorato, confortato dal calore che sprigionava il suo compagno. Anche quest’ultimo era rimasto ferito in battaglia: la sua armatura in più punti ammaccata, molteplici tagli sul viso e chiazze di sangue lungo tutto il suo corpo. Eppure era soddisfatto, proprio come lui.

Avevano appena dimostrato che non c’era confine per la potenza dei Vassalli, e che una salda quando tenace forza di volontà, unita alla loro abilità in battaglia, era in grado di schiacciare anche il nemico più forte. Ora i loro cuori traboccavano di gioia, poiché non solo le inospitali lande erano state liberate dal loro dittatore, ma quest’esperienza gli aveva anche insegnato quanto fossero importanti la collaborazione e l’amicizia, unite alla bravura con le loro armi.
Vi era un confine al potere della Luce?
Con questa domanda che frullava in testa, Cyber uscì sorridendo dalla grotta, seguito dal suo compagno.
E non poté fare a meno di ricordare a se stesso quanto si fosse rivelato utile quel dischetto di metallo prezioso che gli pendeva dal collo.

~ THE END ~

[Modificato da Cyber Dark 27/12/2003 21.18]

Cyber Dark
00sabato 27 dicembre 2003 21:22
Ora sapete tutti l'incredibile quanto fantastica avventura che ci ha tenuti impegnati nelle ultime settimane!
Finalmente io e sir Bright siamo lieti di tornare tra voi e di aver appena condiviso con lorsignori la nostra interessante storia.

Ma diteci, l'avete apprezzata[SM=x92709]?

E un ringraziamento particolare va proprio a voi, messer BrightBlade, per aver partecipato di vostra spontanea volontà a questa splendida narrazione[SM=x92709] . I miei complimenti!
Questi applausi sono tutti per voi, o Uccisore del Drago[SM=x92702] !
Il narratore Kratos
00sabato 27 dicembre 2003 22:51
Complimenti!
Davvero complimenti, amici miei! avete creato un ottimo racconto! E Sir Cyber, quali effigie recherà il vostro scudo?[SM=x92702]
BrightBlade
00sabato 27 dicembre 2003 23:33
Veramente...
Se non aveste avuto voi quell'idea, Cyber, io non avrei mai pensato di arrampicarmi sul drago, quindi il merito è vostro!!!
Approposito, oltre che ringraziarvi per i complimenti (siete troppo generosi), vi propongo un invito:
Il Regno è una sezione ambientazione, in cui dobbiamo far muovere i nostri personaggi, giusto? E allora cosa aspettate a scrivere? Anche se non siete bravi come Cyber, scrivete lo stesso!!! Questa sezione ha disperato bisogno del vostro contributo quindi, quando non sapete cosa fare, fate un salto qui e mettete mano alla tastiera!!!
Oltretutto non posso neppure descrivervi quanto ci siamo divertiti io e Cyb a scriverlo, quindi non perdetevi quest'esperienza entusiasmante e scriveteeeeeeeeee!!!
[SM=x92709]
PS: Per lo scudo proporrei... che ne dici di un drago con una spada piantata nella gola? [SM=x92710] No, scherzo, vabbe' ne parleremo su msn quando riesco a beccarti! A presto!!!
[SM=x92702]

[Modificato da BrightBlade 27/12/2003 23.34]

Cyber Dark
00domenica 28 dicembre 2003 00:11
sir?
non credo di meritarmi un tale epiteto, messere [SM=x92709]
l'effige che recherà? mhh...
è una decisione molto ardua, ci rifletterò su stanotte, dopo il giro di "routine" in locanda e all'har..all'armeria[SM=x92710] !!!

Bright, siete sempre troppo modesto, ora insisto affinchè vi prendiate le vostre responsabilità[SM=x92701]

(e x quanto riguarda l'invito di bright...quoto e sottoscrivo, fatevi sotto[SM=x92702] !!!)
Mariuccia5
00martedì 24 agosto 2004 18:54
bella
l ho letta solo ora[SM=x92713] ma é bellissima! complimenti!
Mah! perche questo racconto non si puo trovare nella piccola libreria della gilda dei Paladini[SM=x92708] (se non mi sbaglio[SM=x92713] )
volete che ci pensi io a copiarla e inviarla?[SM=x92702]
Cyber Dark
00mercoledì 25 agosto 2004 18:19
Ah si?
Era questo l'avvenimento a cui mi riferivo nella mia piccola puntualizzazione durante la vostra cerca della Reliquia di Heirean, mia cara[SM=x92709]
Sfortunatamente, in questo momento il nostro Gran Maestro nonché webmaster del sito è ancora in missione, lontano (leggasi: in vacanza[SM=x92710] ), perciò dovremo aspettare il suo ritorno!

Ma immagino sia una buona idea, la vostra[SM=x92702] ..saluti!
Mariuccia5
00giovedì 26 agosto 2004 17:00
per me non c é problema, aspetterò, dato che devo anche aspettare il mio pc[SM=x92713] eh gia, non ce l ho ancora[SM=x92713] ma dovrebbe arrivarmi entro martedi, speriamo[SM=x92713]
quando i tecnici ci mettono cosi tanto mi fanno venir voglia di prenderli a martellate[SM=x92704]
... scherzavo[SM=x92710]
BrightBlade
00martedì 31 agosto 2004 20:19
Giacché sono ritornato...
Se controllate nella piccola Biblioteca della Gilda, troverete una piccola novità!
[SM=x92702]
LadyAngelicque
00domenica 12 settembre 2004 13:15
complimenti
Quel mago era mio nonno...ora so chi a tolto di mezzo la vecchia carogna e lo ringrazio!
Otrebmu Ittoram
00sabato 2 ottobre 2004 21:55
Tempo dopo
Un viandante viaggiava in un deserto,erano 2 settimane che girovagava disperso un quella zona,era stanco e affamato come il suo cavallo.
Era pomeriggio quando vide in lontananza una sproporzionata montagna egersi davanti a lui,un po'rinfrancato vi si diresse,quando la raggiunse era quasi il tramonto.
Ai piedi della montagna vide un ingresso di una piccola grotta,un'aria fredda e maleodorante proveniva da li,il cavallo spaventato non volle continuare cosi lo imbriglio' a un sterile arbusto,spoglio e dello stesso colore del terreno desertico.
Il viandante dopo aver sguainato la spada e imbracciato lo scudo entro',ma si dovette fermare e riporre lo scudo per poter impugnare dopo averla accesa una torcia,entrato nella grotta comincio' a ispezionarla e alla fine trovo'una sala con un trono di ossidiana,ricchezze degne di un re e il corpo di un grande drago.
Il viandante esamino' il corpo del drago e le sue strane ferite e tento' di estrarre la spada che era nella gola del mostro,ma non vi riusci'.-Niente non si sposta chi l'ha affondata cosi in profondita' doveva avere la forza di un gigante-
Si avvicino' ai tesori e prese delle manciate di monete che mise nella scarsella,poi prese dallo zaino un grande sacco e lo riempi' con oro e gioielli,era indeciso se rimanere,il posto gli dava strane sensazioni come se ci fosse qualcosa che lo osservasse.
Alla fine decise di andarsene usci' dalla caverna mise il sacco sul cavallo e conducendolo si allontano'.
Cominciava a scendere la sera quando in lontananza vide una luce che si avvicinava sempre di piu',era una carovana di povera gente,che lo soccorse e nutri'.
Il viandante che si presento' come Otrebmu seppe che vivevano in quella zona come nomadi e che un drago era stato la loro rovina,ma che da un po' di tempo non faceva piu' danni.
I nomadi dissero a Otrebmu come uscire dal deserto,la mattina dopo prima di partire Otrebmu consegno' loro il sacco con l'oro e i gioielli pensando che a loro sarebbero serviti di piu',si diresse seguendo le indicazioni fuori dal deserto e verso il Regno di Blue Dragon di cui aveva sentito parlare.
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