Era mattina: una mattina fredda e pungente, ma estremamente chiara, limpida e velata dal soffio di una brezza leggera.
L'alba era passata da poco, ed il sole si alzava come suo solito per cominciare la salita prima del desinare. Il Regno era ancora semideserto; per le strade passava qualche viandante, la fontana zampillava pigra accompagnando il rumore del vento leggero con il gocciolio lento.
Chiusa in una piccola stanza su un piano alto della Gilda dei Paladini, un'esile figura, avvolta fragile in una tunica bianca e in un mantello scuro e scolorito, era china su diversi alambicchi e qualche libro, come soleva fare. Stava esaminando alcuni liquidi in piccole ampolle scivolare da una parte all’altra dei contenitori e confluire in una boccetta più in basso.
Mariuccia sollevò il capo da quell’impiego, ed osservò attraverso la sottile finestra della biblioteca il cielo chiaro e solenne. Sbadigliò con noncuranza, non tanto per la stanchezza di una notte quasi insonne o del restare ferma in quella posizione curva per più d’un ora, ma più che altro per la monotonia di quei giorni.
Molto dei compagni erano partiti, soli o accompagnati, scomparsi, tornati da poco, appena giunti… ma lei era rimasta tra le sue carte, limitandosi a salutare chi partiva ed arrivava e svolgere i suoi doveri di Aspirante e Guardiana.
La giovanissima donna si stiracchiò, stirando la schiena ed allungando le braccia per sgranchirle. Uno scricchiolio alle scapole la riportò al reale tempo che aveva trascorso ricurva sulle sue pozioni. Con gesti veloci, si lisciò i capelli di paglia sulla testa, cercando di sistemarli, e si alzò in piedi.
“Devo muovermi” sussurrò al silenzio del luogo, come per dare una spiegazione ai i suoi successivi movimenti.
A larghe falcate uscì dalla porta della biblioteca quindi, ritrovando la presenza di spirito che la caratterizzava, si precipitò quasi correndo giù per le piccole scale, ed uscì all’aria gelida. Inspirò profondamente e stirò ancora la schiena.
“Buongiorno, Regno!” Esclamò sorridendo. Prese a camminare per le strade lastricate. L’interno delle Mura cominciava finalmente ad animarsi: qualche altro Aspirante, Vassallo e viandante compariva salutando in qualche caso la giovane; la Taverna spalancava ospitale il portone e le ante delle finestre, qualche piccolo animale ed uccello scorazzava senza pensieri intorno alle piazze.
L’alchimista non aveva una meta, ma pensava.
Diventerò vecchia in fretta, se non esco un poco da qui, si disse scherzosamente. Aveva deciso: era stanca di fermentare dentro le mura e, benché non vi fosse immediato bisogno di partire e temeva di venir meno ai suoi doveri nell’allontanarsi, voleva viaggiare.
Il mare! Scelse il mare. Davvero poche volte era stata a bordo di vascelli e barche, sulle onde fredde e tiepide dell’azzurro: l’ultima volta che le era capitato, per quanto poteva ricordare, era stata su una nave volante… ed il viaggio non era proprio un piacere. Forse aveva passato il mare altre volte, da allora, ma non le sovveniva alla memoria nulla di particolare.
Di buona lena, contenta della decisione, si appoggiò bene al suo bastone dalla punta ferrata e si diresse alla Taverna. Era certa di trovarvi qualcuno anche a quell’ ora. Tuttavia non aveva per nulla fretta.
Bussò due volte sulla pesante porta, e l’oste venne ad aprirle. Mariuccia si lasciò cadere su una sedia, osservando chi fosse presente nel luogo.
OT
Impressioni? Consigli? Partecipazioni? >__< susu!
[Modificato da Mariuccia5 27/02/2007 12.39]