Filippo, 27/04/2024 13:41:
Ma non hai risposto alla mia domanda, erano si aiutate da donne, ma comunque Gesù e i 12 non lavoravano. Vero?
Paolo lavorava per mantenersi perché, a differenza del clero di oggi, non percepiva stipendio e svolgeva il suo ministero gratuitamente. Ed era un cristiano al pari dei suoi contemporanei, apostoli e non, che si dedicavano al
κήρυγμα.
Mentre si trovava a Corinto, per non essere di peso a coloro che serviva, Paolo si mise a fare tende insieme ai fratelli Aquila e Priscilla e fece anche altre cose per mantenersi. (Atti 18:1-3; 1 Tessalonicesi 2:9).
Lavorava oppure no?
Certo che lavorava per mantenersi, pur non avendone fatto la carriera di vita.
Ai Tessalonicesi disse infatti: “
dovete imitare il nostro esempio, perché fra voi non ci siamo comportati disordinatamente né abbiamo mangiato gratuitamente il cibo di nessuno” (2 Tess 3:7,8).
Lasciò un esempio di perfetta coerenza e un comando incontestabile: “
Chi non vuole lavorare neppure mangi” (3:10).
Una decina di anni dopo confermò a Timoteo lo stesso dovere morale: “
se uno non provvede (οὐ προνοεῖ) ai suoi, e specialmente a quelli della sua casa, ha rinnegato la fede ed è peggiore di uno senza fede” (1 Tim 5:8).
Più o meno nello stesso periodo, ribadì il concetto ai suoi conservi in fede residenti a Filippi:
“
Non dico questo perché mi trovo nel bisogno; ho imparato infatti a essere autosufficiente indipendentemente dalle circostanze” (Fil 4:11).
Il termine greco in origine è
αὐτάρκης o “autosufficienza”: un concetto che Paolo prende a prestito dalla filosofia stoica per amplificare l'importanza per il cristiano di non dover dipendere da nessuno.