È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 
Stampa | Notifica email    
Autore

Lo Spartito Obliato -aggiornato per la lettura di tutti-

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 19:03
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
18/02/2016 18:25
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Sommo Ostri, 11/02/2016 00:47:

... [SM=x92709] Poi l'inventario di Rinaldo in una biblioteca? Cos'è?
[SM=x92706] oppure non bisogna rispondere in questa discussione perchè è solo per il testo del racconto? [SM=x92706]



In passato non avevo risposto in modo completo alle tue domande, queste due in particolari. La prima ti riporto al post che fra poco pubblicherò in non fanatasy, "racconto iniziato bene e non finito molto bene". La seconda, preferibilmente si potrebbe scrivere nella discussione di cui sopra in grassetto, ma non è un problema, perché i pezzi sono scritti e corretti man mano, quindi qualche post di delucidazioni non dovrebbe dare problemi, non a me figuriamoci, ma al cronologo che deve copia/incolla nella biblioteca arcana. [SM=x92706] sempre se ne ha intenzione, il mio racconto "Il Labirinto d'Acqua" l'ho finito da un pezzo e corretto più di una volta insieme a lui tra l'altro. Vabbè misteri della fede cronologa [SM=x92706] !






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
01/03/2016 19:32
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

La guardia prese la chiave e fece scoccare la serratura. Il rumore metallico risuonò per i lunghi corridoi delle celle, seguito poi dal cadenzare scemante dei passi della guardia. Calò il silenzio.
<<Hhhh h… ah, ah ah ah, gnnn via dannato topaccio! Basta non voglio essere solleticato più!>> esclamò Enricus, legato mani e piedi con spesse catene su un tavolo, mentre con un piede strattono via un ratto venuto ad annusarlo.
<<Hhhh basta… mi fanno male le braccia… mi fanno male le gambe… mi fa male la schiena… mi fa male la testa…>> affermò invece Otrebmu legato alla cremagliera.
<<Fate prima a dire che vi fa male tutto>> disse ironico il priore messo alla gogna.
<<L’importante che siete tutto intero, distendere un’Aspirante Vassallo, come si fa con le fisarmoniche, non è cosa fattibile per qualche guardia ordinaria. L’importante è che non avete parlato, bravo! Hh ah ah via pussa via, sorcio maledetto!>> disse il bardo.
<<Non potevano continuare a distendere voi? Ne avete rotte due di cremagliere!>> esclamò Otrebmu.
<<Non per vanteria, ma non credo che sarebbero riusciti a muovermi di un sol millimetro continuando con questi cosi. Hh hh hhh. Hanno preferito farmi il solletico. Hh ah ah ORA BASTA, ma perché non se ne va via?>> disse il Vassallo continuamente disturbato sui piedi nudi dal solito ratto.
<<Sapranno di formaggio, ecco perché vi tormenta>> intervenne il priore.
<<Bello essere uomini di chiesa, per rispetto vi hanno solo messo alla gogna, mentre a noi è toccata un po’ di tortura!>> disse Enricus con tono sarcastico.
<<Mi ritengo fortunato, questa volta, ma essere un uomo di chiesa non porta tutti questi vantaggi. Pensate se al posto di qualche guardia timorata del Padre Creatore, mi ritrovavo un non credente! Nel migliore dei casi mi avrebbero trattato come voi… di solito chi non è credente ha anche una forte avversione al sacro>> spiegò Ikarus seriamente.
<<Già… avete ragione, dimentico che tutti i vantaggi sono accompagnati da svantaggi opposti. Ma come mai vi ritrovo più riposato e lucido?>> domandò il Vassallo.
<<Semplicemente, Ascheer se ne è stato “buono” ad ascoltare compiaciuto alcune guardie imprecare, le risate isteriche vostre e i lamenti di Otrebmu che si sforzava a non farsi distendere>> rispose il priore.
<<Che infamone!>> esclamò il bardo.
<<Avete un piano?>> domandò all’improvviso Otrebmu.
<<No>> rispose Enricus.
<<Come sarebbe a dire?>> domandò di nuovo Otrebmu.
<<Sto aspettando>> rispose di nuovo il bardo.
<<Cosa?>> domandò per l’ennesima volta l’Aspirante Vassallo.
Si sentì un rumore di cancelli e numerosi passi avvicinarsi alle celle.
<<Questo! Fra di essi sento anche dei passi più “ondulatori” e aggraziati!>> disse Enricus.
Erano in sette, acuendo l’udito come aveva fatto il bardo si poteva notare la qualità dei passi. La maggioranza erano accompagnati da stridori metallici e ticchettii quasi regolari, poi si sentivano passi più pesanti che facevano tremare il pavimento e alcuni erano poco percettibili al normale udito umano.
Avvicinandosi, si sentì una voce di donna porre delle domande e quella di un uomo di mezz’età risponderle. Poi la cella venne aperta da una guardia, che entrò e si piazzo su un lato della stanza; entrarono altre tre guardie, un uomo molto grosso e alto, un ninja e una nobildonna.
Il primo aveva una statura e una fisicità di un uomo dedito quotidianamente alla lotta fisica, aveva il viso squadrato con i capelli corti, indossava, oltre ad abiti tradizionali, una corazza di cuoio intrecciata con borchie e piastre di metallo; mentre da dietro le spalle spuntavano due manici di daghe incrociate.
Il ninja era il più basso di tutti, a malapena superava la spalla della nobildonna. I tre uomini del Sommo lo riconobbero subito, era il comandante ninja che li aveva resi prigionieri con l’espediente del veleno.
La donna invece era leggermente più alta delle guardie, ma non abbastanza da arrivare alla spalla del colosso che l’accompagnava, aveva un viso dai tratti delicati a cuore, con occhi neri dallo sguardo profondo e i capelli altrettanto neri tirati all’indietro fino alla schiena. Una fascia terminante a fiocco con lunghi nastri gli adornava il collo e sulla testa faceva bella mostra un semplice diadema d’argento con lapislazzuli al centro.
Era sicuramente l’unica principessa di Direnia, indossava un lungo abito turchese con pizzi, risvolti e ricami dorati. L’abito doveva avere un telaio di legno, essendo uniformemente bombato sui fianchi della donna, inoltre era completo di bustino con largo scollo a U. La procace principessa portava al gomito un poco intonato ombrellino rosa.
<<Incredibile, stento a credere a quel che dicono le guardie>> disse la nobildonna.
<<Se non vedessi con i miei occhi, stenterei a credere che un uomo abbia resistito alla tensione delle corde di una cremagliera. Addirittura nel fare ciò due si sono rotte>> disse il comandante dei ninja.
<<Sua grazia, le mostro le due macchine rotte. Ecco, in entrambe si è spezzato l’albero di torsione, e quando stavamo provando a fare la stessa cosa all’altro uomo, vedendo che ugualmente resisteva, abbiamo lasciato perdere. Rompere un'altra cremagliera sarebbe stato uno spreco inutile, visto che lo stesso non hanno confessato nulla a parte lui, che ha risposto di essere il capo>> spiego una delle guardie.
<<Una fisicità notevole direi, degna di Manlius. Eppure non sembra così robusto. Che ci fa con i piedi da fuori?>> domandò la principessa, che incuriosita si accostò al bardo.
<<Non avevamo altri mezzi a disposizione e gli abbiamo fa…>> disse la guardia venendo interrotta.
<<Mi hanno fatto il solletico, piuttosto, dove si trova la nostra compagna?>> domandò Enricus.
<<Che sfrontato!>> esclamò la principessa.
<<Ehi! Non permettetevi mai più di rivolgervi a Lady Lucrezia, senza il suo consenso! Ladro, feccia!>> intervenne la guardia dando una bastonata sul petto del bardo, che non accusò molto dolore.
<<Guardia, fatevi da parte, ora ci pensa Junji!>> ordinò la principessa.
Il ninja si avvicinò al bardo e mostro una delle spade Sin Fein requisite.
<<Non ci vuole un indovino per capire che non siete uomini comuni e neppure mercenari ordinari! A quale ordine appartenete e soprattutto a chi appartenete?>> domandò Junji.
<<A nessuno, siamo quel che vedete>> rispose il bardo.
<<Non siate sciocco! Questa non è una spada accessibile a chiunque! Ha una forgia che ricorda il grande maestro di Niwa. Dove l’avete presa?>> domandò di nuovo il comandante dei ninja.
<<L’abbiamo rubata a dei ricchi commercianti>> rispose il bardo.
<<NON DITE IDIOZIE! Chi vi ha mandato? Il principe Rufus? Il principe Julius? O qualcun altro che ha interessi a Bathav?>> domandò furente il ninja che poco gradì la presa per i fondelli, e avvicinò minaccioso la lama Sin Fein al petto del bardo.
<<Vi sentite sicuro a minacciare un uomo legato. Deve essere estremamente facile>> rispose provocatorio Enricus.
<<Si, ma non lo dovreste essere altrettanto voi>> rispose Junji.
<<E va bene, solo se mi garantite che la nostra compagna sta meglio di noi>> propose Enricus.
<<Si, sta bene. Se non parlate, ne voi, ne lei, ne loro staranno più bene>> disse il comandante dei ninja.
<<Siamo mercenari specializzati in furti di informazioni!>> intervenne il priore.
<<Ah! Questo fate? Cosa cercavate in una biblioteca allora?>> domandò Junji rivolgendosi a Ikarus.
<<Credevamo di trovare qualche piano o qualcosa che potesse rivelare le mosse della principessa Lucrezia>> disse poi il bardo.
<<Bene, vedo che state collaborando. Chi vi manda? Julius? Sembra una sua trovata. O quel vecchiaccio di Rufus? Non ditemi che Lumix e Flavia si sono svegliati dal sonno!>> domando la principessa.
<<Rufus! Il principe Rufus, voleva essere sicuro di poter invadere con successo il Galandrax!>> intervenne a sua volta Otrebmu.
<<Che bravo, sei stato gentile a dirmi tutto d’un fiato!>> disse la principessa fingendo di congratularsi con quest’ultimo.
<<PEZZO DI ASINO! Cosa avete fatto? Perché? Non potevate tenere la bocca chiusa? Adesso chi ci paga? Se lo viene a sapere il principe, il nostro nome ne risentirà! Non avremo più clienti! IMBECILLE, BABBEO, STUPIDO IDIOTA>> inveì Enricus verso Otrebmu.
Ikarus abbassò la testa nella sua gogna per nascondere la faccia divertita, mentre Otrebmu rimase con la faccia incredula e senza parole.
<<CRETINO! Siete un vigliacco!>> continuò a fingere Enricus.
<<Calma, calma, non dimenticatevi che siete nostri prigionieri e sicuramente non rivedrete mai più il principe Rufus. Perché marcirete qua dentro!>> disse Junji.
<<Mi dispiace capo... Anzi a questo punto, non mi interessa più nulla e non sono più un vostro sottoposto!>> disse Otrebmu, prestandosi al gioco.
<<Bene, credo che questo era tutto quello che dovevate dire!>> sostenne la principessa Lucrezia.
La nobildonna si avvicinò ad Enricus e lo squadrò negli occhi, il bardo dal canto suo cercò di rimanere il più possibilmente serio, cercando di celare una certa attrazione nell’affascinante sovrana del palazzo.
<<Sia chiaro, nessun mercenario potrà farla franca con me! Dopo che i miei fratelli si saranno massacrati a vicenda, io interverrò per la pace del popolo direno, che mi accoglierà come una dea. E li farò arrestare, processare e condannare a morte per alto tradimento alla corona di Direnia. La regina Flavia la farò deporre per incapacità o si ammalerà mortalmente assumendo accidentalmente qualche sostanza. Un po’ come il vecchio Rhupert. Mi dispiace per il vostro ex capo, ma sono destinata a regnare ed essere adorata per sempre! Chi è contro di me, è destinato a una fine miserabile>> disse la principessa.
<<Ambiziosa e velenosa, non ci sono altri termini>> dichiarò il bardo.
<<Hai sbagliato io sono ambiziosa e bellissima!>> esclamò la principessa sferrando un ombrellata ai gioielli di famiglia del povero Vassallo.
<<Argh! Hhhh>> mugolo Enricus per poi pensare: Ambiziosa e str***a!
Ikarus, Otrebmu e perfino le guardie parvero provare il medesimo dolore.
<<Avete visto come si torturano i tipi tosti come questo? Guardate e imparate! Slegate il grassottello, lo facciamo diventare uno dei nostri, visto che ha abbandonato il suo capo fallito! Bene ora vado, che ho sonno. Buona notte!>> concluse la principessa, per poi andarsene disinvolta e con aria provocatoria.
Questa me la lego al dito! Str****ssima e cattivissima principessa, cattiva molto cattiva, da punire! Pensò il bardo, con espressione dolorante e con la vista fermamente bloccata sull’ondeggiare della sua aguzzina.
Otrebmu venne slegato e perplesso seguì Manlius e Junji, venendo a sua volta seguito dalle quattro guardie.
<<SIETE UN TRADITORE! CARLO, SIETE UN TRADITORE! Se solo fossi libero vi darei una lezione!>> urlò Ikarus, scambiando furtivamente con Otrebmu uno sguardo d’intesa.
<<Tacete! Canaglia!>> offese la guardia intenta a chiudere la cella.
Otrebmu ha saputo fare la sua parte, ma mi sembra troppo facile! Qui c’è sotto qualcosa! Pensò il priore.
La solita fortuna del principiante! Bene, spero che sappia giocare le sue carte… è il momento di giocarmi le mie! Pensò il bardo, iniziando a tirare le catene, scardinandole poco alla volta dal muro.
[Modificato da SolarKnight 01/03/2016 19:32]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
04/03/2016 20:21
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Era l’alba, Otrebmu non aveva dormito così bene da quando aveva lasciato la casa nelLo Regno. La branda era molto spartana, ma sempre mille volte meglio della gualdrappa di un destriero, poggiata sul rigido e gelido suolo. Il grande locale adibito a dormitorio poteva accogliere ben cinquanta guardie con i loro armadietti e strumenti del mestiere. Il baldo Templare Sin Fein dormiva proprio come un sasso.
<<EHI sveglia! Non avete sentito la campanella del cambio della guardia?>> disse brusco una guardia intenta a infilarsi ai piedi dei duri stivali di cuoio.
<<Hm? Ma io non sono una guardia!>> esclamò Otrebmu stiracchiandosi.
<<Questo non vuol dire niente! Tutti si devono alzare e dare il cambio a chi viene stanco dalla notte! Poi se non erro, avete l’obbligo di presentavi a Junji, che è il capo dei mercenari>> disse di rimando la guardia.
<<Ah già, vero>> esclamò Otrebmu alzandosi di scatto e vestendosi più rapido degli altri.
<<Mah… in che mondo viviamo, se fanno mercenari anche questi soggetti!>> disse stupita la guardia.
L’Aspirante Vassallo corse a perdifiato per i corridoi inferiori del palazzo fino a giungere alla porta di accesso al cortile, ampiamente spalancata all’interno e piantonata da due guardie ben armate.
Il cortile interno al palazzo era molto grande, con al centro un grosso pozzo con abbeveratoi per cavalli. In quel momento le guardie, che avevano concluso il turno di notte, si apprestavano a ritornare nei loro alloggi. Otrebmu venne per un momento sommerso da un onda di uomini spossati.
<<Vedo che siete stato puntuale! Già questo è un punto a favore per voi e per sua maestà, che vi ha dato la possibilità di far parte dei miei mercenari>> disse serpeggiante il comandante dei ninja mercenari, appoggiato con la schiena al muro.
<<Eh io… si era quello che volevo, farvi buona impressione>> rispose Otrebmu appena uscito barcollante dalla calca di guardie in ritiro.
<<Hmmm. Un punto a favore, niente di più. Dovete ancora meritare la mia fiducia>> disse Junji.
<<Si certo, capisco>> aggiunse Otrebmu.
<<Bene è ora che vi presenti ai vostri nuovi compagni!>> affermò il comandante dei ninja.
Junji e Otrebmu presero a camminare sotto il porticato. L’Aspirante Vassallo si sentiva inquieto, avrebbe tanto voluto domandare dove fosse finita Mariuccia, ma temeva di insospettire il comandante dei ninja.
Invece era Junji con il suo comportamento a mettere in allarme Otrebmu, non era normale liberare e addirittura fare dei propri una persona che era stata nemica qualche sera prima.
<<Vi vedo preoccupato! C’è qualcosa che non va?>> domandò Junji.
<<Sapete, a me del mio vecchio capo e del mio scorbutico compagno non mi interessa che fine fanno, ma la mia amica vorrei sapere a cosa andrà incontro>> rispose Otrebmu.
<<La ragazza è di bella presenza e sembra ben educata, per questo è destinata al mercato nero degli schiavi di Bathav e Katai! Per il momento dorme dell’ala nord del palazzo. Piuttosto che ci fanno con due mercenari della peggior specie, una brava ragazza e un tipo inesperto e poco aggraziato come voi?>> ridomandò il comandante dei ninja.
Inesperto? Poco aggraziato? Ma come osa questo? Pensò Otrebmu prima di rispondere: <<Sappiamo cucinare e cacciare meglio di loro. Questo era il nostro compito, ecco perché tengo ad avere notizie della mia amica>>
<<Non dovete preoccuparvi di lei, sarà destinata ai servigi di qualche famiglia facoltosa. Invece, preoccupatevi di voi stesso, ora che appartenete ai miei ninja. Di solito in ogni missione me ne muore sempre qualcuno, da oggi per voi è questione di sopravvivenza>> avvertì Junji.
<<Mi so adattare>> disse brevemente Otrebmu.
Camminando per il porticato in due si imbatterono nella signora di Bathav accompagnata dal suo fidato energumeno.
<<Uh chi si vede! Il mercenario in erba!>> esclamò la principessa Lucrezia, con aria da finta svampita.
<<Mia signora, porto il nostro ospite a farsi un po’ le ossa tra i miei uomini, affinché impari ad essere un mercenario modello. Anche se ne dubito fortemente>> disse Junji.
<<Ma davvero? Ma non vedete quanto è pacioccone, non trattatemelo male!>> disse con voce smielata la principessa, pizzicando al contempo la guancia di Otrebmu.
<<So che avete un debole per questi tipi così miti, ma non dovremmo viziarlo troppo, deve rigare dritto. Un ninja deve ispirare paura non dolcezza>> disse Junji.
<<Ma noo, poverino! Così bello tondetto >> continuò la principessa Lucrezia a dire e a pizzicare.
<<Mi fate male!>> disse Otrebmu dolorante nell’orgoglio e con una mano al volto.
La principessa sorrise e fingendo di aggiustarsi lo scollo disse:<<E’ così morbido, se mi si sciupa a chi pizzico poi? Ah ah ah ah>>
Morbido un corno, io sono una roccia, siete solo una strega… bella strega. Protestò in pensiero Otrebmu.
<<Su su, Junji portatelo dai suoi nuovi amici!>> ordinò la principessa Lucrezia dando uno schiaffo sul sedere del Templare Sin Fein.
Otrebmu fu sottoposto ad una lunga serie di esercitazioni, che fece solamente sembrare faticosi, ma che in realtà li svolse con la disinvoltura di qualsiasi Aspirante Vassallo.

Passata mezza giornata, le guardie seguendo dei turni stabiliti poterono andare a rifocillarsi nella mensa grande e quando toccò ad Otrebmu, l’impavido Aspirante Vassallo, fingendo di andare ai gabinetti, al momento opportuno tagliò la corda. Vi faccio vedere io chi è cicciottello! Pensò Otrebmu.
Con molta agilità e cautela il rinomato Templare Sin Fein si portò fino all’ala nord del palazzo, dove per un insolita coincidenza vi era anche la biblioteca. Otrebmu non perse tempo e dopo aver visionato alcune stanze trovò la camera dove era detenuta Mariuccia.
<<Otrebmu dove sono gli altri?>> domandò Mariuccia.
<<Si dovrebbero trovare ancora nei sotterranei, ma non preoccupatevi, loro sono Vassalli e troveranno un modo per uscire. Ora andiamo in biblioteca e terminiamo la nostra missione>> rispose Otrebmu.
<<Ho capito, allora muoviamoci>> disse la giovane Aspirante Vassalla.
Mariuccia e Otrebmu si recarono nella vicina biblioteca di palazzo. I due Aspiranti Vassallo ripresero a cercare l’Inventario di Rinaldo, tra il disordine dei libri sparsi a terra.
Dopo una breve ricerca, Mariuccia, spostando per curiosità un vecchio libro di storia, trovò una vecchia pergamena chiusa con il sigillo dell’Imperatore Auron IV.
<<Possibile che sia questa pergamena l’inventario di Rinaldo?>> si domandò Mariuccia.
<<Avete trovato qualcosa?>> domandò Otrebmu mettendo da parte un dei tanti libri.
<<Adesso verifichiamo>> disse l’Aspirante Vassalla rompendo il sigillo.
<<Sembra interessante>> aggiunse l’altro.
<<C’è scritto: Oggi con Auron IV finisce un impero macchiato di sangue e segnato da grande sofferenza, ma in rispetto del suo imperatore noi della Fenice Blu, abbiamo ritenuto opportuno elencarne gli immensi tesori. Tesori, che anche per volere del suo proprietario, da ora in poi sono a disposizione del popolo, sperando che i tempi cambino in meglio e che riacquistino il valore perduto. Qui di seguito vi è l’elenco dei singoli pezzi con breve descrizione. Hmm firmato Rinaldo Terbert! L’abbiamo trovato finalmente, è l’Inventario di Rinaldo!>> disse Mariuccia entusiasta.
<<Bene c’è scritto altro? Perché ci serve altro per trovare Lo Spartito Obliato!>> affermò Otrebmu.
<<Allora per prima cosa vediamo se c’è quello che cerchiamo! Hmmmmmm>> disse Mariuccia.
<<Allora?>> domando l’Aspirante Vassallo.
<<Non c’è! Ma come?>> rispose l’altra.
<<Avevo il presentimento che sarebbe stata una camminata persa…>> iniziò a dire sfiduciato Otrebmu.
<<… Però aspetta, qui nell’elenco c’è scritto camera segreta con uno strano simbolo, che ricorda… il simbolo dei Vassalli! C’è scritto: Solo chi protende alla Luce può sperare di aprirla!>> esclamò Mariuccia.
<<Questo sembrerebbe un indizio! Che la stanza segreta custodisca lo Spartito Obliato?>> disse Otrebmu.
Alle parole di Otrebmu la biblioteca si affollò di presenze, guardie e mercenari circondarono i due Aspianti Vassallo. In un battibaleno l’Inventario di Rinaldo sparì dalle mani di Mariuccia per ritrovarsi saldamente nelle mani di Junji.
<<Bene bene! I nostri ospiti sono ricaduti in trappola! Sua Maestà, la vostra strategia è degna del vostro sangue reale>> disse Junji con ghigno stampato sul volto.
<<L’unico modo per estorcere informazioni a persone così resistenti alle torture è confonderli e fargli credere di poterci imbrogliare!>> dichiarò la principessa Lucrezia spuntando da dietro alla prima fila di guardie, poggiando su una di esse la mano sulla spalla per poi farsi avanti.
<<Siete un ingannatrice!>> disse stizzito Otrebmu.
<<Una stratega caro finto mercenario di Blue Dragon!>> esclamò la principessa, mentre una buona parte delle guardie e dei mercenari parvero sorpresi.
<<Gnnn ci hanno scoperti>> disse Mariuccia mettendosi sulla difensiva.
<<Non era così difficile… il modo cui vi siete intrufolati, le spade di ottima fattura, la straordinaria resistenza alla tortura nonostante la non paragonabile fisicità con il mio fedele Manlius, la pessima recitazione>> spiegò la principessa passandosi con scherno la lingua sotto i denti dopo aver avuto la pergamena da Junji.
<<La sapete fare bene la parte della civetta stupida!>> disse l’Aspirante Vassalla.
<<Questo gioco è durato troppo, ora ho quel che volevate. Guardie acciuffateli!>> ordinò la principessa.
In poco tempo le guardie e i mercenari assalirono i due Aspiranti Vassallo.
<<Forza Otrebmu passiamo alle maniere forti!>> disse Mariuccia.
Otrebmu scansò un affondo di lancia e sferrò un colpo di palmo in fronte al suo assalitore, poi afferrando la lancia scagliò il suo primo avventore su altri due ad arma sguainata, i quali finirono a gambe all’aria.
Mariuccia saltò un colpo speronante di sciabola e in contemporanea sferrò un calcio sotto il mento del mercenario. Con rapide mosse di arti marziali l’Aspirante Vassalla atterrò altre due guardie, sottraendole una spada e una lancia. Mariuccia passò la spada ad Otrebmu, appena quest’ultimo colpì a suon di libro altri tre mercenari afferrò la spada e poté contrastare altre dieci unità tra mercenari e guardie.
La principessa Lucrezia rimanendo in silenzio e con le braccia incrociate fece un rapido cenno a Manlius e Junji di intervenire. I due si lanciarono nella mischia.
Manlius afferrò lesto le due daghe poste sulla schiena e dandosi uno slancio sferrò due fendenti a Otrebmu. L’Aspirante Vassallo ritirando la spada ferì ad un braccio una guardia e ponendola in posta reale parò i letali fendenti dell’energumeno.
Intorno a Mariuccia, le guardie e i mercenari si fecero da parte, per far entrare in scena il comandante dei mercenari ninja. Junji in poco tempo ingaggiò un duello con l’Aspirante Vassalla, mettendola in serie difficoltà. L’abilità del superiore dei ninja era incredibile.
<<Con Manlius e Junji non potete sperare di uscirne vivi! Non sono persone comuni e possiedono forza e rapidità superiori a tutti gli altri. In particolare il mio ex gladiatore può piegare barre di ferro come se fossero di burro!>> disse la principessa Lucrezia.
Otrebmu non badò alle parole della principessa e continuò il suo duello con Manlius. L’Aspirante Vassallo fin da subito surclassò l’uomo dei combattimenti, schivando fendenti e tondi, rivelandosi molto più agile del suo avversario. Poi i due finirono col cadere in un contrasto di forza, afferrando le mani dell’altro. Manlius era più grande in stazza e altezza, ma l’Aspirante Vassallo non era da meno. Otrebmu con la sua fisicità prevalse sull’ex gladiatore, spingendolo in avanti e atterrandolo con un poderoso calcio allo stomaco.
La principessa Lucrezia sembrò arrabbiata.
Otrebmu sbalzando altre guardie e mercenari si porto in aiuto di Mariuccia, fiancheggiandola contro Junji.
<<Credete di potermi battere in due? Ho potuto valutare le vostre capacità e vi dico che non ce la farete mai contro di me!>> dichiarò Junji passandosi da una mano all’altra dei lunghi kunai.
Il ninja assalì i due Aspiranti Vassallo e formulando a voce alta una sorta di incantesimo evocò degli ologrammi specchio in tutti simili a lui. Junji e gli ologrammi iniziarono a correre veloci intorno ai due Aspiranti Vasallo e minacciosi sferravano colpi di kunai. Tra i vari colpi illusori, solo alcuni erano veri e non facilmente percepibili, ricoprendo di vari graffi Otrebmu e Mariuccia.
Vedendosi in pericolo di vita, Otrebmu si concentrò e con la visione dell’Aura riuscì a indirizzare un efficace difesa con l’aiuto di Mariuccia. Junji accellerò il passo e annullando le illusioni tentò un ulteriore attacco.
Mariuccia riuscì a bloccare appena il kunai del nemico con la lancia, mentre Otrebmu non fu più rapido e si ritrovo con un profondo taglio su una spalla. I due Aspiranti Vassallo si allontanarono rapidi da Junji.
<<Otrebmu, vi ha ferito>> disse Mariuccia.
<<È stato più rapido di me, sembra di dover affrontare Eruner ad una sfida all’ultimo sangue!>> appurò Otrebmu mantenendosi con una mano la ferita alla spalla sinistra.
<<Siete spacciati>> dichiarò il comandante dei ninja.
Junji attaccò nuovamente Mariuccia ed Otrebmu con una serie di affondi di kunai. Il nemico era superiore ai due Aspiranti Vassallo e arrivò a metterli all’angolo, dopo aver spinto a terra Mariuccia e colpito con una gomitata Otrebmu.
<<Mi dispiace per voi due, ma come avete potuto intuire, siete dei testimoni scomodi, sapete troppe cose! Forza Junji dategli il colpo di graz… ehi rimettimi giù!>> esclamò la principessa Lucrezia afferrata a un braccio e vedendosi sollevare da terra.
Junji si fermò per vedere cosa stesse succedendo al suo capo, quando un uomo in abiti religiosi lo colpì facendolo stramazzare fuori al balcone, sfondando la vetrata della biblioteca.
<<Ikarus! Enricus! Finalmente vi siete liberati dalle prigioni!>> disse contento Otrebmu.
<<Fratello dopo medicheremo la vostra ferita, sono felice che siete tutti interi, riprendetevi le vostre spade>> disse Ikarus, passando al volo le spade Sin Fein sequestrate ai legittimi proprietari.
<<Come si è soliti dire, meglio tardi che mai>> disse Mariuccia.
<<Gnnn che dolore… gnnn>> disse dolorante Junji per poi inciampare a terra.
<<Rimanete al vostro posto, se ci tenete a non voler volare dalla balconata! Il vostro trucchetto ci ha fatto perdere tempo, ma abbiamo portato a termine la missione>> intimò il priore.
<<In quanto a voi, questa pergamena è ora mia!>> affermò il bardo sottraendo la pergamena dalla mano della principessa sollevata da terra.
<<Siete un selvaggio! Lasciatemi il polso! Rimettetemi giù!>> ripeté schiamazzante la principessa.
<<Eh eh no, questa volta non vi permetto>> disse Enricus evitando un calcio alle parti basse.
<<Forza non perdiamo tempo, usciamo da qui e ritorniamo sui nostri passi>> sostenne il priore.
<<Su fate la brava, collaborate per la giustizia!>> disse il bardo mettendo a sedere la principessa dopo averle rubato un bacio sulla fronte.
<<Grrrrr frrrrr GUARDIE GUARDIE ACCORRETE!>> urlò la principessa Lucrezia.
<<Ah ah ah non urlate che mi diventate brutta. Le guardie erano troppo stanche le abbiamo messe a dormire e indelicato da parte vostra svegliarle adesso!>> esclamò Enricus.
Una campana strimpellò quello che pareva un allarme all’entrata del palazzo.
<<Accidenti, tutti quei soldati fuori si sono accorti del trambusto nel palazzo>> disse Ikarus.
<<Ah guardate che la vetrata non sono stato io a romperla!>> esclamò Enricus.
I due Aspiranti Vassallo furono i primi ad uscire, seguiti dal priore e poi dal bardo che chiuse a chiave la principessa nella biblioteca. I quattro combattenti di Blue Dragon scesero rapidi le scale, passando tra le guardie tramortite a terra e vari ostacoli nel palazzo.
<<Dobbiamo uscire di qui, o saremo costretti ad affrontare centinaia di uomini armati>> sentenziò il priore.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
06/03/2016 19:07
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

I quattro combattenti di Blue Dragon evitarono gli accessi principali, preferendo le uscite di servizio degli inservienti. Essi arrivarono in un piccolo cortile retrostante il palazzo e con grande stupore videro che gli uomini della principessa Lucrezia erano alle prese con altri ben più numerosi uomini in armi.
<<Arrendetevi o sssarete eliminati>> impose un uomo lucertola a capo dei soldati invasori.
I soldati e le guardie della principessa difendevano il palazzo al meglio delle loro forze, ma gli assedianti erano in numero maggiore e ben organizzati. L’area del palazzo era interamente circondata. Una naga armata di arco colpi a morte due soldati di Bathav in un solo colpo.
<<Hrolsss spaventa quesssti folli! Non hanno capito con chi hanno a che faresss>> ordinò l’uomo lucertola con il suo naturale accento sibilante.
Un enorme minotauro caricò da solo una ventina di guardie di palazzo e sventagliando un’ascia mastodontica ne sbaragliò altre dieci. Gli uomini della principessa erano del tutto soggiogati dal nemico.
<<Questo è un assedio! Siamo finiti nel bel mezzo di un assedio>> esclamò Otrebmu.
<<Avverto un’anomala pressione psicologica, dobbiamo uscire da questo luogo>> dichiarò Ikarus.
<<Che significa?>> domandò Mariuccia avvicinandosi al priore.
<<Significa che dovremmo raggiungere subito i nostri a Lugonoreum, perché oltre a Rufus si sta muovendo anche l’altro principe, questi sono i suoi uomini>> rispose Ikarus.
<<Dobbiamo farci largo tra i soldati in lotta, non c’è altra via>> disse Enricus con spada alla mano.
<<Non dimentichiamoci che dobbiamo recuperare le nostre cose sul tetto della locanda!>> affermò Otrebmu.
<<Accidenti, allora muoviamoci>> consiglio caldamente il bardo.
I due Vassalli e i due Aspiranti Vassallo uscirono allo scoperto e si fecero largo tra gli uomini in lotta, evitando il possente minotauro, il quale diversamente li avrebbe fatto perdere tempo prezioso. I quattro combattenti di Blue Dragon riuscirono a passare le sbarre del muro di cinta, quando furono notati con la coda dell’occhio dall’uomo serpente.
<<Sssiresss, eliminate i due ufficiali e avremo i nossstri nemici in pugno! Io ho appena visssto qualcosssa di interessssante>> disse l’uomo lucertola per poi allontanarsi.
La naga con estrema precisione e naturalezza orientò arco e frecce sui nuovi bersagli. Due dardi fulminei uccisero all’istante due ufficiali bathaviani.
<<La situazione si sta ingarbugliando di brutto, prima la minaccia di un attacco da parte di Rufus ora quest’altro>> disse Enricus separando bruscamente due soldati in lotta per farsi largo.
I due Vassalli e i due Aspiranti Vassallo, finiti nel bel mezzo dello scontro armato, erano quasi riusciti a strattoni ad uscirne. Quando arrivò irruento un affondo di stocco ai danni di Ikarus.
Il priore avvertì in tempo l’attacco nemico, scansandosi a malapena. Lo stocco sfiorò Ikarus lacerando la giacca. Il Vassallo si mise sulla difensiva.
<<Dove credete di andare? Ssstupidi umani>> proferì lo schermidore a sangue freddo.
<<Non sono affari che vi riguardano>> rispose il priore.
<<Aaah Ssss Certo, come no. In guardia!>> disse l’uomo lucertola.
<<Mettetelo fuori gioco, non abbiamo tempo da perdere, stanno arrivando altri uomini>> incitò il bardo.
L’uomo lucertola tentò un secondo affondo, ma stavolta venne intercettato con estrema facilità, in più si ritrovò al suolo privo di conoscenza. I quattro combattenti di Blue Dragon tagliarono la corda, appena videro piombare sul tetto del palazzo un cavalca viverna.
Al palazzo di Bathav lo scontro non andò molto per le lunghe, in poco tempo gli uomini del principe Julius costrinsero alla resa le guardie e i mercenari della principessa Lucrezia.
Lunghe file di uomini armati circondarono il perimetro dell’intero borgo di Bathav, di cui si contavano duemila soldati armati di spada, arco e frecce, e cinquecento cavalieri dall’armatura a piastre armati di lancia.
Uno spettacolo di forza militare impressionante.
Nell’immenso spiazzo antistante il palazzo, gran parte dei soldati e delle guardie della principessa avevano abbandonato le armi, per rimanere con le braccia alzate. Anche i mercenari assoldati dal Katai avevano seguito l’esempio.
<<Saggia scelta, non potevate fare diversamente contro di me. Ora voglio sapere dove si trova mia sorella?>> domandò il principe Julius a cavallo del suo maestoso palomino.
<<Mio signore, in questo momento il generale Eponimus è entrato nel palazzo da sopra il tetto e Lord Hammer e “Vidovi” lo stanno raggiungendo con un drappello di uomini. Inoltre i cavalieri stanno perlustrando in lungo e in largo Bathav>> riferì il Gran Maestro Cavaliere.
<<Bene. Voi nel frattempo provate con i nostri genieri a recuperare quella potente balista che ho appena abbattuto>> ordinò il principe.
<<Ai vostri ordini maestà. Genieri seguitemi>> rispose ser Probus seguito da tre genieri.
Mentre il Gran Maestro Cavaliere e i genieri erano intenti a recuperare la balista, sopraggiunsero dal lato ovest del palazzo Lady Genziana, il samurai, il tengu ninja e un grosso numero di soldati con molti uomini capitolati. Dopo nemmeno qualche minuto dal portone principale del palazzo uscirono il generale Eponimus, il lord di Vigel e lo stregone con altrettanti soldati e uomini arresi, inoltre il generale accompagnava personalmente fuori la principessa Lucrezia e i suoi due uomini fidati.
<<Che cosa significa Julius? Siete impazzito? Avevamo stretto un patto di alleanza contro gli altri!>> iniziò a discutere animatamente la principessa Lucrezia.
<<L’importante è che ci avete creduto. Per me era vitale tenere la vipera nella sua cesta, laddove cani sciolti sono già in azione>> asserì il principe Julius.
<<Siete un viscido verme. Io sono la vostra sorella maggiore, è così che mi trattate? Lo farò presente al Gran Consiglio di Direnia!>> disse furiosa la principessa tirando il braccio dalla presa del generale, mentre Vidovi si prendeva la liberta di osservarla con sarcasmo.
<<Hw ah ah ah! Mi fate solo pena! Il Gran Consiglio di Direnia ha le ore contate! Si sono abbuffati fin troppo alle spalle dei miei sudditi! Verranno tutti processati e solo pochi finiranno in prigione, perché la maggioranza verrà giustiziata. D’altronde hanno sempre deciso tutto in maggioranza>> disse il principe.
<<Grrr parlate come se la corona di Direnia fosse già vostra. Non lo sarete mai un re, ne sono pienamente certa>> provocò la principessa.
<<Avreste dovuto evitare di versare sangue innocente mesi fa! Avreste avuto più possibilità di successo. Regicida!>> rivelò il principe Julius trattenendo per le redini il cavallo.
<<Grrr! Cosa state insinuando?>> domandò la principessa.
<<Ho le prove della vostra colpevolezza e verrete processata per l’assassinio di Re Rhupert!>> dichiarò il principe Julius, facendo rimanere sbalorditi la maggioranza dei presenti.
<<Voi bleffate. Parlate in modo così sereno di colui che fece uccidere nostra madre>> asserì l’altra.
<<Incolpate la persona sbagliata, il vero colpevole a quest’ora sta assediando il Galandrax! E avrà quel che merita, di voi farò in modo che veniate giudicata in un processo regolare. Questo è quello che posso fare come fratello>> disse il principe Julius scendendo da cavallo.
<<Non potete fare questo>> ripeté la nobildonna.
<<Si che posso. Guardie mettete la principessa agli arresti e che sia trattata come tale fino al giorno della sentenza in Direnia>> ordinò il principe.
<<Lasciatemi. State commettendo un grave errore, un reato imperdonabile>> lamentò la principessa.
La principessa Lucrezia venne presa di forza e portata via dalle guardie del principe. Fu allora che il Generale Eponimus si fece avanti con due uomini arresi, Junji e Manlius. Due soldati a fianco colpirono i polpacci dei due uomini della principessa Lucrezia, facendoli cadere in ginocchio davanti al principe.
<<Costui portatelo via dalla mia vista, che sia mandato ai lavori forzati nelle miniere di Vigel>> sentenziò il principe puntando la spada nei confronti del ex gladiatore.
Manlius venne incatenato e portato via da quattro esperti cavalieri.
<<Invece voi avete la possibilità di lavorare per me con i vostri mercenari, diversamente vi ritroverete impiccato, insieme a qualsiasi altro folle che non voglia unirsi al mio esercito>> disse il principe.
<<Non posso accettare l’offerta, il mio codice d’onore mi impone di rimanere fedele alla mia padrona. Tutti i miei uomini faranno la stessa cosa>> affermò il comandante dei ninja mercenari.
<<Mmm un vero peccato condannare a morte tanti uomini che possono essermi utili. Se vi propongo un duello? Con la possibilità di battervi con uno dei miei uomini dove in gioco ci sono la salvezza di mia sorella e dei soli ninja contro la fedeltà dei vostri uomini nei miei confronti, accettereste? Vi specifico che nel caso voi vinciate vi concederei di rimanere a Bathav con la vostra padrona e la cinquantina dei vostri ninja con a guardia cento dei miei cavalieri, ovvio>> propose il principe
Alle parole del principe Vidovi aggrottò un sopracciglio, non poteva credere a ciò che sentiva, un principe che scommetteva e rischiava di sottrarre unità utili al proprio esercito in guerra.
Dopo un momento di riflessione Junji si alzò in piedi e esterno un secco:<<Ci sto!>>
<<Bene era quel che volevo sentire. Hiroshi preparatevi al duello con il qui presente comandante dei ninja>> ordinò il principe Julius.
Il tengu ninja sparì in una nuvola di fumo, per poi ricomparire, dopo il dissiparsi di una seconda nuvola di fumo, a pochi passi dal suo sfidante. Junji digrigno i denti era seriamente preoccupato di perdere.
<<Visto che voi siete alquanto mal messo e non vorrei perdere la fiducia dei vostri uomini, per pareggiare la partita, ordinò che Hiroshi combatta con delle limitazioni. Che gli siano legate le ali e un braccio! Che combatta con il solo ninjato>> dispose il principe Julius.
Al ninja tengu gli vennero legate le ali e sopra di esse gli fu legato il braccio destro, inoltre gli furono sottratti i numerosi shuriken, kunai, dardi avvelenati, coltelli, cerbottana e altre armi diaboliche.
<<Potete cominciare>> incitò il principe Julius.
Alle parole del principe gl’uomini in armi fecero spazio ai duellanti, allontanandosi come il risucchio di un onda marina dalla spiaggia.
Junji iniziò a correre intorno all’avversario lanciando varie armi da tiro, mentre Hiroshi assai concentrato impugnò la sua arma con la lama rivolta al suolo e vibrandola all’altezza del cuore, deviò e colpi le insidiose armi da lancio dell’altro. Assodando l’inefficacia del proprio attacco Junji prese un’ampolla e la schiantò al suolo provocando un gran polverone. Dalla nube nera vennero lanciati alcuni letali shuriken. Il tengu, per poter evitare l’attacco e non potendo volare, compì un salto energico che lo proiettò a una ventina di metri distante dal suolo. Rapido Junji uscì fuori dal polverone in diradamento e tirando fuori una kusarigama, tentò di agganciare il rivale con la parte contundente dell’arma. Un proiettile di piombo legato alla lunga catena si prolungò minaccioso verso il tengu. Hiroshi colpì l’estremità della kusarigama avversaria, per poi proiettare se stesso in una tortuosa capriola e atterrare a terra. Il tengu non esitò oltre e si lancio in attacco, mentre Junji tirando di scatto la catena provo a colpire l’avversario. I due formidabili ninja erano finiti col disputare un duello mozzafiato, gli antistanti dimenticarono per un attimo il tempo di guerra che avevano inaugurato i principi per la pretesa della corona.
Durante lo scontro all’ultimo sangue di Junji e Hiroshi, tornarono dalle altre aree del palazzo il restante dell’esercito e della Direnia Royal Force II con altri prigionieri.
<<Mi sono perso qualcosa?>> domandò Nehol il nano balestriere.
<<L’inizio del duello di questi due splendidi guerrieri, mi vien voglia di comporre una poesia… Il vento sussurrava i vostri gridi di battaglia, oh ninja uomini dal …>> rispose Gerik il samurai continuando per comporre una poesia in stile orientale.
<<Questo è scemo e cretino. Ser Probus come mai stanno combattendo e quel pazzo lo fa mezzo legato?>> domandò di nuovo il nano.
<<Un po’ lungo da spiegare, ma se vince Hiroshi, i ninja di Junji giureranno fedeltà al principe>> rispose sintetico il Gran Maestro Cavaliere.
<<Adesso va meglio. Tsk Uno fa una domanda e l’altro risponde poesie orribili>> si lamentò il nano.
Sopraggiunsero in quel momento il minotauro guerriero, l’uomo lucertola schermidore e la naga arciera. Quest’ultima portava spalla a spalla l’uomo lucertola che con una mano si tamponava la fronte.
<<Che vi è successo Rass?>> domandò Nehol in vena di interrogatori.
<<Quattro uomini mi sssono sssfuggiti, uno di loro mi ha sssorpressso con la sssua incredibile forzsssa e mi sssono ritrovato a terra>> rispose l’uomo lucertola.
<<Ho dovuto aiutarlo io a rialzarsssi, sssembrava morto>> disse con voce innaturale Sires.
<<Dovremmo fare rapporto al principesss>> notificò Rass.
<<Pregate che Hiroshi vinca il duello o vi ritroverete a fare rapporto con un principale con i cocomeri girati>> disse poco simpatico Nehol.
<<Hw?>> fiatò sorpreso Rass.
Mentre Nehol iniziò a spiegare quel che stava succedendo ai nuovi arrivati, lo scontro continuava ancora per le lunghe. Junji tirando la kusarigama arrivò a legare all’altra estremità della catena il tengu, ma Hiroshi era più in salute dell’avversario e iniziò a strattonarlo.
Junji a quel punto prese in una tasca nascosta del katabira una pozione rigenerante e la bevve tutto d’un fiato. Il comandante dei ninja mercenari tiro più forte facendo finire al suolo il tengu ninja, poi con un salto tentò di arpionare col kama la gola dell’avversario. Hiroshi piazzò giusto in tempo il ninjato di traverso, bloccando la lama del kama e con una rapida flessione delle gambe calciò al petto l’avversario.
Junji finì pancia all’aria e a sua volta dovette parare e deviare gli affondi di ninjato di Hiroshi. Il comandante dei ninja falciò con i piedi il tengu e sbilanciatolo tento di colpirlo, ma entrambi respinsero i colpi ostili, per poi rotolare sul lato opposto e rimettersi in piedi.
A quel punto Junji aprì con uno scatto la kusarigama facendogli prendere forma di ninjato e rapido si lanciò contro l’avversario. Hiroschi fece lo stesso.
I due formidabili ninja si scontrarono, nell’aria si levò un tremendo boato metallico e i due avversari si proiettarono sui lati opposti da dove venivano. Junji fece molti passi per poi rimanere in piedi con il viso abbassato, mentre Hiroshi ruzzolò malamente finendo in alcune botti presenti nello spiazzale del palazzo.
Per un momento molti dei presenti ebbero l’impressione che il tengu ebbe avuto una mala sorte, mentre Junji sembrò vincitore. Anche ser Probus e Lord Fred Hammer rimasero interdetti.
<<Ghhh miei uomini… servite con onore il vostro nuovo padrone argh>> detto questo Junji cadde al suolo in una pozza di sangue.
Hiroshi in un unico balzo si liberò dai barili e dalle corde, spiegando le ali al cielo per poi atterrare su un palo di recinzione con le braccia armate protese al suolo.
<<Mi sono sempre piaciuti i duelli all’ultimo sangue, dove i due sfidanti combattono al massimo delle loro forze per un ideale da difendere e per non soccombere. Cosa ne pensate Vidovi?>> domandò Lady Virya rimasta elettrizzata dall’incredibile performance dei due ninja.
<<A me i duelli all’ultimo sangue mi piacciono, perché alla fine chi vince si merita la vita oltre al successo della vittoria, mentre chi perde si merita la giusta morte e la derisione>> rispose Vidovi.
<<Non vi permetto di dire altre malignità! Un essere perfido come voi non può capire il valore di quell’uomo riverso a terra. Ha sacrificato se stesso per far vivere i suoi uomini, in uno scontro a dir poco epico. Stupido, arrogante, presuntuoso che non siete altro…>> manifestò con collera ser Probus con occhi evidentemente lucidi e il corpo scosso dalla rabbia.
<<Calmatevi ser Probus e voi tacete>> intervenne il generale Eponimus.
<<Tsk… sciocchi sentimenti…>> disse furtivo come un ladro Vidovi.
I ninja della principessa Lucrezia si raccolsero per un ultima volta di fronte al corpo senza vita di Junji e all’unisono porsero l’ultimo Ritsurei al maestro, poi egualmente accolsero il nuovo padrone.
<<Il vostro maestro nonché comandante è stato un uomo valoroso, siate orgogliosi e servitemi con devozione, perché ogni azione non verrà dimenticata. Che si facciano i giusti riti di sepoltura per questo grande ninja>> concluse il principe apparentemente freddo e insensibile.
Con la fine del duello, le forze del principe Julius aumentarono ulteriormente con l’aggiunta di quarantatre ninja, ottanta mercenari ordinari, centosettantanove cavalieri e ben quattrocentottantasei soldati e guardie.
Il prestigio del principe della Nuova Aquila D’Oro aveva appena iniziato a crescere, altri uomini si sarebbero uniti alla sua causa. Il mite regno di Direnia stava per ritornare alla gloria insanguinata dello scomparso impero di Auron IV.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
15/04/2016 17:39
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Per molti giorni il Gran Consiglio di Direnia si riuniva nel castello della capitale, per discutere sulla successione al trono e l’instabilità politica dell’intero continente.
Il conflitto dinastico era diventato un problema serio, al punto tale da intaccare le economie dei signori di Direnia, i quali, preoccupati solo dei loro affari e noncuranti del malessere dei sudditi, si trovavano sempre divisi, scatenando accesi dibattiti senza soluzioni. Una buona parte del Gran Consiglio era intenta a preparare la strada al principe Rufus per la sua ascesa al trono, un'altra parte considerevole era propensa a sfruttare la figura della regina per i propri affari, altre parti circoscritte parlavano a favore di altri principi, mentre altri si spostavano opportunisticamente da una fazione all’altra. Solo pochi esponenti del Gran Consiglio, gli esigui rappresentanti del popolo cercavano invano di trovare soluzioni al problema, perché sempre più pressati dalle richieste della popolazione messa allo stremo. Le spese folli dei principi, per l’armamento di numerosi uomini per i loro eserciti, avevano sottratto lavoratori dalle campagne, ridotto le riserve di cibo, concentrato altrove i denari e instaurato un velato clima di terrore.
La regina Flavia era stanca di lottare da sola in una gabbia di leoni e avvoltoi, quale era il Gran Consiglio di Direnia, dove tentò più volte di portare alla ragione i signori di Direnia, ma questi fingevano di ascoltarla e in più occasioni ne manipolavano i propri discorsi a loro convenienza.
In questo il suo aspetto giovanile non l’aiutava, era di pochi anni più grande della principessa Lucrezia, e per alcuni anche più bella. Più di una volta occhi maliziosi si posarono sull’aspetto della giovane regina e la minaccia della comparsa di nuovi pretendenti era abbastanza concreta. Alcuni membri importanti del Gran Consiglio desideravano lo scoppio di una vera guerra tra i principi, per avere l’occasione di prendere regina e corona in un'unica abile mossa.
Il giorno stava volgendo al termine, la Regina Flavia non presenziò per questa volta il Gran Consiglio di Direnia, preferendo di restare da sola nei magnifici giardini del castello, i quali ospitavano ogni sorta di pianta, mangiandone qualche frutto le poche volte che provava fame.
I ricordi dolorosi tornavano sempre di più nella mente della giovane regina, l’infelice separazione dalla casa natale, il matrimonio con re Taul, i continui attriti con i suoi figliastri e la lontananza dell’unica persona che le volesse davvero bene, il figlio Lumix. A ogni triste ricordo ella preferì sostituirli ai pochi momenti felici passati con Lumix e al pensiero che il futuro gli riservasse la serenità che aveva sempre sognato.
All’imbrunire del cielo e alla comparsa delle prime stelle, la regina, accompagnata da alcune ancelle e seguita a vista dalla Guardia Reale, volendo saltare la cena, prese a dirigersi verso la sua camera da letto.
La regina congedo sull’uscio della camera i suoi servi e vi entrò. Stava per accendere qualche candela, quando la stanza si illuminò da sola, facendo sussultare la giovane sovrana.
<<Non abbiate paura, maestà. Sono io, Lady Rowena>> esclamò la Vassalla seduta al tavolino.
<<Oh siete voi, come siete riuscita ad entrare?>> domando la regina.
<<Potrebbe sembrare una mancanza di rispetto, ma…>> iniziò a chiarire Lady Rowena.
<<No, non intendevo questo. Volevo domandare, come siete riuscita ad entrare senza che le guardie se ne accorgessero? Lo trovo incredibile>> riformulò meglio la domanda la regina Flavia.
<<Ah, eh. Trucchi del mestiere, un Vassallo sa fare questo ed altro>> rispose la Vassalla.
<<Siete una donna eccezionale>> disse congratulandosi la regina.
<<Maestà, come avete potuto notare sono ritornata abbastanza presto da voi. Strada facendo uno dei miei amici, tramite un falchetto, mi ha fatto recapitare un messaggio da Lugonoreum. Purtroppo nel Galandrax le cose si stanno mettendo un po’ male, il principe Rufus a breve assedierà con il suo esercito il fortino di Lumix>> spiegò Lady Rowena poggiando i gomiti sul tavolo e assumere un espressione di dispiacere.
<<No Lumix figlio mio, ma perché Rufus sta facendo questo?>> domandò preoccupata la regina.
<<Preso il territorio del Galandrax, per Rufus non dovrebbe essere difficile prendere il territorio della capitale, per poi attaccare gli altri due fratelli; ma non dovete preoccuparvi per Lumix, con lui attualmente c’è un potente Vassallo e alcuni esperti Aspiranti Vassallo>> disse la Vassalla per tranquillizzare la nobildonna.
<<Perché siete venuta da me?>> domandò la regina Flavia.
<<Ecco, il punto è proprio questo. Lumix ha le spalle coperte dai miei amici, ma voi rischiate grosso. È vero che siete protetta dalla Guardia Reale, ma la Guardia Reale non può garantirvi la vita, se la capitale venisse invasa. Dalle informazioni che ho ricevuto, solo il principe Rufus dispone a Surad di altri diecimila uomini e temo che potrebbe essere il pericolo minore in confronto a ciò che gli altri principi potrebbero riservare>> disse Lady Rowena prendendo per le mani la regina, cercando di infondergli sicurezza.
<<Quindi voi siete qui a difendermi>> proferì la sovrana del palazzo reale.
<<Purtroppo, dovremo lasciare la capitale, qui non siete al sicuro nemmeno con un altro Vassallo, potrebbero farvi del male in svariati modi. Questo non deve assolutamente accadere, siete una donna molto importante, per il principe Lumix, ma soprattutto per il regno di Direnia>> dichiarò Lady Rowena.
<<Cosa dovrei fare?>> domandò nuovamente la regina Flavia.
<<Dovrete lasciare la capitale per andare ad est in un villaggio costiero. So che le Guardie del palazzo reale, su ordine del Gran Consiglio, hanno compito di non permettere niente del genere. Dovrete farlo di nascosto>> riferì la Vassalla alzandosi in piedi.
<<Ma così potrebbero accusarmi di aver tradito e abbandonato il regno>> disse impensierita la regina.
<<Questo non accadrà mai se io prenderò il suo posto!>> rivelò Lady Rowena.
La giovane regina rimase sorpresa, il piano della Vassalla era a dir poco geniale. Esso prevedeva che Lady Rowena, avendo una costituzione fisica simile alla regina, avrebbe potuto sostituirla, mentre quest’ultima la vera regina sarebbe andata ad abitare momentaneamente lontano dal palazzo, al sicuro e all’oscuro di tutti; chi avrebbe voluto minacciarle la vita avrebbe fatto presto i conti con una donna fuori dal comune, una Vassalla potente come Lady Rowena. Inoltre la Vassalla consegnò una pergamena alla regina, raccomandandole di non aprirla fino a quando non le verrà detto la parola “salvezza”.
Lady Rowena, una volta che fu acconsentito l’attuazione del piano, fece vestire la regina con abiti da inserviente e gli diede gli ultimi consigli.
<<Appena uscirete da qui, recatevi nella cappella del castello. La troverete un monaco ancora sveglio. Costui vi accompagnerà al luogo dell’appuntamento con il cocchiere>> dichiarò la Vassalla.
<<Capito. Il cocchiere dovrebbe portarmi con la sua carrozza nel luogo dove dovrei nascondermi>> disse la regina Flavia sistemandosi l’abito da ancella, al quale ancora doveva abituarsi.
<<Ma fate attenzione a non dire a nessuno la vostra identità, nemmeno il monaco lo deve sapere! Comunque il vostro viaggio non finisce con il cocchiere, perché questi vi porterà fino al piccolo villaggio di Salus. Una volta lì, dovete recarvi da sola alla fattoria della famiglia Armis, c’è una guardia reale in pensione che vi ospiterà, sapendo di ospitare una delle ancelle della regina per un breve periodo di riposo>> affermò Lady Rowena avvicinandosi con lo sguardo alla regina.
<<In questo tempo siete riuscita a organizzare una simile fuga?>> domandò la nobildonna.
<<Maestà, non avete idea degli incredibili esercizi mentali a cui siamo sottoposti, questo è per me come prendere un bicchiere di vino in taverna>> disse la Vassalla.
<<Nel senso che per voi è stata una sciocchezza>> affermò di capire la regina Flavia.
<<Eh, si. Vi raccomando un ultima volta, voi siete un’ancella, a cui è stata concessa una pausa dalle faccende di palazzo!>> ribadì Lady Rowena.
<<Va bene, ho capito>> confermò la regina.
<<Splendido, ora usciamo>> disse la Vassalla.
Lady Rowena accompagnò la regina alla porta della stanza e aprendola la fece uscire fuori.
<<Andatevi a riposare nella vostra stanza!>> disse la Vassalla in vesti regali.
<<Si mia signora, perdonatemi>> disse la regina in veste di ancella stando al gioco.
Le guardie per un attimo rimasero a fissarsi negli occhi stupiti e senza parole.
<<Voi controllate bene le mie stanze e che non capiti più che un servo si addormenti sul mio letto!>> esclamò Lady Rowena calatasi nella parte della regina.
<<Ehm maestà, ma c-come…>> iniziò a giustificarsi la guardia a destra dell’uscio.
Lady Rowena, appena vide andar via la regina, si chiuse in camera.
<<… è stato possibile. Mah>> completò di dire la guardia a destra dell’uscio.
<<Volete vedere che siamo noi gli strani adesso?>> si domandò la guardia a sinistra dell’uscio.
<<Shhhh è meglio che tacete o perdiamo entrambi il posto di lavoro>> notificò la guardia a destra.
<<Non sia mai! Con il mio compenso faccio campare la mia moglie, i miei figli, genitori, fratelli, sorelle e nipoti!>> dichiarò l’altra guardia.
Intanto che la regina si avviava sul percorso pianificato, la vassalla affacciò alla finestra preoccupata per l’altra. Solo quando la regina si allontanò dal palazzo, Lady Rowena si chiuse dentro.
<<E adesso? Adesso che faccio? Di solito che fanno le annoiatissime nobili?>> si domandò Lady Rowena.
Casualmente la vassalla urtò uno sgabello, facendo cadere a terra dei gomitolo di vari tessuti e degli strumenti da cucito.
<<Santo cielo!>> esclamò la Vassalla constatando una possibile risposta alle proprie domande.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
02/05/2016 22:50
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Erano passati tre giorni dal ritorno di Gianlù e gli altri dalla missione delle Mura Rosse, gli Aspiranti Vassallo rimasti e il resto degli uomini di Lumix avevano avuto il tempo di preparare al meglio il fortino per l’imminente assedio dell’Aquila Trionfante di Rufus.
Nell’area circostante il fortino venne realizzata una cinta secondaria composta da palizzate e palanche ben appuntite, circondata a sua volta da un lungo fossato pieno di rovi e travetti conficcati nel terreno. Per accedere al fortino bisognava far estendere, dove le palizzate s’interrompevano, dall’entrata principale un’enorme passerella di legno che poggiava da un bordo all’altro del fossato. La difesa perimetrale esterna era stata predisposta in modo tale da evitare attacchi massivi di forte impatto per le mura perimetrali.
L’enorme squarcio del torrione era stato ben riparato e rinforzato da travi di contenimento e blocchi di pietra.
Inoltre, grazie ad un idea di Alcor, il piccolo villaggio di Lugonoreum a Nord-Est del fortino era stato completamente sgomberato dagli abitanti e da ogni sua possibile risorsa; per essere accolti nel fortino, occupandone la zona più sicura, il palazzo.
Era passato mezzogiorno, quando Gianlù, Eruner, DragonKnight e il comandante Metellius si erano recati sul muro di cinta owest per esaminare il lavoro svolto nei giorni precedenti.
<<Ottimo lavoro ragazzi, non potevate fare di meglio… a proposito, quanti viveri abbiamo?>> domando Gianlù rivolgendosi ai due Aspiranti Vassallo.
<<Abbiamo moltissimi viveri, un quantitativo sufficiente a sfamare ogni uomo di Lugonoreum per una settimana, senza che pervenga alcun rifornimento>> rispose DragonKnight.
<<Una settimana? Mmm penso che sia sufficiente, perché il mio piano si dovrebbe attuare in meno di due giorni!>> affermò il Vassallo.
<<Speriamo bene, che si possa ripetere l’impresa di Crelia del Giovane della Leggenda>> si augurò DragonKnight affiancato dal comandante del fortino.
<<Se becchiamo Rufus, non ci saranno problemi, credetemi. Un tale vigliacco che attacca il fratello minore, non può mai avere la spina dorsale di tentare un confronto diretto, una volta catturato ordinerà subito la resa ai suoi uomini>> sostenne Gianlù senza mezzi termini.
<<Si, avete perfettamente ragione>> concordò il comandante Metellius.
<<A proposito di vigliacchi, avete notizie al riguardo, da parte di Kreit?>> domandò Gianlù.
<<Si, con gli occhi del suo falco ha potuto stabilire, che fra meno di un ora l’esercito di Rufus coprirà l’orizzonte e in altrettanto tempo si avvicinerà al fortino per l’assedio>> rispose questa volta Eruner.
<<Allora non perdiamo tempo, comandante Metellius vi conviene far disporre gli arcieri sui camminamenti e dietro ogni feritoia>> suggerì il Vassallo.
<<Va bene, provvederò immediatamente>> rispose positivo il comandante.
<<Eruner, DragonKnight, giù nel cortile, prepariamoci ad accogliere gli invasori!>> disse Gianlù.
Gianlù e tutti gli Aspiranti Vassallo rimasti con lui si incontrarono davanti alla fucina con il principe Lumix e i suoi ufficiali, per stabilire in modo definitivo i piani di difesa e di attacco.
Appena Gianlù delineò i rispettivi ruoli a tutti i presenti, gli ufficiali di Lugonoreum lasciarono il piccolo spiazzale per unirsi ai propri comparti e con tutta la celerità consentita misero in pratica i nuovi ordini. Poi il Vassallo rivolse la sua attenzione un’ultima volta ai compagni delLo Regno e concluso il discorso insieme incrociarono le spade; si divisero per le loro strade per coprire i rispettivi posti.
A quanto pareva, però, Rufus non era intenzionato ad adoperarsi di elaborate strategie; il principe maggiore si era portato un numero di uomini di poco superiore all’esercito assediato, mentre il consistente numero di macchine d’assedio facevano ben intuire una strategia grezza volta ad una rapida distruzione dell’avversario e la sua immediata resa. Del resto per Gianlù era inutile sorprendersene, dal momento che, seguendo la logica comune, presso le Mura Rosse avrebbe dovuto distruggere le catapulte al posto di coprire la fuga degli uomini di ser Romualdo. Gianlù non se ne dava pace, anche se avrebbe sempre tenuto presente, che non bisogna mai dimenticare che un Vassallo è una garanzia per i deboli e gli indifesi. Una fonte umana di luce per tutti. E in quel momento gli uomini mandati in esplorazione ne avevano disperato bisogno. Un Vassallo ha a cuore la vita di ogni essere umano, anche di coloro che stanno dalla parte opposta. Sembrerebbe una battaglia assurda, ma chi riceve il dono di Blue Dragon ha la responsabilità anche nei confronti dei nemici. Dare la possibilità di salvezza a coloro che sbagliano strada è sempre stato un dovere primario per un Vassallo. Che merito avrebbe un combattente della Luce se si prodigasse solo per proteggere chi è già dalla giusta parte? Non vi è maggior gloria nella salvezza di chi ha smarrito la via del Bene?
Gianlù non pensava ad altro, eppure era combattuto da una ragione più terrena, la quale lo assillava, imponendo di usare strategie più rapidi e cruenti. La sera prima Gianlù ebbe molto da discutere con i suoi compagni, alcuni di loro tra cui Eruner, Kreit e Thor avrebbero preferito piazzare innumerevoli trappole mortali nei dintorni del fortino, anziché seguire i piani complicati del Vassallo. Così volendo fare, i tre Aspiranti Vassallo avrebbero assicurato la vittoria al principe Lumix e un innumerevole tappeto di cadaveri nell’area prossima di Lugonoreum. Invece, Gianlù non trovava giusto massacrare un esercito per via della follia del suo principe; in un mondo ancora ferito dalla passata Battaglia dei Draghi. Nondimeno con i suoi piani ugualmente rischiava, a morire sarebbero potuti essere gli uomini di Lumix, sotto un incessante pioggia di dardi, frecce e massi. Il Vassallo pensò molto prima di delineare il suo piano.
Era passata un’ora e all’orizzonte spuntò finalmente l’esercito di Rufus. Dunque, Gianlù avrebbe avuto modo di verificare se gli uomini di Lumix avevano tratto profitto dai severi addestramenti di Dragonknight, cui furono sottoposti in meno di un mese.
Aspettando gli ordini, i tre maestri cavalieri di Lugonoreum percorrevano le file dei cavalieri inquieti per l’imminenza del combattimento, si mostravano imperturbabili e camminavano quasi in sincronia.
Black Drake si trovò a passare accanto a ser Tancredi, gli sorrise ammiccando e gli disse: <<Andrà tutto bene, bisogna essere fiduciosi nelle capacità del nostro capo e del comandante del fortino>>
<<Gli assedi e i campi di battaglia ci rendono nervosi>> disse ser Tobias.
<<Vorrei spaccare tutto e finire subito la battaglia, ho sempre odiato l’attesa>> disse ser Tancredi.
<<Calma signori, vedrete che andrà tutto per il meglio>> assicurò Black Drake.
<<Staremo a vedere>> sbuffò il maestro cavaliere del reparto cavalieri corazzati.
<<Black Drake, sappiate che io e il mio reparto siamo pronti a tutto, non abbiamo dimenticato il gesto eroico del vostro comandante>> affermò ser Romualdo.
<<Siamo come una famiglia, non abbandoniamo mai nessuno>> dichiarò l’Aspirante Vassallo.
Black Drake si congedò per andare a unirsi agli arcieri delle mura.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
03/05/2016 22:39
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

All’improvviso l’ambiente circostante divenne gravemente silenzioso, dal bosco a nord del fortino comparve la prima linea dei soldati dell’Aquila Trionfante di Rufus, a seguire sbucarono le linee successive di soldati seguiti da altrettante unità a cavallo trainanti le macchine da guerra. Poi vennero numerosi arcieri, altri soldati e molti cavalieri. A una sommaria valutazione gli uomini a piedi sembravano più di mille, mentre quelli a cavallo erano di un numero dieci volte inferiore.
Poi al suono delle trombe, le macchine da guerra furono sistemate e i vari reparti si allinearono, formando piccoli eserciti omogenei. I lancieri e i spadaccini formarono cinque squadroni da dieci file per sedici, separati dai grandi trabucchi. Immediatamente dietro vi era un lungo raggruppamento di arcieri, formato da cinque lunghissime file. Dietro quest’ultimi si intravedevano alcune macchine da guerra, ma le catapulte erano ben riconoscibili. Dietro a questo grande dispiegamento di forze si stava appena diradando un incredibile polverone, alzato dai passi frenetici dei cavalli.
A un simile spettacolo di forza militare, il comandante Metellius e gran parte degli uomini del fortino rimasero sconcertati, Gianlù cercò di mantenere la calma e ordinò a Thor di far valutare a Kreit la forza del nemico. Salirono sul camminamento delle mura di cinta DragonKnight e Arkan.
<<Mai visto in vita mia un simile esercito!>> dichiarò Arkan sporgendosi tra i merli delle mura.
<<A giudicare dagli arcieri e dalle macchine d’assedio visibili, quel prepotente del principe Rufus si è dotato di un’impressionante potenza di tiro>> valutò DragonKnight affiancatosi all’altro.
<<EHI! Che dite? L’esercito di Rufus ha già preso posizione? Che intenzioni ha?>> domandò ser Romualdo dallo spiazzale sottostante.
<<Si, si sono allineati oltre il fossato, più o meno a una distanza simile a quella tra il fossato le palizzate!>> rispose Thor.
<<In pratica sono di poco fuori alla portata dei nostri arcieri>> constatò ser Romualdo.
<<Però noi siamo a tiro delle loro catapulte, conviene che vi mettete al riparo, dite agli altri di stare lontano dal centro e dal bordo sud del fortino!>> precisò invece DragonKnight.
<<Accidenti, avete sentito Solar, avvisate gli altri!>> ordinò ser Romualdo a uno dei suoi uomini.
<<Si signore, provvedo immediatamente>> rispose l’altro.
Dall’esercito nemico spuntò un drappello di uomini a cavallo, fra di essi vi era il generale. Il piccolo manipolo di uomini si portò vicino al bordo esterno del fossato, uno di essi segnalava con un pezzo di stoffa di voler iniziare le trattative diplomatiche prima della battaglia.
Gianlù, appena vide il generale nemico, scese le scale con il comandante del fortino. I due uomini di comando diedero ordine di aprire i cancelli, per uscire fuori a trattare col nemico.
<<Cosa fate ser Gianlù?>> domandò Alkor.
<<Seguitemi, si va a parlare pacificamente con il nemico!>> rispose il Vassallo.
A Gianlù e Metellius si unirono Alkor, Rhetar e alcuni ufficiali. Il piccolo gruppetto di Gianlù uscì con le proprie cavalcature dal fortino e dalla linea delle palizzate; fece il giro, fino a portarsi di fronte al drappello del Gen. Aetius. I due gruppi diplomatici erano semplicemente separati dal fossato. Di li a poco avrebbero preso parola solamente il comandante del fortino di Lugonoreum e il generale di Rufus.
<<Comandante Metellius era da molto che non ci si vedeva!>> proferì il generale nemico.
<<Vedo che ne avete fatta di strada da capitano a generale!>> attestò il comandante Metellius.
<<Voi invece, vi siete ridotti al comando di un fortino periferico>> asserì il Generale Aetius.
<<Generale Aetius, cosa vuole il vostro principe?>> domandò l’altro.
<<A questa domanda formale rispondo, che sua altezza vuole che consegnate il fortino e che consegnate il principe Lumix>> rispose ironico il Generale Aetius.
<<Perché una simile richiesta?>> domandò il comandante Metellius.
<<Aaah non fate finta di non sapere, sapete benissimo il perché di tale richiesta! Il principe Rufus vuole unire militarmente il regno di Direnia e per farlo ha bisogno che cediate il passo, anzi se collaboraste sarebbe addirittura meglio!>> rispose canzonatorio il generale nemico.
Da come si era messo l’incontro, per Gianlù apparve subito evidente che non vi sarebbe stata alcuna trattativa, il generale avversario aveva un atteggiamento per niente diplomatico, probabilmente dovuto a rigide imposizioni del suo principe. Dall’altra parte il comandante Metellius non era riuscito ad attenuare l’attrito fra sé e l’altro. Gianlù avrebbe voluto intervenire, ma era ben sicuro che sarebbe stato inutile, se non deleterio inserirsi nel discorso oramai compromesso. Alkor e Rhetar si scambiarono uno sguardo amareggiato, mentre il resto degli uomini sembravano ben tesi.
<<Cosa ne vuole fare del principe Lumix?>> domandò il comandante Metellius.
<<Niente>> rispose secco il Generale Aetius.
<<In che senso?>> interrogò il comandante di Lugonoreum.
<<Nel senso che non gli verrà fatto alcun male, solamente verrà preso da noi in custodia>> spiegò il Generale Aetius allungando leggermente un sorriso beffardo.
<<Mentite! Rufus ha sempre voluto eliminare tutti i fratellastri. Dopo la morte di suo fratello Rhupert, è un desiderio che vuole con tutte le sue forze. Inoltre tra i miei uomini ci sono moltissimi che hanno abbandonato il suo esercito…>> chiarì il comandante del fortino.
<<Vorreste dire disertato! È il termine più adatto>> interruppe l’altro.
<<Hanno dato regolare dimissione, voi li considerate disertori e io conosco bene cosa fate voi a chi è accusato di diserzione. Voi non date alcuna garanzia. Piuttosto, perché il principe Rufus non si è presentato personalmente?>> espresse il comandante Metellius.
<<Comandante, comandante Metellius. Voi fate domande fin troppo ovvie, ma vedo che è tutto inutile, voi non volete trattare>> disse il Gen. Aetius.
<<Questo perché voi non avete niente da offrire, non ci si può accordare se non ci sono almeno garanzie sulla vita degli uomini>> disse l’altro.
<<Allora vi comunico che passeremo alle armi, che sia battaglia!>> dichiarò il generale di Rufus, voltando le spalle dall’alto del suo destriero, per poi essere seguito dalla sua scorta.
<<Battaglia sia! Venderemo cara la pelle>> confermò il Comandante Metellius.
Il gruppo uscito per trattare col nemico fece rapido ritorno, al fortino di Lugonoreum.
<<Non è andata bene>> constatò Kreit rimasta nei pressi della torre di guardia.
Alle parole della maga, Eruner aggiunse: <<Erano venuti con l’intenzione di assediare, non tanto per prendere un fortino sperduto come questo, ma per testare la loro forza militare>>.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
04/05/2016 23:36
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

I due uomini di comando salirono rapidi le gradinate esterne alle caserme. Appena ebbero accesso alla passatoia delle mura, i due dovettero fare a piedi un lungo tratto, prima di giungere alla passatoia delle mura nord tra gli arcieri e i balestrieri. Gianlù e Metellius si affacciarono di nuovo dalle merlature murarie.
<<Cosa volevano quei folli?>> domandò DragonKnight avvicinandosi ai due uomini.
<<Solo fare una strage, speravano di prendersi il fortino a buon mercato e giustiziare la metà degli uomini qui presenti!>> ripose il comandante Metellius.
<<Ah una richiesta da poco… cose da pazzi>> replicò l’Aspirante Vassallo.
<<DragonKnight dite ad Alkor di tenersi pronto! Al segnale del falco! Prima di questo nessuna mossa azzardata, mi raccomando>> disse sintetico il Vassallo.
<<Come una saetta, glielo vado a dire!>> esclamò DragonKnight gambe in spalla.
Intanto dal lato nemico del campo di battaglia, il Gen. Aetius venne raggiunto dal principe Rufus e galoppando con i loro massicci destrieri, passarono da una parte all’altra degli schieramenti, impartendo ordini e incitando alla battaglia. Poi il tirannico Rufus si portò con il suo generale davanti e a centro dei suoi uomini.
<<COMANDANTE METELLIUS! VE NE PENTIRETE AMARAMENTE!>> sbraitò il principe.
Le parole di Rufus, benché urlate, si dispersero nell’aria, come granelli di sale in una saliera, arrivando sufficientemente alle orecchie degli avversari.
<<Staremo a vedere!>> disse fra i denti Gianlù, avendo preso la questione direna come un fatto personale.
<<Eccolo il vigliacco!>> esclamò Thor.
Poi il principe Rufus, impennando il cavallo, gridò forte: <<A MORTE I TRADITORI DI DIRENIA!>>
Nell’aria si levò, agghiacciante e abbastanza vicino, il minaccioso grido di guerra dei soldati dell’Aquila Trionfante. Gonfaloni e Vessilli vennero agitati come le onde dal vento. Le seconde cinque fila di soldati di ogni reparto retrocedettero alle catapulte, passando attraverso le fila di arcieri, mentre le prime cinque fila retrocedettero al posto delle seconde tra i trabucchi. I soldati arrivati alle catapulte, si divisero ulteriormente, una parte si adoperò per le pesanti macchine d’assedio, un’altra spostò le baliste.
<<Questa prima parte della difesa è la più dura da reggere! Fra non molto ci pioveranno addosso massi e quant’altro, tenetevi tutti al riparo. Voi arcieri quando è il momento, dovete dare il meglio di voi stessi, anche se non riuscirete a colpire nessuno, le vostre frecce devono fungere da diversivo! Mi sono spiegato?>> disse deciso Gianlù.
Tutti gli ufficiali e i capigruppo saltarono sugli attenti.
<<Adesso, voi tutti fate sentire a quelle due bestie il nostro grido di battaglia, devono capire che non ci faremo conquistare!>> esclamò il Vassallo.
Tutti gli uomini del fortino fecero sentire la loro unica voce, ma l’esercito di Rufus era già in azione.
I soldati attinenti al ruolo di genieri e di macchinisti, non tardarono a caricare le catapulte. Su ogni singolo braccio fu caricato un masso dal peso notevole di ben cento libbre.
Un silenzio innaturale precedette l’ordine di iniziare il fuoco, otto massi vennero scagliati al cielo con straordinaria potenza.
Il primo bolide di pietra colpì a una mezza altezza il muro di cinta, a seguire arrivarono gli altri massi, l’ultimo del primo tiro colpendo una merlatura per poco non prese due arcieri. Poi, l’ottavo masso urtò il muro nord del palazzo di Lumix, per poi precipitare nel corridoio sottostante tra l’edificio e le mura perimetrali.
I soldati del fortino iniziarono presto a impaurirsi, Gianlù, sempre con lo sguardo fisso sul nemico, sventolò nervoso la mano sinistra per invitare i suoi a mantenere la calma e di non abbandonare le postazioni.
<<AGGIUSTARE LA MIRA! AUMENTARE LA TORSIONE DELLE CORDE!>> ordinò il capo geniere.
Immediatamente all’ordine si susseguirono continui scricchiolii legnosi e vibrazioni elastiche.
In poco tempo venne lanciato un secondo attacco da parte delle catapulte. Altri otto massi presero il volo fino ad arrivare all’interno del fortino. Alcuni finirono sul palazzo di Lumix danneggiandone il tetto e le mura, altri massi finirono nel bel mezzo del cortile, sul tetto di una delle stalle e la fiancata del torrione.
Avendo seguito gli ordini di ser Gianlù, nessuno si ferì seriamente, se non qualche lieve graffio causato dalle schegge di roccia, generate dall’impatto con i massi e le mura degli edifici.
<<Quando volete mettere in pratica questo piano segreto?>> sbraitò ser Tancredi giù dal cortile.
<<Pazientate! Il capo sa quel che fa>> controbatté Thor per poi rivolgersi preoccupato al Vassallo e domadare:<< ser Gianlù cosa dobbiamo fare?>>
Il Vassallo sembrò avere il pensiero altrove, poi rispose: <<Tutti gli arcieri scocchino immediatamente le loro frecce, ma senza esagerare!>>
<<Che cosa? Ma sono a malapena nella nostra portata di tiro ed hanno gli scudi!>> replicò l’Aspirante Vassallo.
<<Non discutete fate come dico! E’ un diversivo!>> disse tassativo Gianlù.
Thor diede immediatamente l’ordine di contrattaccare con gli arcieri, questi titubanti tesero l’arco e iniziarono a bersagliare il nemico, tentando di colpirlo. Un nugolo di frecce si levò al cielo.
I soldati nemici alzarono d’istinto i loro scudi, ma non fu necessario perché la maggior parte delle frecce a stento arrivarono ai loro piedi. L’esercito di Rufus non capì l’azione.
<<Chi imbecille si è avvicinato al nemico?>> domandò il generale, arrivato di corsa dalle retrovie.
<<Nessuno, signor generale>> rispose un sott’ufficiale.
<<Io non capisc…>> disse interrompendosi il generale Aetius.
Un secondo nugolo di frecce si abbatté ai piedi degli uomini di Rufus. La reazione emotiva del generale fu immediata, contagiando anche i suoi sottoposti.
<<Wha ah ah ah cosa credono di poter fare in quelle condizioni? Ah ah ah, ma che branco di mentecatti guida gli uomini del fortino?>> si domandava spensierato e beffardo il generale.
<<Non so dirvi signor generale… forse, si vede che il tenue sole d’inverno a loro fa male ah ah ah>> aggiunse un ufficiale lanciere.
<<Colpite questo! Se ci riuscite ah ah ah ah>> disse canzonatorio un soldato girandosi di spalle e colpendosi il sedere.
<<Ah ah ah attento Mauros! Con le vostre curve potrebbero scambiarvi per una donna, uscire dal fortino e cercarvi ah ah ah va a finire che dovremmo batterci, lasciamo il lavoro sporco alle catapulte! Ah ah ah>> aggiunse un altro soldato.
Dall’alto delle mura di cinta gli arcieri continuarono a scoccare frecce.
<<Ci burlano!>> affermò Arkan avendo visto i nemici deridenti col cannocchiale.
<<Bene!>> affermò Gianlù.
Black Drake e Thor aggrottarono un ciglio, non capendo il loro superiore.
Il Vassallo si voltò verso Eruner e con entrambi le mani rievocò la forma del falco. L’elfo immediatamente ricambiò il segnale e lo ripeté a sua volta ad Alkor. L’Aspirante Vassallo insieme a Rhetar saltò verso l’esterno del muro di cinta a sud!
Intanto i soldati si erano già scompisciati abbastanza, alcuni si erano proprio impersonati giullari di corte. <<Ma che cosa fate? Non perdete tempo con questi idioti, mettiamo in funzione le macchine d’assedio e mettiamo fine alla loro follia!>> disse irato il principe Rufus arrivato anch’egli dalla retroguardia.
<<Si maestà, mi scusi>> rispose brevemente il generale.
In poco tempo i soldati assunsero il precedente atteggiamento composto.
Le catapulte vennero di nuovo messe in tensione, dovevano solo essere caricate, quando nelle prime fila qualche soldato vide una strana creatura alata sfrecciare dalle spalle del fortino alla porzione di foresta ovest.
<<Cosa caspita è quel coso?>> si domandò un soldato.
Intanto le catapulte liberarono nell’aria un altro gruppo di massi in direzione del fortino. I danni agli edifici furono più consistenti, in particolare un bolide di pietra cadde verticalmente sul bastione nord-est, sfondandone la pavimentazione in legno e finendo nella camera sottostante. Alcuni soldati all’interno rimasero seriamente feriti.
<<ALTRI MASSI, LI VOGLIO VEDERE IN GINOCCHIO A IMPLORARMI PIETA’!>> disse a voce alta il principe Rufus.
Gli addetti alle macchine d’assedio stavano caricando, quando dal lato della foresta spunto con prepotenza una possente creatura alata. L’essere colpì a suon di fulmini e saette le prime quattro catapulte.
<<DA DOVE E’ SPUNTATO QUESTO MOSTRO?!>> sbraitò Rufus.
<<SIGNOR GENERALE! IL MOSTRO… IL MOSTRO STA DISTRUGGENDO LE CATAPULTE! SIGNOR GENERALE!>> gridò il capo geniere terrorizzato.
<<Che cosa state facendo? ARCIERI ATTACCATE!>> ordinò il Gen. Aetius.
Dal lato del fortino gli uomini di Lumix, rimasero molto meravigliati.
<<E’ IL BALOR ARGENTEO! SONO RETHAR E ALKOR!>> constatò fragoroso Arkan accompagnato dai latrati dei suoi cani.
<<Che vi dicevo? Bisogna aver fiducia nel nostro capo!>> disse Thor a un gruppo di arcieri.
DragonKnight ed Eruner sghignazzavano per lo stupore di alcuni compagni.
<<Voi sapevate del piano!>> esclamò Black Drake.
<<Oh non prendetevela a male, è stata un idea di Kreit tenerlo nascosto alla maggioranza dei nostri! Giusto per farvi una sorpresa>> spiegò DragonKnight.
<<Beh, se questa è una sorpresa, vorrei essere sorpreso sempre>> dichiarò Black Drake.
<<Io invece sono preoccupato! Il Balor argenteo sembra in serie difficoltà!>> intervenne Arkan.
<<Che cosa? Fatemi vedere!>> disse Black Drake prendendosi il cannocchiale di Arkan.
Il Balor Argenteo riuscì a distruggere completamente cinque catapulte, ma le innumerevoli frecce degli arcieri di Rufus gli impedivano di avvicinarsi alle altre tre e al resto delle macchine d’assedio.
<<Il mostro è un loro alleato. ABBATTETELO!>> ordinò il principe.
<<Quei maledetti avevano tra di loro un mostro!>> constatò il generale.
<<Caricate le Carrobaliste! Presto!>> dissero alcuni ufficiali.
Alcuni soldati armandosi di alcune carro-baliste iniziarono a tempestare di pericolosi dardi la creatura volante. L’ibrido batté le ali più forte che poté al suolo e, compiendo un giro della morte, evitò per un soffio i tremendi colpi. I dardi e le frecce non davano tregua al mezzo drago, che perse di vista i tre obiettivi principali. La situazione iniziò a diventare critica, quando iniziarono a intervenire gli arcieri delle altre file.
Gianlù preoccupato iniziò a urlare a squarciagola l’ordine della ritirata, l’amico rischiando la propria vita, continuò l’attacco pur di portare a termine il suo compito. Di riflesso anche gli altri compagni iniziarono a chiamare il compagno e capendo la situazione si unirono alle loro grida quelle degli uomini di Lugonoreum appostati sulle mura perimetrali. Il Balor Argenteo, così denominato per la grande somiglianza a un demone mezzo drago, sfrecciava e volteggiava nell’aria evitando con fatica un numero sempre più crescente di colpi. Era sul punto di lasciare il campo, quando riuscì a visualizzare le catapulte in movimento. Allora il Balor Argenteo decise di buttarsi in picchiata, e virando da un lato all’altro evitò le frecce. A una distanza ravvicinata con gli arcieri, il mezzo drago gli lanciò contro un fulmine magico depotenziato, ma sufficiente a fargli mollare l’arco. Gli uomini colpiti da dolorose scosse elettriche vennero proiettati al suolo, ed essendo tutti ammassati passarono le scosse ai compagni vicini. Dopo aver causato quella sorta di effetto domino sul nemico, la creatura alata piombò a tutta forza su due catapulte distruggendole all’impatto con i propri poderosi artigli. Poi librandosi in volò prese di mira l’ultima catapulta, ma venne raggiunto da alcune letali frecce, che lo colpirono alle ali in tre punti diversi; un'altra freccia lo colpì alla gamba. Il balor ebbe appena il tempo di voltarsi e vedere che ad aver scoccato le frecce, furono alcuni DireniaKnight giunti in soccorso agli altri reparti.
Altre frecce vennero scoccate, ma il Balor Argenteo era determinato a finire il lavoro. Cambiò traiettoria e fece intendere di voler attaccare le altre macchine d’assedio. Venne seguito. Quando ebbe l’occasione propizia, il Balor Argenteo fece una poderosa virata e arrivato vicinissimo all’ultima catapulta; gli evocò contro una piccola meteora. La catapulta venne totalmente distrutta.
Era stremato, il mezzo drago cercò di allontanarsi il più rapidamente possibile dal campo nemico, quando due dardi d’arcobalista lo raggiunsero. Il primo gli graffiò il fianco destro, il secondo si pianto con tutta la forza in una spalla, fuoriuscendo dal lato opposto.
Il Balor Argenteo riuscì con estremo sforzo a superare in volo il fossato e la palizzata, oltre al quale cadde rovinosamente al suolo.
Gianlù a questo punto aveva già saltato dalle mura per atterrare sul suolo sottostante, da un altezza superiore ai trenta cubiti. Sconocchiatosi un po’, il Vassallo riprese a correre per raggiungere l’amico.
<<RAZZA DI IDIOTI, NON STATE LI’ IMPALATI E FINITE QUELL’ESSERE!>> ordinò Rufus.
I DireniaKnight si lanciarono al galoppo armati di arco e frecce. Gianlù prese sottobraccio l’amico e iniziò a correre verso l’altro lato del fortino, dove vi era l’entrata. Contro il Vassallo iniziarono ad arrivare le frecce dei cavalieri d’elite di Rufus.
<<Non lasciamoli fare, uomini colpite quei cavalieri!>> disse svelto Black Drake.
<<Usate le frecce speciali di Gianlù!>> disse Arkan.
<<Che cosa spera di fare con quelle frecce ser Gianlù?>> domandò Thor.
<<Non ne ho idea, ma fa parte del suo piano>> rispose Arkan.
Gli arcieri delle mura iniziarono a bersagliare i DireniaKnight, che a loro volta si erano lanciati al galoppo dall’altro lato del fossato, cercando di colpire l’uomo e il mezzo drago in fuga.
Alcuni DireniaKnight vennero atterrati dalle frecce degli arcieri di Lugonoreum. Tali frecce avevano, al posto della caratteristica punta acuminata, una pietra molto dura, che cozzando sulle corazze provocavano grosse ammaccature, che a loro volta causavano fratture e lividi ai cavalieri.
Solo pochi cavalieri specializzati di Rufus riuscirono a portare avanti l’attacco. Per Gianlù l’attacco di quegli uomini dava non pochi problemi, avendo sulle sue spalle un essere pesante come il Balor Argenteo.
Il Vassallo con uno sforzo sovrumano riuscì ad arrivare all’entrata del fortino, prontamente aperta dagli alleati all’interno e oltrepassata la soglia girò di scatto evitando di essere colpito. Le frecce, che avevano passato il cancello, si conficcarono nel portone in chiusura.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
05/05/2016 22:00
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Gianlù era sfinito, aveva compiuto una prodezza indescrivibile, portandosi una creatura pesante quanto il balor sulle spalle. Il Balor Argenteo era un essere alto e pesante il doppio del peso del Vassallo. Una volta poggiato a terra, il Balor Argenteo si lasciò dividersi. Da un lato comparve Alkor e da un altro lato comparve Rhetar, non più umano, ma nella sua forma originale di drago.
Gli uomini del fortino e i loro superiori, rimasero senza parole, non credevano a ciò che vedevano: Un drago e un umano usciti dal corpo “vaporizzato” di una specie di demone.
A quel punto DragonKnight non poté rimandare le spiegazioni e rivelò a tutti i presenti la vera natura di Alkor e Rhetar, tenendo sempre segreto l’identità di Aspiranti Vassallo e Vassallo.
<<E’ incredibile! Un drago! Non l’avevo mai visto!>> dichiarò il principe Lumix, uscendo dalla folla di uomini in armi.
<<Maestà, che ci fate fuori? Non dovete rimanere esposto!>> esclamò ser Tancredi.
<<Non preoccupatevi maestro cavaliere, per il momento la situazione è completamente stabile, dopo l’azione eroica di quell’uomo e di quel drago>> disse il comandante Metellius.
<<Io sono senza parole. È magnifico!>> affermò il giovane principe.
Davanti agli occhi del principe e di tutti i presenti, una creatura possente riposava sul proprio addome, con la testa rivolta verso il compagno umano. Il drago argenteo aveva un respiro affannoso e sul corpo era percorso da leggere contrazioni muscolari, più forti alla base delle grandi ali argentee. Vi erano su alcune porzioni di membrana alare alcuni fori insanguinati. Alkor si avvicinò al suo compagno di sempre, e gli carezzo il collo. L’Aspirante Vassallo aveva una freccia conficcata nella spalla sinistra. I due compagni si erano divisi il danno una volta ritornati nei rispettivi corpi. Alkor aveva preferito sostenere il danno maggiore, lasciando a Rhetar l’unico danno fisico che non poteva tenersi.
<<Alkor, voi e Rhetar prestatevi alle curare di Kreit… non potrei mai sgridarvi, siete stato avventato e fenomenale allo stesso tempo>> iniziò a dire ser Gianlù.
<<Mi dispiace di avervi fatto preoccupare ser Gianlù>> disse Alkor rimasto in piedi vicino al drago.
<<Non preoccupatevi, è tutto passato e… e abbiamo guadagnato un vantaggio strategico, ora il nemico per attaccarci deve invadere lo spazio della gittata delle nostre frecce!>> spiegò il Vassallo.
<<Giusto>> confermò l’Aspirante Vassallo.
<<La prima parte del piano è andata, la fine precoce della battaglia è vicina, bisogna solo attendere e fare la mossa giusta>> disse ser Gianlù.
Sulla passatoia nord, gli arcieri erano ora presi ad assistere la ritirata claudicante dei DireniaKnight, alcuni dei quali erano ancora a terra a contorcersi dal dolore. Gli arcieri delle mura avevano gli archi abbassati. Arrivò Eruner e tese la corda dell’arco di dotazione direna, puntò la freccia su uno dei cavalieri di Rufus.
<<Cosa fate?>> domandò Thor.
L’elfo non rispose.
<<Ma gli ordini di ser Gianlù sono altri>> disse di nuovo Thor.
L’elfo sembrò riflettere, ma riprese di nuovo la mira. A quel punto un braccio si posò su quello di Eruner pronto a scoccare la freccia.
<<Non è necessario. Diamogli modo di recuperare i loro feriti, fa parte del piano di ser Gianlù>> disse Black Drake avendo interrotto Eruner.
<<Non si può sempre essere buoni, prima o poi qualcuno di noi potrebbe rimetterci la vita. Sarebbe meglio colpire quando è possibile farlo, piuttosto che essere colpiti per non aver colpito>> rispose l’elfo.
<<Sembra giusto, ma la verità è un’altra. Noi siamo persone esterne ai fatti e siamo qui per soffocare la guerra, le sue battaglie e le sue atrocità… Eruner, il piano di ser Gianlù, anche io non lo comprendo appieno, ma sento che è giusto che sia così>> chiarì Black Drake.
<<Io non sento niente, ma non andrò contro gli ordini di ser Gianlù, tra l’altro un mio amico>> disse Eruner ritornando arco e frecce a uno dei soldati.
Intanto nel campo nemico, tra i soldati intenti a provvedere alle catapulte in fiamme, ai feriti e a preparare l’accampamento prima del calar delle tenebre, il principe Rufus collerico come sempre aveva messo in rassegna tutti gli ufficiali e i responsabili.
<<Questa ennesima porcata proprio non la digerisco>> disse con se stesso il principe camminando avanti e indietro come un pazzo furioso.
<<Maestà se posso permettermi vorrei dir…>> iniziò a dire il Gen. Aetius.
<<NO, NON POTETE DIRE, NON VI E’ PERMESSO!>> rispose Rufus sbattendo violentemente la sua spada a terra.
Il resto degli ufficiali che fiancheggiavano il Gen. Aetius sembravano rimpicciolire, come tanti cani bastonati dal padrone. L’attacco di Alkor e Rhetar aveva preso alla sprovvista l’esercito di Rufus, facendo saltare i prestabiliti piani di conquista, allungandone i tempi e cambiandone le condizioni.
<<Ma come diavolo è possibile? Dico io. Come si può mancare un coso di quelle dimensioni? Tanti arcieri, balestrieri e balliste, non sono riuscite ad ammazzare quel maledetto! E soprattutto salvare le mie catapulte, con quello che è costato portarle fin qua! Che branco di idioti! Per poco non ci rimettevamo anche i DireniaKnight, ma che scherziamo?>> sbottò il principe.
<<Maestà, anche se ci sono feriti, non è morto nessuno, grazie al cielo>> disse il capitano dei DireniaKnight.
<<Grrr… ser Galvano! dovreste ringraziare la vigliaccheria degli uomini del fortino, piuttosto! Se fossero stati ai miei ordini, sarebbero morti tutti i cavalieri nemici!>> disse sgarbatamente il principe.
<<Lo so bene…>> proferì ser Galvano.
<<Voi siete stati avventati!>> continuò a criticare il principe Rufus.
<<Si maesta… noi abbiamo sbagliato>> confermò il cavaliere.
<<Maestà>> cercò di intervenire il generale.
<<Cosa c’è? Non vedete che devo inventarmi un modo per avvicinarmi a quel maledetto fortino!>> disse il principe rivolgendosi con il solito garbo, avendo da poco iniziato a camminare avanti e indietro.
<<Ho un nuovo piano>> si propose Gen. Aetius.
<<Quale? Quello di farci attaccare da un altro coso volante?>> domandò sarcastico il principe.
<<Maestà, capisco che siete arrabbiato e per questo mi reputo responsabile, ma datemi il modo di riparare alla mia disattenzione>> disse scusandosi il generale.
<<Sarebbe? Spara questo piano!>> chiese prepotente il principe.
<<Come potete ben vedere, il fortino nemico è ben protetto ed è stato aggiustato e migliorato>> iniziò a spiegare il Gen. Aetius.
<<Grazie al carciofo, stranamente se ne sono accorti della nostra invasione settimane fa>> replicò il nobile.
<<Ebbene, sua altezza, hanno fatto una cosa che li ha condannati>> dichiarò l’alto ufficiale.
Alle parole del suo generale, il signore di Surad assunse un’espressione scettica. Il tirannico principe Rufus si voltò verso il fortino cercando di capire cosa intendesse dire il generale. La fortificazione di Lugonoreum sembrava totalmente integra, non mancava nessuna difesa, mura, torri, edifici, palizzate e fossato erano lì messi a estrema arte della difesa, contro qualsiasi tentativo d’assedio. Senza l’utilizzo delle catapulte e un buon posizionamento dei trabucchi risultava difficile espugnare una simile costruzione.
Il principe Rufus si voltò verso il suo generale con aria interrogatoria.
<<La palizzata è il loro punto debole!>> esclamò il Gen. Aetius.
<<In che senso non vi seguo. Spiegatevi meglio>> sollecitò il principe.
<<Datemi un momento sua altezza e vi sarà tutto chiaro. Voi altri spostatevi>> replicò il generale estraendo la spada e facendo spostare gli altri ufficiali a suo fianco.
Il Gen. Aetius iniziò con la spada ad incidere il terreno, realizzando un po’ alla volta un abbozzo della mappa del fortino. Il principe rimase incuriosito.
L’alto ufficiale dell’Aquila Trionfante iniziò a spiegare il suo nuovo piano d’assedio.
Sul volto del principe Rufus, inizialmente titubante, comparve un sorriso sadico e a tratti mostruoso. Nei suoi occhi ardevano fiamme, fiamme infernali, che predicevano distruzione e false grandezze.
Poi il generale finito di spiegare il suo diabolico piano, avvicinò il resto dei comandanti.
<<Il piano funzionerà a meraviglia, e se si presentasse un altro di quei demoni volanti, questa volta troverà la morte. Tutti i dardi, le frecce e i verrettoni verranno imbevuti di un elevata dose letale di veleno>> disse il Gen. Aetius.
<<Ah ah ah deve ancora nascere, chi batte in strategia i miei generali!>> disse il principe cambiato di umore.
<<Saremo pronti a tutto!>> disse il generale agli altri ufficiali.
<<Dannato Com. Metellius imparerete cosa vuol dire ostacolare il principe Rufus, sovrano legittimo di Direnia e di tutto il Continente Occidentale>> concluse il principe.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
07/05/2016 12:16
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

La sera sostituì presto il tramonto. Le guardie di ronda, più numerose che dei tempi di pace, compivano il loro dovere con animo sereno e quasi di piacere per come era terminato il giorno. L’aria del fortino era frizzante e odorava fortemente di foresta. A man a mano che l’oscurità della notte aumentava, il cielo si popolava di miriadi di stelle e la luna si illuminava sempre di più dall’alto del suo trono celeste. Quel breve momento di sollievo si trasformava per chi era di ronda in un ansimare angoscioso, appena la vista puntava le fiaccole nemiche disposte regolarmente fuori dalle mura. Alimentato dal prestigio delle tenebre, il campo nemico sembrava mille volte più grande. Cercavano allora di reagire pensando a futuri scenari di pace, che includevano gli amori, la famiglia e le amicizie. Fra di essi di tanto in tanto si potevano udire storie allegre e colorite. Quasi non pareva aria di guerra.
<<Eruner ho bisogno della vostra collaborazione!>> si sentì dire l’elfo.
Eruner era seduto con le gambe penzoloni sopra un cumulo di fieno, intento a contemplare il cielo con in braccio il piccolo drago bianco.
<<Ser Gianlù volete una mia collaborazione? Di cosa si tratta?>> domandò Eruner.
<<Una missione importante, decisamente>> rispose il Vassallo.
<<Vi ascolto>> disse l’elfo mettendosi in piedi.
<<Grazie all’azione di Alkor e Rhetar siamo riusciti ad arrivare fino a questo punto. È notte e i nemici sono abbastanza vulnerabili. Siamo io, voi e Kreit. Il piano è semplice, bisogna catturare il principe Rufus>> spiegò sintetico ser Gianlù.
<<Capisco, quindi questo è il momento. Avete avvisato gli altri?>> chiese l’altro.
<<Si sanno di ogni cosa e si terranno pronti ad aprire e chiudere il portone>> chiarì ser Gianlù.
<<Con un principe in mano nemica, nessun generale di buon senso ordinerebbe l’attacco. Me ne ero dimenticato, ma alcuni giorni fa ne faceste accenno>> disse Eruner scrollandosi il fieno dai pantaloni.
<<Bene prepariamoci>> concluse il Vassallo.
I due passarono a trovare Alkor nel palazzo, per vedere come si sentiva. Rimasero per un bel po’, poi uscirono. Eruner affidò il suo piccolo drago all’amico Alkor. A pochi passi dalle fucine, Gianlù ed Eruner trovarono Kreit che li attendeva con dei vestiti neri e dei passamontagna.
<<Sembra quasi che ci accingiamo a derubare qualche ricco nobile>> disse scherzoso Gianlù.
<<Per la verità è il nobile a venir rubato, non le sue cose>> disse sorridente Kreit.
<<In effetti si va a delinquere eh eh eh>> aggiunse Eruner.
<<A fin di bene eh! Non sia mai che un Vassallo rapisce un povero innocente>> disse Gianlù togliendosi gli equipaggiamenti rumorosi.
<<Rufus è talmente innocente e povero da far schifo>> disse retorico l’elfo.
<<Avete finito?>> domandò Kreit.
<<Si abbiamo finito, tocca a voi>> rispose Eruner completamente vestito di nero.
<<Si Kreit, vi potete cambiare adesso>> assicurò ser Gianlù con la saliva alla bocca.
<<ehm ehm uscite fuori ragazzi. O preferite che vi ci porti io per le orecchie?>> pronunciò Kreit.
<<Ma dai! Un Vassallo quando è al lavoro rimane quasi disinteressato alle donne>> dichiarò il Vassallo.
<<Avete detto quasi, uscite fuori>> ribadì Kreit accompagnando i due fuori alla fucina a suon di schiaffetti e piccoli strattoni.
Kreit chiuse sbattendo la porta delle fucine.
<<Che caratterino… Dai Eruner sarà per un'altra volta!>> disse Gianlù scompigliato.
<<Ah ah ah ah>> rise raramente di gusto Eruner.
<<Ahaa come mi manca l’Harem!>> dichiarò il Vassallo.
<<A proposito, ma è vero che ci sono donne la dentro? Cioè nel Regno, con tipi come il Sommo Ostri e Ikarus permettono di tenere un simile locale?>> disse Eruner sommergendo di domande l’altro.
<<Embè che c’è di male? Unica cosa malvagia è che vige la regola guardare, ma non toccare… è frustrante, ma eccitante e bello allo stesso tempo>> rispose ser Gianlù.
<<Pareva strano… >> affermò l’elfo.
<<Poi in massima parte sono danzatrici e inservienti>> disse il Vassallo.
<<So che non hanno abiti>> sostenne Eruner cercando di non sembrare interessato.
<<Dicerie, purtroppo. Anche la più scoperta di loro ha veli e indumenti intimi… che a dir il vero lasciano poco spazio alla fantasia>> disse di nuovo con la saliva alla bocca il Vassallo.
<<Allora, mi spaccerò per Vassallo!>> esclamò l’elfo.
<<Si, si, proprio così. A Genoveffa non sfugge niente e vi ridurrebbe in polpette>> disse ser Gianlù smontando il piano di infiltrazione di Eruner.
<<Genoveffa? Chi è?>> domandò Eruner distorcendo il muso.
<<La guardiana dell’har…>> disse interrompendosi Gianlù.
<<Sono pronta. Come sto?>> domandò Kreit uscendo dalle fucine mettendosi in posa.
<<Stai bene, infatti sei pronta per farci un balletto!>> disse canzonatorio Eruner.
<<Uh hmm>> imbronciò l’altra.
<<Ah ah ah ah Kreit con questa fame che ti farei! Su ragazzi, in marcia… vorrei dire di soppiatto>> disse il Vassallo incitando gli altri due a iniziare la missione di cattura.
Gianlù, Eruner e Kreit si fecero aprire le porte e i cancelli del fortino da Black Drake e un drappello di soldati. I tre uscendo vennero in pochi istanti inghiottiti dall’oscurità della notte. Oltrepassarono l’area della palizzata e discesero fossato, evitando di adoperarsi delle tavole di legno nascoste tra le palanche.
Una volta giunti sul lato opposto, si abbassarono alla vista di una moltitudine di fiaccole aggirarsi nella foresta ovest. I tre d’istinto si lanciarono a terra nell’erba alta, per poi domandarsi cosa stesse succedendo.
Ipotizzarono un’ispezione a seguito dell’attacco del Balor.
Non potendo proseguire verso la foresta ovest e rischiare di essere scoperti, facendo allarmare il nemico e fuggire la ricca preda, Gianlù e i suoi due aiutanti ritornarono rapidamente nel fossato. I tre proseguirono il percorso nel fossato, fino ad arrivare alla porzione nord dello stesso.
Il Vassallo e l’Aspirante Vassallo sollevarono Kreit, consentendogli di sbirciare l’accampamento nemico.
Data una rapida occhiata la maga diede un ragguaglio agli altri due compagni della situazione ivi di fronte.
<<L’accampamento è sorvegliato in lungo e in largo su questo lato. Ci sono numerosi gruppi ben armati di soldati, supportati da alcuni cavalieri>> espose brevemente Kreit.
<<La tenda del principe sembrerebbe irraggiungibile>> disse Gianlù raspandosi la barba incolta.
<<Ci deve essere un modo, non possono coprire tutto lo spazio scoperto>> disse Eruner.
<<Infatti, non possono>> affermò il Vassallo.
<<Avete qualche idea?>> domandò l’elfo.
<<Hmmm. Avranno concentrato sicuramente il controllo sui lati dell’accampamento, che protendono verso il fortino e le foreste ai lati. Penso che sul lato nord dovrebbe essere più semplice>> rispose ser Gianlù.
<<Ammesso che, riusciamo ad entrare e arrivare fino alla tenda del principe e catturarlo. Come faremo a uscire senza farci circondare e combattere?>> domandò Kreit.
<<Non dovrebbe essere difficile, zittiremo il principe alla vecchia maniera… un bel colpo secco. Poi ripercorriamo il percorso al contrario>> rispose questa volta Eruner.
<<Esatto>> concordò il Vassallo.
<<Semplice>> proferì la maga.
I tre si avviarono nella porzione angolata del fossato, di fronte alla foresta est. Accertatosi di non essere visti i tre saltarono fuori dal fossato e con una corsa rapida si lanciarono nella foresta est, libera dalla presenza dei soldati nemici a differenza della foresta ovest battuta palmo a palmo per gran part della sua estensione.
Percorsero più di cinquecento passi raggirando l’accampamento e portandosi a nord di esso.
Gianlù, Eruner e Kreit favoriti dall’oscurità si spostarono a tratti da un cespuglio e un cumulo di pietre all’altro.
Intanto sul lato della foresta ovest, gli uomini di Rufus erano intenti ad abbattere alcuni alberi e a lavorare il legno ricavatone. Il Gen. Aetius visionava l’operazione in prima persona, senza delegare la direzione delle operazioni a nessun altro suo sottoposto.
<<Come procedono i lavori?>> domandò il principe Rufus.
<<Eh?>> si voltò un sottufficiale.
<<Coff coff! Ho detto, come procedono i lavori?>> domandò di nuovo il principe.
<<Ehm bene sua maestà… ma avete preso freddo? Vi ho anche sentito tossire>> disse preoccupato l’uomo.
<<Niente di preoccupante, continuate il vostro lavoro>> disse il principe Rufus.
<<Si, mio signore>> rispose il sottufficiale.
<<Aetius, io ritorno alla mia tenda, per domani deve essere tutto pronto!>> ordinò il principe.
<<Non si preoccupi maestà>> rispose brevemente il generale.
Il nobiluomo si allontanò dal suo ufficiale e dal grosso delle truppe, per procedere verso la tenda personale.
Gianlù, Eruner e Kreit avevano visto la scena nascosti dietro alcuni barili.
<<Non ci deve sfuggire!>> disse a bassa voce ser Gianlù.
I tre si spostarono rapidamente da una tenda all’altra evitando le guardie e tenendo controllato a vista il principe. Rufus, passato alcune tende ordinarie, arrivò alla propria e fastosa tenda personale; vi entrò.
Gianlù, Eruner e Kreit poco dopo entrarono anch’essi nella tenda principesca.
Rufus era di spalle, intento a distendersi sul comodo lettino, quando Gianlù arrivandogli addosso lo voltò di scatto, pronto a tramortirlo.
<<Eeeeeh>> si lamentò l’aggredito, proteggendosi goffamente il viso.
<<M-ma questo non è il principe!>> esclamò il Vassallo.
<<Che cosa?!>> disse stupita Kreit.
<<Dannazione è una sporca trappola!>> disse Eruner.
Improvvisamente la tenda del principe venne lacerata su tutti e quattro i lati da una moltitudine di lame affilate, rimanendo intatta solamente nella parte superiore. Dagli squarci entrarono decine di arcieri e cavalieri ordinari, seguiti dal Gen. Aetius e quattro alti ufficiali. Il soldato vestito da principe, lasciò cadere mantello e cappello piumato per battere immediata il ritirata, evitando di essere coinvolto nella trappola.
<<Questo generale non è affatto uno sprovveduto>> dichiarò ser Gianlù voltandosi verso il generale.
<<Cosa siete mercenari? Mi ricordo di voi, eravate con il comandante Metellius!>> notò il Gen. Aetius.
<<Non ha importanza chi sono, generale. Ero venuto per il principe Rufus>> rispose a tono il Vassallo.
<<Il principe Rufus è al sicuro, lontano da voi pezzenti. Adesso rimpiangerete di essere venuti al mondo. Uomini catturateli, se oppongono resistenza uccideteli senza pietà!>> disse drastico il generale.
Gli arcieri tesero l’arco e i cavalieri puntarono le loro lance verso gli intrusi, i quali si erano posti spalla a spalla al centro della tenda. Eruner frappose la sua spada al nemico, mentre Kreit impugnò il suo bastone magico. Ser Gianlù rimase fermo a riflettere, con la spada rivolta con la punta a terra.
<<Qui si mette male>> disse Kreit.
<<Imprevisti del mestiere, cara Kreit>> affermò Eruner.
Lo sguardo di Gianlù sfrecciava da un capo all’altro della tenda, filtrando tra i numerosi soldati nemici, quando ad un tratto il Vassallo si abbassò di scatto con la spada portata dietro la schiena.
<<Solo alla morte non c’è soluzione!>> esclamò ser Gianlù.
Di scatto gli arcieri e i cavalieri puntarono Gianlù, mentre Eruner e Kreit si abbassarono lentamente dietro al compagno.
<<Cosa state aspettando? PRENDETELI!>> esortò il Gen. Aetius.
<<ADESSO!>> gridò Gianlù.
Il vassallo fece un forte balzo e scagliò la propria spada come un potente boomerang. Una sorta si sega circolare troncò i quattro paletti di sostegno della tenda, facendola crollare su tutti quanti.
Gianlù, Eruner e Kreit si liberarono immediatamente della stoffa tagliandola da sotto e fuoriuscendo presero a correre più forte che potevano nella boscaglia.
Il generale e i suoi uomini si dimenarono come pazzi sotto il largo tessuto impermeabile della tenda, fin quando lacerandolo con le spade si liberarono anch’essi.
<<INTRUSI! A TUTTE LE UNITA’ CATTURATE QUEGLI UOMINI PRESTO!>> sgolò il Gen. Aetius incespicando nei resti della tenda.
Tutti gli uomini presenti sul luogo accorsero e si lanciarono all’inseguimento dei tre fuggiaschi. Nella caccia all’uomo si prestarono anche i reparti specializzati della cavalleria. I temutissimi DireniaKnight, quelli ancora operativi, galopparono come forsennati nella boscaglia ad est, dove Gianlù, Eruner e Kreit furono visti l’ultima volta prima di sparire.
<<Forza, forza correte… la missione è fallita, purtroppo. Accidenti ci sono addosso, correte!>> ripeté Gianlù fino all’estremo.
Gianlù corse tra la fitta vegetazione del sottobosco, saltando ostacoli e scalando piccoli cumuli di terreno. Voltandosi indietro poté vedere tante fiamme venirgli incontro, che avvicinandosi sempre più fino ad ammassarsi tingevano di rosso il bosco est.
Lo spettacolo di fiamme non passo inosservato dal fortino di Lugonoreum, alcuni Aspiranti Vassallo iniziarono a preoccuparsi per i tre compagni andati in missione.
Era una caccia spietata, alcuni nemici d’esperienza notavano ogni minimo dettaglio del terreno, dall’erba calpestata al terriccio mosso.
Braccati come si fa con la selvaggina, Gianlù, Eruner e Kreit si separarono con l’intenzione di dividere gli uomini di Rufus. Kreit evocò le sue ali blu e in poco tempo sparì dalla vista. La maga fece un rapido volo verso le mura di Lugonoreum ad avvisare i compagni.
I due uomini di Blue Dragon corsero più che poterono, ma i cavalli dei DireniaKnight erano troppo veloci.
Eruner tentò di scavalcare un albero, ma venne immediatamente intercettato da alcune frecce. Evitando per un soffio di essere colpito, tento di aggirare l’albero per sfuggire ad altri colpi, ma un calcio inaspettato lo scaraventò a terra.
Davanti all’elfo si era piazzato niente di meno che il forte ser Galvano, comandante dei DireniaKnight.
Eruner, senza perdersi d’animo, si armò della sua spada Sin Fein e flettendosi saltò in piedi.
Ser Galvano incalzò il giovane elfo a suon di fortissimi fendenti. Eruner constatò presto la superiorità fisica dell’avversario e non poté far altro che schivare gli attacchi, in quanto le parate erano molto faticose e parecchio dolorose. In un primo momento l’elfo fu tentato di scappare alla prima occasione, ma qualcosa glielo impediva, l’orgoglio. Il cavaliere compì uno scatto audace che lo portò a un palmo da Eruner. L’Aspirante Vassallo parò a stento un violentissimo ridoppio che lo sbalzò in aria e lo fece cadere fragorosamente al suolo. Ser Galvano con un rapido movimento di spada disarmò l’elfo e gli puntò la spada alla gola.
Ser Gianlù aveva percorso un lungo tratto della foresta fino a sbucare su uno spiazzo libero confinante con l’area circostante il fortino. Il Vassallo voltandosi indietro appurò di aver seminato gli uomini di Rufus e quando vide una creatura alata entrare nel fortino,capendo che si trattava di Kreit, scoprì che all’appello vi mancava Eruner. Ser Gianlù tornò indietro, e sentendosi colpevole per gli imprevisti non calcolati, si diede un forte pugno sul pettorale.
La punta della spada damascata sfolgorò minacciosamente alla luce delle fiaccole in avvicinamento. Era a pochissimi centimetri dal collo di Eruner, che interdetto osservava per la prima volta un suo rivale vincitore, e probabilmente sarebbe stata l’ultima. Ser Galvano sondò lo sguardo dell’elfo, un avversario che nonostante la difficile situazione non smorzò il suo profondo atteggiamento di sfida. Il cavaliere infoderò inaspettatamente l’arma.
<<Andatevene! Prima che giungano i miei uomini>> dichiarò Ser Galvano.
Eruner rimase sorpreso, un nemico che gli risparmiava la vita. L’elfo non riusciva a capire un tale atteggiamento; sulla base di quale motivo un duellante prima sconfigge il suo avversario poi lo lascia libero, quando poco prima questo avversario aveva tentato di rapire un suo superiore?
L’elfo era tormentato dal dubbio, intanto il resto degli uomini di Rufus erano quasi vicini.
<<Avete o no un minimo senso di sopravvivenza? Se non ve ne andate sono costretto a farvi prigioniero, con tutte le conseguenze che ne derivano>> disse il cavaliere.
Eruner si rimise in piedi e infoderò la sua spada.
<<Prima che vada, vorrei sapere il motivo che mi ha salvato la vita>> chiese Eruner.
<<Per onore>> rispose il comandante dei DireniaKnight.
<<Per onore?!>> ripeté sottovoce Eruner.
<<Io sono diverso dal mio generale e dal mio principe, io ho un codice da rispettare. Non potevo arrecar danno a una delle tante persone che hanno risparmiato la vita ai miei uomini. Oggi voi e i vostri pari avreste potuto in mille modi uccidere i miei uomini nei pressi del fossato, ma non l’avete fatto>> disse ser Galvano chiarendo il suo comportamento.
<<Capisco>> disse Eruner estraniandosi con lo sguardo per riflettere.
<<Ma, sappiate che questa è l’ultima cortesia che ci facciamo, da domani non risparmierò nessuno. Andate via di corsa e non voltatevi>> replicò il cavaliere.
Eruner riprese di nuovo la fuga. Pochi istanti dopo, il resto dei DireniaKnight e dei soldati passarono di fianco a ser Galvano sulle tracce di Eruner e degli altri, mentre il cavaliere si voltò di spalle e ritornò indietro.
Gianlù procedette in linea retta per il bosco, attraversando cespugli, sterpaglie e rovi. Superato una grossa roccia si trovò Eruner venirgli contro.
<<Dove eravate finito? Muoviamoci a tornare indietro, oramai la missione è fallita. Dobbiamo ritornare e studiare un nuovo piano>> disse ser Gianlù.
Eruner seguì l’amico senza fiatare.
I due uomini di Blue Dragon fecero rapido ritorno al fortino. Ser Gianlù capì che il genio militare del Gen. Aetius era fuori dal comune e che la strategia di vittoria adottata fin ora doveva essere rivista dall’inizio alla fine. Eruner invece era rimase inquieto. Eppure, malgrado i profondi turbamenti che lo affliggevano, cercò di riflettere: la sorte ci aveva messo poco a invertire i ruoli. Se quella freccia fosse stata scoccata, l’elfo sarebbe dovuto perire sotto la lama del cavaliere, che poco prima lo aveva sconfitto. Da un lato era contento di essersi salvato la pelle, dall’altro lato avrebbe preferito morire piuttosto che essere stato risparmiato, ed era combattuto sul fatto che avrebbe potuto colpire a morte il suo avversario dopo aver riposto l’arma, ma i valori appresi dai suoi pochi amici di Blue Dragon gli impedivano di agire in questo modo. Una cosa era certa, Eruner nelle ore seguenti non chiuse occhio.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
08/05/2016 23:56
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il primo raggio di sole si era già irradiato sulla linea dell’orizzonte e illuminava le alte fronde degli alberi della foresta est, luccicanti per la rugiada della notte. Il paesaggio circostante era cambiato, non era più lo stesso del giorno precedente. Nell’accampamento degli assedianti, vi erano ancora movimenti di persone, animali e cose. Quando Alkor si destò dal sonno per recarsi sul camminamento delle mura perimetrali nord, non poté credere ai suoi occhi. Era ancora fasciato alla spalla e le sue bende erano sporche e macchiate di sangue, quando affacciandosi da uno degli spazi tra le merlature vide una grossa porzione di foresta completamente spogliata di alberi e quant’altro.
<<Cosa significa? Che intenzioni hanno?>> domandò il cavaliere del drago.
<<Hanno lavorato tutta la notte. Io e Arkan eravamo sicuri, che avessero intenzione di ricavare dal legno della foresta dei ponti d’assedio>> rispose Black Drake già sul posto ad osservare il nemico.
<<Invece? Cosa stanno combinando?>> domandò impensierito Alkor.
<<Ser Gianlù crede fermamente che vogliano creare delle torri>> rispose nuovamente l’altro.
<<Che cosa se ne fanno delle tor… aspettate, avete detto torri?! Non è che vogliono aumentare la gittata delle baliste?>> iniziò a ragionare Alkor.
<<E’ proprio quello che adesso temo anch’io>> confermò Black Drake.
<<Accidenti, proprio non ci voleva. Inoltre non mi sono ancora ripreso ed ho la febbre>> dichiarò Alkor.
<<La febbre? E che ci fate qui? Dovreste tornare dentro, la ferita si sarà infettata. Fatevi prestare le cure da Kreit. Non preoccupatevi per noi, tanto ser Gianlù troverà un modo per risolvere la situazione. Purtroppo ieri notte la missione di cattura non è andata a buon fine>> disse Black Drake.
<<Lo so bene, altrimenti eravamo da qualche parte a negoziare… il ritiro delle truppe assedianti in cambio della vita del principe Rufus>> disse il cavaliere del drago.
<<Sarebbe stato molto più semplice e pacifico>> disse l’altro.
<<Infatti>> ribadì Alkor.
Gli uomini di Rufus abbandonarono definitivamente il campo antistante le mura nord, per spostarsi nella decimata foresta ovest e poi posizionarsi ordinatamente di fronte il lato ovest del fortino. Presero tutto dalle vecchie postazioni, armi, viveri, animali e macchine d’assedio.
Gruppi consistenti di uomini iniziarono a scavare delle buche, mentre altri seguirono a tirare lunghe e spesse corde di corcoro, dove all’altro capo vi erano legate delle pesanti strutture di legno. Una volta alzate dal suolo, tali costruzioni di legno si ancorarono nelle fosse scavate nel terreno adiacente. Il risultato finale furono quattro torri dall’aspetto minaccioso.
Seguirono alcuni ordini urlati nell’aria e altri soldati, salendo sulle torri di legno, cominciarono a issarvi sopra delle baliste. Le due baliste pesanti furono posizionate sulla sommità di ogni torre, mentre a metà di esse furono piazzate quattro baliste leggere. Le rimanenti balliste pesanti furono piazzate in direzione della cancellata del fortino, abbinate a quattro carro-baliste. Le ultime dieci baliste leggere vennero posizionate lungo tutto il nuovo accampamento. I trabucchi furono posizionati al fianco delle torri, pronti all’uso.
<<Questi fanno sul serio, hanno reso utili le loro baliste. Ora possono colpirci. Non possiamo limitare i nostri attacchi ser Gianlù. Non stavolta>> disse Eruner.
<<Purtroppo devo darvi ragione, ma adottare una normale strategia di battaglia significherebbe causare un enorme numero di morti. Noi abbiamo il vantaggio strategico della difesa, mentre loro hanno il vantaggio della forza…>> sostenne il Vassallo.
<<… Ieri notte, venni risparmiato. Uno dei DireniaKnight, o meglio il comandante di quei cavalieri, mi ha intercettato e sconfitto in duello>> rivelò l’elfo.
<<Come mai me ne parlate solo ora?>> domandò ser Gianlù.
<<non volevo allarmarvi… è successo quando ci siamo separati>> rispose parzialmente Eruner, poco propenso ad andare nel dettaglio.
<<E vi ha davvero sconfitto?>> domandò incredulo l’altro.
<<Mi brucia ammetterlo, si. Non era un uomo comune>> diede in risposta Eruner.
<<I DireniaKnight… ho avuto modo di sperimentare la loro forza, ma mai avrei pensato che uno di loro potesse battervi in velocità>> affermò il Vassallo.
<<Devo ancora migliorarmi… se solo non mi ponessi certi limiti>> disse l’elfo, soprattutto a se stesso.
<<So che il vostro cambiamento è la conferma che non avete più impedimenti, ma la strada del Vassallo è un continuo sacrificio personale…>> continuò ser Gianlù.
<<Comunque si è sentito di ricambiarci la cortesia di aver fatto raccogliere i loro feriti>> disse Eruner.
<<Meglio così, sapevo che qualcuno avrebbe rispettato l’antico codice comune della cavalleria>> notificò il Vassallo.
<<Ha detto che nel prossimo incontro, non ha intenzione di disubbidire agli ordini dei suoi superiori, anche se ciò comporta non risparmiare nessuno>> dichiarò l’elfo.
<<Staremo a vedere>> disse ser Gianlù poggiando i palmi delle mani tra una merlatura all’altra.
<<Ser Gianlù. Il nemico ha preso posizione e ci minaccia con quelle torri, cosa facciamo?>> domandò il Comandante Metellius sopraggiunto sul camminamento da uno dei bastioni.
<<Dite a tutti di prendere le stesse precauzioni che sono state prese con le catapulte. Gli arcieri invece si tengano pronti per contrattacchi brevi e continui, le baliste più forti non hanno la forza ad arrecar danno alle mura>> consigliò il Vassallo.
<<Seguiremo le vostre istruzioni. La loro gittata di tiro non è più favorevole della nostra d’altronde>> confermò il comandante del fortino.
In poco tempo l’ordine del Comandante Metellius si divulgò in tutto il fortino. Soldati, uomini di fatica e animali occuparono le proprie postazioni di sicurezza. Benché i grossi dardi delle baliste non fossero in grado di causare danni strutturali agli edifici in pietra del fortino, la loro gittata era diventata molto pericolosa, essendo tali macchine da guerra sopraelevate su alte torri di legno. Un dardo di balista poteva facilmente finire in ogni parte dello spiazzale del fortino e colpire l’incauto che non aveva preso riparo. Intanto, fuori dal presidio militare di Lugonoreum, il clima era diventato elettrico. Gli ufficiali di Rufus erano pronti ad attaccare con tutta la potenza di fuoco in dotazione.
<<I migliori carpentieri di Surad hanno fatto un lavoro impressionante stanotte. Con queste torri potremo ben presto mettere in ginocchio quei codardi>> disse il principe Rufus ammirando il lavoro di carpenteria dei suoi uomini.
<<Maestà, quando avremo ultimato le barricate mobili, potremo adoperarci delle altre macchine d’assedio, che abbattendo le mura ci consentiranno di invadere lo spazio nemico>> aggiunse il Gen. Aetius.
<<E’ il momento di mettere in pratica il piano>> sollecitò il principe.
Il generale radunò tutti i suoi subalterni responsabili e delineò per un ultima volta il piano di battaglia.
<<Bene ora che i topi sono in trappola date fuoco a quelle palizzate!>> ordinò il generale.
Un suono di passi rimbombò nell’aria, appena gli arcieri si mossero compatti davanti alle torri, mentre tra le loro fila sbucarono alcuni soldati incaricati di portare i bracieri.
Al muoversi del nemico ser Gianlù diede l’ordine agli arcieri di intervenire e fermare la controparte nemica.
Gli arcieri di Rufus calarono le frecce composte da stantuffo incendiabile nelle braci, poi armarono l’arco e tesero il dardo infuocato. Dietro di loro invece genieri e macchinisti caricarono i trabucchi con munizioni a base di salva incendiaria.
Nell’aria vennero proiettate sfere e frecce di fuoco, che addensate formarono un fitto manto infernale che inesorabile s’abbatté sulle palizzate.
Gli arcieri del fortino non riuscivano a ostacolare i loro nemici.
Ci volle poco alle palanche ammassate a prendere fuoco, provocando un incendio inarrestabile, composto da fiamme alte quanto le cime degli alberi, sovrastate a loro volta da dense colonne di fumo.
<<Ora si che la situazione mi è sfuggita parecchio di mano!>> esclamò il Vassallo.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
09/05/2016 15:49
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Rapidamente le fiamme inghiottirono tutta la palizzata, formando un enorme gabbia di fuoco attorno la fortificazione di Lugonoreum. La cosa peggiore fu che si levò il vento da ovest e un impressionante colonna di fumo investì il fortino. L’aria divenne calda e irrespirabile, era difficile tenere gli occhi aperti e ogni semplice azione divenne un impresa. Il fortino era in preda al caos, tra gli uomini serpeggiò l’ansia e la paura. In quel fracasso infernale, le unità disposte sui camminamenti dovettero abbandonare le loro postazioni, per evitare di rimanere intossicati dal fumo e danneggiati dall’immenso calore.
<<CI VOGLIONO ALLA BRACE!>> strillò un soldato.
<<ADESSO CI ATTACCHERANNO>> urlò un altro.
<<Rimanete calmi, come non possiamo attaccare noi, non possono attaccare loro. Le fiamme sono troppo alte ed estese>> incoraggiò il Vassallo.
<<Cosa facciamo?>> domandò Thor.
<<Stare lontano dalle fiamme, che domande! Piuttosto radunate tutti nel palazzo di Lumix e al centro del fortino, dove il calore non ci può fiaccare e… e bagnate le tettoie delle stalle, evitiamo di far sviluppare incendi nel fortino>> raccomandò ser Gianlù.
<<Avete sentito? Solar fate coprite gli occhi ai cavalli e portatevi tutti nello spiazzo tra il palazzo e le caserme, presto!>> ordinò ser Romualdo a uno dei suoi subordinati.
<<Subito>> rispose il soldato.
In quella ressa di uomini armati DragonKnight si unì ai pochi cavalieri rimasti a gettar acqua sui tetti delle stalle, una quantità sufficiente a evitare lo scoppio di ulteriori incendi proprio nel fortino. Tutti si raggrupparono nei luoghi sicuri della fortificazione di Lugonoreum ad attendere l’esaurirsi dell’incendio.
Dopo una mezz’ora snervante, le fiamme si affievolirono fino a svanire, lasciando una manciata di carboni e cenere al posto della palizzata. Il sottile vento purificò l’aria da ogni traccia di fumo.
Gianlù diede immediatamente l’ordine di riprendere le postazioni difensive. Il Vassallo, con il comandante del fortino, i sei Aspiranti Vassallo, alcuni ufficiali direni e la maga salirono di fretta le gradinate, in poco tempo si trovarono sul camminamento ovest delle mura.
Fu allora che il piano del nemico fu chiaro come una pergamena scritta. Approfittando letteralmente del fuoco di copertura, il Gen. Aetius fece posizionare i trabucchi per un attacco di forza al fortino. Erano vicini al fossato ad una distanza adeguata per l’assedio. La potenza di tali macchine da guerra rappresentava un serio pericolo per le mura di Lugonoreum, un solo trabucco poteva lanciare massi pesanti duemila libbre, che abbattendosi su qualsiasi muro lo avrebbe fatto crollare.
Per la prima volta come Vassallo, ser Gianlù venne soggiogato dall’angoscia.
Qualche voce cominciò a levarsi da una parte all’altra degli schieramenti nemici e a un tratto un urlo fortissimo tuonò nell’aria. Era stato dato l’ordine di attaccare coi trabucchi.
<<NON STATEVI CON LE MANI IN MANO, INCENDIATE FRECCE E VERRETTONI E COLPITE I NEMICI. NON DIAMOCI TEMPO DI ATTACCARE!>> sgolò ser Gianlù puntando i nemici addetti alle macchine d’assedio.
Vennero scoccati centinaia di dardi infuocati. Dall’altro lato, il Gen. Aetius fece alzare dei grossi e spessi scudi, che bloccarono i colpi nemici. Alcuni soldati muniti di sacchi provvidero immediatamente a soffocare il fuoco dei dardi con dei grossi sacchi sporchi di terra.
Gli arcieri e i balestrieri delle mura non si fermarono e continuarono imperterriti a scoccare i dardi infuocati, nel difficile tentativo di bloccare gli uomini delle macchine, a tutti i costi. Solo gli Aspiranti Vassallo, gli ufficiali e arcieri di buona mira riuscirono a ferirne alcuni.
I trabucchi vennero caricati e azionati. Seguirono i primi schianti, grida di terrore e di richiamo si udivano da ogni parte del fortino. Quattro massi enormi avevano preso il volo. Due di essi abbatterono la parte esterna e alta delle mura nord, lasciando scoperto parte dei lunghi corridoi interni. Alcuni arcieri perirono. Non si era al sicuro nemmeno dietro alle feritoie. Un altro masso finì davanti alle fucine, un altro ancora cadde ai piedi delle mura, senza arrecar danno.
Ser Romualdo e Ser Tobias ebbero la buona idea di far spostare più di tre quarti delle unità nella seconda metà del fortino, lontano dalla gittata massima dei trabucchi. Rimasero nell’area pericolosa del fortino, solo gli uomini muniti di arco e balestre, e non erano nemmeno tutti. Black Drake ritenne opportuno non impiegare tutte le unità da tiro, facendo rimanere più spazio di manovra e consentire di spostarsi in tempo ai prossimi attacchi.
Agli arcieri in difesa si unì ser Gianlù, prese un arco e inizio a colpire i bersagli cruciali.
<<Avanti, sostituite quelli feriti e deceduti, i trabucchi non devono fermarsi. Portate altre protezioni, presto. Se abbattiamo il muro la vittoria è nostra!>> incitò il generale nemico.
Vennero proiettati in aria altri massi e ad essi si unirono gli enormi dardi delle baliste posizionate sulle quattro torri. Crollò parte del bastione sud-ovest sotto la potenza dei colpi. Il tetto delle fucine fu preso in pieno e si accartocciò al centro su se stesso. Ci furono altre vittime, tre morti e una ventina di feriti, alcuni versavano in gravi condizioni, in bilico tra la vita e la morte.
Gianlù iniziò a maledire la sua troppa sicurezza. Il Vassallo non si fermò e continuò a scoccare frecce alla stregua di una potente manticora. Al quarto attacco dei trabucchi venne colpita la torre di guardia, il peso e la forza con cui fu scagliato il masso la distrussero.
<<Scendo in attacco!>> dichiarò ser Gianlù sguainando la spada Sin Fein.
<<Siete forse uscito fuori di senno? È un suicidio>> si intromise ser Tancredi.
<<Il rischio è alto, ma un Vassallo del mio calibro può fare molti danni e soprattutto non può restare a guardare che muoiano tanti innocenti>> motivò il valente Vassallo.
<<Almeno diteci cosa possiamo fare per voi?>> domandò il maestro cavaliere sentendosi in debito.
<<Continuate ad attaccare>> rispose semplicemente ser Gianlù.
<<Vi seguo ser Gianlù>> si propose Eruner.
<<No Eruner, mi sareste d’intralcio>> disse il Vassallo.
L’elfo rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, sapeva che purtroppo era così, non era abbastanza forte.
<<Anche Alkor è stato soggiogato dal nemico e sapete bene quanto è forte il Balor Argenteo>> spiegò ser Gianlù.
<<Se finite nei guai, non esiterò a lanciarmi nella mischia>> disse Eruner.
<<Non sarà necessario>> replicò l’altro.
Venne lanciato un altro attacco delle macchine d’assedio nemiche. La maggioranza dei colpi finì nel grande spiazzale del fortino, ma un grosso masso da millecinquecento libbre colpì la muratura che sovrastava l’entrata. Proprio sulla chiave di volta. Il colpo non distrusse il muro, ma provocò profonde crepe che lo attraversavano da parte a parte.
Ser Gianlù saltò di nuovo il muro, come nel giorno precedente. Il Vassallo atterrò davanti al fortino sotto gli occhi del nemico.
<<Chi è quel pazzo? BERSAGLIATELO A MORTE!>> ordinò il Gen. Aetius.
Tutte le baliste e gli archi nemici vennero puntati sul Vassallo.
[Modificato da SolarKnight 11/05/2016 22:59]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
10/05/2016 12:04
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Furono lanciate frecce, dardi e pali appuntiti. Avanzando veloce verso il nemico, Gianlù udiva sempre più intensamente lo sfrecciare dei massi nel cielo che puntavano la fortificazione di Lugonoreum. Il Vassallo saettò da una parte all’altra del terreno, compiendo grossi zig zag, che disorientarono il nemico e lo aiutarono a rimanere illeso. Attraversò i resti della palizzata e si imbatté nel fossato. Lo saltò e si ritrovò faccia a faccia con migliaia di soldati terribilmente armati. Intanto le frecce incendiarie dei difensori di Lugonoreum non cessavano di arrivare addosso ai trabucchi, con la speranza di danneggiarli. Galvanizzati dalle gesta eroiche del comandante dei “mercenari”, gli arcieri lavoravano a pieno regime, riuscendo a mitigare la paura di finire spiaccicati da qualche enorme masso o trapassati dai dardi delle baliste. Nel frattempo Kreit, Thor e un manipolo di uomini si precipitarono a soccorrere i feriti.
I soldati nemici in un baleno gli furono addosso, Gianlù si batteva con il furore di un leone. Menava colpi con la spada Sin Fein e ne parava altri, innumerevoli, con la Spada Julia, avanzando e sbalzando i soldati nemici. Prima a decine, poi a centinaia, i soldati di Rufus si lanciavano in attacco. Ser Gianlù ne sbaragliò parecchi e ne ferì altrettanto con le sue spade. Il Vassallo avanzava ostinato verso il primo trabucco, uno dei due centrali.
<<MA COME E’ POSSIBILE!? COME PUO’ UN MISERO UOMO SBARAGLIARE I MIEI SOLDATI>> sbraitò il principe.
<<QUALCUNO FERMI QUELL’UOMO! SER GALVANO ACCORRETE PRESTO>> chiese a squarcia voce il Gen. Aetius.
<<UOMINI, CARICA>> ordinò il comandante dei DireniaKnight.
Tra l’incrociarsi dei colpi nello sballottio generale, ser Gianlù riuscì ad arrivare vicino al primo trabucco, venne aggredito dai genieri e dai macchinisti, ma il Vassallo li sistemò con pochi colpi. Poi sferrò un tremendo fendente che spezzò il fulcro. La macchina d’assedio si accasciò su se stessa, alzando un gran polverone. Gianlù approfittò della gran nuvola di polvere e si rese irriconoscibile, prendendo mantello ed elmo di un ufficiale da poco tramortito col manico della Spada Sin Fein.
Diradato il polverone, i soldati di Rufus scoprirono ben presto di aver perso di vista il nemico, il quale si aggirava tra gli schieramenti in cerca del prossimo obiettivo.
<<Dove è finito?>> si domandò il Gen. Aetius.
<<Cercate quel maledetto>> ordinò furente il principe Rufus.
Ser Galvano e i suoi DireniaKnight non ebbero nemmeno il tempo di individuare il misterioso avversario, che delle urla a sud degli schieramenti anticiparono un altro disastro.
Una delle torri venne colpita ad una trave portante, questa cadde per il lungo coinvolgendo il trabucco sul lato destro. Fu un schianto spaventoso che portò alla distruzione di più macchine d’assedio in un sol colpo, oltre a mettere fuori gioco innumerevoli soldati. Ser Gianlù venne riconosciuto.
<<RALLENTATELO>> urlò ser Galvano.
Il Vassallo iniziò a correre verso un altro trabucco, passando attraverso gli alabardieri, che protendevano le armi fremendo e digrignando i denti, in un crescendo di sconfitte ripetute.
I DireniaKnight, mollarono i cavalli alle altre unità e accorsero a piedi sguainando le loro spade di ordinanza. Ser Gianlù in un batter d’occhio si trovò circondato dai temutissimi cavalieri. Il cerchio dei DireniaKnight e di altri soldati volenterosi si stringeva inesorabile. A poco a poco la massa ondeggiante degli uomini dell’Aquila Trionfante, nella quale il numero delle unità cresceva sempre di più grazie all’arrivo di nuovi rinforzi, si addossò sul Vassallo.
Ser Gianlù era in serie difficoltà non aveva a che fare con avversari stupidi, ma con rivali intelligenti e ben coordinati. Il Vassallo incrociò le spade e parò un fendente frontale, rapido calciò all’addome dell’avventore, per poi rispondere all’attacco di un altro con una gomitata. Si abbassò e falciò con un calcio tre DireniaKnight. Sopraggiunse ser Galvano e la situazione in poco tempo divenne insostenibile. Il comandante dei DireniaKnight attaccò l’impavido e solitario avversario, venne sconfitto in tre mosse, e capendo di non poterlo sopraffare da solo, coordinò i suoi uomini in attacco. Ser Gianlù si trovò a fronteggiare più attacchi contemporanei.
L’attacco del Vassallo, intanto, consentì agli arcieri del fortino di poter colpire molti soldati che distratti avevano rotto le righe ed erano finiti nel raggio d’azione degli archi.
Non potendo nulla contro simile avversario, tra le unità di Rufus si alzarono alcune voci nel campo, che iniziarono a lamentare la presenza di un probabile Vassallo di Blue Dragon.
<<È un maledetto Vassallo non può essere altrimenti, dite agli arcieri di darsi da fare, che prendano i dardi avvelenati. Muovetevi! Dannato Lumix, vi siete scelto bene l’alleato>> disse furente il principe Rufus, nascosto dietro alcune file di cavalieri ordinari.
Il Gen. Aetius diede ordine agli arcieri di colpire il Vassallo a tutti i costi, anche se di mezzo passavano i propri uomini. Un ufficiale con l’arco si rifiutò di eseguire l’ordine e il generale lo punì sul posto trapassandolo con la propria spada.
<<Imbecilli! Attaccate! Abbiamo l’antidoto>> disse il generale Aetius.
<<Ma non è sufficiente signor generale>> rispose un altro ufficiale.
<<Volete discutere i miei ordini?!>> disse rabbioso il generale.
<<No, signor generale>> disse rassegnato l’ufficiale.
Ser Gianlù si difendeva accanitamente con un’energia inesauribile dovendo attraversare la marea di uomini e allo stesso tempo parare, deviare e rispondere ai colpi nemici. Perse l’equilibrio nello schivare un’alabarda e una spada piombatigli addosso simultaneamente. Si rotolò a terra falciando col piatto della spada soldati e cavalieri. Poi si rimise in piedi. Era a pochi passi dal terzo trabucco e tentò di raggiungerlo con un balzo, ma venne colpito da una freccia al di sotto del pettorale, all’altezza dell’addome sul lato destro.
Ser Gianlù non si perse d’animo ed evocò alcuni globi di energia con i quali colpì i soldati che lo dividevano dalla macchina d’assedio. Il Vassallo distrusse con un solo colpo il terzo trabucco, ma camminando cominciò a inciampicare. Sentì di perdere le forze, la vista iniziò a calare e i colpi nemici, soprattutto dei DireniaKnight, sembravano essere vibrati con maggior forza. Arrivarono altre frecce, ser Gianlù capì che lo volevano avvelenare, ma soprattutto capì che il veleno era molto potente.
Si fermò a metà strada tra il trabucco distrutto e l’altro operativo. Alcuni DireniaKnight iniziarono a mettere a segno i loro colpi. Sul corpo del Vassallo comparvero le prime ferite da taglio.
Eruner corse a perdifiato, conscio che l’amico si stava sacrificando per salvare la vita di tutte le persone del fortino. Sotto lo sguardo meravigliato dei compagni e di tutti gli altri presenti, l’elfo passo tra le file nemiche puntando direttamente il trabucco.
Per via dell’aria secca e povera di umidità, Eruner non poté avvalersi dell’Idromanzia e della Brinomanzia, ma a buttar giù l’ultima macchina d’assedio pesante, Eruner vi saltò sopra e sguainando la spada Sin Fein sferrò la potente magia Croce dell’Oblio. Il colpo fu tale da distruggere il trabucco e far cadere a terra genieri, macchinisti e altri soldati.
<<GRRRR AMMAZZATE QUEL ELFO!>> sbraito il principe Rufus.
Gli arcieri rivolsero le loro frecce a Eruner. L’elfo aveva attirato su di se gran parte dell’attenzione e senza perdere tempo si tolse rapidamente dalla traiettoria dei nemici. Intanto Gianlù non poteva credere che un Sin Fein del suo calibro fosse tanto sensibile al veleno delle frecce. Il Vassallo sbaragliò molti nemici fino a portarsi nei pressi del fossato. Vi si gettò dentro e arrancando fino allo sfinimento si portò sul bordo opposto, sotto la protezione degli arcieri del fortino. Ser Galvano lo seguì e anch’egli si porto sull’altro lato saltando il fossato. Insieme al comandante avanzarono anche sette DireniaKnight. A quel punto Gianlù decise di reagire, si voltò e sferrò un tremendo calcio a uno dei suoi assalitori, facendolo finire addosso a un altro DireniaKnight e finire nel fossato.
Poi il Vassallo ingaggiò un breve duello con ser Galvano. I due si equivalevano, il primo perché indebolito dal potente veleno dei dardi, il secondo perché poteva contare sulla propria piena salute.
Stavano per intervenire gli altri DireniaKnight, ma il loro comandante gli diede l’ordine di farsi da parte, ora che il duello era alla pari.
Dal fortino scesero in battaglia Black Drake, Arkan, DragonKnight, Kreit e i tre maestri cavaliere del fortino, con l’obiettivo di respingere gli altri cinque DireniaKnight e aiutare ser Gianlù nella ritirata, prima che ne giungessero altri. Però la forza dei cinque nemici era ben superiore ai sei soccorritori, e in poco tempo si trovarono in difficoltà. Fu allora che giunse il Balor Argenteo, che si piazzo tra i nemici e i compagni. Nonostante fosse indebolito dalle vecchie ferite ancora da rimarginare, l’ibrido riuscì con alcuni colpi di magia a disorientare gli avversari, afferrare ser Gianlù e spiccare il volo nel fortino dopo un enorme balzo.
Black Drake, Arkan, DragonKnight, Kreit e i tre maestri cavaliere retrocedettero a suon di fendenti fino al portone, dove trenta balestrieri li soccorsero, mettendo i pochi nemici in fuga. Ser Galvano aveva quasi agguantato Kreit, ma venne attaccato dalle unità da tiro di Lugonoreum. Il comandante dei DireniaKnight dovette scappare per non finire colpito a morte da verrettoni e dalle frecce.
Eruner, lontano dai DireniaKnight e più veloce del resto dei soldati si svincolò dalla calca per salvarsi nel fortino, ma non prima di aver colpito con una sfera oscura il Gen. Aetius, facendolo cadere addosso al principe Rufus.
Fu una vittoria sudata e meritata. Ser Gianlù era riuscito, grazie anche all’aiuto inaspettato di Eruner e dei compagni, a distruggere tutte le macchine d’assedio pesanti del principe Rufus; ma a seguito delle ferite provocate dalle armi avvelenate, il Vassallo era rimasto indebolito oltremodo.
Nello stesso momento, invece, l’esercito dell’Aquila Trionfante era pieno di feriti e del tutto demoralizzato alla notizia di dover combattere contro un potente Vassallo. Oramai ser Gianlù fu riconosciuto per quello che era. Il Gen. Aetius tentò di riprendere la situazione sotto controllo, sapeva che ora il Vassallo era fuori combattimento col veleno destinato al Balor Argenteo. Lo scaltro generale ora avrebbe tentato il tutto per tutto pur di conquistare Lugonoreum.
[Modificato da SolarKnight 11/05/2016 23:00]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
11/05/2016 16:44
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Frammenti di storia: Le prove degne di un re –Prima parte-

La notizia dell’abdicazione di Re Rhupert passò di casa in casa, di villaggio in villaggio, di porto in porto, fino a giungere negli angoli più remoti dei tre continenti. Per settimane a Direnia vacue voci di palazzo non fecero che alimentare le infinite chiacchiere di paese, imperniate in gran parte sul discorso poco felice di chi fra i principi minori fosse il degno sostituto del mite e saggio Re Rhupert.
Il re dimissionario aveva deciso che il trono di Direnia non sarebbe stato ereditato alla vecchia maniera, ma secondo gli antichi rituali di iniziazione. Essi consistevano in una serie di prove cui gli aventi diritto al trono, gli altri principi, sarebbero stati presto sottoposti. Le voci furono sempre presenti, fino al giorno delle prove nell’arena della capitale, mentre esse si incrociavano, dapprima sommesse, poi sempre più vive e rimbombanti, i quattro principi erano nei corridoi dell’arena a prepararsi per l’evento. Dovevano dar prova di grande coraggio, di grande abilità fisiche e di comando sotto gli occhi di tutta Direnia.
Essi erano accompagnati dai loro più fidati servitori.
Nei corridoi entrò il capo della guardia reale e il ciambellano di corte, entrambi erano muniti di penna e pergamena. Al loro arrivo i presenti si voltarono, terminando qualsiasi attività ricreativa.
<<Signori, seguiteci. Uno ad uno entrerete nella stanza sulla destra>> disse il dignitario di corte.
I due una volta entrati presero posto a uno dei tavoli abitualmente riservati a domatori, giocolieri e gladiatori.
<<Per una questione di rispetto e ordine di anzianità, il primo ad entrare è sua maestà il principe Rufus>> dichiarò la guardia reale.
<<Tsk. Se mio fratello avesse avuto lo stesso rispetto a quest’ora sarei il re di Direnia>> lamentò il principe entrando sempre con i suoi modi poco garbati.
<<Prima di iniziare con sua maestà, vorrei che ascoltaste anche voi che siete rimasti fuori>> aggiunse il ciambellano.
Tutti quelli rimasti fuori si accostarono all’uscio della stanza, la quale porta era rimasta appositamente aperta. Tra essi vi erano, oltre ai restanti principi, anche gli alti ufficiali Aetius e Stargard, i cavalieri ser Romualdo e ser Tobias accompagnati da alcuni soldati di Surad; poi vi erano un alto ufficiale lanciere, un maestro cavaliere e una alabardiera;a seguire un gladiatore, un piccolo gruppetto di soldati semplici e delle ancelle; e infine un maestro cavaliere e una guardia reale, ma con i simboli della regina.
<<Sfogliando i gli antichi manoscritti, il principe Rhupert ha deciso a quali prove sarete chiamati ad affrontare negli Antichi Cimenti Direni. Esse sono in tutto nove, tre per il coraggio, tre per l’abilità personali e tre per le doti di comando. Inoltre in tutte le prove potete avvalervi di massimo tre collaboratori. Sappiate che meno aiuti avete, soprattutto nelle prime sei, più verrete considerati buoni candidati al trono agli occhi di sua maestà Re Rhupert;che la saggezza non gli manchi mai>> spiegò il ciambellano, iniziando a stendere la pergamena sul tavolo.
<<Per questo mi avvarrò solo di due collaboratori!>> esclamò il principe Rufus.
<<Prego mio signore, ditemi chi volete al vostro fianco>> chiese gentilmente il ciambellano.
<<Allora con me vengono il capitano Aetius e il comandante Stargard>> diede risposta il principe.
Il ciambellano iniziò a scrivere, mentre il capo della guardia reale fece la sua domanda: <<Volete lasciare qualche vostro oggetto in custodia? La domanda è rivolta anche ai collaboratori>>
<<No, io non ho niente da lasciare>> disse brusco Rufus.
<<Ehm nemmeno noi>> dissero i collaboratori del principe.
<<Bene, allora lasciamo accomodare dentro sua grazia, la principessa Lucrezia>> esortò il ciambellano.
Il principe Rufus si alzò con tutta la comodità del mondo, facendosi apposta attendere dagli altri.
La principessa prese ad entrare, passando di fianco al principe.
<<Umpf ah ah. Credevo che vi limitaste solo a guardare noi uomini a gareggiare, una donna non ha speranza in questo genere di cose>> disse denigratorio il principe Rufus rivolto alla sorellastra.
<<Oh e pensare che io invece credevo che i vecchietti si limitassero a dondolarsi nei loro scranni, visto che non possono competere con i più giovani, ovvio. Per lo meno Re Rhupert ha fatto la cosa giusta>> ribatté la principessa sventagliandosi.
<<Lo vedremo piccola arpia, lo vedremo>> rinviò il principe burbero.
Uscendo ci fu un breve momento in cui gli sguardi del principe Rufus e del principe Julius si incrociarono minacciosi, caricando l’aria di una forte tensione psicologica.
<<Mio fedele ciambellano, io mi avvalgo di Manlius, il mio gladiatore personale, e di due guardie. Re Rhupert terrà conto che non posso sporcare il mio bel vestito da campionessa>> disse la principessa.
Finito di registrare ciò che doveva essere registrato, la principessa uscì fuori e segui il principe Julius.
<<Dite sua altezza>> chiese il ciambellano.
<<Non voglio nessun collaboratore>> rispose il principe Julius.
Il ciambellano si interruppe nello scrivere.
<<Che spaccone, voglio proprio vedere che cosa è capace di fare>> obiettò il principe Rufus, mentre la principessa ghignava e il resto rimaneva senza parole.
<<Maestà, un collaboratore è quasi d’obbligo, per le ultime tre prove. Voi potete avvalervi o non avvalervi nelle prime sei prove>> ribadì il dignitario di corte.
<<Se è così mi basta ser Probus per le ultime tre>> si corresse il principe Julius.
Al turno successivo, il giovanissimo principe Lumix scelse di essere aiutato da ser Tancredi e fece depositare alcuni capi d’indumento.
Tutti vennero indirizzati alla fine del corridoio, il quale terminava con un grosso cancello a sollevamento.
Le urla della folla in visibilio per il grande e raro avvenimento si fecero più consistenti, al punto da impedire un qualsiasi dialogo tra i partecipanti.
Dopo essere trascorso un po’ di tempo, la griglia d’acciaio venne sollevata e i partecipanti con tutto il loro seguito poterono entrare. Le antiche prove direne poterono avere inizio.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
11/05/2016 23:00
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Un impressionante esercito di cavalieri armati di tutto punto era lanciato a galoppo spedito per le terre nord di Surad. Superavano le seicento unità. Al loro passaggio la terra tremava e ogni cosa che vi fosse sopra, erba, pietre e piccoli animali veniva polverizzato con una violenza inaudita di migliaia di zoccoli armati di ferro appena forgiato. La cavalleria della Nuova Aquila d’Oro si era separata dal resto dell’esercito, andando via terra, mentre il resto continuò il suo viaggio per Direnia via mare dal golfo di Surad.
La data prevista per il ricompattamento dell’Aquila d’Oro a Direnia era il ventinove dicembre, e una volta avvenuto, la conquista di Direnia del principe Julius sarebbe stata irreversibile. Nel frattempo la cavalleria con alla testa il principe Julius e la nuova Direnia Royal Force faceva tappa diretta al fortificazione maggiore di Surad. Il piano del principe prevedeva l’imprigionamento del comandante Stargard, così da bloccare tutti gli eserciti del prepotente principe Rufus, che ammontava a un numero di ben diecimila unità oltre a quelli stanziati a Lugonoreum.
La pianura immensa di Surad facilitò di molto l’avanzata del principe Julius e della sua Aquila d’Oro. I comandante dei fortini periferici non avrebbero fatto in tempo a mandare rifornimenti e aiuti al castello di Stargard. A meno di una lega di distanza dal suo obiettivo la sete di potere di Julius venne alimentata notevolmente.
Un agitatissimo soldato apri bruscamente una porta di buona lavorazione. Entrò in una stanza ben arredata, piena di stemmi, blasoni e trofei di ogni genere. Su un lato vi era un camino in fase di accensione e un’ancella ad alimentarlo. L’apertura della porta generò una ventata d’aria che spalancò le finestre di vetro colorato. Il vento entrato vanificò il lavoro dell’ancella, che si trovò anche avvinghiata da alcuni teli volati dal muro.
<<Comandante! Comandante! Ci stanno attaccando!>> disse sconvolto il soldato.
Il comandante Stargard sbandò e si alzò arrabbiato, iniziando a imprecare più di uno scaricatore di porto.
<<Ma che maniere sono queste, vi farò impiccare!>> minaccio Stargard.
<<Signore la situazione è critica ci stanno attaccando!>> ripeté il soldato.
<<Chi ci sta attaccando?>> domandò il comandante Stargard togliendosi la mascherina copri occhi.
<<Il principe Julius con un enorme numero di cavalieri!>> rispose il soldato.
<<Ma come hanno fatto ad entrare? Dannato principe>> si domandò il comandante.
<<Hanno dapprima distrutto le catene del ponte levatoio… non so come, poi il principe e alcuni dei suoi hanno abbattuto il cancello… stanno entrando signore comandante>> spiegò il soldato.
Il comandante Stargard si alzò barcollando dal suo letto e si precipitò alla finestra per vedere cosa stava succedendo. Vide lo spiazzo, vi erano tanti cavalieri intenti a massacrare i suoi uomini e vide indistintamente tra di essi il principe Julius entrare con una decina di uomini armati nel suo palazzo.
<<Avvisate gli altri dalle postazioni periferiche, che ci vengano a dare supporto>> ordinò il comandante.
<<Comandante, ho già mandato dei messaggeri fuori dalla roccaforte, ma sono stati tutti intercettati!>> dichiarò il soldato.
<<Razza di incompetenti, ma come ca…>> iniziò a inveire il comandante, quando venne interrotto da un forte rumore.
Una grossa viverna atterrò sulla sommità della seconda torre di guardia, per poi frustare con la propria coda gli arcieri che vi erano di guardia. La grossa creatura era cavalcata da un cavaliere munito di grossa lancia da cavalleria e anch’egli non si risparmiò dalla battaglia, colpendo altri soldati accorsi.
<<Una viverna!>> sgolò il soldato impaurito.
Seguì un’altra imprecazione del comandante Stargard.
<<SERRA LA PORTA PRESTO!>> ordinò sconvolto il comandante.
Il giovane soldato chiuse la porta e la serrò con una trave, poi indietreggio vicino al comandante, mentre l’ancella spaventata a morte si rannicchiò in un angolo.
Purtroppo per il comandante la porta venne buttata giù con una facilità estrema. Entrò il principe Julius e da dietro il suo mantello sventagliato dal vento seguirono, Lady Genziana, Probus, Lord Hammer, il nano Nehol, lo stregone Vidovi e Lady Virya.
<<Come osate attaccare un presidio militare del principe Rufus?!>> rimproverò il comandante.
<<Hw come osa lui attaccare a tradimento quel pivello di Lumix>> rispose per le rime il principe Julius.
<<Grr che cosa attendete! Proteggete il vostro comandante!>> esclamò il comandante spintonando il suo soldato verso i nemici.
Il soldato si trovò con la spada tremolante davanti al principe Julius, avrebbe gettato l’arma e arresosi, se non fosse stato per l’intervento di Vidovi. Lo stregone trapasso il povero soldato con la punta del bastone. L’uomo lanciò un urlo di dolore e cadde a terra. Fu allora che ser Probus fu arso dalla rabbia e prese per il collo lo stregone, sollevandolo mezzo metro da terra e bloccandolo alla parete.
<<Argh cosa fate? Siete impazzito!>> disse digrignando i denti lo stregone.
<<Non dovevate farlo! Si sarebbe arreso. Era un povero figlio di Direnia!>> disse incollerito ser Probus.
<<Gnn forse era un gnn figlio di…>> stava per dire Vidovi.
Il Gran Maestro Cavaliere non gli diede tempo di far terminare la frase, che lo strattono violentemente al muro. Lo strano elfo più che dolorante sembro compiaciuto, ridacchiando come un folle.
<<Finitela voi due, prima che perda la pazienza>> intervenne il principe.
Ser Probus lasciò di scatto la presa, facendo finire col sedere per terra Vidovi.
<<Stupido cavaliere, la prossima volta io…>> iniziò a dire l’elfo.
<<La prossima volta voi cosa? Prima che vi azzardiate di nuovo a intervenire senza un mio preciso ordine, sarò io stesso ad appendervi al muro!>> disse duro il principe Julius.
Vidovi dovette zittirsi e sopprimere il suo disappunto, serrò i pugni quasi a ferirsi e si rialzò. Il principe Julius lo osservò come un leone osserva un’antilope, poi si voltò verso il comandante del castello.
Intanto Lord Hammer aveva già immobilizzato Stargard.
<<In quanto a voi razza di vigliacco siete mio prigioniero, ora firmerete e spedirete un messaggio a tutti gli altri ufficiali di Surad, in caso contrario vi farò tagliare pezzo per pezzo finché non vi piegherete a me>> disse perentorio il principe Julius.
<<Cosa dovrei scrivere?>> domandò rassegnato il comandante.
<<Scrivete che sono tutti convocati nel castello di Surad per una riunione straordinaria, trovate un valido motivo. Voglio che in meno di un giorno siano qua!>> ordinò il principe Julius.
<<Ho capito>> confermò il comandante Stargard.
<<Meglio per voi>> minacciò il principe.
Il comandante Stargard venne portato via da Lord Hammer e ser Probus. Stavano per uscire dalla stanza anche Vidovi e Lady Virya, quando il principe li fermo.
<<Voi due, dite ad Eponimus che faccia arruolare nella nostra cavalleria tutti i cavalieri di Surad… Vidovi che non si ripeta mai più il vostro gesto di disprezzo o sarò costretto a infliggervi la pena capitale all’istante>> disse come ultima raccomandazione il principe.
Vidovi abbassò la testa e uscì fuori con l’altra.
Il nano si avvicinò al principe, mantenendo per un polso l’ancella che era rimasta in stanza.
<<Maestà che ne facciamo di lei? E’ così carina, potrebbe assisterci dopo le battaglie>> proferì Nehol.
<<Lasciatela libera, che Direnia sappia della mia benevolenza>> ordinò il principe.
<<Ehm va bene maestà, come desiderato voi. Su siete libera figliola, nessuno vi farà del male potete ritornare a casa>> disse il nano liberando dalla sua presa la giovane fanciulla.
L’ancella uscì piena di spavento dalla stanza, scavalcando quasi a incespicare il corpo del soldato riverso per terra privo di vita. Nehol venne congedato e il principe Julius si diresse alla finestra della stanza, affacciandosi sul grande spiazzale del castello. I suoi cavalieri avevano completamente sottomesso i soldati e le guardie del castello, alcuni si erano già messi a riparare frettolosamente i danni e spegnere i piccoli incendi.
Lady Genziana che fino a quel momento aveva taciuto si avvicinò al principe e si appoggiò amorevolmente alle sue spalle, chinando la testa come se fosse prona su un grande letto. L’altezza del principe poteva facilmente nascondere il corpo più contenuto della sua promessa sposa con tutto il suo equipaggiamento da alabardiera.
<<Avendo tolto ora uomini e risorse a Rufus, potremmo finalmente dominare su Direnia e potremmo finalmente avere più tempo per noi>> disse con tono più calmo il principe.
<<Lo sapete Julius, io voglio solo voi>> disse affettuosa Genziana.
<<Anch’io, ma farò di voi una grande regina, la migliore che Direnia abbia mai avuto in questi anni. Il giorno che ci sposeremo la vostra pura bellezza illuminerà tutti i miei sudditi e adombrerà gli altri regni, sarà il trionfo della mia dinastia e della vostra nobile casata>> concluse il principe Julius.
La dolce alabardiera si strinse con più forza alle spalle del suo principe, sentendosi coccolata dal rosso mantello dell’Aquila d’Oro degli Auron, un simbolo di potere che in meno di cent’anni trovò un nuovo signore della conquista.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
21/05/2016 16:21
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Erano passati dieci giorni dal primo attacco dell’esercito di Rufus con i trabucchi, il fortino di Lugonoreum era stato riparato alla meglio sotto gli incessanti attacchi degli arcieri nemici. Nel trascorrere di tanto tempo Gianlù dovette rimanere a riposo ed ebbe il tempo di riflettere sugli avvertimenti dei compagni. Non vi erano stati altri morti e feriti, ma la situazione era peggiorata con l’esaurirsi delle scorte di cibo ed acqua. Tante persone in un fortino erano difficili da gestire. La nuova strategia del Gen. Aetius mirava ad indebolire gli avversari tagliandogli i viveri e costringendoli a rimanere bloccati sotto assedio in un fortino relativamente piccolo.
Gianlù rifletté. Eruner e molti altri forse avevano ragione, non si poteva combattere il nemico solo difendendo e adottando strategie azzardate. Il principe Rufus non si sarebbe mai fatto catturare, il suo generale non l’avrebbe permesso. Probabilmente bisognava porre fine alla battaglia a tutti i costi. Il Vassallo infine trasse una conclusione, forse era meglio attendere il ritorno di ser Enricus e degli altri. Quasi sicuramente quest’ultimi avrebbero trovato loro il giusto stratagemma che li avrebbe condotti al successo della missione, mentre gli assedianti e gli assediati erano distratti a farsi battaglia, avrebbero approfittato del momento e avrebbero catturato il principe Rufus, ignaro di altri movimenti alle spalle e concentrato su un nemico interno al fortino.
Mentre la situazione esterna aveva trovato la sua fase di stallo, ser Gianlù e il comandante Metellius erano impegnati in una riunione con gli ufficiali nel palazzo.
<<Non si può andare avanti in questo modo>> disse amareggiato ser Tobias al grande tavolo.
<<Assolutamente, si deve trovare una soluzione>> aggiunse ser Romualdo.
<<Avete qualche piano ser Gianlù?>> domandò il comandante Metellius.
<<Ho ragionato molto e mi costa ammettere che come siamo messi, non potremmo mai e poi mai battere l’esercito di Rufus senza lasciare una pianura di morti>> rispose il Vassallo.
<<Ah! Dovremmo arrenderci?!>> disse ser Tancredi agitando le mani per poi portarsele al mento.
<<Se questo è il piano… si ci arrenderemo, la mia vita in cambio dei poveri paesani di Lugonoreum>> propose ser Romualdo.
<<No, no, non intendevo questo. Ser Romualdo le vostre parole vi fanno onore, ma anche arrendendoci non risolveremo nulla. Il principe Rufus ha intenzione di far giustiziare tutti i suoi ex soldati. Da quel che so è un numero considerevole di vite… per me anche una sola vita vale>> intervenne ser Gianlù.
<<Non sarebbe neanche giusto, un soldato preferirebbe morire in battaglia non in quel modo>> affermò ser Tobias con aria rattristata.
<<Allora cosa ci suggerite ser Gianlù?>> domandò il comandante del fortino.
<<Dovremmo attendere>> rispose ser Gianlà.
<<Cosa? La clemenza di Rufus?>> disse retorico con una vena di sarcasmo ser Tancredi.
<<Caro Tancredi, voi siete un cavaliere molto forte e pieno di virtù, ma siete troppo precipitoso. Attenderemo l’arrivo dei miei compagni da Bathav. A quest’ora saranno già in cammino, forse a due,tre giorni di marcia da Lugonoreum. Vi chiedo di attendere>> si spiegò meglio ser Gianlù poggiandosi allo schienale della sedia.
<<Due? Tre giorni? Non ce la faremo mai, ammesso che non siano molti di più. E cosa potrebbero fare i vostri amici?>> domandò scettico ser Tobias.
<<Giorni fa, io da solo ho contrastato un intero esercito e per rendermi inoffensivo mi hanno avvelenato con dei dardi apposita. Tra i compagni che stanno ritornando, c’è ser Enricus, uno dei Vassalli più forti delLo Regno! E con lui c’è anche un altro Vassallo, Ikarus. Con tre Vassalli potremmo facilmente sconfiggere l’esercito di Rufus. Io da solo, sarei troppo sotto mira, il loro numero alla lunga vincerebbe, a meno che non compia una strage, che voglio assolutamente evitare per moltissimi motivi. Magari potrebbe ritornare Lady Rowena, un'altra Vassalla. Dobbiamo aspettare, dobbiamo resistere, dobbiamo crederci! Non dobbiamo darla vinta a un nobile dispotico disprezzante delle vite umane>> disse il Vassallo per rendere comprensibile la sua decisione, all’apparenza priva di iniziativa.
<<Qualche altro giorno… in fin dei conti potremmo farcela>> ragionò ser Romualdo.
<<Alkor e gli altri se continuano con le missioni notturne di cerca di cibo e acqua… si lo credo anch’io>> ammise ser Tobias.
<<L’ultima parola spetta al principe, io non mi pronuncio, confido nelle vostre capacità. È pur vero che fino adesso siamo ancora tutti qua>> disse il comandante Metellius approvando il discorso del Vassallo.
<<Cosa ne pensate sua altezza?>> domandò ser Gianlù rivolto al principe seduto al centro del tavolo.
Il principe Lumix aveva ascoltato tutto il tempo, senza mai pronunciarsi. Rifletté un po’ prima di rispondere, poi disse: <<Ce la faremo, non c’è miglior garanzia degli uomini di Blue Dragon>>
<<Bene, allora ritorniamo ai nostri posti. Parola del giorno “resistere”>> concluse ser Gianlù.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
25/05/2016 16:12
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

L’esercito nemico, sempre in continuo movimento, dava l’impressione che fosse composto da esseri innaturali. Gli uomini di Rufus erano alle prese con uno strano carro lungo rinforzato, del quale era visibile solamente l’intelaiatura. Martellavano e tagliavano senza sosta lunghe travi di legno da una parte e assi e larghe tavole dall’altra. Una nuova diavoleria da guerra stava probabilmente nascendo nell’accampamento nemico. Vi erano disposte lunghe fila di arcieri e alabardieri in modo da avere una visuale di guardia pressoché totale dei punti cardinali.
Black Drake udì un battito d’ali passargli sulla testa: vide il falco bianco di Kreit andare al lato opposto della sua postazione, in direzione del bastione sud-ovest.
<<Spero che abbia qualche buona notizia!>> esclamò l’Aspirante Vassallo.
Intanto la riunione degli ufficiali nel palazzo era finita e, appena videro Gianlù, tutti i compagni gli andarono incontro, erano impazienti di sapere cosa era stato deciso. Il Vassallo spiegò brevemente come era andata la riunione. Mentre gli uomini del Sommo Blue Dragon erano intenti a dibattere sulla situazione direna, alle loro spalle udirono il rumore degli arcieri che accorrevano sugli spalti per prepararsi alla difesa e il cigolio delle tavole di legno che componevano i camminamenti più interni.
<<Cosa starà succedendo?>> si domandò Gianlù.
<<Andiamo a vedere>> disse DragonKnight.
Gianlù e gli altri si recarono sulle mura di cinta nord, dove si erano posizionati gli arcieri di Lumix.
<<Cosa vogliono fare da quest’altro lato?>> si domandò Arkan.
Tutti i reparti di arcieri nemici si collocarono sul primo campo di battaglia, a nord del fortino. Formarono quattro lunghe fila. Nella prima fila gli arcieri tesero l’arco in ginocchio, nella seconda gli arcieri puntavano l’arco in piedi, mentre nelle altre due fila avevano l’arco abbassato.
<<ATTENTI!>> gridò uno degli ufficiali di Lumix.
Il Gen. Aetius impartì alcuni comandi a un suo sottoposto e si allontanò.
<<METTETEVI AL RIPARO!>> gridò DragonKnight.
Un nugolo di dardi saettò in alto, descrisse un’ampia parabola e si abbatté dentro la cinta delle mura. Uno dei soldati era quasi entrato nelle caserme, quando una freccia gli inchiodò il piede a terra. Un altro era caduto, i compagni tentarono di tirarlo dentro, ma questi non riuscirono a trarlo in salvo per tempo, che lo trascinarono dentro con una serie di frecce piantate in corpo. Uno dei tanti dardi nemici trapassò l’occhio di un cavallo, facendo disarcionare il cavaliere, che fini col cadere sui compagni appiedati. Vi furono molti altri feriti, i più gravi erano proprio gli animali domestici, che non avevano protezioni fisiche idonee.
Gli arcieri di Lumix risposero ai dardi nemici con i propri.
DragonKnight si rivolse a Gianlù:<<Questo è un attacco senza senso, basta ripararsi. Che vogliono ottenere lanciando frecce a raffica?!>>
Anche la seconda fila di arcieri si abbassò e le file posteriori tesero l’arco. Una seconda salva di dardi grandinò sui tetti, sui bastioni, sui camminamenti delle mura e negli spazi interni.
<<Nessun generale sano di mente impiegherebbe i suoi arcieri per conquistare una fortificazione!>> esclamò ser Gianlù.
<<È un folle, ci vuole uccidere!>> disse nervoso Thor.
<<Non solo… ci vuole tenere occupati da questa parte, per poterci aggredire da un’altra!>> dichiarò il Vassallo.
Un rumore di assi di legno rimbombò nell’aria. Gli uomini del Sommo Blue Dragon si precipitarono al lato est delle mura del fortino.
Una grossa fetta di soldati nemici aveva dispiegato da una parte all’altra del fossato un largo ponte di legno.
Poi dal cuore dell’esercito venne sollevato un enorme tronco di legno terminante con una punta rivolta al fortino. Il grande tronco venne incamerato nel lungo carro completato pochi istanti fa. Era un ariete.
Gianlù chiamò dal suo lato una parte degli arcieri del fortino, mentre una pioggia di frecce nemiche si abbatteva senza sosta sulle loro teste.
<<Questo è il piano del Gen. Aetius! Vuole entrare. Non so che idea gli sia venuta per liquidare un Vassallo come me. Non vorrei scoprirlo. Abbattete ogni folle che tenti di attraversare il ponte>> affermò ser Gianlù.
I cavalieri di Rufus trainarono con i loro cavalli una grossa rampa di legno appena dietro all’ariete. Dei soldati liberarono la rampa dalle corde e con le stesse legarono l’ariete. I cavalieri spronarono i cavalli e tirarono con forza la macchina d’assedio sulla rampa. Altri soldati posero dei cunei di legno sotto le ruote dell’ariete e sciolsero i nodi che tenevano saldi le corde dall’ariete ai cavalieri.
<<Lo vogliono scagliare direttamente contro i cancelli!>> sostenne Thor.
<<Maledetto generale. Ne sa una più del diavolo!>> disse Eruner.
I cunei furono rimossi simultaneamente con una singola tirata di corda. L’ariete scese rapidamente dalla rampa, acquisendo sempre più velocità. Attraversò il ponte, che cigolò al suo passaggio.
Nessuna forza fu in grado di arrestare l’avanzata dell’ariete, che con incredibile potenza d’impatto urtò i cancelli del fortino, piegandoli e scardinandoli. La punta del tronco perforò il portone di legno.
Vi fu un urlo roboante di soldati. Gli uomini di Rufus presero a correre con lo scudo alzato come riparo dalle frecce avversarie, attraversarono il ponte e si trovarono in poco tempo all’entrata.
Gianlù incitò gli arcieri delle mura a dare il massimo, poi saltò giù nello spiazzale in direzione dell’entrata.
<<CORRETE AL PORTONE PRESTO! DOBBIAMO FERMARE IL NEMICO, NON FACCIAMOLI ENTRARE!>> gridò il Vassallo.
Eruner, Alkor, Kreit, Black Drake, DragonKnight e Thor si precipitarono all’entrata con una cinquantina di soldati. Altri soldati non poterono andare in aiuto, perché gli arcieri di Rufus non avevano ancora cessato di bersagliare il fortino e non avrebbero smesso, fino quando i propri soldati sarebbero riusciti a entrare.
Esternamente gli uomini di Rufus iniziarono ad oscillare il tronco dell’ariete e farlo urtare ripetutamente con forza nel portone danneggiato. Mentre Gianlù e gli altri spingevano con tutte le proprie forze il portone, ser Tancredi fece portare dai suoi uomini ogni sorta di oggetto ingombrante e pesante, che fosse in grado di ostruire l’entrata. Ser Romualdo si recò con i suoi uomini sulle mura ovest con ceste piene di sassi e oggetti atti ad offendere i nemici sottostanti, che all’entrata muovevano l’ariete.
Feriti e costantemente bersagliati di frecce e quant’altro, i due schieramenti continuavano incrollabili a combattere. Il numero dei feriti aumentò gravemente e iniziarono a comparire sui campi di battaglia i primi morti.
<<Forza Solar acciacchiamoli>> disse uno degli esploratori passando un nuovo cesto pieno di sassi al compagno d’armi.
<<Mi sto dando da fare ser Marcello!>> controbatté l’altro.
Il giovane cavaliere rovesciò il contenuto del cesto giù dalle mura sui soldati nemici accaniti a sfondare il portone.
<<Forza, forza uomini, rendiamogli l’impresa impossibile>> disse ser Romualdo ai suoi uomini.
Dal cielo si abbatté un'altra pioggia di frecce. Gli uomini delle mura furono avvisati a tempo dalle proprie vedette. Non tutti però furono rapidi.
<<Solar attento!>> gridò il compagno esploratore buttandosi con lo scudo addosso all’amico.
Il cavaliere riuscì a salvare la propria vita e quella dell’amico. I due esploratori ripresero a lanciare cose dalle mura.
La battaglia divenne sempre più accanita. L’infittirsi delle due schiere aveva generato un trambusto di suoni metallici e urla. Risuonò un tuono legnoso, poi un altro e un altro ancora, fin quando il portone deflagrò per la troppa tensione in mille pezzi nel vasto spiazzale del fortino, investendone i soldati all’interno.
Di botto la pavimentazione sotto ai piedi degli uomini delle mura ovest tremò paurosamente, si allungarono a terra numerose e minacciose crepe. Il portone non era mai stato aperto dall’attacco dei trabucchi.
<<Dannazione l’ingresso è aperto!>> urlo Black Drake.
Insieme ai prima cinquanta soldati nemici, iniziarono ad entrare i centocinquanta cavalieri di Rufus. Alle urla dei compagni vittoriosi pronti ad entrare, gli arcieri di Rufus cessarono di scoccare altre frecce. In un attimo si creò uno scenario disastroso. Il nemico entrò nel fortino come un fiume in piena che straripava gli argini. Nel gorgo della mischia i combattenti cercavano i propri singoli avversari. La battaglia andava via via frantumandosi in centinaia di duelli all’ultimo sangue, dove quasi subito si avevano vincitori e vinti.
Intanto gli uomini di Rufu continuavano ad entrare. Alcuni caddero trafitti ma molti altri evitarono prodigiosamente i colpi e la morte, e continuavano ad avanzare mulinando spade ed alabarde con impressionante vigore. Sembravano infervorati da una furia implacabile.
Gianlù tentò di sbarrare l’entrata ai nemici, sembrava egli stesso un cancello, ma la ampiezza dell’entrata favoriva l’infiltrarsi dei nemici. La situazione stava peggiorando miseramente. Erano entrati con altri soldati più di un terzo dei DireniaKnight, compreso il comandante Galvano.
Alkor e Rhetar si piazzarono all’entrata del palazzo di Lumix e con grande successo riuscirono a sbarrare la strada alla maggior parte dei nemici, ma quando si presentarono nemici di ben altro stampo dovettero unirsi nel Balor Argenteo. Fra gli Aspiranti Vassallo, gli unici che riuscivano a sostenere il ritmo del Vassallo e del Balor erano Eruner, Kreit e BlackDrake. Persino il valoroso DragonKnight e l’audace Arkan dovettero farsi coprire le spalle dai cavalieri di Lumix. Thor invece diede man forte ai soccorritori.
Altri soldati dell’Aquila Trionfante arrivarono da ogni parte e il comandante Metellius comprese che non c’erano alternative che garantissero la sopravvivenza del principe Lumix.
Contemporaneamente, da sopra le mura gli esploratori e alcuni arcieri continuavano a lanciare frecce e pietre sulle teste dei propri nemici.
<<Questi non si fermano nemmeno se gli mozzi le gambe!>> affermò ser Romualdo.
<<Sono troppi maestro. E quel che è peggio è che stiamo finendo le risorse>> disse uno degli esploratori.
L’esploratore chiamato Solar Knight era intento ad osservare i danni delle mura sovrastanti l’entrata. Erano davvero impressionanti, quasi in equilibri precario.
<<Cosa state facendo Solar? Dateci una mano>> lamentò un arciere.
<<Dateci una mano, o alla prossima vi faccio infilzare dalle frecce!>> dichiarò un cavaliere del reparto degli esploratori.
<<Forse ho trovato una soluzione al nostro problema!>> dichiarò il giovane cavaliere.
<<Una soluzione?!>> ripeté un altro esploratore.
<<Si. Se ci fate caso i danni causati dai trabucchi non hanno lasciato illeso questa parte delle mura>> iniziò a spiegare Solar Knight.
Per un momento i compagni guardarono il giovane cavaliere come un pazzo preda dei suoi deliri.
<<Se l’arcata muraria riceve un altro colpo, potrebbero crollare e addio entrata pervia>> finì di spiegare il ragazzo.
<<Dove lo prendiamo un masso grande, come quello dei trabucchi?>> domandò scettico uno dei compagni.
<<Mmmm… dobbiamo saltare! Tutti insieme!>> pensò rapidamente il giovane Solar Knight.
<<Che cosa?!>> enfatizzò un altro dei compagni.
<<Ho capito! Siete un genio Solar!>> sostenne ser Romualdo.
Mentre infuriava la battaglia nel cortile. Ser Romualdo e i suoi uomini si ammassarono in corrispondenza del centro dell’arcata muraria. Una decina di giorni fa, uno dei massi lanciati dai trabucchi urtò la parte superiore dei cancelli e del portone del fortino, provocando un danno non immediatamente visibile. La grossa porzione di muro non crollò nei giorni a seguire, perché cancello e portone furono abbastanza robusti da scaricarne il peso a terra. Dopo l’abbattimento delle due chiusure, il muro era iniziato a cedere, ma sarebbe durato abbastanza da far entrare quasi tutti gli uomini di Rufus. Ora i cavalieri esploratori e parte degli arcieri stavano per farlo crollare, per porre fine all’incursione. Saltarono all’unisono la prima volta e il muro fece un tremendo rumore sinistro. Alla seconda volta iniziò a cedere.
<<TOGLIETEVI DI SOTTO SE CI TENETE ALLA PELLE! IL MURO STA CROLLANDO!>> urlò ser Romualdo. Alle parole del maestro cavaliere si unirono quelle dei suoi uomini.
Alcuni soldati sia nemici sia alleati udirono l’avvertimento, ma alla caduta dei primi mattoni di pietra, l’entrata fu sgomberata e molti uomini si salvarono dal crollo dell’arcata muraria. L’entrata venne completamente ostruita.
All’azione eroica degli uomini di ser Romualdo, Gianlù incitò tutto il fortino a sconfiggere i nemici rimasti dentro. La battaglia durò una decina di interminabili minuti. Vennero fatti prigionieri un centinaio di soldati semplici, una trentina di cavalieri ordinari e quindici DireniaKnight più il loro comandante.
I feriti vennero portati dentro le caserme e i morti raccolti sotto le mura sud, pronti ad essere sistemati nelle bare.
<<È stato un massacro…>> disse amareggiato ser Gianlù.
<<Avete fatto il possibile. Con una strategia diversa sarebbe andata peggio>> disse Eruner poggiando una mano sulla spalla dell’amico.
Il Vassallo si sentiva responsabile di ogni avvenimento, avrebbe voluto adottare strategie migliori, ma era impossibile evitare spargimenti di sangue in un conflitto voluto. Sentiva di essere venuto meno alle raccomandazioni del Vassallo Madhead.
<<Guardiamo anche quel minimo risultato raggiunto. Il nostro impegno ha spronato gli uomini di Lumix a fare qualcosa di concreto. È stata loro l’idea di far crollare l’entrata!>> disse l’elfo.
<<Già, essere uomini di Blue Dragon vuol dire anche questo… Spero che gli altri tornino presto. Ora più che mai serve il loro aiuto>> affermò il Vassallo.







Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
28/05/2016 13:38
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Passò un altro giorno a Lugonoreum, vi furono brevi schermaglie tra arcieri. Un discreto numero di soldati di Rufus tentò di scavalcare invano le macerie che ostruivano l’entrata. Vi furono pochi feriti, tra i quali il giovane Thor, colpito da un sasso vagante. Alcuni prigionieri avevano tentato la fuga. In breve, passò una giornata stressante e la stanchezza fisica alimentò ulteriormente lo sconforto che aleggiava nel fortino.
Si era fatta notte, molte fiaccole vennero accese sulle mura perimetrali e la guardia dell’entrata crollata fu triplicata più del normale. Quando in prossimità del bastione sud-est quattro figure incappucciate si fecero scorgere intenzionalmente da una delle guardie delle mura. Uno di questi avvisò all’uomo in armi di non urlare e dare l’allarme, ma di avvisare i capi del fortino, perché erano tornati “gli uomini della spedizione di Bathav”. Questi che parlò prese anche una gomitata da un altro incappucciato e dovette correggersi, dicendo che vi era anche “la donna della spedizione di Bathav”. Le raccomandazioni furono vane, la guardia diede lo stesso l’allarme, creando nel fortino un putiferio. Arrivato sul luogo, Gianlù riconobbe i suoi compagni nelle quattro figure incappucciate e gli lanciò una corda. Erano Enricus, Ikarus, Mariuccia e Otrebmu, furono issati sulle mura. I nemici per fortuna non si accorsero di nulla, erano anche loro molto provati dall’assedio.
Venne tenuta una riunione straordinaria nel palazzo di Lumix, tra gli ufficiali del fortino, i Vassalli e gli Aspiranti Vassallo.
<<Come mai avete impiegato tutto questo tempo?>> domandò Gianlù visibilmente teso.
<<Purtroppo abbiamo dovuto aggirare parecchi ostacoli e il percorso si è allungato più del necessario. Poi se contiamo la presenza di creature mostruose e l’improvvisa apparizione di principi con tanto di eserciti, risulta un ritardo del tutto naturale>> rispose Enricus comodamente seduto al tavolo.
<<Principi?eserciti? Cosa sta accadendo nelle terre a nord?>> interrogò Gianlù.
<<A parte il piccolo e quasi piacevole incontro con la principessa Lucrezia, purtroppo è apparso il principe Julius con un numero spropositato di uomini e aiutanti di ogni sorta>> rispose il bardo.
<<Amico mio, temo che sia lui il pericoloso erede degli Auron cui ser Madhead e il maestro Logum si riferivano. Julius ha già conquistato Surad. Rufus non lo sa, forse lo saprà stasera, visto che abbiamo intravisto un suo messaggero>> spiegò Ikarus seduto al lato opposto del tavolo con le braccia conserte.
<<Perbacco, quindi Rufus è solo un povero folle!>> esclamò Black Drake in piedi vicino alla finestra.
<<Non capisco, cosa dobbiamo temere dal principe Julius?>> domandò il comandante Metellius.
<<Che diventi il nuovo re di Direnia. Vi assicuro che un tipo del genere non si fermerà, vorrà sempre di più. Più di quanto voglia lo stesso Rufus>> rispose il priore.
<<Mio fratello Julius… Mi ha sempre visto come una minaccia, nonostante io, come il defunto fratellone Rhupert, non ci tengo al trono>> disse Lumix seduto al centro del tavolo, ma con un carattere timido che lo rendeva poco visibile.
Il giovane principe abbassò lo sguardo, un ombra di delusione gli passò sul suo volto. Probabilmente qualche ricordo di Re Rhuper lo rattristiva. Si sentiva umiliato, sapendo che non aveva abbastanza forza ed esperienza per poter aiutare gli altri a risolvere la sua particolare situazione familiare.
<<Non so voi, ma credo che temeva già un nostro intervento, e, come è stato, il nostro supporto al fratello minore più incline alla pace. In altre parole teme l’intervento di noi Vassalli, così come Auron IV temette la Fenice Blu>> intervenne Otrebmu, poggiato sullo schienale della sedia dove era seduta Mariuccia.
<<Come facciamo con Rufus? Come potremmo avvisare in tempo gli uomini della Regina e proteggere Direnia?>> domandò ser Tancredi.
<<Come vi ho detto anche il principe Rufus saprà di ciò che sta accadendo. Sono pienamente sicuro, che appena saprà della conquista di Surad, cesserà di assediarci per intervenire a Direnia. È l’unica possibilità per lui di poter evitare di trovarsi tagliato fuori dalle proprie terre, con un esercito stanco per l’assedio e la mancanza di rifornimenti e viveri, che sicuramente mancheranno>> spiegò Enricus.
<<E cosa dovremmo fare? Io non sopporto di rimanere sempre estraneo a tutto e soprattutto sempre protetto dalle mie guardie. Sono stanco di essere inutile>> domandò Lumix scattando in piedi.
<<… Organizzate un esercito di volontari ben in salute. Tenteremo di unirci ai cinquemila uomini della regina. Là ci sarà ad attenderci la nostra Lady Rowena>> rispose ser Gianlù.
<<Sarà una corsa contro il tempo. Appena il nemico la fuori toglierà il disturbo, noi dovremmo muoverci>> chiarì il bardo.
<<Meno male che non siamo nuovi a queste cose!>> esclamò Alkor rivolgendo un sorriso al resto della compagnia.
Enricus spiegò ciò che era accaduto a Bathav nei minimi dettagli. Quella che fu l’ultima riunione del palazzo di Lumix terminò a notte inoltrata. Tutti furono d’accordo sul mobilitare un esercito di resistenza, unendo le poche forze disponibili di Lugonoreum, la forza degli uomini di Blue Dragon e la guardia reale a Direnia. Non sarebbe stato facile, il principe Julius avrebbe fatto di tutto pur di impedire una qualsiasi forma di resistenza al suo regno. La difficoltà maggiore stava nel radunare la guardia reale, in una capitale probabilmente già conquistata dal principe Julius. E come se non bastasse, a Direnia vi era nascosto lo Spartito Obliato, che se caduto in mani nemiche tutto si sarebbe tramutato in una totale disfatta; e la fine della pace dell’intero continente.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
01/06/2016 12:38
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Usciti dalla sala delle riunioni, quasi tutti andarono a dormire, sicuri che il nemico si sarebbe impegnato in qualcos’altro, che non fosse l’assedio del fortino. Tutti, tranne Gianlù, Enricus ed Eruner, che camminavano ancora per i corridoi del palazzo.
<<Niente traccia dello Spartito dei vostri avi?>> domandò ser Gianlù fermandosi.
<<Niente di materialmente concreto, oltre a questo favoloso pezzo di storia, che è l’inventario di ser Rinaldo. Però…>> rispose Enricus fermandosi a sua volta.
<<Però?>> ripeté l’altro Vassallo.
<<Però, qui c’è un indizio, che potrebbe condurre allo Spartito Obliato, che dovrebbe trovarsi a Direnia>> specificò il bardo.
<<Ah… credevo chissà che indizio>> disse disilluso ser Gianlù
<<Aspettate… Qui si parla di una misteriosa camera segreta di Direnia>> disse Enricus.
<<Dimenticate che la Direnia raccontata da ser Rinaldo fu rasa al suolo, non credo che troveremo mai la camera segreta, soprattutto se è stata ridotta in cenere da un potente wurgron>> intervenne Eruner.
<<Invece inizio a dar ragione a Enricus. La camera segreta potrebbe essere ancora intatta, Lady Rowena in un suo messaggio parla di cunicoli sotterranei e di una vecchio borgo sprofondato… che potrebbe essere in parte sommerso da terra, ma vale la pena cercarla>> disse ser Gianlù gesticolando con le mani.
<<Inoltre c’è un altro indizio nell’inventario, che recita: Solo chi protende alla Luce può sperare di aprirla. Con tutta l’umiltà di questo mondo, se non ci riusciamo noi che siamo Vassalli, chi potrebbe riuscirci?>> domandò il bardo.
<<Appunto… chi potrebbe riuscirci?>> ripeté Gianlù.
Ci fu un interminabile minuto di silenzio, inframmezzato dal continuo grattare in testa di ser Gianlù, che cercava di ragionare sul da farsi a Direnia. Enricus non poté non schernirlo dandogli del pidocchioso. Il minuto di silenzio terminò con i continui punzecchiamenti dei due Vassalli. Quasi non sembravano Vassalli, tanto che si erano fatti prendere da frequenti scherzi. Sembravano due veri fratelli. Eruner li osservò divertito e dopo un po’ si rabbuiò, ricordò del suo fratello minore Vidovi. Poi l’elfo interruppe i due Vassalli con una domanda.
<<Enricus, avete incontrato per caso un praticante di stregoneria?>> domandò Eruner.
<<Perché mi fate questa domanda?>> rilanciò con una nuova domanda il bardo.
<<Tra gli uomini del principe Rufus non c’è, tra quelli di Lumix non ci sarebbe mai stato. Quindi pensavo, visto che avete incontrato gli altri due principi, che avreste l’avreste incontrato>> spiegò vagamente Eruner.
<<Non ci sto capendo, perché cercate uno stregone?>> domandò Enricus ignaro dei fatti.
<<Eruner sta cercando suo fratello, che purtroppo è totalmente corrotto dal male. Ed è anche un potente stregone>> intervenne ser Gianlù incrociando le braccia e poggiando il suo peso su una sola gamba.
<<Allora ne avete visto uno?>> domandò insistente l’elfo.
<<No, non ho visto nessuno stregone, ma Ikarus mi ha garantito di aver percepito alcune forze demoniache nelle schiere di Julius. Abbiamo addirittura affrontato rapidamente in corsa un uomo lucertola. Quindi potrebbe essere, ma siete sicuro che si trovi in questa parte del mondo?>> chiarì e domandò il bardo.
<<Si sono sicurissimo>> disse secco Eruner.
<<A proposito non vi ho mai domandato di come facevate a sapere che vostro fratello si sarebbe unito a uno dei principi?>> interrogò ser Gianlù.
<<È stato lui a contattarmi con un messaggio. Ci tiene a saldare per una volta per tutte il conto con me>> chiarì Eruner leggermente seccato dall’aria di interrogatorio.
<<Eruner, ci dovete delle spiegazioni più dettagliate. Solo così possiamo garantire un nostro aiuto valido. Adesso siamo solo noi tre, potete dire tutto. Cosa vuole da voi vostro fratello? E soprattutto perché è diventato la carogna che è adesso?>> chiese specificatamente ser Gianlù.
Eruner prese a sedersi sul bordo di una delle finestre del corridoio. I due Vassalli gli si avvicinarono, erano pronti ad ascoltarlo. Era chiaro per Eruner, che oramai la sua vita passata doveva riaffiorare, con tutti i vecchi ricordi, belli e brutti. L’elfo avrebbe preferito tenere per sé la propria vita passata e non ne avrebbe mai fatto accenno a nessuno, che non fossero Enricus e Gianlù, verso cui nutriva profondo rispetto. Alla loro richiesta non si sentì di tirarsi indietro e decise di spiegare ciò che accadde.
Eruner, descrisse per la prima volta il suo mondo natale, un mondo situato in un lontanissimo piano dell’esistenza, che gli avventurieri pluridimensionali lo soprannominavano Oblhivus, che in una sorta di linguaggio pluridimensionale significava il “mondo lontano e dimenticato”.
Il mondo di Eruner era pregno di magia, abitato da un numero spropositato di razze intelligenti, la quale razza dominante era quella dei draghi, che per facilitare la convivenza con le altre specie preferirono imparare magie di mutazione e scegliere una forma fisica più contenuta, elfo o dragonico. Eruner rivelò di essere figlio di due noti draghi blu, il padre era il supremo Han, un drago dalle grandi doti combattive e capacità magiche, la madre invece era la gentile Melisande. La famiglia di Eruner era ben nota agli altri draghi, essendo il padre un membro del Gran Consiglio, unico riferimento di diritto di tale mondo.
Enricus e Gianlù rimasero affascinati da una simile storia, sapevano che Eruner non era di questo mondo, ma forse erano i primi a conoscerne la sua storia.
L’elfo spiegò che sia lui che il fratello minore erano stati mandati da un potente e antico drago nero di nome Morzan, dal quale avrebbero dovuto imparare tutto ciò che il loro genitore paterno aveva imparato in gioventù. Morzan era uno stregone arcanista potentissimo che rifiutò di far parte del Consiglio, pur di continuare, come da centinaia di anni, a studiare su tutte le forme di magia e condurre incessanti ricerche nella calma della sua torre incantata.
<<Che cosa? Nel vostro mondo praticate la stregoneria normalmente?>> domandò Enricus interrompendo il discorso di Eruner.
<<So che per voi e… imparando da voi, anche per me, la stregoneria una pratica da bandire. Non tutti i miei simili la praticano, anche da me sanno da dove proviene, ma viene tollerata fin quanto non arreca danni alla società dei draghi>> chiarì l’elfo.
<<Chi l’avrebbe mai detto!>> esclamò ser Gianlù.
<<Ritornando al mio discorso, mio fratello era per carattere molto simile a Morzan, tanto che l’antico drago nero scelse di seguirlo personalmente. Vidovi aveva e tutt’ora ha una sete di conoscenza inestinguibile, ma ciò nonostante mi odia, perché quelle poche volte che mi applicavo nella magia risultavo più rapido di lui ad apprendere>> disse Eruner discostandosi dalla finestra.
<<State forse ammettendo che studiavate stregoneria?>> interruppe di nuovo il bardo.
<<La stregoneria non era l’unico campo di studi e non l’ho mai studiata. Prima io ne facevo una questione d’orgoglio, non volevo il potere di nessun essere sovrannaturale, solo con le mie forze avrei fatto qualcosa nella vita. Oggi, con tutti voi fratelli di Blue Dragon, ho capito che, sarebbe stata la mia condanna se l’avessi praticata>> spiegò ancora Eruner.
<<Mi fa piacere sentirvi dire questo. Per un momento temevo che Blue Dragon gli fosse venuto meno il buonsenso>> affermò Enricus sentendosi risollevato.
<<Quindi Vidovi vi odia per la vostra bravura… ma continuate, non siete arrivato al nocciolo della questione>> esortò ser Gianlù, cambiando gamba su cui scaricare il peso.
<<Morzan era un maestro severo e fedele alla legge del più forte, tanto odioso che mia madre non voleva che ci trovassimo a studiare nella sua torre. Io comunque non venivo visto di buon occhio dal drago nero e venni affidato al non poco esperto drago rosso, come pure Maestro delle Guardie della Torre, Lorendal. Morzan per via di un antica profezia credeva che sarei stato io, l’allievo che avrebbe posto fine alla sua vita, vedendo nelle mie capacità una minaccia>> disse prolissamente nel dettaglio Eruner.
<<Invece è stato Vidovi… ma quanto è potente vostro fratello? Deduco che uccidere Morzan equivale a uccidere uno che per potenza magica sia paragonabile al Sommo Gex>> ipotizzò Enricus.
<<Si era potente, ma non a quei livelli. Però poteva facilmente sconfiggere tutti i maghi e gli arcimaghi del Regno in poche battute magiche. Vidovi non è così potente, sapete meglio di me che si può conoscere un incantesimo, ma maturarne la forza ci vuole molto tempo. Avrà certamente trovato un espediente. Tant’è vero che uccise tutti in mia assenza e al mio ritorno altro non trovai che crateri. Il Gran Consiglio tutt’ora da la caccia a me e a mio fratello per ciò che è accaduto, e per il momento per tale gesto ne stanno pagando direttamente i nostri genitori; visto che nel mio mondo paga il crimine anche il consanguineo più prossimo, se il diretto interessato non lo può fare>> evidenziò l’elfo.
<<Mi sorge un dubbio, la vostra storia sembra irreale, dove eravate?>> interrogò Enricus.
Eruner esitò a rispondere, ripensando a quanto fu egoista in quel periodo così lontano della sua vita, totalmente assorbito da un modo di vivere totalmente differente da quella di Aspirante Vassallo. Una vita passata a soddisfare solamente i piaceri materiali.
<<Mi dispiace… ma non ero l’Eruner che conoscete, ero molto più sregolato di oggi. Mi dilettavo a sperperare il denaro dei miei genitori in tantissimi modi, tra taverne, locande e quartieri malfamati, fu un caso che, finendo il denaro, ritornai alla torre dopo ciò che era accaduto. Scoprii che Vidovi era trasmigrato in un mondo lontano, per sfuggire alla giustizia dei draghi, ai quali non importa la morte di un vecchio pazzo con i suoi servi, ma la scomparsa dell’enorme erudizione di cui era custode>> rispose l’elfo.
<<E vostro fratello cosa crede di fare uccidendovi?>> domando poi ser Gianlù.
<<Vuole portare la mia testa al Gran Consiglio incolpandomi di essere l’assassino di Morzan, per ritornare a vivere nel nostro mondo e finire di maturare la sua forza magica… temo che voglia eliminare anche il Gran Consiglio, compreso nostro padre. Di altri suoi desideri non ho idea>> rispose Eruner.
<<È un essere davvero malvagio… non è da sottovalutare vostro fratello e ora mi rendo conto che, la vostra richiesta di affrontarlo da solo è al limite della follia>> manifestò il bardo.
<<È una faccenda personale, ser Enricus. Anche se non c’era tutto questo affiatamento, io volevo davvero bene al maestro Lorendal. Mio padre è una persona forte, ma non posso sopportare che per colpa di Vidovi, anche mia madre stia ancora pagando per il suo crimine e per il mio egoismo>> ribadì Eruner.
<<Dovete ancora maturare come Aspirante Vassallo, Eruner. Se Vidovi vi uccide, essendo più potente di voi, cosa otterrete? Cercate di non farvi coinvolgere emotivamente, in una situazione grave come questa, dove ci sono in gioco la vita si molte persone, oltre alla serenità dei vostri genitori. Abbiamo un terribile principe che minaccia la pace di questo continente. Dobbiamo assolutamente evitare di farne un discorso personale, anche se io stesso sto cercando un ricordo di famiglia, lo sto cercando maggiormente per la salvezza di tutti, a costo di distruggerlo se finisce in mani sbagliate!>> parlò perentorio Enricus, come non aveva mai fatto con i suoi amici.
Eruner tentò di nascondere la sua delusione nei confronti del bardo che, pur inconsciamente sapeva che aveva bisogno di lui. Il fratello Vidovi era davvero un osso duro, falso come Morzan e assetato di potere come uno del Gran Consiglio di Oblhivus. L’elfo era sospeso tra l’umiliazione di non essere quel che voleva e la rabbia di sentirsi in quell’occasione impreparato. Abbassò la testa per un momento, fissando il pavimento, non aveva mai smesso di sentirsi come un ospite sgradevole, in un mondo che non era suo.
<<Eruner… troveremo una soluzione, fermeremo vostro fratello>> disse ser Gianlù avvicinandosi all’elfo.
<<Vi ringrazio ser Gianlù e anche voi ser Enricus, non comprometterò la missione e tenterò di non esservi una palla al piede>> proferì Eruner.
<<Questo non l’abbiamo mai pensato, soprattutto nei vostri confronti>> dichiarò il ser Enricus.
[Modificato da SolarKnight 02/06/2016 11:44]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
02/06/2016 11:42
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

La nuova grande tenda ottagonale del principe Rufus, destinata a un’importante riunione tra ufficiali, era incredibilmente affollata, quando nel fortino di Lumix, Enricus, Gianlù e gli altri erano in riunione. Vi si accalcavano in piedi, quasi tutti i sott’ufficiali e gli ufficiali dell’esercito, lasciando a stento lo spazio dedicato al principe e al suo generale. La luce delle braci ardenti proiettava sui teli colorati d’arancio della tenda lungo ombre tremolanti. I volti continuamente illuminati dalle fiamme parevano ancor più duri e ancor più provati dalla campagna militare di Lugonoreum, protratta oltre ogni aspettativa. La riunione era da poco cominciata e come al solito il principe Rufus dava spettacolo delle sue ben note sfuriate. Era arrabbiato, più arrabbiato che mai, non poteva tollerare la perdita di molte unità, ora prigioniere degli uomini di Lumix. Unità cruciali come i quindici DireniaKinght e il loro comandante. Rufus era molto seccato e deluso dai suoi uomini. I suoi occhi di fuoco percorsero per un momento tutti i presenti.
Il Gen. Aetius non tentò minimamente di giustificarsi, sapeva che sarebbe servito a niente, ma volle tentare per un’ultima volta di far ragionare il principe. Esordì dicendo che anche lui non poteva credere che un piano così perfetto si sarebbe rivelato in parte un disastro, particolarmente accentuato dalla perdita di un uomo d’esperienza come ser Galvano. Ammise, della sua incapacità a reagire con criterio a situazioni così imprevedibili, come il crollo dell’entrata del fortino. Il principe Rufus non fece altro che evidenziarlo ancora di più, tanto che le sue parole furono sommesse da un’esplosione di contestazione.
<<Capisco che tutti ce l’hanno con chi dirige gli uomini, capisco che la battaglia ci ha messo tutti a dura prova e che era inaspettata la resistenza del nemico; ma vi invito tutti quanti a riflettere. Per quanto i nostri nemici dureranno senza cibo e ne acqua? Li abbiamo fatti barricare all’interno del fortino>> disse i generale.
<<E con ciò che vorreste dire Gen. Aetius? Non dimenticate che tra di loro c’è un maledetto Vassallo>> intervenne un alto ufficiale.
<<Anche un Vassallo deve mangiare e bere. È pur sempre un uomo>> disse il Gen. Aetius.
<<Ma può sempre attaccarci e sconfiggerci. Anche noi siamo stanchi. Inoltre i rifornimenti sono in ritardo>> disse un altro invitato.
<<Non me lo ricordate. Quell’inetto di Stargard lo farò degradare a pulitore di latrine!>> disse innervosito il principe Rufus seduto sul suo scranno, a tamburellare con le dita della mano destra e a mantenersi il viso col dorso dell’altra.
<<Maestà, miei ufficiali, i rifornimenti arriveranno e saremo tutti in forze. Più di quanto il Vassallo possa reggere, inoltre ho fatto richiesta di aiuto. Arriveranno altri rinforzi e altre armi>> assicurò il generale.
<<Ha ragione il generale, è inutile star qui ad arrabbiarci. Inoltre se conosco bene quegli ambigui cavalieri di Blue Dragon, non giustizieranno i prigionieri, ne tanto meno li faranno morire di sete e di fame. Tanto da prendersene carico, secondo il rispetto della vita e altre simili sciocchezze. Prima o poi faranno un errore che gli costerà caro, la loro sconfitta>> disse il principe a favore del generale.
La riunione era da poco ultimata nella tenda principesca, tutti gli invitati compreso il principe uscirono fuori ancora animati dal discorsi di battaglia, quando sopraggiunse un uomo a cavallo dalla foresta. I soldati di pattuglia lo avevano fatto passare, era un messaggero proveniente da Surad.
Gli ufficiali si scostarono per far passare e rimasero sul luogo incuriositi. Quale messaggio sarebbe arrivato al posto dei rifornimenti. Il principe osservò l’uomo con un viso interrogatorio alquanto pittoresco da uomo grezzo qual’era. Al Gen. Aetius si smorzò la calma precedentemente ritrovata.
<<Maestà, Maestà è arrivato un messaggeri dal forte di Barakwood>> disse un arciere venuto sul luogo.
<<Lo vedo, non sono mica orbo >>
L’arciere abbassò la testa come gesto di scusa e si ritirò senza voltare le spalle.
<<Maestà ho per voi un dispaccio urgente del capitano Goromes!>> disse il messaggero.
Dei soldati si accostarono al cavallo per consentire al messaggero di scendere e consegnare il messaggio.
<<Cosa si tratta? Sapete qualcosa?>> domandò il principe spezzando il sigillo e srotolando la pergamena.
<<Maestà, purtroppo sono cattive notizie, il principe Julius e un grosso numero di cavalieri ha attaccato…>> iniziò a spiegare il messaggero.
<<CHE COSA? Come ha osato quel maledetto!>> sbraitò il principe, avendo appreso letto il dispaccio, prima che il messaggero potesse fargli una sintesi della situazione.
<<Che ne ha fatto di Stargard?>> domandò il Gen. Aetius.
<<Se leggete la terza parte del messaggio, Stargard è stato fatto prigioniero, insieme a molti altri ufficiali dei restanti fortini periferici>> spiegò il messaggero.
<<Quel maledetto! Leggo che ora marcia su Direnia >>
<< Il capitano Goromes è l’unico vostro ufficiale di Surad che non è finito nella trappola di vostro fratello Julius>> aggiunse il messaggero.
<<Chi quel cane? Non è mio fratello, dannato Julius>> disse rabbioso il principe per poi continuare a leggere il messaggio del capitano Goromes.
Un lungo silenzio calò tra gli ufficiali del campo, mentre il principe leggeva con avidità e rabbia il contenuto della pergamena. Sembrava un animale selvaggio calato a consumare il suo pasto.
Il principe spolmonò nell’aria una serie di imprecazioni, una peggio dell’altra.
<<Vuole tagliarmi fuori e schiacciarmi, quel maledetto buffone!>> asserì il principe.
<<Maestà, avrei per voi una soluzione!>> affermò il Gen. Aetius.
Il principe straccio la pergamena e si girò con volto impazzito verso il generale.
<<Julius in questo momento avrà sicuramente impiegato parte del suo esercito per tenere sottoscacco i nostri di Surad, mentre un’altra parte dovrà fare i conti con l’esercito della regina e la guardia reale. Se li attacchiamo proprio durante il loro attacco alla capitale, con i numerosi uomini della regina da una parte e i nostri dall’altra, lo potremmo facilmente chiudere in una morsa ferrea. Il vostro prestigio ne gioverebbe incredibilmente agli occhi del Gran Consiglio, della corte e di tutti i sudditi>> escogitò sul momento il Gen. Aetius, allungando un sorriso machiavellico.
<<Si mi sembra una buona idea, ma dovremmo lasciare il Galandrax, dopo tanta fatica per mettere Metellius alle strette>> lamentò il principe.
<<Con Julius fuori dai giochi, il Gran Consiglio e la nobiltà direna completamente dalla nostra parte e la Regina Flavia nelle nostre mani, Lumix chiederà la resa con i suoi miseri alleati. Poi potrete far giustiziare tutti coloro che vi hanno abbandonato>> suggerì il generale.
Finito di parlare il generale, il principe Rufus incrociò le braccia e come se fosse un indemoniato si scosse avanti e indietro, come per ragionare. Poi si sbraccio e guardo tutti i suoi uomini.
<<UOMINI ABBANDONIAMO IL GALANDRAX, ALL’ALBA SI PARTE PER DIRENIA! Prendete tutto quel che serve, del principe Lumix ce ne occuperemola prossima volta. Andiamo a zittire Julius. Lo sconfiggeremo e lo condanneremo a morte per alto tradimento, avendo attaccato la capitale e la regina>> ordinò fragorosamente il principe Rufus.
In breve tempo tutti gli ufficiali si dispersero per il campo per iniziare i preparativi per il viaggio a Direnia. Il principe entrò poi nella sua tenda. Nell’aria si levò una forte folata di vento, che scosse tende ed uomini dell’accampamento. Era il vento di una catastrofica guerra civile pronta ad abbattersi su tutta Direnia.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:13. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com




Vota bluedragon.it nella MTprox Top100